Infortuni e malattie professionali dei lavoratori stranieri in Italia

 

di Maurizio Mazzetti / 4 Febbraio 2024 /
Fonte : ilmanifestoinrete.it che ringraziamo 

 

In precedenti articoli si era già spiegato che il limite principale dei dati statistici INAIL che vanno a costituire, in larghissima prevalenza, il SINP – Sistema Informativo Nazionale Prevenzione – è che essi sono raccolti secondo logiche assicurative e non prevenzionali, e che sono elaborati partendo dai dati gestionali “grezzi”.

Pur con questi limiti, fino diciamo ad una quindicina di anni fa l’INAIL, non si limitava, come (purtroppo) oggi, a rendere disponibili pressoché esclusivamente dati elementari e statistici con ben pochi commenti e interpretazioni, ma conduceva analisi più approfondite attraverso soprattutto i Rapporti annuali nazionali e regionali, presentati pubblicamente ed occasioni di dibattito e confronto. Tra questi approfondimenti figuravano la situazione dei lavoratori stranieri, infortuni e malattie professionali al femminile, e qualche analisi specifica sui lavoratori allora detti da 1997 interinali, oggi somministrati. Per scelte politiche e gestionali che non possono essere trattati qui, ma che non riesco a disgiungere dal fatto che da una ventina d’anni i vertici INAIL sono stabilmente occupati da personalità legate al Centro destra, con prevalenza della Lega, se si è mantenuta un’attenzione alle differenze di genere (un Rapporto specifico viene prodotto per l’8 marzo di ogni anno) l’attenzione ai lavoratori stranieri è diminuita, presentando i pressoché nudi dati; oppure, un’analisi è contenuta (cfr. più avanti) in pubblicazioni e studi non INAIL. Ed anche alcuni specifici programmi di formazione alla sicurezza per gli stranieri, con attenzione alla transculturalità e alle relative problematiche di comunicazione, avviati verso la fine del primo decennio del secolo, sono stati abbandonati. Parimenti, non sono più disponibili i dati sui lavoratori somministrati, che pure costituiscono una minima parte dei lavoratori cosiddetti atipici (a tempo determinato, a chiamata, part time, coi voucher, stage professionalizzanti, e via precarizzando). Per amore di verità, una qualche inversione di tendenza si può osservare nella partecipazione a convegni ed eventi specializzati: ma si resta nell’ambito degli specialismi tecnici, con scarsa o nulla comunicazione/risonanza esterna.

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Pesticidi, von der Leyen annuncia il ritiro della proposta legislativa sul dimezzamento al 2030

Fonte LaNuova Ecologia che ringraziamo
La presidente della Commissione Ue lo ha detto durante la plenaria del parlamento europeo: “Gli agricoltori hanno bisogno di un’argomentazione commerciale valida per le misure di miglioramento della natura”. Legambiente: “Decisione incomprensibile che non aiuta né gli agricoltori né il futuro dell’agricoltura”

Mentre la protesta dei trattori arriva a Strasburgo, con alcune centinaia di manifestanti che questa mattina hanno bloccato l’ingresso all’Eurocamera, dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen arriva l’annuncio che proporrà al collegio dei commissari il ritiro della proposta legislativa per dimezzare l’uso pesticidi nell’agricoltura europea entro il 2030. In un intervento alla plenaria del parlamento europeo, la presidente ha dichiarato che l’attuale regolamento è diventato “un simbolo di polarizzazione” motivo per cui sarà necessaria “una nuova proposta, più matura”. “La proposta è stata rigettata dall’Eurocamera, e non ci sono progressi neanche in Consiglio”, ha sottolineato von der Leyen. “Gli agricoltori hanno bisogno di un’argomentazione commerciale valida per le misure di miglioramento della natura, e forse noi non l’abbiamo fatta in modo convincente. Di un vero e proprio incentivo che vada oltre la semplice perdita di resa. I sussidi pubblici possono fornire tali incentivi”. In tal senso, la von der Leyen ha lanciato l’idea di “un’etichettatura premium, ad esempio in collaborazione con i rivenditori e i trasformatori”.

Roma, dove nella giornata di giovedì 8 febbraio è previsto l’arrivo di circa 1.500 trattori simbolo della protesta che va avanti in diversi Paesi europei ormai da settimane contro le politiche europee sull’agricoltura, il governo incassa con soddisfazione il dietrofront della von der Leyen. “La Commissione Ue recepisce le proposte dell’Italia – ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida – Bisogna limitare ulteriormente gli agrofarmaci solo quando si è in grado di proteggere le produzioni con metodi alternativi. Abbiamo contrastato, dal primo giorno, un approccio ideologico sul tema che avrebbe avuto un effetto devastante sulle produzioni e limitatissimo sull’ambiente. È evidente e logico che eliminare medicine indispensabili per le piante, lasciandole preda di insetti o fitopatie, contrae decisamente la produzione se non la cancella. Se i consumi europei restano invariati, ci si deve approvvigionare, di conseguenza, da paesi terzi che non rispettano alcuna delle regole che imponiamo ai nostri agricoltori. Anzi producono utilizzando maggiori quantità di pesticidi. In questo modo l’effetto su aria e acqua del pianeta è esattamente l’opposto di quello dichiarato. L’Italia ha proposto di lavorare, ed è stata avanguardia in questo, sulle Tea (tecniche di evoluzione assistita) per garantire piante più forti e resistenti che possano fare a meno di agrofarmaci”.

Critiche alla decisione della von der Leyen vengono invece mosse dalle associazioni ambientaliste. “L’annuncio della presidente della Commissione Ue di voler proporre il ritiro della proposta legislativa sui pesticidi – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – è incomprensibile e rappresenta un sonoro passo indietro rispetto al grande tema dell’agrogeologia e al futuro dell’agricoltura.

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Il disegno di legge sulla carne sintetica non ha alcun senso né ora né in futuro

 

Fonte Valigia Blu che ringraziamo 

Nel Consiglio dei ministri dello scorso 28 marzo, il governo ha approvato, con procedura d’urgenza, un disegno di legge in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici. Il relativo comunicato stampa spiega che, «nel rispetto del principio di precauzione, le norme intendono tutelare la salute umana e il patrimonio agroalimentare attraverso il divieto di produzione e commercializzazione di alimenti sintetici». In caso di violazione, sono previste, tra l’altro, sanzioni da un minimo di 10.000 a un massimo di 60.000 euro, il temporaneo divieto di accesso a contributi, finanziamenti o agevolazioni erogati da parte dello Stato, di enti o dell’Unione europea, nonché la chiusura dello stabilimento di produzione per lo stesso periodo.

Il riferimento è, specificamente, alla cosiddetta carne sintetica – chiamata anche carne in vitro, coltivata in laboratorio, artificiale, cellulare o a base cellulare – che, in sintesi, è prodotta in laboratorio da cellule staminali animali, coltivate in bioreattori fino a diventare tessuto muscolare. È il caso di fornire qualche spiegazione in punto di diritto, dato che pare esserci molta confusione.

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