Cronache da Berlino di Franco Di Giangirolamo -3 giugno 2020

 

Fotostreet gierre : Geometrie Berlinesi .settembre 2019 – gierre 2019

 

Terminato anche il PONTE DI PENTECOSTE (in Germania è giornata di Festa) e scavallata la Festa della Repubblica (solo per noi emigrati italiani), con il sole che ci accompagna ormai da svariati mesi si va verso una settimana „interessante“. C’è chi ritiene che la Pandemia sia un „evento sociale perfetto“ perchè mette in gioco salute, sociale, economia e mentalità. Penso che in questo gioco il „sanitario“ stia perdendo, neanche tanto gradualmente, la sua centralità. 40 manifestazioni autorizzate sabato 23 maggio e 60 autorizzate per il 30 giugno a Berlino, quasi tutte centrate sul tema dei provvedimenti per contenere la Pandemia, con l’inevitabile confronto di piazza a distanza tra ultradestra e galassie complottiste e movimenti antifascisti e antinazi, danno una idea vaga ma sufficiente delle tensioni che covano nella capitale. Non è mancata una iniziativa di protesta molto partecipata per l’assassinio di George Floyd a Minneapolis.

Mancando attività culturali, artistiche e turismo internazionale, la città non è affollata neanche nei giorni di festa, anche se finalmente si vedono i trolley che vanno avanti ed indietro, ovvero che il movimento interno è ripreso moderatamente. La gastronomia viaggia a scartamento ridottissimo anche perchè a pochi viene voglia di prenotare, per stare seduti un’ora permanendo sempre all’erta, ossia fare un pranzo in modalità „schivavirus“ al quale, diciamolo pure, è molto preferibile un bel take away goduto in modalità „divanista“. I resort delle piazze centrali sono abbastanza pieni ma sono di una malinconia estrema. Pieni invece i parchi, ambiti dai berlinesi di tutte le età, nei quali si ammassano molto volentieri. Distanze rispettate senza ossessioni, le mascherine non sono obbligatorie all’aperto, si può giocare, andarci in bicicletta, per cui è l’unico spazio fruibile quasi come prima dell’epidemia.

La più emblematica delle manifestazioni credo sia stata quella che si è svolta preso il Landwehr kanal, a Kreuzberg. Regolarmente autorizzata per un centinaio di persone, la manifestazione “per la cultura-tutti in un canotto“ ha visto una partecipazione di 400 persone in acqua e 1.500 compresi quelli ben ammassati sulle rive. Era organizzata dal Berliner Clubkommission che riunisce le associazioni che producono cultura. Non nego che la mia prima, ingenerosa, impressione sul Rave-kultur, come è stata chiamata la manifestazione , fosse piuttosto superficiale: “per fortuna che si trattava di un Rave sulla cultura, quando si farà quello sull’ignoranza distribuiranno il virus con le bombolette spray!!!“. La manifestazione, chiamata anche la “ribellione dei sognatori“ doveva evidenziare la situazione del mondo dello spettacolo ed intrattenimento culturale che in questa città è parte fondamentale della vita sociale ed economica, e a rivendicare una specifica attenzione da parte del Senato. Gli organizzatori, si sono dichiarati sorpresi del successo dell’iniziativa, spendendo tonnellate di ipocrisia, perchè non era difficile immaginare l’esito della loro proposta a cittadini che in generale fanno della trasgressione una ragione di vita. La Polizia non poteva sprangare di brutto una massa tanto grande di persone, dopo aver tollerato manifestazioni ben più pericolose della destra estrema, e , quindi, solo verso le 21 è scesa la quiete sulle acque del canale.

Guardando oltre i fatti „disciplinari“, è evidente che una modifica nelle scelte politiche di contenimento della Pandemia è piuttosto urgente. Se i media sono in gran parte occupati a raccogliere le dichiarazioni dei leader politici sulle malefatte non represse dei „maleducati“ tirando fuori anche qui, per fortuna in misura ridotta, la solfa della responsabilità nei confronti degli anziani e paventando ondate di infezioni epidemiche che non arrivano mai, mentre, a volte anche nella stessa pagina di giornale o reportage TV, esibiscono dati ottimistici su tutte le curve possibili e immaginabili, dichiarano semafori verdi per la riapertura e successi nelle strategie adottate, si può ritenere davvero che un cittadino accetti con disinvoltura di fare la fame (questa è la situazione degli artisti in media), distanziato e con mascherina, per mesi e mesi per contribuire in minima parte alla salvezza di uno o due persone che muoiono in media a Berlino ogni giorno? (info: in tre mesi sono morte 198 persone di corona virus in una città che ha 3.6 milioni di abitanti) Soprattutto con una destra parlamentare il cui portavoce sostiene che non ha senso distruggere l’economia di un paese per dare 6 mesi di vita a pochi anziani pluripatologici che morirebbero presto comunque?

