Sono disponibili sul sito CIIP le presentazioni del Convegno : Minacce e aggressioni sui luoghi di lavoro

Minacce e aggressioni sui luoghi di lavoro
Sala Ghezzi, Provincia di Monza Brianza
venerdì 28 aprile 2023 – ore 9:00-13:00

Organizzato in occasione del Worker’s Memorial Day 2023 dal Comitato consultivo provinciale Inail di Monza Brianza, in presenza e online. Con la partecipazione di CIIP
sono disponibili le presentazioni

9:15 Saluti Istituzionali
Giulio FossatiPresidente Co.co.pro. Inail Monza
Patrizia PalmisaniPrefetto della Provincia di Monza e della Brianza
Luca SantambrogioPresidente della Provincia di Monza Brianza
Moreno CogliatiDirettore Territoriale sede Inail di Monza Brianza

Per visualizzare le presentazioni clicca QUI 

“Una cultura diversa da quella occidentale”: come la polizia basca utilizza un algoritmo per la violenza di genere

 

Postiamo, per facilitare la lettura,  questa traduzione  effettuata con l’assistenza di google translator dell’articolo di Algorithm Watch “Una cultura diversa da quella occidentale”: come la polizia basca utilizza un algoritmo per la violenza di genere,  . Per un uso di studio o professionale raccomandiamo di fare riferimento al testo originale alla fonte . editor

 

Fonte Algorithm Watch  che ringraziamo 

Autrice :  Naiara Bellio *

 

La polizia dei Paesi Baschi utilizza un algoritmo per prevedere la violenza di genere. L’accuratezza dello strumento non è chiara e lascia molto spazio alle opinioni personali degli agenti di polizia.

 

Gli strumenti per prevedere il rischio in situazioni di conflitto sono all’ordine del giorno. Esistono e sono in uso da decenni, in gran parte anticipando l’entusiasmo per l’Intelligenza Artificiale. Molti di loro non usano il Machine Learning. Invece, si basano su un questionario psicologico progettato e valutato da persone, ciascuna con i propri pregiudizi e pregiudizi.

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Il primo Rapporto dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie (ONSEPS)

Durante il periodo della pandemia Covid 19 è stato istituito l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie (ONSEPS) in ottemperanza a quanto previsto dalla Legge  14 agosto 2020, n. 11  .

Lo scorso 20 marzo è stata presentata al Parlamento la prima relazione sull’attività realizzata dallo stesso Osservatorio. La relazione mette in luce un quadro molto articolato e complesso della situazione del nostro Paese relativamente al fenomeno degli atti di violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari ed emerge chiaramente che ad un maggior numero di segnalazioni non corrisponde una più alta incidenza di aggressioni in quel determinato contesto territoriale, piuttosto una specifica attenzione al monitoraggio del fenomeno. Da qui la necessità di diffondere maggiormente tra gli operatori la cultura della segnalazione, a prescindere dalla gravità dell’evento in sé, riducendo, di conseguenza, il fenomeno della sottostima degli eventi.

Per scaricare il file Pdf della prima relazione  clicca QUI 

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I “nuovi” manicomi

Fonte : Saluteinternazionale.it che ringraziamo 

 

di Benedetto Saraceno

Le violenze di Foggia, all’interno dell’istituzione Don Uva, non rappresentano il caso isolato. Le violazioni dei diritti sono molto diffuse non solo a danno dei  pazienti dei servizi psichiatrici ma anche, e forse soprattutto, a danno di tutte quelle persone che, per disabilità e vulnerabilità, sono ospiti in strutture residenziali di varia natura.

Nella notte del 23 di gennaio i carabinieri e i NAS di Foggia hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di trenta operatori sanitari (infermieri e ausiliari) della istituzione Don Uva di Foggia. L’operazione ha coinvolto otto dipendenti della struttura, sedici operatori sociosanitari della società Universo Salute, tre operatori sociosanitari dipendenti della società Etjca spa, due educatrici professionali dipendenti della società Universo Salute e un addetto alle pulizie della La Pulisan srl. Alcuni di questi operatori sono stati messi in carcere, altri sono ai domiciliari e i restanti sono indagati senza misure coercitive. I reati contestati sono quelli di maltrattamenti aggravati, sequestro di persona e violenza sessuale ai danni di venticinque donne degenti.

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Does a simple algorithm help against domestic violence?

