Selezione di notizie, informazioni, documenti, strumenti per la promozione della salute e della sicurezza negli ambienti di lavoro e di vita. Diario Prevenzione è online dal 1996. Progetto e realizzazione a cura di Gino Rubini
La quarta ondata della pandemia sta confermando l’incapacità dell’occidente nel difendere la salute della popolazione, con alcune differenze sostanziali tra paesi. L’arrivo di una nuova variante dal Sudafrica dimostra ancora una volta che nessuno si salva se non si salvano tutti.
La prima ondata della pandemia di Sars-CoV-2 originata dalla Cina si abbatté come uno tsunami prima in Europa e poi nel resto del mondo a partire da gennaio/febbraio 2020. Dure e prolungate misure di lockdown consentirono di ridurre al minimo la circolazione del virus all’arrivo della stagione estiva. In Europa (perché le ondate di cui stiamo parlando si applicano soprattutto in questa area) ad agosto 2020 sembrava che la pandemia avesse esaurito il suo corso. Sembrava, ma così non era. La ripresa delle attività sociali, lavorative e scolastiche, l’allentamento (o l’abbandono) delle misure di contenimento e di controllo, l’arrivo della stagione autunnale (con l’aumento della vita al chiuso) produssero una rapida, drammatica riaccensione della pandemia.
La seconda ondata ebbe effetti più gravi della prima perché nella circolazione epidemica il virus originario di Wuhan fu sostituito da varianti che provenivano da Sudafrica, Brasile e soprattutto dalla Gran Bretagna. La variante inglese del coronavirus, dotata di una trasmissibilità superiore del 37% rispetto ai ceppi non varianti, divenne rapidamente predominante provocando per questo un forte incremento dei casi di contagio e di decesso.
In Europa il picco dei casi della seconda ondata si registra nei mesi di novembre e dicembre 2020/gennaio 202, quando prende il via la vaccinazione anti-COVID dapprima in Israele e in USA e subito dopo in gran parte dei paesi europei. Anche grazie all’avvio delle vaccinazioni si registra una riduzione nella circolazione della variante inglese (e dei casi e dei decessi), ma la copertura vaccinale nei primi mesi del 2021 è ancora troppo bassa per impedire lo sviluppo di una nuova variante, proveniente dell’India, denominata “Delta” che sosterrà la comparsa della terza ondata.
Commentando l’annuncio del governo che le maschere per il viso saranno di nuovo obbligatorie sui trasporti pubblici, l’ufficiale nazionale Unite per il trasporto passeggeri, Bobby Morton ha dichiarato:
“Il governo deve percorrere la strada e non solo parlare. Non è sufficiente annunciare che le mascherine torneranno ad essere obbligatorie, questa politica deve essere pienamente applicata per proteggere la salute pubblica.
“I precedenti messaggi incoerenti del governo sull’uso della maschera per il viso quasi sicuramente si tradurranno in un alto grado di non conformità.
“Il consiglio di Unite agli autisti di autobus è chiaro. Non è loro compito imporre l’uso della maschera, la loro responsabilità è guidare e far funzionare l’autobus in sicurezza. Il compito di far rispettare la maschera è quello dell’operatore dell’autobus e della polizia.
“Unite ha costantemente avvertito che l’obbligo di indossare maschere per il viso non avrebbe mai dovuto essere rimosso, mentre i tassi di Covid-19 sono rimasti elevati. È solo l’arrivo della nuova variante che ha costretto il governo ad agire».
Omicron is the new COVID kid on the block: five steps to avoid, ten to take immediately
What not to do: ban travel. Scenes at South Africa’s OR Tambo International airport after the first flight bans were announced. Phill Magakoe / AFP via Getty Images
The new variant – identified as B.1.1.529 has been declared a variant of concern by the World Health Organisation and assigned the name Omicron.
The mutations identified in Omicron provide theoretical concerns that the variant could be slightly more transmissible than the Delta variant and have reduced sensitivity to antibody activity induced by past infection or vaccines compared to how well the antibody neutralises ancestry virus.
As vaccines differ in the magnitude of neutralising antibody induced, the extent to which vaccines are compromised in preventing infections due to Omicron will likely differ, as was the case for the Beta variant.
“I Cancerogeni occupazionali: vecchi e nuovi rischi”
6 DICEMBRE 2021 ORE 9-16
Il prossimo 6 dicembre si terrà il Convegno Regionale per Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza in modalità webinar.
Il convegno approfondirà il tema dei Cancerogeni occupazionali e delle malattie professionali soffermandosi sui comparti lavorativi maggiormente a rischio.
