Cronache di Franco Di Giangirolamo da Berlino ai tempi del Coronavirus – 16 aprile 2020

Graffiti in Berlin ( Foto di Gino Rubini- 2017)

 

Aggiornamento noioso oggi. Le curve italiana e tedesca che misurano la crescita delle infezioni si stanno sovrapponendo e convergono con quelle della Spagna e della Francia, mentre la crescita negli USA aumenta più che proporzionalmente.
Ieri il numero totale dei decessi in Germania i è arrivato a 3.445, quello dei guariti a 72.600. I contagiati a Berlino hanno raggiunto il numero di 4.736 mentre il totale dei decessi è stato di 62.
Più interessante il dibattito che anima qui, come ovunque, la individuazione delle strategie per l’uscita dalla crisi. Il Governo tedesco, nella conferenza quindicinale, chiamata impropriamente dai media “giorno delle decisioni” mentre si dovrebbe definire “giorno degli aggiustamenti”, ha scelto il criterio della gradualità, ovvero del giorno per giorno, passo dopo passo, per individuare scelte di ripresa delle attività. Non solo perché, come ha detto la Cancelliera gli esiti del blocco sono “fragili risultati” che non consentono promesse facili ma anche perché prevale tra gli esperti la grande preoccupazione di una ondata di ritorno delle infezioni proprio ora che stanno decrescendo, e perché la Pandemia si può considerare appena cominciata. La Merkel ritiene di dover accettare l’obiettivo fissato dai tecnici, di portare il tasso di infezione al fattore 1,1 (attualmente tra 0.8 e 1,2) perché se il rallentamento già registrato è una buona notizia, la cattiva notizia è che il “ghiaccio resta sottile”. Il sistema sanitario, inoltre, deve rafforzarsi sia sotto il profilo della tutela degli operatori (il numero degli infettati non è eccessivo ma egualmente problematico), che degli strumenti di protezione e delle attrezzature sanitarie che il Governo ha deciso debbano essere prodotte massicciamente in patria.
Nella mediazione del Governo hanno avuto ovviamente importanza le diverse posizioni dei Laender, con i quali è stato concertato almeno il principio della massima omogeneità possibile nella adozione dei provvedimenti che verranno assunti localmente all’interno della cornice nazionale. Superfluo dire che i settori “istruzione” e “produzione industriale” sono centrali nel dibattito.
Ma il convitato di pietra nelle relazioni tra Bundestag e Bundesrat è costitutio dalle elezioni politiche del prossimo anno. Di politica non capisco un gran che, ma è evidente che il protagonismo del Presidente della Baviera e di quello del Nordrehin- Westfalen, rispettivamente della CSU e della CDU, non è motivato esclusivamente dalle indubbie responsabilità di due regioni importanti tra le più colpite dal corona virus, ma è traguardato alle candidature per la prossima Cancelleria. Ecco allora che si scontrano e si esibiscono il Verwandelte (il trasformista) con l’Exit. Eiferer ( il fanatico dell’Exit) nel tirare l’elastico della prudenza e quello dell’economia, magari basandosi sulle non poche piattaforme scientifiche che anche qui non mancano di diversificarsi. Ho l’impressione che questa lotta per “chi sarà il capo futuro” di quella Unione (CSU e CDU) che governa da decenni condizioni la Merkel, ma fino ad un certo punto. Credere che, essendo a fine mandato, la Merkel abdichi alle sue responsabilità è, a mio avviso, una ingenuità, se non altro sotto il profilo statistico, data la quantità di “uomini leaders” che è riuscita a far fuori da quando è diventata Vorsitzender del suo partito (CDU). Semmai dovrebbe essere proprio questo suo limite, ovvero quello di non aver costruito la sua successione, a preoccupare chi volesse alzare la cresta più del necessario. Eppoi, ormai si sa, tutti i veri leaders danno il meglio di sè nei momenti più difficili e Frau Dr. Merkel è tra questi.
Aggiungo una nota a piè di pagina.Per limiti ovvii non posso fare una rassegna stampa, ma sul Suddeutsche Zeitung di Monaco, il giornalista Thomas Steinfeld ha avuto 4 colonne per parlare del clima che regna in Italia sulla discussione della Commissione Europea non ancora conclusa sugli strumenti da adottare per affrontare la crisi economica. Non dovrebbe esserci polemica anche se, furbescamente, ha fatto parlare diversi autorevoli italiani sulla nostra situazione.
Da Berlin saluto gli amici di FB e…a presto.

L’EMERGENZA COVID-19 IN UN MONDO DEL LAVORO CHE CAMBIA – Rassegna Documentale Ragionata

Diario Prevenzione, in consonanza con l’intento dichiarato dagli AA, ritiene utile diffondere e far conoscere questa Rassegna Documentale Ragionata:

” …in una logica di servizio ed a beneficio della intera comunità degli addetti ai lavori, intendiamo più semplicemente fornire un supporto nella ricognizione e nella rapida analisi dei contenuti della documentazione che, come le tessere di un articolato puzzle, di giorno in giorno implementa questo
“testo unico dell’emergenza….”

