OGR Bologna e Rimini: RSU OMC e lavoratori in lotta per difendere il lavoro e le officine

Riprendiamo dal sito di AFeVA Emilia Romagna questo articolo che illustrala lotta dei lavoratori delle Officine Manutenzione Ciclica di Bologna e Rimini per mantenere l’attività produttiva. Come afferma il Presidente dell’Associazione dei famigliari delle vittime AFeVA Andrea Caselli” Non è accettabile il disimpegno di FF.SS., va difeso il lavoro e la memoria. Non è accettabile l’oblio della memoria e del lavoro. Come sempre difendiamo il lavoro, il lavoro in sicurezza ed il diritto di ricordare. Senza giustizia, senza lavoro, senza memoria il territorio verrà desertificato, e questa è una prospettiva che non possiamo accettare.” editor

La lotta dei lavoratori OMC Bologna e Rimini per difendere la Manutenzione Ferroviaria, il lavoro e la memoria

Venerdì 22 gennaio 2021, i lavoratori e le lavoratrici delle Officine Manutenzione Ciclica FF.SS.  (EX-OGR) di Bologna e Rimini  hanno svolto uno sciopero dimostrativo di un’ora per chiedere il mantenimento dell’attività produttiva dell’Officina. Lo sciopero ha avuto un’adesione totale e si è focalizzato attorno alla richiesta di una ripresa del confronto con l’azienda, che non sta applicando gli accordi siglati. Dei 120 lavoratori che dovrebbero essere in forza allo stabilimento, solo 85 sono gli attualmente al lavoro, il Turn-over non è stato garantito e si assiste ad una voluta diminuzione dell’attività di manutenzione.

Questo comportamento dell’azienda Trenitalia delle FF.SS. fa pensare all’intenzione di dismettere progressivamente l’attività di manutenzione, propiziando così la chiusura delle Officine.  

La RSU dello stabilimento ha reiterato la richiesta di un’impegno delle istituzioni pubbliche (Regione e Comuni) a impegnarsi con le FF.SS. per ottenere un tavolo di discussione per il mantenimento dell’attività produttiva dello stabilimento, dopo un primo incontro non risolutivo.

L’articolo del Corriere della Sera Bologna

Come AFeVA Emilia Romagna, siamo impegnati a sostenere questa lotta, decisiva per il mantenimento di lavoro professionale e per un sistema di trasporti pubblici strategico per il paese e per il nostro territorio.

Ricordiamo a tutti che la sopravvivenza delle OMC (EX OGR) è anche strettamente legato alle rivendicazioni degli ex-esposti amianto, fra cui anche la bonifica dello stabilimento OGR di via Casarini e la sua riqualificazione come luogo da destinare alla memoria della tragedia dell’Amianto e per usi sociali e culturali per la città di Bologna.

Non è accettabile il disimpegno di FF.SS., va difeso il lavoro e la memoria. Non è accettabile l’oblio della memoria e del lavoro. Come sempre difendiamo il lavoro, il lavoro in sicurezza ed il diritto di ricordare. Senza giustizia, senza lavoro, senza memoria il territorio verrà desertificato, e questa è una prospettiva che non possiamo accettare.

Andrea Caselli – Presidente di AFeVA Emilia Romagna aps

Silvano De Matteo – Delegato RSU OMC Bologna

La lettera del delegato sindacale OGR e membro del direttivo AFeVA ER Silvano De Matteo sulla vertenza in corso.