Interverranno esperti della materia tra i quali si segnala: l’assessore alla Salute Simone Bezzini, l’ex Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Firenze Beniamino Deidda, la dott.ssa Lucia Miligi, la dott.ssa Cristina Aprea, il Presidente di Anmil Alessandro Grassini.
Perla consultazione del programma della giornata e per l’iscrizione al convegno si segnalano i link seguenti
Scrivo come medico del lavoro pensionato. Ho avuto la fortuna di fare più lavori in passato, ospedaliero, medico di base e dal 1981 medico del lavoro in più USL di diverse regioni dell’Italia settentrionale nonché in sud america come volontario nella cooperazione internazionale. Come tanti colleghi abbiamo attraversato diverse ere della sanità italiana, dagli entusiasmi dei primi consorzi e del post 833 all’esodo della igiene ambientale alle ARPA nella percezione di molti ricollegabile in buona parte a legittime aspirazioni di professionisti non medici, dalla creatività alla burocrazia, da contesti con simpatie socialiste (nella accezione internazionale del termine) al lib lab ed infine ai cascami italo-neolib di certo aziendalismo.
Les principaux vaccins qui continuent à être administrés au Canada depuis la fin du printemps sont les deux vaccins à ARNm, Pfizer-BioNTech et Moderna. Je décortiquerai ainsi les mythes les entourant, ainsi que leurs effets indésirables potentiels.
En tant que médecin-virologue, j’estime qu’une bonne communication destinée à dissiper les doutes contribue à augmenter la confiance et l’adhésion du public sur la sécurité des vaccins anti-Covid-19.
Il importe donc de fournir une appréciation des bénéfices de la vaccination anti-Covid-19 en comparaison aux risques potentiels de la maladie à Covid-19 elle-même et de ses conséquences parfois graves. Il est essentiel de comparer les effets indésirables dont la gravité diffère d’une personne à une autre, y compris les risques potentiels minimes associés au vaccin anti-covid-19 avec les grands bienfaits de cette vaccination.
Comment fonctionnent ces vaccins ?
Les vaccins Pfizer-BioNTech et Moderna sont tous deux des vaccins à ARN messager (ARNm) qui utilisent une technologie nouvelle. Le code de l’ARNm contenu dans ces nouveaux vaccins est analysé au niveau du cytoplasme (fluide semi-visqueux à l’intérieur d’une cellule) des cellules du système immunitaire de l’organisme. La traduction (processus durant lequel l’information contenue dans les molécules d’ARNm est utilisée pour construire des protéines) de ce code entraîne la synthèse d’une partie de la « protéine spicule » qui est identique à celle située à la surface du nouveau coronavirus.
La présence de cette protéine est suffisante pour que notre organisme apprenne à développer des anticorps spécifiques à cette composante du virus, déclenchant une réponse immunitaire. Ainsi, dans l’éventualité d’une « vraie » infection, le système immunitaire sera déjà prêt à neutraliser le virus et l’empêcher de se répandre dans l’organisme. La vaccination permet donc à l’organisme de développer, au préalable, des anticorps exclusifs à la protéine spicule du nouveau coronavirus, afin d’être capable de défendre l’organisme dès le début de l’infection en cas de contamination.
Se è vero – come ha sottolineato all’indomani del summit il premier britannico Boris Johnson – che “il carbone è condannato a morte”, la domanda giusta da porsi è: sì, ma quando? Per il gas, addirittura nuova vita e per il nucleare un rinascimento in nuove forme, tutte da mettere in cantiere.
Il discrimine su cui si sono dissolte le aspettative della Cop 26 si è mostrato nella sua inconsistenza nella forma di chiacchiere sulla decarbonizzazione; di ostinata finalizzazione al business finanziario e delle multinazionali; di un imprevisto recupero del nucleare quale presunto alleato delle rinnovabili e mallevadore dell’impiego “in via transitoria” del gas fossile.
