XXXVII Congresso Nazionale AIRP di Radioprotezione Bergamo 17-19 ottobre 2018

XXXVII Congresso Nazionale AIRP di Radioprotezione
Bergamo – Centro Congressi Giovanni XXIII, via Giovanni XXIII 106
– ore 8:30

Congresso nazionale con patrocinio CIIP

PROGRAMMA

Mercoledì 17 ottobre

8.30 Iscrizioni

9.00 Saluti autorità

Relazioni ad invito introduttive
Presiedono: Rosella Rusconi, Mauro Magnoni

9.30 Massimiliano Lega (Università degli Studi di Napoli)
Forensica Nucleare

10.05 James Mc Laughlin (University College Dublin)
Dosimetric and Epidemiological Approaches to Estimating Radon Lung Cancer Risk

PROGRAMMA DEI LAVORI 

Terremoti, gli effetti di salute a medio-lungo termine

Fonte ASSR Emilia-Romagna

Il contributo dell’ASSR allo studio pubblicato sulla rivista International Journal of Epidemiology apre nuove linee di ricerca
Terremoti, gli effetti di salute a medio-lungo termine

È la prima volta che uno studio scientifico indaga l’impatto dei terremoti sulla salute delle persone nel medio e lungo termine. Gli esiti della ricerca – che ha sintetizzato 52 studi osservazionali condotti nell’arco di 30 anni a partire dai dati di oltre 82.000 individui – ci dicono che il terremoto può avere effetti sulla salute anche a distanza di mesi o di anni dall’evento sismico. Generalmente gli studi epidemiologici si concentrano sulle conseguenze immediate di un evento sismico, a distanza cioè di ore o di pochi giorni. Questo studio pertanto colma un vuoto e apre a nuove e ulteriori linee di ricerca.

L’Agenzia sanitaria e sociale regionale ha contribuito a questa ricerca in collaborazione con il Research Center in Emergency and Disaster Medicine (CRIMEDIM), l’Università del Piemonte Orientale, l’Università dell’Aquila e sotto il patrocinio dell’Associazione Italiana di Epidemiologia. La collaborazione è sfociata nella recente pubblicazione sulla rivista International Journal of Epidemiology, Medium- and long-term health effects of earthquakes in high-income countries: a systematic review and meta-analysis.

Lo studio scientifico indaga la tematica in maniera analitica considerando le sue implicazioni a medio e lungo termine, quando carenze fisiche (ad esempio ridotta disponibilità di farmaci) e psicologiche (stress legato all’esperienza traumatica appena vissuta e allo sradicamento dal proprio territorio) possono aumentare il carico di malattia.

Come anticipato, questo lavoro è frutto di una sintesi analitica di 52 studi osservazionali condotti in Paesi ad alto reddito negli ultimi 30 anni, comprendenti dati di oltre 82.000 persone. I principali effetti riscontrati riguardano un aumento dei tassi di mortalità per tutte le cause (+2%), infarto miocardico (+36%) e ictus (+37%) e maggiori livelli medi di emoglobina glicata (+0,16%) rispetto alle persone non esposte a terremoti. Non sono invece stati rilevati effetti del terremoto sulla pressione sanguigna, sull’indice di massa corporea e sui biomarcatori lipidici.

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INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI, DATI INAIL DEI PRIMI 7 MESI DEL 2018

 

A CURA DEL DIPARTIMENTO SICUREZZA SUL LAVORO DI CGIL CISL UIL ASCOLI PICENO (G. COLLINA, S. IONNI, G. BIANCHINI)

 

INFORTUNI IN COMPLESSO

Tra gennaio e luglio del 2018 gli infortuni rilevati dall’Inail sono stati 379.206 (-0,3% rispetto all’analogo periodo del 2017).

I dati nazionali mostrano una diminuzione sia dei casi in occasione di lavoro, passati da 325.390 a 325.054 (-0,1%), sia di quelli in itinere, scesi da 54.846 a 54.152 (-1,3%).

L’analisi territoriale evidenzia una stabilità nel Nord-Ovest e decrementi al Centro (-1,8%) e nelle Isole (-3,0%). Aumenti, invece, nel Nord-Est (+0,7%) e al Sud (+0,5%).

In diminuzione quelli della componente femminile dell’1,2% (da 136.411 a 134.789), mentre quella maschile presenta un aumento dello 0,2% (da 243.825 a 244.417).

In calo gli infortuni dei lavoratori italiani (-1,4%) e quelli comunitari (-0,2%); per i lavoratori extracomunitari c’è, invece, un aumento dell’8,6%.

Dall’analisi per classi d’età emergono diminuzioni per i lavoratori tra i 30-44 anni (-4,1%) e tra i 45-59 anni (-1,2%); per contro, i lavoratori fino a 29 anni e quelli tra i 60-69 registrano un aumento (rispettivamente del +3,7% e del +5,9%).

 

INFORTUNI MORTALI

Le denunce d’infortunio sul lavoro con esito mortale nel periodo in esame sono state 587, quattro in meno.

L’analisi territoriale evidenzia un incremento di 9 casi mortali nel Nord-Ovest (da 146 a 155) e una stabilità nel Nord-Est (157). Diminuzioni si riscontrano, invece, al Centro (da 112 a 110), al Sud (da 120 a 119) e nelle Isole (da 56 a 46).

In calo i mortali della componente maschile, passati da 531 a 527), mentre quella femminile ha registrato 60 decessi in entrambi i periodi.

La diminuzione ha interessato le denunce dei lavoratori italiani (da 498 a 494) e quelle degli extracomunitari (da 67 a 64), mentre quelle dei lavoratori comunitari sono aumentate di 3 unità (da 26 a 29).

Dall’analisi per classi di età emerge come una morte su due abbia coinvolto lavoratori di età compresa tra i 50 e i 64 anni, per i quali si è registrato un incremento tra i due periodi di 44 casi (da 247 a 291).

In diminuzione, invece, le denunce degli under 34 (da 99 a 91), i lavoratori tra i 35 e i 49 anni (da 202 a 164) e gli over 65 (da 43 a 41).

 

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