Prevenire la violenza di genere

 

Fonte Saluteinternazionale  che ringraziamo 

 

Gruppo di lavoro “Parità di Genere in Sanità Pubblica”, Consulta degli Specializzandi della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica

 In occasione della giornata internazionale della donna, è importante sottolineare come la violenza di genere non nasca da raptus di gelosia o in casi eccezionali, ma come sia un fenomeno complesso, che affonda le radici nella società patriarcale, che si può prevenire e affrontare. Prevenire la violenza di genere è un problema di sanità pubblica.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha riconosciuto da tempo la violenza di genere come uno dei principali fattori di rischio di morte prematura per le donne, rappresentando un grave problema di sanità pubblica e una violazione dei diritti umani. La violenza di genere si definisce come la violenza che è diretta o colpisce in modo sproporzionato una persona a causa del suo genere. Sebbene chiunque possa subire questo tipo di violenza, alcune categorie sono a maggior rischio, come le donne e persone gender-diverse. Le Nazioni Unite definiscono la violenza contro le donne come “qualsiasi atto di violenza di genere che provochi, o possa provocare, danni o sofferenze fisiche, sessuali o mentali alle donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia che avvenga in pubblico che nella vita privata” (articolo 1, dichiarazione Onu sull’eliminazione della violenza contro le donne). Essa può assumere diverse forme (fisica, sessuale e psicologica), “ma tutte sono radicate nell’ingiustizia strutturale, cementata da millenni di patriarcato. Viviamo ancora in una cultura dominata dagli uomini che lascia le donne vulnerabili negando loro la parità di dignità e diritti” come ha ricordato in occasione del 25 novembre il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.

L’8 marzo è una data simbolo, in cui si celebra la Giornata internazionale della donna, ispirata alle attività dei movimenti delle lavoratrici e dei lavoratori agli inizi del Novecento in Nord America e in Europa. In questa occasione, vogliamo ricordare quanto la parità fra i generi sia ancora lontana, dal punto di vista sociale, economico e politico, in tutto il Mondo e anche nel nostro Paese, e quanto ancora siano troppo frequenti discriminazioni e violenze basate sul genere.

Situazione epidemiologica

Secondo i dati dell’OMS, nel mondo circa 1 donna su 3 (30%) è stata vittima di violenza fisica e/o sessuale nel corso della propria vita, stima che fotografa anche la nostra situazione nazionale. In Italia, nel 2023 sono stati compiuti 120 femminicidi, più della metà per mano del partner o dell’ex partner. E nel 2024 il conto arriva già a 14 donne uccise in quanto donne. Anche la violenza psicologica ed economica è estremamente comune: più di 2 milioni hanno subito stalking (dati ISTAT 2014) e circa 3 donne su 10 non hanno un proprio conto corrente, ponendole in una condizione di dipendenza rispetto al partner (dati indagine Episteme 2017) che rende ancora più difficile uscire dalla situazione di violenza.

 

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Anche i minori e le minori sono vittime della violenza di genere

 

Fonte DORS che ringraziamo 

a cura di Marina Penasso

A fare le spese delle violenze di genere sono in molti casi anche bambini e ragazzi che vivono nel nucleo familiare.

Le violenze verbali e quelle fisiche generano nei figli inquietudine, ansia, aggressività, comportamenti adultizzati di accudimento verso i familiari, disturbi del sonno.

Nei casi di femminicidio, queste gravi conseguenze culminano in una situazione ancora più estrema e drammatica. Con il bambino che resta solo, traumatizzato, orfano della madre e con il padre in carcere, talvolta suicida.

Il trauma si accompagna a difficoltà materiali, sociali, economiche. Per questo motivo la legge 4 del 2018 ha introdotto una serie di tutele e previsioni di garanzia per gli orfani di crimini domestici.