La crisi del Covid-19 ha avuto un impatto devastante sui lavoratori migranti di tutto il mondo, in particolare su quelli impiegati nei settori precari a basso salario, che spesso sono stati i primi a subire lo shock economico della pandemia, secondo un nuovo rapporto dell’International Organizzazione del Lavoro (ILO). “Bloccato e in un limbo: l’impatto globale di Covid-19 sui diritti e sul reclutamento dei lavoratori migranti” riporta che molti lavoratori migranti hanno avuto il loro lavoro sommariamente sospeso o terminato quando il virus si è diffuso, o hanno subito un drammatico calo del reddito. Alcuni sono rimasti bloccati a causa di blocchi e chiusure delle frontiere, mentre altri sono stati improvvisamente rimpatriati, senza sistemi operativi e protocolli in atto. In alcuni casi, la legge sulla salute pubblica è stata utilizzata per giustificare la loro espulsione. Continua a leggere “UK.TUC newsletter .Globale: il Covid-19 ha colpito più duramente i lavoratori migranti”
Il nuovo numero del periodico statistico Dati Inail è dedicato a questo settore produttivo molto eterogeneo, che nell’anno della pandemia ha fatto segnare rispetto al 2019 un netto calo degli infortuni (-25,8%) e un forte incremento dei casi mortali (+41,0%), concentrati soprattutto tra i conducenti di veicoli
ROMA – Nel 2020 le denunce di infortunio sul lavoro nel trasporto e magazzinaggio sono state 29.254, in netto calo rispetto al 2016, quando si contavano oltre 43mila casi (-32,1%), ma anche rispetto al 2019 (-25,8%). Nello stesso anno, però, i casi mortali sono stati 165, in aumento di una trentina di casi dal 2016 (+23,1%) e di una cinquantina dal 2019 (+41,0%). A fare il punto della situazione su questo settore molto variegato, che dà lavoro a circa 1,2 milioni di persone e comprende una serie di attività eterogenee – dal trasporto terrestre e mediante condotte, marittimo e per vie d’acqua, al trasporto aereo, sia di merci sia di passeggeri, e include anche i servizi postali e di corriere, il magazzinaggio delle merci e le attività di supporto, dalla gestione di strade, stazioni di autobus e parcheggi alla movimentazione delle merci – è il nuovo numero del periodico Dati Inail, curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto.
volevo dare un piccolo contributo al dibattito su DL 146
Innanzitutto mi presento
Mi chiamo Laura (Lalla) Bodini Sono un vecchio medico del lavoro. Da alcuni anni in pensione.
Ho iniziato ad occuparmi di medicina del lavoro ai tempi del Movimento Studentesco di Milano lottando anche per rendere obbligatoria questa disciplina, allora facoltativa. Ma dobbiamo aspettare molti anni perché nella formazione basic del medico …compaiano le complesse conoscenze sui rapporti tra del mondo del lavoro e la salute.
Nel 1974 ho iniziato a lavorare nello SMAL di Sesto San Giovanni uno dei primi in Italia.
Nel 1977 ho contribuito a fondare il Coordinamento nazionale degli operatori della prevenzione che divenne nel 1985 Snop (Società Nazionale operatori della prevenzione) sempre viva, vedi il rinnovato sito www.snop.it, un Sito dove potrete trovare il recentissimo documento condiviso su DL 146 e on line l’archivio della rivista, locandine, Atti che testimoniano un grande impegno di 35 anni.
Nel 1985 ho contribuito a fondare Ambiente & Lavoro, la meravigliosa creatura del compianto Rino Pavanello
Nel 1989 ho contribuito a fondare con Antonio Grieco la CIIP che ancora esiste con tante iniziative vedi www.ciip-consulta.it di cui coordino I Gruppi di Lavoro, sito ed E Book.
Una grande e vincente scommessa di confronto e lavoro tra professionisti del sistema pubblico e di impresa, tra associazioni che è rimasta attiva come è testimoniato dallaStoria della CIIP.
Ma entriamo nel dibattito del DL 146
Nel 2006 l’ottimo Ministro del Lavoro Cesare Damiano assunse circa 1500 ispettori del lavoro, senza contrapporsi al sistema sanitario pubblico. Posso dire che tra le prime ho subito promosso una utile collaborazione e formazione sul campo (cantieri critici, logistica…) tra il mio Servizio ASL e decine di nuovi ispettori motivati da Paolo Weber l’allora innovativo direttore dell’Ispettorato di Milano e provincia.
Questa esperienza mi ha indicato la complessità e la necessità di collaborazione dei due ambiti: ASL e Ispettorato su condizioni di lavoro (sicurezza, salute, rischio chimico…. già anche in edilizia, movimentazione…) e legalità, appalti, formazione… due nodi che implicano conoscenze specifiche sanitarie, tecniche, giuridiche frutto di anni e anni di studio ed esperienze.
Davanti al crescere e propagarsi in Italia e in Europa dei livelli di infezioni e ricoveri ospedalieri da Coronavirus ci sentiamo in dovere di appellarci alle Autorità dello Stato e, nel medesimo tempo, alle Cittadine e ai Cittadini che non intendono accedere alla vaccinazione anti-Covid richiamando alcuni dati di realtà che, vistosamente incalzanti, potrebbero riportare il nostro Paese nel pieno delle tragiche e note conseguenze socio-sanitarie.
