E’ disponibile dal sito UNEP il Report “Adaptation Gap Report 2023” .

 

UNEP è il Programma delle Nazioni Unite che promuove Il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) è la principale autorità mondiale in materia di ambiente.

“La missione dell’UNEP è ispirare, informare e consentire alle nazioni e ai popoli di migliorare la propria qualità di vita senza compromettere quella delle generazioni future.
UNEP afferma ” Nel 2023 sono stati battuti i record di temperatura, mentre tempeste, inondazioni, siccità e ondate di calore hanno causato devastazioni. Nel Rapportp si afferma che …inadeguati investimenti e pianificazione per l’adattamento al clima lasciano il mondo esposto) rileva che i progressi nell’adattamento al clima stanno rallentando quando invece dovrebbero accelerare per recuperare gli impatti dei cambiamenti climatici in aumento….”

Per scaricare il Report vai al sito UNEP

Segnaliamo altresì questo articolo pubblicato da Economia Circolare che descrive e commenta i contenuti del Rapporto UNEP:

Il report UNEP sull’adattamento ribadisce che il mondo è impreparato alla crisi climatica

GAS E NUCLEARE: I CARBURANTI DELLE DESTRE EUROPEE …

Autore: Mario Agostinelli che ringraziamo

 Fonte Inchiestaonline

ENERGIA: UNA GIUSTA MISURA PER LA SOPRAVVIVENZA SUL PIANETA.

Niente, a parer mio, può dirsi sconvolgente nel corso del pensiero e dell’immaginario umano, quanto doversi attenere al risultato di indagini teoriche e di conferme sperimentali che datano la nascita del nostro Universo nientemeno che a 13 o14 miliardi di anni addietro, per una fluttuazione quantistica del vuoto. Una singolarità, quest’ultima, in cui tutto era intimamente collegato in un evento previsto, ma per ora indescrivibile attraverso a matematica, le scienze, e le conoscenze che abbiamo fin qui acquisito.  Un evento perfino oltre ogni immaginazione, se si pensa che nessun essere cosciente sul nostro Pianeta ne abbia potuto osservare l’evoluzione per miliardi di anni, in uno spazio-tempo tanto vasto e duraturo, eppure talmente caoticamente coordinato e finalizzato da dare origine alla vita solo quattro miliardi di anni fa. Contrariamente a tutte le rappresentazioni mitologiche e religiose, la biosfera si è cominciata lentamente ad impadronire della Terra solo dopo infinite cosmogenesi, ad energie e temperature altissime, composizioni e scomposizioni di forze ricostruibili approssimativamente negli acceleratori più potenti in finzione nel mondo o attraverso l’analisi delle immagini di telescopi orbitanti verso altre galassie. Ricombinazioni di particelle e granuli di materia, energia, tempo e spazio che sopravvivono tutt’ora, spesso ricombinate – e questo è l’aspetto più misterioso – in esseri viventi che hanno innescato il loro lunghissimo, fragile e complesso apprendistato in luoghi, man mano sempre più accoglienti e potenzialmente meno ostili fino a sopravvivere e riprodursi.

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Capitalismo verde: non credere alla montatura pubblicitaria

Di questo articolo per davvero interessante  postiamo una traduzione effettuata con google translator per facilitarne la lettura. Per un uso professionale o di studio raccomandiamo di fare riferimento al testo originale alla fonte ZNETWORK

Ringraziamo ZNETWORK  e  l’Autore Marty Hart-Landsberg

Non abbiamo più tempo per evitare il disastro climatico. In qualità di firmatari dell’Accordo di Parigi del 2015, un trattato internazionale giuridicamente vincolante sul cambiamento climatico ,  più di 190 governi si sono impegnati ad agire per limitare l’aumento delle temperature medie globali a “ben al di sotto” di 2°C rispetto ai livelli preindustriali, perseguendo al contempo sforzi per limitare l’aumento a 1,5°C più sicuri. La posta in gioco è alta: il fallimento comporta un rischio molto elevato di cambiamenti climatici catastrofici, con meccanismi di feedback che innescano ondate di caldo insopportabili, migrazioni massicce, mega incendi, siccità e desertificazione delle terre e inondazioni delle città pianeggianti.

