Rumore, la Commissione europea esorta l’Italia a rispettare le disposizioni fondamentali della Direttiva 2002/49/CE

Fonte Ambiente Lavoro

L’Italia è in ritardo nel rispettare la direttiva comunitaria sul rumore (Direttiva 2002/49/CE) e la Commissione europea ha inviato un parere motivato in cui esorta l’adozione di mappe acustiche e piani di azione relativi al rumore ambientale.

Commissione europea
Pacchetto infrazioni di gennaio: decisioni principali del 25 gennaio 2018
Settore Ambiente

Rumore: la Commissione esorta l’ITALIA ad adottare mappe acustiche e piani di azione relativi al rumore ambientale

La Commissione europea esorta l’Italia a rispettare le disposizioni fondamentali della direttiva sul rumore (direttiva 2002/49/CE).

Il rumore ambientale, causato dal traffico stradale, ferroviario e aeroportuale, è la seconda causa di decessi prematuri dopo l’inquinamento atmosferico.

La direttiva prevede che gli Stati membri adottino mappe acustiche che rappresentino l’esposizione acustica nei maggiori agglomerati, lungo gli assi stradali e ferroviari principali e in prossimità degli aeroporti più importanti. Tali mappe costituiscono quindi la base per definire misure antirumore nei piani di azione.

Poiché l’Italia non ha comunicato tutte le informazioni richieste dalla Commissione europea, quest’ultima ha inviato una prima lettera di costituzione in mora nell’aprile 2013. Vista la mancanza di progressi, nel febbraio 2016 la Commissione ha inviato una seconda lettera di costituzione in mora. Dal momento che mancano ancora mappe strategiche per 17 agglomerati e 22 strade e che devono ancora essere adottati piani d’azione per 32 agglomerati, 858 strade e un importante asse ferroviario, la Commissione invia ora un parere motivato.

L’Italia dispone di due mesi per rispondere; in caso contrario, la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’UE.

Quelle vulnérabilité des travailleurs européens face aux conditions de travail dégradées ?

 FONTE MIROIR SOCIAL 

JANV262018

Les mutations organisationnelles et technologiques engendrent des risques de dégradation des conditions de travail susceptibles d’affecter le bien-être et la santé des travailleurs. Le projet INGRID, financé dans le cadre du programme européen Horizon 2020 pour la recherche et l’innovation, développe de nouvelles méthodes pour mieux identifier les travailleurs qui font face à ces risques.

À partir de données recueillies entre 1995 et 2015 pour les quinze pays fondateurs de l’Union européenne, ces 4 pages dressent le portrait des travailleurs les plus vulnérables au cumul de conditions de travail dégradées et illustrent les différences entre pays européens.

Si, dans l’ensemble, ces pays se caractérisent par des niveaux de vulnérabilité stables, certains (dont la France et la Belgique) observent une hausse constante de la vulnérabilité. De plus, les CDD, le travail indépendant et les petites entreprises (1 à 9 salariés) sont associés à une plus grande vulnérabilité des travailleurs.