Queste le osservazioni:
– le vaccinazioni coprono ormai oltre l’80% della popolazione italiana;
– il vaccino esenta dall’ammalarsi gravemente in misura di circa il 90% e del 98% dal ricovero in Reparti di terapia intensiva, dall’intubazione e dall’exitus;
– ad oggi il vaccino costituisce l’unica misura efficace contro infezione e malattia da Covid, insieme a distanziamenti personali, uso di mascherine certificate e di soluzioni alcoliche per le mani;
– il vaccino non è scevro da rischi, e questo vale per tutti i farmaci e le azioni diagnostico-terapeutiche, i quali sono infinitamente bassi rispetto ai gravi rischi che l’infezione virale comporta;
– il vaccino riduce gradualmente la propria efficacia dopo 6-7 mesi dalla sua completa inoculazione;
– la guarigione dall’infezione conferisce un’immunità, per efficacia e durata, simile a quella raggiunta dalla vaccinazione;
– gli oltre 7 milioni di Cittadini di non vaccinati in Italia favoriscono la diffusione del virus, la crescita di varianti e l’affollamento di Ospedali, rallentando i percorsi diagnostico-terapeutici per urgenze e malattie cronico-degenerative e neoplastiche;
– la mobilità fra Paesi europei favorisce la diffusione virale;
– la nostra Costituzione fonda il suo baricentro sul Bene comune pur prevedendo il dissenso e la libertà personale di rifiutare azioni diagnostico-terapeutiche;
– la vaccinazione rappresenta oggi l’attuazione del Bene comune, in assenza di una legge che la imponga.
Queste le proposte:
– fornire da subito a tutta la cittadinanza informazioni chiare e puntuali su rischi e vantaggi della vaccinazione;
– fornire da subito a tutta la cittadinanza informazioni chiare e puntuali sulla situazione pandemica con dati analitici su tassi d’infezione, ricoveri ospedalieri, mortalità e guarigioni in vaccinati e non vaccinati e per classi d’età;
– semplificare e accelerare a grandi passi su acquisizioni e somministrazioni delle terze dosi di vaccino;
– rilanciare le regole prudenziali di distanziamento personale, uso di mascherine certificate, anche all’aperto in luoghi di transito e affollati, disinfezione delle mani;
– controllare con meticolosità coloro che giungono sul suolo italiano;
– escludere i non vaccinati dall’ingresso in luoghi e mezzi di trasporto pubblici e privati, che costituiscano forme di aggregazione civile, e organizzare efficaci controlli in questo senso.
Grazie per l’attenzione e cordiali saluti
O.d.V.: “SCIENZA MEDICINA ISTITUZIONI POLITICA SOCIETA’ “
Di fronte allo stillicidio di morti sul lavoro, la risposta politica data con il Decreto Legge n. 146 del 21 ottobre scorso, si è tradotta in primo luogo nel prevedere il potenziamento della vigilanza. Anche passando sopra alle criticatissime modalità con cui si intende procedere a questo potenziamento, trascurando in questa sede la piaga delle malattie professionali, una domanda sorge spontanea.
Quale vigilanza potrà mai fermare l’azione istantanea, perché di un attimo si tratta, che provocherà l’infortunio, quando uno o più lavoratori cortocircuitano ogni cautela e decidono, in autonomia o perché gli è stato ordinato, di procedere a quella azione che porterà qualcuno alla morte?
Lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Salute, al Ministro del Lavoro, al Presidente della Conferenza delle Regioni.
Riportiamo e condividiamo il Comunicato Stampa dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro
” L’Ispettorato Nazionale del Lavoro esprime una forte condanna nei confronti del gravissimo gesto intimidatorio compiuto contro due ispettori tecnici in servizio presso l’Ispettorato territoriale di Taranto.
I fatti sono accaduti nel corso di un’ispezione ed hanno avuto come protagonista il titolare di un’azienda alla quale erano state notificate delle sanzioni per mancata applicazione delle norme sulla sicurezza.
L’aggressore, dopo aver minacciato i due ispettori, li ha inseguiti e ha speronato l’auto di servizio, provocando ingenti danni.
Sull’accaduto è stata presentata una denuncia, che è attualmente al vaglio dell’autorità giudiziaria.