Questa Rassegna Documentale Ragionata è redatta da Cesare Damiano e dall’Avvocato Maria Giovannone che ringraziamo per questa preziosa iniziativa.

LA RASSEGNA DOCUMENTALE RAGIONATA 

Coronavirus. Fiom: accordo fondamentale in Marelli per salute e sicurezza

FONTE FIOM CGIL 

“Riteniamo fondamentale l’accordo quadro unitario raggiunto con Marelli sulle linee guida per affrontare l’emergenza “Covid-19”.
Con l’intesa sono individuate le misure e le azioni necessarie alla graduale ripresa delle attività di Marelli quando il Governo deciderà la ripresa produttiva.
Si valorizzano le esperienze condivise nelle unità produttive con i rappresentanti dei lavoratori e si predispongono le tutele per assicurare la massima protezione possibile delle lavoratrici e dei lavoratori.

Nel testo sono definite le modalità per la ripartenza graduale degli stabilimenti a partire dal confronto sulle linee guida tra azienda e delegati che dovranno trovare le migliori soluzioni per la tutela delle persone attraverso la riorganizzazione della produzione, una riduzione dei volumi produttivi e dispositivi di protezione individuale. Inoltre, è prevista una fase preventiva di formazione e di informazione delle lavoratrici e dei lavoratori.

Questo accordo resterà in vigore fino al 31 luglio 2020 e ci sarà un monitoraggio continuo per eventuali ulteriori integrazioni e miglioramenti, alla luce delle indicazioni delle autorità pubbliche e della comunità scientifica.

L’accordo quadro è un passo importante per la tutela della salute e della sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori in un’azienda strategica come Marelli”.

Lo dichiara Alessandro Pagano, coordinatore nazionale Marelli per la Fiom-Cgil nazionale

Fiom-Cgil/Ufficio Stampa

Roma, 15 aprile 2020

 

Dichiarazione sulla risposta globale a CoVID 19

 

Dal sito di Trade Union (GB) abbiamo preso questo documento importante ove la Leadership ITUC  e 5 dei maggiori sindacati dei lavoratori affiliati delineano una vision e un progetto per il futuro, in particolare,  per il dopo pandemia Covid-19.

FONTE TUC : Statement on the Global Response to CoVID 19

Autori : Leadership ITUC e 5 dei maggiori affiliati ITUC *
(traduzione automatica con google translator)

Sono tempi straordinari. Più di quattro persone su cinque (81 per cento) nella forza lavoro globale di 3,3 miliardi sono attualmente colpite dalla chiusura totale o parziale dei luoghi di lavoro mentre i paesi combattono la pandemia di COVID-19.

Per rispondere all’impatto sanitario, economico e sociale della pandemia mondiale è necessaria una stretta cooperazione globale tra governi e parti sociali. Questo è l’unico modo per affrontare efficacemente questa crisi e superare la peggiore recessione della nostra vita.

Come leader sindacali e rappresentanti dei lavoratori:

Siamo in lutto per tutti coloro che stanno perdendo la vita e stiamo insieme a tutti coloro che hanno perso i loro cari;

Salutiamo tutti i lavoratori, in primo luogo per quanto riguarda la salute e l’assistenza, nonché tutti coloro che escono ogni giorno per lavorare per far funzionare le economie e le società sostenute, rischiando la vita e il benessere;

Restiamo in piedi con tutti i lavoratori le cui vite e mezzi di sostentamento vengono messi in pausa o peggio, poiché gli sforzi per mitigare il virus hanno la precedenza – lotteremo per loro come sempre;

E stiamo con quelli dei paesi più poveri, privati ​​di lavori formali, protezione sociale e assistenza sanitaria, che non saranno abbandonati.

Ovunque tu sia e qualunque lavoro tu faccia, la tua unione è lì per proteggerti in questi tempi incerti dai rischi e proteggere il tuo sostentamento. Siamo estremamente orgogliosi del lavoro svolto dai nostri membri e della loro solidarietà in questo momento molto difficile.

Oggi stiamo vivendo la più grande manifestazione di solidarietà nella storia umana.

Le chiusure delle aziende e il distanziamento sociale coprono ora la maggior parte della popolazione mondiale, al fine di proteggere in particolare gli anziani e i vulnerabili. La solidarietà dimostrata dai lavoratori deve essere ricambiata da quelli con ricchezza e potere.

In questo momento di crisi, le persone guardano giustamente ai loro governi per agire. In questa crisi ciò significa mettere al primo posto la salute pubblica e allo stesso tempo sostenere le famiglie che hanno bisogno di assistenza. Significa leader che lavorano insieme oltre i confini e in tutto il mondo. Molti governi stanno andando bene, alcuni stanno andando meno bene e ci sono anche alcuni che negano la vera realtà della pandemia.

