Una partita a poker con una posta in gioco drammatica: il futuro di molti italiani, la salute, la gestione della crisi pandemica.

Una partita a poker, questa è la metafora possibile per decifrare il tavolo di gioco che Renzi ha aperto verso il governo Conte.
Una partita aperta in una fase acuta della crisi pandemica per ipotecare l’uso dei fondi del Recovery Fund e per mettere in crisi una formazione di governo di centro sinistra alle prese con la gestione drammatica della ripresa delle curve epidemiche e l’avviamento della vaccinazione di massa. Un’ imboscata nello stile del personaggio…


Nell’ipotesi migliore si uscirà da questa crisi con l’assegnazione di qualche ministero o qualche delega in più.
Nell’ipotesi che la corda della trattativa si rompa e una mediazione sia irrecuperabile si va al voto. In una situazione normale questo sarebbe naturale e fisiologico. Non siamo in una situazione “normale”. Anche un bambino lo capisce. Lo scioglimento del Parlamento e l’andata alle urne tra 80 – 100 giorni, ad esempio, in una fase di crisi pandemica non risolta, metterebbe in movimento un corpo elettorale composto da circa 51 milioni di elettori. La partecipazione effettiva al voto vedrebbe,verosimilmente,  una massa di elettori partecipanti tra i 35 e i 40 milioni andare fisicamente alle urne. Le occasioni di contagio in un paio di giornate sarebbero concentrate e moltiplicate in una dimensione difficile da quantificare. Gli effetti, come prevedono gli esperti, potrebbero essere catastrofici. Teniamo in conto peraltro della esposizione a rischio di migliaia di scrutatori e addetti alla sicurezza delle sezioni elettorali. I politici che invocano elezioni subito, come fossimo in una situazione di normalità, sono palesemente inconsapevoli della catastrofe che potrebbero provocare. E’ appena iniziata la vaccinazione di massa, saranno necessari, purtroppo,  molti mesi prima di arrivare ad un primo parziale risultato della cosidetta “immunità di gregge”. Fino a quando non sarà terminato questo percorso di vaccinazione di massa sarebbe saggio non provocare occasioni di “affollamenti e contatti” che possono far dilagare i contagi del virus nelle diverse e pericolose mutazioni che si stanno verificando. Ma questa saggezza, per ora, non sembra appartenere ad alcuni politici tanto ambiziosi quanto inaffidabili per governare un paese in un’epoca di pandemia. La stessa triste litania dei dirigenti dei partiti dell’opposizione che chiedono di andare “subito alle urne” dimostra che anche costoro vivono in un mondo parallelo fuori dal principio di realtà. Questi sono gli scenari che ci attendono in queste giornate convulse. Speriamo, non possiamo fare altro, che la ragione prevalga sul delirio.

Gino Rubini