Molte delle previsioni normative sono finalizzate a tutelare la condizione materiale degli orfani di crimini domestici. Come il patrocinio a spese dello stato, sia nel processo penale che in quello civile. Il sequestro conservativo dei beni dell’indagato, a garanzia del risarcimento dei danni civili subiti dai figli della vittima. Un anticipo (la cosiddetta provvisionale) non inferiore al 50% del presumibile danno per i figli costituiti come parte civile. La sospensione dalla successione per l’indagato e l’indegnità a succedere in caso di condanna per omicidio. In caso di rinvio a giudizio, è prevista l’attribuzione della pensione di reversibilità ai figli della vittima, senza obbligo di restituzione.

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Minacce e aggressioni sui luoghi di lavoro: mobbing e malattie da stress

Fonte Puntosicuro.it che ringraziamo

Autore: Redazione

Categoria: Rischio psicosociale e stress

Un intervento si sofferma sugli aspetti medico legali relativi alle aggressioni e alle molestie sui luoghi di lavoro. Focus sulle conseguenze di aggressioni e molestie, sul mobbing e sulle malattie da stress.

 

Monza, 19 Giu – Come ricordato anche nei nostri articoli e interviste, sono troppi – ben 4800 nel triennio 2019- 2021, i casi accertati che sono imputabili a minacce e aggressioni sui luoghi di lavoro e che hanno interessato gli operatori sanitari. E quasi quattro su 10 nella fascia 35-49 anni.

In particolare il 37% è “concentrato nel settore assistenza sanitaria, che include ospedali, case di cura, istituti, cliniche e policlinici universitari, il 33% nei servizi di assistenza sociale residenziale, che comprendono case di riposo, strutture di assistenza infermieristica e centri di accoglienza, mentre il restante 30% ricade nel comparto dell’assistenza sociale non residenziale”.

Inoltre il 71% ha riguardato le donne, mentre per entrambi i generi si rileva che il 23% dei casi interessa gli operatori sanitari fino a 34 anni, il 39% quelli da 35 a 49 anni, il 37% da 50 a 64 anni e l’1% oltre i 64 anni”. E oltre un terzo di questi casi riguarda infermieri ed educatori professionali.

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Sono disponibili sul sito CIIP le presentazioni del Convegno : Minacce e aggressioni sui luoghi di lavoro

Minacce e aggressioni sui luoghi di lavoro
Sala Ghezzi, Provincia di Monza Brianza
venerdì 28 aprile 2023 – ore 9:00-13:00

Organizzato in occasione del Worker’s Memorial Day 2023 dal Comitato consultivo provinciale Inail di Monza Brianza, in presenza e online. Con la partecipazione di CIIP
sono disponibili le presentazioni

9:15 Saluti Istituzionali
Giulio FossatiPresidente Co.co.pro. Inail Monza
Patrizia PalmisaniPrefetto della Provincia di Monza e della Brianza
Luca SantambrogioPresidente della Provincia di Monza Brianza
Moreno CogliatiDirettore Territoriale sede Inail di Monza Brianza

Per visualizzare le presentazioni clicca QUI 

“Una cultura diversa da quella occidentale”: come la polizia basca utilizza un algoritmo per la violenza di genere

 

Postiamo, per facilitare la lettura,  questa traduzione  effettuata con l’assistenza di google translator dell’articolo di Algorithm Watch “Una cultura diversa da quella occidentale”: come la polizia basca utilizza un algoritmo per la violenza di genere,  . Per un uso di studio o professionale raccomandiamo di fare riferimento al testo originale alla fonte . editor

 

Fonte Algorithm Watch  che ringraziamo 

Autrice :  Naiara Bellio *

 

La polizia dei Paesi Baschi utilizza un algoritmo per prevedere la violenza di genere. L’accuratezza dello strumento non è chiara e lascia molto spazio alle opinioni personali degli agenti di polizia.

 

Gli strumenti per prevedere il rischio in situazioni di conflitto sono all’ordine del giorno. Esistono e sono in uso da decenni, in gran parte anticipando l’entusiasmo per l’Intelligenza Artificiale. Molti di loro non usano il Machine Learning. Invece, si basano su un questionario psicologico progettato e valutato da persone, ciascuna con i propri pregiudizi e pregiudizi.

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