“Manifesto la mia piena solidarietà ai due ispettori tecnici vittime dell’aggressione – dichiara il direttore Bruno Giordano –. L’Ispettorato sta lavorando sodo, effettuando i controlli finalizzati a verificare le condizioni di sicurezza e di legalità negli ambienti di lavoro, a tutela dei lavoratori e dell’economia sana. La nostra intelligence ispettiva ci consente di indirizzare le ispezioni laddove vi sono più illeciti, e se arrivano reazioni come quella registratasi in provincia di Taranto, significa che abbiamo toccato un nervo scoperto. È evidente che chi è riottoso rispetto all’applicazione delle regole mal sopporta il nostro lavoro, che da qualche mese è stato incrementato; questo non solo non ci intimorisce, ma rafforza, se mai ve ne fosse bisogno, la nostra determinazione a proseguire sulla strada intrapresa. Lo Stato ha il dovere istituzionale e morale di agire per far sì che la sicurezza diventi condizione imprescindibile di ogni rapporto di lavoro”.
Il giovane stava azionando alcuni macchinari, era originario dello Sri Lanka e lavorava in un’azienda alimentare di Lesignano bagni. Inutili i soccorsi del 118
È morto schiacciato mentre stava tentando di sbloccare un macchinario che si era inceppato. L’ennesima vittima sul lavoro questa mattina nel Parmense, in una azienda alimentare di Lesignano Bagni.
Inutili i tentativi di rianimare il giovane, 22 anni, originario dello Sri Lanka da parte dei sanitari del 118. Aveva un regolare contratto di lavoro in Italia. Sul luogo della tragedia i carabinieri e gli operatori della medicina del lavoro dell’Azienda Usl di Parma. Il giovane è deceduto durante i tentativi di rianimazione.
Gli occhi del mondo sono stati puntati sull’esito delle discussioni di questo mese alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Glasgow. 1 Questo evento ha attirato l’attenzione delle parti interessate dell’industria dell’amianto? Immagino di no. Perchè no? Perché la loro prima direttiva è sempre stata la generazione di profitti indipendentemente dall’impatto delle loro operazioni sugli esseri umani o sull’ambiente.
Sebbene sia palesemente ovvio, va detto che la miopia commerciale dell’industria dell’amianto è più fuorviante ora di quanto non lo sia mai stata. Il 2021 non è il 2001 e le azioni che risultano dalla mentalità normale degli interessi acquisiti dall’amianto costituiscono un assalto alla vita umana e all’ambiente. I produttori di amianto, come i fornitori di carbone, petrolio e gas naturale, sono venditori ambulanti di sostanze che stanno distruggendo il nostro pianeta e le persone che ci vivono.
Ogni giorno 3/4 lavoratori non fanno più ritorno a casa, perchè sono morti sul lavoro.
910 morti sul lavoro nei primi 9 mesi del 2021, secondo i dati Inail.
E ancora oggi c’è chi chiama queste morti con il termine assurdo ed ipocrita “morti bianche”.
Perchè?
Cosa c’è di bianco in un morte sul lavoro?
E’ un termine che mi indigna, è un termine che sminuisce queste morti: non c’è nulla di candido in una morte sul lavoro.
Quando c’è un morto sul lavoro c’è sempre un responsabile, a volte anche più di uno.
E allora perchè, alle soglie del 2022 c’è ancora chi le chiama “morti bianche”?
La domanda da farsi è una sola, perchè in Italia ci sono tutte queste morti sul lavoro?
Avevo smesso di occuparmi della Pandemia ma qualche appunto ho continuato a raccoglierlo e ora penso utile condividerne una parte con gli amici FB.
Sono abbastanza convinto che chi avrà la pazienza di ripercorrere la storia degli eventi europei di questi due anni molto particolari, trarrà, tra le varie conclusioni, la convinzione che „nessuno è stato esente da errori“, seppure di diversa gravità, e che la Pandemia ha messo a nudo tanti aspetti problematici del modo (estremamente semplice) in cui le collettività umane vivono la loro presenza su un globo la cui estrema complessità si è riusciti a comprendere solo in parte.
Sono emersi i limiti strutturali dei sistemi di accumulazione e di utilizzo della conoscenza, di gestione del potere a livello nazionale e sovranazionale, di organizzazione dei servizi nonché dei fondamenti valoriali che presiedono al loro funzionamento, temi troppo grandi sia per me che per questo post. Continua a leggere “Cronache da Berlino di Franco Di Giangirolamo. Quarta ondata.”
