Safety Gate: Sistema di allarme rapido per prodotti non alimentari pericolosi – Rapporto settimanale

 

Fonte : Rapid Alert System for dangerous non-food products: weekly report – 17-07-2020

Il sistema Rapex della Commissione Europea segnala i prodotti ritirati dal mercato perchè pericolosi per la sicurezza e la salute dei consumatori. Anche questa settimana vengono segnalate mascherine fuori standard,  qualche cosmetico e giocattoli.

Numero di avviso:  A12 / 01026/20       
Categoria:  equipaggiamento protettivo
Prodotto:  maschera filtro antiparticolato
Marchio:  Isu
Nome:  maschera protettiva monouso
Tipo / numero di modello:  ISU-001
Codice a barre:  sconosciuto
Numero di lotto:  Data di produzione: 2020.04.20, Numero di lotto di produzione: 2020.07
Falso :  NO
Tipo di rischio:  rischio per la salute / altro
Il prodotto ha un marchio CE ma non è certificato come equipaggiamento protettivo da un ente competente. Inoltre, la ritenzione di particelle / filtri del materiale è insufficiente (valore misurato ≤ 88%), i cavi elastici della maschera si staccano facilmente e la maschera non si adatta correttamente al viso portando a una capacità di filtrazione totale insufficiente (valore medio misurato ≤ 39%).
Di conseguenza, una quantità eccessiva di particelle o microrganismi potrebbe passare attraverso la maschera, aumentando il rischio di infezione se non combinato con ulteriori misure protettive. / Il prodotto non è conforme al regolamento sui dispositivi di protezione individuale.

Misure ordinate dalle autorità pubbliche (a: Altro): importazione respinta alla frontiera

Descrizione:  Maschera mezza facciale di filtrazione respiratoria protettiva secondo EN 149.
Descrizione dell’imballaggio:  Il prodotto è venduto in una scatola di cartone bianca e blu contenente 50 pezzi.
Paese di origine:  Repubblica popolare cinese
Segnalazione presentata da:  Belgio
Tipo di avviso:  grave
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Newsletter Inca n° 14 /2020 – EUROGIP: la tutela del Covid-19: confronto europeo

Numero 14/2020

Eurogip ha appena pubblicato un confronto sui sistemi di riconoscimento dei casi da Covid-19 in 8 paesi europei.

Questo confronto presenta degli spunti interessanti per la nostra attività di tutela.

Sicuramente anche se ad oggi nessun ente assicuratore ha adottato un sistema derogatorio per la presa in carico di questa patologia tale da  permettere un riconoscimento automatico sulla base di dati semplificati, pur tuttavia tutti hanno definito le condizioni per il riconoscimento dei casi di Covid-19.

Così la maggior parte degli Enti assicuratori previlegiano la presa in carico del personale impiegato nel settore della sanità ed assimilati ma anche dei lavoratori esposti per contatto con il pubblico, mentre per le altre categorie  il riconoscimento è legato alla possibilità di provare il legame  fra la patologia  e l’attività principale svolta.

Nella maggioranza dei paesi la malattia da Covid  viene assunta nell’ambito della tutela delle malattie professionali, solo la Danimarca prevede un doppio binario come infortunio se la durata dell’esposizione a rischio è inferiore ai 5 giorni o se si tratta di un episodio unico e ben identificabile, tutti gli altri casi sono presi in carico come malattie professionali.

Tutti gli Istituti Assicuratori hanno definito un elenco di professioni e di mansioni per le quali vige la presunzione legale di origine o l’ascrivibilità alle tabelle di legge.

Si tratta di elenchi anche molto diversi fra di loro ma che possono rappresentare un utile spunto nell’attività di tutela. Vediamo alcun esempi significativi:

Germania: il personale che lavora nel settore della sanità, nel settore sociale o in un laboratorio per cui è stato particolarmente esposto al rischio d’infezione  rientra nella voce tabellare BK 3101 (malattie infettive).

Questo personale è ritenuto esposto ad un rischio infettivo maggiore di quello della popolazione generale.

Inoltre la DGUV indica come figure a rischio da tenere sotto osservazione il personale impiegato  nelle biotecnologie, nelle stazioni di depurazioni e trattamento delle acque.

Belgio: l’Ente assicuratore  distingue due categorie professionali: la prima è quella del personale esposto ad un maggior rischio. Rientrano in questa categoria  quanti lavorano  nel settore delle cure e della sanità (personale medico, paramedico, addetto alla logistica ed alle pulizie, allievi e studenti compresi quelli in stage). Ma un maggior rischio lo corrono, secondo l’Ente belga, anche chi svolge attività quali il trasporto dei malati, il personale dei centri di triage, il personale impiegato nella diagnostica (esami strumentali e prelievi) in pazienti Covid, i  lavoratori dei laboratori dove pervengono campioni clinici di casi sospetti o confermati di Covid.

Danimarca: l’Istituto assicuratore danese ha inserito nella sua statistica dei casi di Covid segnalati e riconosciuti anche i casi di allergie e sensibilizzazioni dall’uso di DPI e prodotti per la sanificazione ed igienizzazione.

Tutta la documentazione citata può essere richiesta alla Consulenza Medico-Legale Nazionale via e-mail all’indirizzo m.bottazzi@inca.it   d.cupellaro@inca.it