Police officers in the German state of Mecklenburg-Western Pomerania predict the likelihood of a future incident of domestic violence using ODARA, a Canadian tool with unproven reliability. It helps cooperation with social workers, but does not work all the time.

STORY

12 JANUARY 2023

#POLICE #PREDICTIVEPOLICING

For people trying to escape domestic abuse, being dismissed or deprioritized is a matter of life and death. In the last five years, police officers and domestic violence support services in Mecklenburg-Western Pomerania, Germany’s poorest state in regard to the gross regional product per capita, have started to rely on questionnaires as a way to predict the likelihood of a future incident of domestic violence and thus prioritize the highest-risk cases.

ODARA, or the Ontario Domestic Assault Risk Assessment, is a paper questionnaire. After an incident that comes to their attention, police officers ask the victim 13 questions and add up the “yes” answers.The questions relate to domestic and non-domestic criminal history, children in the relationship and substance abuse. The result, a number between 0 and 13, helps them classify the risk of future violence.

ODARA was built in 2004 by a group of Canadian researchers. They based it on the information available on 589 men known to the Ontarian police as domestic abusers of female partners or ex-partners. Continua a leggere “Does a simple algorithm help against domestic violence?”

L’Iran e il velo sulla libertà

Fonte Saluteinternazionale che ringraziamo 

di Letizia Fattorini

Da tre mesi stiamo assistendo ad uno tsunami di proteste del popolo iraniano, una combinazione di diverse lotte contro l’oppressione delle donne, contro la corruzione e la povertà, contro la discriminazione etnica e il fondamentalismo religioso, contro il conformismo intellettuale, contro il terrore di Stato. In pratica, contro la Repubblica Islamica.

Gli iraniani, e in particolare i giovani (la maggior parte dei manifestanti sono ragazzi e ragazze tra i 15 e i 25 anni), chiedono a gran voce un Paese libero dal dogmatismo religioso e politico, in cui prevalgano dignità umana e giustizia, e dove tutti possano godere di una società equa e non discriminatoria (1). La miccia che ha scatenato l’esplosione dell’ondata di proteste antigovernative è stata la morte di Masha Amini, una ragazza curda iraniana di 22 anni che si trovava a Teheran con la famiglia, arrestata e bastonata dalla polizia morale il 16 settembre 2022, per non aver indossato correttamente lo hijab (2).

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Un lungo corteo in Bolognina per ricordare Alessandra Matteuzzi

Molte centinaia di donne, uomini, ragazze e ragazzi hanno sfilato per le vie della Bolognina per manifestare la volontà di contrastare la violenza contro le donne. Il lungo corteo partito dal Liber Paradisus è giunto in via dell’Arcoveggio di fronte al cortile del condominio ove la settimana scorsa Alessandra Matteuzzi è stata massacrata a martellate dall’ex fidanzato che aveva denunciato per stalking.
Per ricordare Alessandra Matteuzzi sono uscite di casa donne di tutte le età nonne e mamme che tenevano per mano ragazzine e ragazzini, coppie, una manifestazione corale per affermare che non è tollerabile che ogni tre giorni in Italia una donna venga uccisa dal partner o da un famigliare.
I femminicidi nel nostro paese sono diventati un’emergenza: moltissime donne continuano ad essere uccise da ex e da uomini che non accettano il rifiuto o la fine di un rapporto.
Le donne uccise da un partner o da un ex nei primi mesi del 2022. Secondo i dati del Viminale, nei primi 6 mesi dell’anno, dal 1 gennaio al 3 luglio, registrati 144 omicidi, con 61 vittime donne, di cui 53 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 33 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner (nel 2022 le vittime di omicidio volontario commesso dal partner/ex partner sono tutte di genere femminile). Un interrogativo, un non detto aleggiava nei discorsi di tante/i militanti presenti in questa manifestazione: abbiamo fatto tante lotte, tante iniziative negli anni. Ci sono state grandi conquiste, il movimento delle donne ha ottenuto risultati straordinari in materia di libertà, ma allora perchè non si riesce ad uscire dall’incubo delle culture patriarcali rozze e violente che animano le pulsioni femminicide di maschi che non reggono il confronto con le soggettività libere e indipendenti delle donne ?
Quanto durerà questa mattanza di donne colpevoli solo di volere vivere le loro libere soggettività ? Quanto dovranno cambiare i maschi per essere liberi dalle pulsioni violente di dominio sulle donne ? E’ forse con queste domande difficili che il lungo corteo si è sciolto nella notte per le  vie della Bolognina.

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