08 NOV – Gentile Direttore,
mai come oggi in questo tempo di resilienza, ripresa e rinascenza, il sistema lavoro merita da parte di tutti una attenzione particolare a cominciare dalla occupazione alla organizzazione comprese le esternalizzazioni, dai rapporti di lavoro comprese le forme atipiche, dalle condizioni dignitose del lavoro compresa la tutela della salute. E la prevenzione di ogni suo rischio o danno deve occupare un posto basilare.
Il decreto Legge n. 146 del 21 ottobre 2021, cosiddetto decreto fiscale in vigore dal 22 ottobre ultimo scorso, ha disposto all’art. 13 di estendere le competenze nell’ambito della vigilanza sull’applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, oltre alle ASL, anche all’Ispettorato Nazionale del lavoro per dare un segnale forte, in seguito a numerosi incidenti mortali verificatisi in questi mesi del 2021.
Dare un segnale di discontinuità era l’obiettivo del governo, vista la ormai annosa inerzia delle regioni nella sorveglianza e visto il depauperamento delle piante organiche, perseguito per un intero decennio, nei dipartimenti di prevenzione, così come in altri settori del SSN. >>>>>
>>> Il testo della Lettera al Direttore di Quotidiano Sanità continua QUI
Fonte: Il Manifesto che ringraziamo, articolo pubblicato il 12/11/2021
Beniamino Deidda *
Sicurezza sul lavoro. Con urgenza, nella forma del Decreto, si affida la vigilanza all’Inl, che non lo esercita da 40 anni, e dunque, se va bene, gli effetti si vedranno tra qualche anno L’allarme per l’aumento delle morti sul lavoro ha indotto il governo, a significative modifiche al Testo unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro n. 81/2008. Credo che per la prima volta si senta il bisogno di intervenire con un Decreto Legge. Uno strumento (da convertire in legge entro 60 giorni) che può essere utilizzato solo nei “casi straordinari di necessità e urgenza”, secondo la nostra Costituzione. Ma nei giorni dell’approvazione del decreto non era accaduto niente di così grave o urgente che ne giustificasse l’emanazione. Ciononostante, il governo ha attribuito i compiti di vigilanza nei luoghi di lavoro all’Ispettorato Nazionale del Lavoro (Inl), affiancandolo ai servizi di prevenzione delle Asl cui già erano stati assegnati dalla legge 833/78. Le norme del decreto, che si applicano immediatamente, hanno creato più di un imbarazzo, dal momento che l’Inl non ha potuto improvvisare le specifiche competenze necessarie per la vigilanza sulle imprese, non esercitandole più da circa 40 anni.
La sequenza tragica di incidenti mortali sul lavoro che si ripete da molti mesi, dalla ripresa delle attività post fasi acute della pandemia, ha alimentato la richiesta da parte delle organizzazioni sindacali di provvedimenti urgenti.
Le tipologie degli incidenti mortali riportati dalle cronache sono quelle di sempre, dagli anni 50 del secolo scorso: schiacciamento da camion in retromarcia, operai asfissiati in ambienti confinati, cadute da ponteggi in cantieri, corpi di operaie straziati da organi in movimento di macchine non protette, schiacciamenti di magazzinieri dal ribaltamento di pallets impilati male, gruista folgorato perchè con la benna ha sfiorato i cavi AT…..
La stragrande maggioranza di questi incidenti erano e sono evitabili con una corretta organizzazione del lavoro, con pratiche concrete di valutazione e gestione dei rischi, con una formazione professionale mirata ai rischi specifici connessi alla mansione. La vigilanza da parte dello Stato nelle sue articolazioni è importante ma non potrà mai sostituire il compito delle impresenella gestione dei rischi , non vi saranno mai abbastanza ispettori per vigilare che vi sia una corretta gestione della sicurezza a livello aziendale nella miriade d’imprese e microimprese.
Green-pass e no-vax sono divenuti una questione di natura politica? Certamente, e lo sono la pandemia in corso e le pandemie in genere, come larga parte delle malattie che conosciamo, riconducibili a scelte politiche e, di conseguenza, a simmetriche conseguenze socio-economico-organizzative e culturali su cui le comunità nazionali e internazionali si reggono. L’epidemia “spagnola” seguì la prima guerra mondiale, sifilide, tubercolosi e poliomielite furono favorite dalla seconda guerra mondiale, la “asiatica” si rinfocolò per l’imprudente impennata degli scambi commerciali e turistici internazionali, la “aviaria”, la Sars1 e la Sars2-Covid 19 hanno visto, quali fattori determinanti, l’ ulteriore incremento dei flussi migratori quotidiani, quando bisognava subito limitarli, e soprattutto la desolante deforestazione che ha costretto gli animali selvatici, ospiti naturali di milioni di virus, a fuggire dai loro abituali rifugi e mescolarsi con gli animali “domestici”, complice l’inquinamento atmosferico divenuto eccellente terreno di cultura per la crescita e la diffusione virale. Dunque nessuna meraviglia per la politicizzazione oppositiva in corso verso il passaporto verde e la vaccinazione.