Fui assunto all’Ogr di Bologna nel 1985, tanti anni fa. Da allora quell’officina è diventata l’altra mia famiglia.
Quel mondo mi ha donato l’amicizia dei compagni di stabilimento; dai più anziani, noi giovani appena assunti, imparammo l’impegno per la professionalità e l’amore per quel lavoro che ci ha permesso (e ci permette tuttora) di vivere dignitosamente.
Lì ho iniziato il mio percorso di crescita, non solo professionale, imparando il rispetto degli altri e delle regole ma anche la ricerca continua della sicurezza.
Imparai che i lavoratori e le lavoratrici lottavano contro l’uso dell’amianto nel nostro impianto. In quegli anni apprendemmo anche che bisognava combattere per la sicurezza sul lavoro, che purtroppo non era garantita dai dirigenti. Per questo ancora oggi stiamo subendo il dramma delle morti per l’amianto. Questa tragedia ci perseguita da decenni e sembra non finire mai.
Noi giovani di allora imparammo anche a essere partecipi della vita lavorativa, un insegnamento che mi ha portato, da diversi anni ormai, ad essere eletto dai miei compagni di lavoro come delegato della RSU (Rappresentanza Sindacale Unitaria).
Da allora tante cose sono cambiate, le nostre lotte hanno creato quell’attenzione necessaria a rendere completamente in sicurezza le attività che oggi si svolgono in officina. L’ex OGR (oggi denominata Officina di Manutenzione Ciclica, OMC) produce lavoro a Bologna da ormai più di cento anni, per la precisione dal 1908.
Tuttavia di nuovo oggi si pone un altro grande problema per le lavoratrici e lavoratori dell’officina: il disinteresse della società Trenitalia a mantenere le attività nello stabilimento di Bologna.
Nel 2010 i dirigenti di Trenitalia dichiararono la dismissione dello Stabilimento, dopo più di 100 anni di produzione industriale. Da allora iniziammo una nuova lotta per la sopravvivenza dell’OGR che ha portato la società mantenere le attività di manutenzione degli apparati di bordo dei treni presso una nuova officina che è stata realizzata nel complesso ferroviario di via del Lazzaretto.
Nel 2018 ci fu il trasferimento dalla sede storica di via Casarini con l’impegno, sottoscritto tra azienda Sindacati ed RSU, che si dimensionasse la nuova OGR una capacità produttiva di 110 addetti alla produzione.
Purtroppo ad oggi dobbiamo riscontrare il mancato rispetto di quegli accordi che sta di nuovo mettendo in discussione la sopravvivenza dell’Officina. Oggi in OGR lavorano soltanto 85 dipendenti alla produzione e se non si assumono nuovi lavoratori si arriverà, a breve, alla dismissione per mancanza di forza lavoro, i servizi generali diventano intollerabili per mantenere una produttività sostenibile.
Per questo le lavoratrici e i lavoratori, la RSU e il sindacato hanno iniziato una nuova vertenza che ha portato ad una prima azione di sciopero lo scorso 22 gennaio. Uno sciopero simbolico di una sola ora durante la quale hanno fatto sentire la propria voce con un presidio esternamente ai cancelli del complesso ferroviario che ospita l’OGR.
Gli stabilimenti ferroviari di manutenzione dei treni esprimono una professionalità che non ha confronti nel panorama industriale del nostro paese, riteniamo che rappresentino, oggi più che mai data la crisi che stiamo affrontando, un sostegno occupazionale fondamentale per le città che li ospitano, considerandolo oltretutto come l’estrema sintesi della sostenibilità ambientale dal punto di vista dell’industria.
Neppure Bologna può permettersi di perdere un simile gioiello industriale.
Per tutto questo, per il sacrificio dei tanti compagni che hanno perso la vita per l’amianto e per il lavoro, siamo pronti a continuare le lotte che ci hanno contraddistinto da sempre, per la resistenza al nazifascismo prima, per la sicurezza del lavoro poi ed oggi per il lavoro stesso.
Contiamo di avere al nostro fianco il sindacato, le istituzioni comunali e regionali, la politica, intesa chiaramente nel senso più nobile della parola e i cittadini di Bologna, perchè i loro figli saranno i futuri lavoratori dell’OGR.
Silvano De Matteo
delegato RSU dell’OGR di Bologna per la CGIL.