Le carcasse di cui liberarsi

di NERINA DIRINDIN 

Fonte Collettiva 

Credevamo (sbagliando) di poter ritornare alla normalità. O almeno a una condizione di ordinata coesistenza con il virus. Non è così. Le nostre debolezze sono ancora tutte lì, dobbiamo ora impegnarci seriamente a “immaginare un altro mondo”

 

Siamo ripiombati nell’emergenza. Questa volta è tutto più difficile, perché il vantaggio conseguito sul fronte della conoscenza del Coronavirus non è sufficiente a compensare l’affievolirsi dello slancio generoso dimostrato in primavera da tutta la popolazione (in particolare dalla gran parte dei professionisti della sanità pubblica): le energie recuperate stanno venendo meno, la fiducia nelle istituzioni è meno granitica, l’impreparazione di molti distretti sanitari è sconcertante, la dimensione delle classi scolastiche (cd pollaio) non è cambiata, i trasporti locali sono più deboli di prima, le persone fragili sono impaurite.

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