Se a ciò si aggiunge che ieri oltre 400 dipendenti del principale ospedale della città hanno inviato una lettera aperta al Senato per chiedere come intende risolvere il problema degli asili nido e scuole materne, oltre che quelli della scuola dell’obbligo, per consentire a chi fa i turni di poter andare a lavorare, e se teniamo conto che è l’ennesimo atto di una serie di manifestazioni ben comprensibili da parte di madri che la reclusione a domicilio non l’accettano per motivi che è superfluo dettagliare, si capisce che un cambio di passo è necessario.

Avverto, ma potrei sbagliare, che non sono messe in discussione le ferree e prussiane certezze offerte dall’apparato scientifico cui fa riferimento il Governo e il Senato per decidere (anche se sul terreno scientifico è impossibile e sarebbe orripilante che non vi fosse pluralismo e diversità di posizioni, come ovunque) ma, per l’appunto, vaccillano le decisioni di questi ultimi. Credo che la idea pericolosa che deve essere intercettata dalla politica e che gira sottotraccia sia: „non conosco nessuno ammalato di Covid-19, non conosco nessun morto da Covid-19, a ben pensarci ho conosciuto un ammalato, è guarito a casa sua, ho conosciuto anche un paio di contagiati ma hanno fatto 14 giorni a casa loro e sono già in circolazione, abbiamo dei servizi sanitari perfino esagerati, perchè continuare con queste scelte draconiane di blocco delle attività e di adozione di misure sproporzionate, spesso impossibili da mettere in atto? Alcune di queste perfino nocive alla salute di fasce di popolazione (minori, per es.)?“

Se non si tiene conto di queste cose ci sarà un silenzioso abbandono delle regole di prevenzione, avvertite come progressivamente inutili e dannose, e un vistoso aggravamento delle tensioni sociali. Con i risultati prevedibilissimi.

Personalmente, credo che occorra seguire una delle proposte più bersagliate ma più discriminanti in positivo: quella della von den Layen. Proteggere le fasce deboli al massimo grado e per il resto „tutti in attività“ con adozione di misure di prevenzione appropiate alle singole realtà, come „costante“ della nuova normalità fino a quando la convivenza con il virus non diverrà possibile con una „nocività tollerabile“, come già avviene per molti altri virus.

I bambini tornino a scuola sapendo che infetteranno moltissimo: chi si infetterà farà la sua quarantena, chi si ammalerà si curerà o a casa o in Ospedale. Gli anziani e i soggetti fragili in quarantena lunga con 2 ore al giorno di libertà e servizi che li aiutino per tutte le necessità della vita e isolati dai nipoti. Etc. Etc. Per moltissimi anziani miei coetanei, sia tedeschi che italiani che vivono a Berlino non cambierebbe assolutamente niente. Per paura o per consiglio dei figli stanno già murati da mesi in casa. Per coloro che stanno male non c’è gran sacrificio. Per gli autosufficienti e non si provveda con aiuti a domicilio, per i vecchietti verdi, i gaudenti, che impugneranno la parità dei diritti costituzionali, si proporrà cortesemente solidarietà per i propri coetanei. In fin dei conti fino ad ora sono stati chiesti sacrifici ai giovani per proteggere gli anziani. Si può chiedere sacrifici gli anziani per proteggere gli anziani.

In questo modo è più facile chiedere a tutti la massima precauzione e abituarsi gradatamente alla prevenzione come norma di vita.

Ci saranno più o meno morti? Non lo so e mi piacerebbe che qualcuno facesse delle previsioni in tal senso, ovverossia studiasse altri scenari oltre quelli già studiati fino ad ora. Sono ottimista e pensoche nel lungo periodo ce ne sarebbero di meno e, in ogni caso, occorrerà farsene una ragione fino a che il virus non sarà “sottomesso“ (debellato sarà difficile se non impossibile), perchè non si può fermare il mondo finchè il rischio non è zero. Non è mai accaduto e non accadrà mai.

Statemi tutti bene. Un saluto da Berlino.