Il problema sorge quando il dissenso, garantito dalla Carta costituzionale, a parte le forme facinorose e violente sempre deprecabili, è basato su informazioni errate che negano la ricerca scientifica tout-court e ne distorcono le risultanze spargendo discredito su Istituzioni politiche e sanitarie.
Franco Angeli Editore Collana Sociologia del lavoro
Argomenti : Sociologia economica, del lavoro e delle organizzazioni
Condotta attraverso la partecipazione attiva di lavoratori e delegati sindacali, questa ricerca mette in luce le condizioni di chi quotidianamente opera nei processi 4.0. L’indagine si è mossa all’interno di otto aziende suddivise in sei settori produttivi: agroalimentare, metalmeccanico, della ceramica, biomedicale, logistico, bancario. Da un approccio multi-strumento e interdisciplinare risulta un questionario d’inchiesta che ha visto coinvolti più di mille lavoratori e lavoratrici e ha analizzato le condizioni di lavoro da diversi punti di vista, con un particolare focus sui principali effetti sulla salute.
Presentazione del volume
Negli ultimi anni – e fra i pilastri della progettazione sociale postpandemica – la tecnologia digitale è assurta a nuovo vettore di trasformazione dei sistemi produttivi. Contemporaneamente, il dibattito mediatico sulla digitalizzazione industriale – pur non nascondendo le contraddizioni sulla tenuta occupazionale – tende a tracciare scenari rassicuranti rispetto alla futura qualità del lavoro. In questa cornice la tecnologia viene generalmente intesa come di per sé foriera di emancipazione, mentre rimane opaco il ruolo che i diversi interessi socioeconomici ricoprono nel direzionarne gli sviluppi.
La ricerca esposta nel volume, condotta attraverso la partecipazione attiva di lavoratori e delegati sindacali, mette in luce le condizioni di chi quotidianamente opera nei processi 4.0. L’indagine si è mossa all’interno di otto aziende suddivise in sei settori produttivi: agroalimentare, metalmeccanico, della ceramica, biomedicale, logistico, bancario.
Da un approccio multi-strumento e interdisciplinare risulta un questionario d’inchiesta che ha visto coinvolti più di mille lavoratori e lavoratrici e che ha analizzato le condizioni di lavoro da diversi punti di vista: intensificazione e standardizzazione; spazio di decisionalità; rapporto di autodeterminazione uomo/macchina e controllo aziendale; relazioni socio-organizzative; insicurezza del lavoro; soddisfazione del lavoro; rapporto fra lavoro e salute. Particolare risalto si è inoltre dato ai principali effetti sulla salute: rischio stress-lavoro correlato, salute mentale, disturbi muscolo-scheletrici.
La direzione dello sviluppo tecnologico sembra proiettare i lavoratori verso una produzione estremamente intensificata, escludendoli da forme efficaci di controllo decisionale. Inoltre, nel complesso del rapporto lavoro-salute, emerge una condizione fortemente a rischio e una narrazione consapevole degli effetti negativi che intercorrono al suo interno. Bisognerebbe dunque chiedersi se le attuali politiche di digitalizzazione industriale stiano veramente tracciando un reale orizzonte di benessere collettivo o stiano invece volgendo verso un inasprimento delle condizioni di lavoro. >>> leggi l’anteprima
Dario Fontana è attualmente ricercatore di Sociologia del lavoro presso la Struttura Complessa a Direzione Universitaria “Servizio Sovrazonale di Epidemiologia” di Torino. I suoi principali ambiti di ricerca riguardano il rapporto fra lavoro e salute, l’organizzazione del lavoro, la qualità del lavoro e la salute e sicurezza sul lavoro.