Il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres ha dichiarato che si tratta di “Codice Rosso per l’umanità”. Eppure, secondo un  rapporto del Programma ambientale  delle Nazioni Unite del 2022 che incorpora gli impegni nazionali aggiornati per limitare le emissioni di gas serra, “Le politiche attualmente in atto indicano un aumento della temperatura di 2,8°C entro la fine del secolo. L’attuazione degli attuali impegni ridurrà l’aumento della temperatura solo a 2,4-2,6°C entro la fine del secolo”.

Allora cosa dà? In breve, la maggior parte dei governi continua a non essere disposta a modificare i sistemi di produzione e i modelli di consumo esistenti. Il governo degli Stati Uniti, ad esempio, continua ad agire come se credesse che una crescita sostenibile dal punto di vista ambientale, o crescita verde, possa essere raggiunta attraverso l’uso di incentivi e sussidi mirati. In altre parole, le aziende, in risposta ai segnali del mercato influenzati dallo Stato, produrranno le nuove tecnologie e i prodotti necessari per ridurre le emissioni future e persino eliminare le emissioni esistenti dall’atmosfera al momento giusto, il tutto consentendo al tempo stesso alla crescita economica di continuare. .

Sfortunatamente per noi, questa è una strategia perdente: lascia in piedi un sistema economico che avvantaggia i ricchi a scapito dei molti. E ci sono tutte le ragioni per dubitare che le forze di mercato, con o senza incentivi e sussidi governativi, porteranno le aziende in cerca di profitto a intraprendere i cambiamenti necessari per evitare una crisi climatica in continuo peggioramento. In realtà, è più probabile il contrario. Le aziende si sono dimostrate più che capaci di ristrutturare i mercati in modo da aprire nuove strade al profitto privato, spesso a scapito del clima. Se vogliamo un sistema economico sostenibile ed equo, dovremo superare gli imperativi capitalisti e sviluppare le organizzazioni e le istituzioni che ci permetteranno di costruirlo direttamente. 

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Recensione a:  WOLFGANG SACHS, “ECONOMIA DELLA SUFFICIENZA”

 

 

di Mario Agostinelli,

ed. CASTELVECCHI

Fonte Inchiestaonline che ringraziamo 

In attesa del saggio di Wolfgang Sachs che commento qui di seguito – “Economia della sufficienza. Appunti per resistere all’Antropocene”, ed. Castelvecchi – rileggevo un testo di Jim Baggot, acuto divulgatore scientifico, con l’intento di aggiornarmi sulle più recenti interpretazioni della storia dell’Universo. E’ mia convinzione che dovessi mettermi nella migliore predisposizione per mettere a frutto le indicazioni del testo da recensire: uno stimolo dal contenuto originale, come da sempre emana da un autore con una profonda cultura interdisciplinare, che da sempre coniuga sentimenti e intuizioni ad un rigoroso riferimento scientifico, che sa trattare con una impareggiabile leggerezza.

Condivido così con maggior consapevolezza che esistiamo solo per interazione con il resto del mondo, la cui realtà è stata percepita sotto sembianze e narrazioni diverse nei millenni trascorsi, ma che ora ci si mostra come un insieme di collegamenti che provengono da continue ricombinazioni e cosmogenesi, ad iniziare dal Big Bang di 14 miliardi di anni fa. Anche per una così aggiornata interpretazione, non più esclusivamente a matrice religiosa, l’Enciclica Laudato Si’ ha messo le ali all’ecologia integrale per credenti e no, a fronte del più brusco, repentino e drammatico cambiamento climatico a memoria d’uomo. La breve raccolta di testi che provo ora ad annotare, sta in questo solco rivolto all’intero genere umano e, attraverso i suoi comportamenti, all’intero vivente.