Il virus che causa COVID-19 non discrimina, ma i suoi impatti discriminano per classe, razza e povertà. Ogni persona al mondo è colpita e solo dal mondo intero che lavora insieme possiamo prepararci alla vita ovunque con COVID-19 come malattia endemica.

I fallimenti della globalizzazione esposti – ora dobbiamo mettere le persone al primo posto.

La pandemia sta brutalmente esponendo i difetti del modello di globalizzazione che ha inutilmente lasciato indietro così tanti. I sistemi di sanità pubblica sono stati deliberatamente indeboliti dalla scelta politica, lasciando miliardi di persone senza accesso. Il lavoro precario ha lasciato i lavoratori senza sicurezza, al di fuori dei sistemi di protezione sociale e di conseguenza affrontando la miseria. Le catene di approvvigionamento globali, perfezionate per offrire profitti immediati, si sono spezzate o spezzate quando il mondo ne ha più bisogno per produrre prodotti essenziali come i dispositivi di protezione individuale. Le chiusure delle frontiere che limitano la stabilità delle forniture mediche e di altro tipo rischiano la stabilità e possono comportare la perdita di vite evitabile. È necessario un coordinamento globale per garantire l’accesso e prevenire la concorrenza tra i governi per le attrezzature salvavita. Questi guasti devono essere riparati. Le persone devono venire prima.

Mentre molte aziende stanno facendo la cosa giusta, ci sono imprese criminali che stanno cercando di trarre profitto dalla crisi. Devono essere fermati e i governi devono avere il coraggio di istituire controlli dei prezzi e altre misure.

Nessun governo può rispondere alla pandemia da solo.

Viviamo in un mondo e tutti i nostri futuri sono intrecciati. L’ascesa della destra nazionalista ha debilitato il sistema multilaterale, un sistema che deve essere urgentemente ripreso e rimodellato sul rispetto dei diritti e dell’inclusione per affrontare la sfida e gestire il futuro. L’alternativa è impensabile come esposto oggi in cui il comportamento vergognoso di alcuni leader, catturando rifornimenti vitali a spese di altri, diventerebbe la norma e condurrebbe il mondo in conflitti devastanti. La produzione di forniture vitali deve essere accelerata e i prodotti condivisi in base alle necessità, insieme alle conoscenze necessarie per affrontare la malattia. E i bisogni non sono solo a breve termine. Il virus metterà alla prova la salute pubblica e la sicurezza sul posto di lavoro, per gli anni a venire.

Denunciamo i tentativi dell’estrema destra di usare questa crisi in modo da seminare ulteriore discordia e aumentarne l’influenza. Riaffermiamo il nostro impegno assoluto nella lotta contro di esso.

Accogliamo con favore la decisione dei paesi del G20 di tenere una riunione dei ministri del lavoro, che dovrebbe essere ampliata per includere i ministri delle finanze e che deve includere l’impegno con il lavoro. Chiediamo all’OCSE di fare altrettanto. Il partenariato sociale, che riunisce sindacati, imprese e governi, nonché la società civile per definire un’agenda comune, la cui importanza è stata riconosciuta dal G7 nel suo ultimo vertice, deve essere al centro della risposta a tutti i livelli.

Nel mezzo di questa crisi, dobbiamo anche guardare al futuro.

Sono i lavoratori a sopportare il peso economico e sono loro a costruire il futuro. Laddove governi e imprese lavorano con i sindacati in questa crisi, i risultati positivi sono già chiari. Quella lezione storica deve gettare le basi per una futura economia globale che deve essere resistente e capace di offrire salute e prosperità condivisa a tutti. Una comunità internazionale ed economia globale in grado di superare le crisi convergenti della pandemia, i cambiamenti climatici, la povertà e altre sfide ancora sconosciute.

Un futuro in cui uomini e donne sono veramente uguali, in cui la discriminazione non è più tollerata, in cui il lavoro è sicuro e igienico e in cui le regole del lavoro sono basate sui diritti e solo sui salari. E dove la protezione sociale è universale e aiuta a creare e abilitare posti di lavoro di qualità, accesso equo e uguaglianza per tutti.

Queste sono le basi essenziali per la pace e la coesistenza.

La salute è un diritto umano fondamentale. Non coesiste solo con altri diritti, ma dipende da loro. Sono indispensabili ingenti investimenti nella sanità pubblica, nella forza lavoro e nella rigenerazione dell’attività economica e i benefici che ne deriveranno solo se i diritti sono rispettati.

A tal fine, chiediamo l’istituzione di un consiglio globale tripartito per il recupero, la ricostruzione e la resilienza.

La razza umana è capace di tutto se lavoriamo insieme.

* AFL-CIO (USA), DGB (Germania), FNPR (Federazione Russa), JTUC-Rengo (Giappone), TUC (Regno Unito)