Valentino Zanutto, operaio di 43 anni, originario di Conegliano Veneto, è morto folgorato, mentre era impegnato in lavori edili di ristrutturazione in un’azienda vitivinicola. I sindacati: “Controlli, formazione e investimenti sono improcrastinabili per invertire un trend che sta trasformando i luoghi di lavoro in cimiteri di guerra”
Un nuovo incidente mortale sul lavoro. L’ennesimo. Stavolta è accaduto nel Trevigiano, dove Valentino Zanutto, di 43 anni, originario di Conegliano Veneto, è morto folgorato, mentre era impegnato in lavori edili di ristrutturazione nei pressi di un’azienda vitivinicola a Vidor, nota nella zona per la produzione di Prosecco. Dai primi accertamenti, l’operaio stava effettuando alcune manovre con il braccio meccanico della betoniera quando ha urtato i cavi dell’alta tensione, rimanendo immediatamente colpito da una scarica elettrica. Sul posto, per i rilievi, sono intervenuti carabinieri, Spisal e Suem. Ma nonostante i soccorsi tempestivi, grazie al personale sanitario giunto dal vicino ospedale di Montebelluna, ogni tentativo di rianimazione è stato vano. Ora toccherà agli investigatori comprendere se vi siano responsabilità nell’accaduto e se tutte le misure di sicurezza nell’allestimento del cantiere siano state rispettate.
“Non c’è soluzione di continuità alla strage nei cantieri e nelle aziende del nostro territorio”, denuncia il segretario generale della Cgil trevigiana, Mauro Visentin -. Quante vite dovranno ancora spezzarsi prima che chi deve agire per cambiare la rotta faccia qualcosa? Risposte in termini di interventi e programmazione in tema di sicurezza non ne arrivano ancora, siamo agli sgoccioli ormai e qualcuno dovrà fare i conti con il bilancio drammatico di quest’anno, perché queste tragedie peseranno sulla coscienza di qualcuno”..
“Basta. Deve finire questo scempio sociale e umano – afferma il segretario Cisl di Belluno-Treviso. Massimiliano Paglini -. Il mese scorso abbiamo presentato unitariamente allo Spisal e alla Ulss2 una piattaforma con delle linee guida per rendere realmente efficaci le azioni di controllo dello Spisal e potenziare gli organici, e una richiesta di avvio di un confronto urgente sul tema, ma ad oggi non abbiamo ancora ricevuto risposta. Quella degli infortuni sul lavoro è una vera e propria emergenza, non c’è più tempo da perdere, si deve agire subito, e ognuno deve fare la propria parte, perché la ripresa dell’economia e delle attività non può coincidere con questa ecatombe. Controlli, formazione, investimenti sono improcrastinabili per invertire un trend che sta trasformando i luoghi di lavoro in cimiteri di guerra”.
TRABAJADORES Y TRABAJADORAS DE LA SALUD Y PANDEMIA POR COVID-19EN CHILE:INFORME DE UNA INVESTIGACIÓN ACCIÓN PARTICIPATIVA TRABAJADORES Y TRABAJADORAS DE LA SALUD Y PANDEMIA POR COVID-19 EN CHILE: INFORME DE UNA INVESTIGACIÓN ACCIÓN PARTICIPATIVA
“Proyecto Colaborativo: Monitoreo y vigilancia social de las condiciones laborales y de salud de los trabajadores sanitarios en tiempos de COVID-19”
Archivo Digital: descarga y online
Primera edición, agosto 2021
Ringraziamo il Prof.Patrizio Tonelli, uno degli Autori della ricerca che ci ha inviato copia digitale di questo lavoro importante. La ricerca è stata realizzata con la collaborazione della Segreteria della Salute CUT,la Confederazione sindacale dei lavoratori cileni, la Escuela de Salud Pubblica Dr.Salvador Allende della Universidad de Chile, Departemento de Enfermeria, Facultad de Medecina, Universidad de Chile.
“L’Igiene, la Medicina Preventiva e la Sanità Pubblica sono elementi che dobbiamo mettere a valore per il futuro – ha affermato il Ministro della Salute – Dobbiamo continuare su questa strada e farlo insieme, in quanto la vostra passione, competenza e professionalità sono fondamentali per il Servizio Sanitario Nazionale. La lezione del Covid ci ha aperto una strada: da una situazione di crisi ad una opportunità. C’è una grande consapevolezza ed è quella di chiudere la stagione dei tagli per aprire quella degli investimenti su politiche di Sanità pubblica. Da quando sono stato nominato Ministro, nel settembre 2019, il Fondo Sanitario Nazionale era di 114 miliardi di Euro. L’obiettivo, per il 2024, è di passare a 128 miliardi. La prevenzione è di primaria importanza in tutti i settori della società”. Così il ministro della Salute Speranza, in collegamento da remoto, al 54° Congresso Nazionale della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) che si è aperto ieri fino al 6 novembre. Il Ministro ha inoltre assicurato il rafforzamento dei dipartimenti di prevenzione, riconoscendone il ruolo primario per le indicazioni di Sanità Pubblica. l’articolo prosegue alla fonte >>>> Panorama della Sanità