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Seveso, a 47 anni dal disastro la diossina continua a far paura

 

Gli scavi per il previsto prolungamento dell’autostrada Pedemontana rischiano di riportare in circolo la sostanza tossica. Le paure di un territorio maltrattato

di Mattia Lento

Fonte Areaonline.ch che ringraziamo 

Esattamente 47 anni fa, il 10 luglio 1976, nella vicina Brianza si consumava il più grave disastro ambientale in Italia: un incidente nello stabilimento della Icmesa (di proprietà del gruppo svizzero Roche) di Meda causò una fuoriuscita e la dispersione nell’ambiente di diossina, sostanza altamente tossica, che investì particolarmente i comune di Seveso. Reportage da un territorio vittima dell’inquinamento industriale e dove la diossina fa paura ancora oggi, in particolare in relazione ai previsti lavori di costruzione per il prolungamento dell’autostrada Pedemontana.

Ci troviamo sopra un enorme serbatoio costruito oltre 40 anni fa per contenere terreno contaminato, macerie, animali morti, materiale chimico e macchinari in disuso. Un colosso di 270.000 metri cubi. Eppure, se non fosse per una specie di piccolo comignolo di metallo che sbuca dal terreno, non ci accorgeremmo di nulla, perché siamo immersi nel verde di quella che sembra un’oasi di pace frequentata da giovani e famiglie in cerca di riposo e svago. Ci troviamo nel Parco Naturale Regionale del Bosco delle Querce di Seveso e Meda, area verde e boscata creata sulla parte oggi completamente bonificata, che fu pesantemente contaminata dalla fuga di diossina proveniente dall’azienda chimica Icmesa di Meda, di proprietà dell’azienda svizzera Givaudan, in mano al colosso farmaceutico Roche di Basilea.

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La Terre à l’époque de l’Anthropocène : comment en est-on arrivé là ? Peut-on en limiter les dégâts ?

Dans un monde aux ressources finies, les effets des activités humaines sur l’environnement hypothèquent gravement le futur des générations à venir.
Unsplash

Victor Court, Université Paris Cité

En 2000, deux scientifiques proposèrent pour la première fois l’hypothèse que l’époque de l’Holocène, amorcée il y a 11 700 ans, était révolue.

L’emprise de l’humanité sur le système terrestre serait devenue si profonde qu’elle rivaliserait avec certaines des grandes forces de la nature, au point d’avoir fait bifurquer la trajectoire géologique et écologique de la Terre.

Il faudrait désormais utiliser le terme d’« Anthropocène » pour désigner avec plus de justesse l’époque géologique actuelle. Cette annonce a ouvert des débats considérables.

La machine à vapeur comme marqueur clé

Parmi les nombreuses polémiques soulevées par ce nouveau concept, la plus évidente porte encore aujourd’hui sur la date du début de l’Anthropocène.

La proposition initiale portait symboliquement sur 1784, l’année du dépôt du brevet de James Watt pour sa machine à vapeur, véritable emblème de l’amorce de la révolution industrielle. Ce choix coïncide en effet avec l’augmentation significative des concentrations atmosphériques de plusieurs gaz à effet de serre, comme en témoignent les données extraites des carottes de glace.

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Sobriété : « faciliter » les changements de comportements, une méthode aux effets pervers

L’incitation aux écogestes peut être contre-productive.
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Naoufel Mzoughi, Inrae; Deborah Peterson, Australian National University et Gilles Grolleau, ESSCA

Le changement des comportements humains constitue l’une des clés pour résoudre les nombreux challenges auxquels l’humanité doit faire face, comme la montée en puissance des troubles psychiques chez les jeunes, la pollution effrénée de la planète ou la dépendance aux énergies fossiles.

Une préconisation récurrente vise à rendre le changement plus facile, en diminuant les efforts, les sacrifices et l’investissement nécessaires. Les citoyens sont, ainsi, souvent invités à adopter de nombreux « trucs et astuces » écologiques. Par exemple, le plan de sobriété énergétique prévoit une « campagne de communication autour des gestes simples au quotidien : je baisse, j’éteins, je décale » – ce qui pourrait laisser entendre que résoudre les problèmes environnementaux n’exigerait pas d’efforts et consisterait en une succession de gestes simples.

Néanmoins, des résultats en sciences comportementales suggèrent que la facilitation systématique des comportements moins énergivores et écoresponsables n’est pas sans risques et peut cacher des revers.

Plusieurs raisons expliquent, en effet, comment une plus grande facilité peut parfois s’avérer contre-productive et pourquoi un certain degré de difficulté peut même être souhaitable.

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