Il lavoro di domani

di Franco Carnevale che ringraziamo come ringraziamo Saluteinternazionale 

Si stima che nel 2025 il lavoro verrà equamente suddiviso tra esseri umani e macchine e che a livello globale verranno eliminati 85 milioni di posti di lavoro e ciò in contrasto con l’istanza “politica” prevalente secondo la quale l’occupazione rappresenta l’antidoto principale della povertà.

Il Numero 10410 del 14 Ottobre 2023 di The Lancet tratta del “Futuro del lavoro e salute” e lo fa con una sorta di inchiesta ampia, un editoriale e tre contributi originali; l’obiettivo posto è quello di delineare le trasformazioni in corso (in larga parte già avvenute) nel mondo del lavoro al fine di delineare uno scenario più chiaro, porre delle domande e formulare delle raccomandazioni. Tra le righe vien denunciata una guerra decennale contro i lavoratori scandita dal discredito dei sindacati, dal precariato delle occupazioni, dalla scomparsa di posti di lavoro. L’anonimo editorialista per giungere ad una diagnosi del fenomeno patologico in atto ricorre a studi sociologici ed economici accreditati che parlano di “un mondo senza lavoro” (Daniel Susskind) e di “supremazia della ricchezza, della finanza” (Marjorie Kelly); viene invocato l’Obiettivo 8 (“Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti”dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile promulgata dall’ONU.

Alla diagnosi, abbastanza semplice da formulare e da condividere segue, come fanno tutti i medici che si rispettino, una terapia che non vuole essere palliativa e per questo a molti risulterà tanto generosa, eroica, quanto difficile, diseconomica per alcuni, da somministrare per ottenere risultati soddisfacenti ed a breve termine. Terapeutici dovrebbero essere dei messaggi principali inviati a politici, sindacati, lavoratori, medici, opinion leader: la prospettiva di un mondo con molto meno lavoro deve essere assunta con serietà; il lavoro e l’occupazione sono una leva sottoutilizzata per influenzare la salute della popolazione.

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Brandizzo: qualche riflessione in ordine sparso

 

Fonte: Disuguaglianze di salute

A cura di Federico Magrì che ringraziamo 

Un’oncia di prevenzione vale più di una libbra di cura.

Così recita un detto anglosassone, e a ragione. Il concetto era ben chiaro anche nella mente degli illuminati legislatori che, ormai quarantacinque anni fa, hanno redatto il testo della Legge che ha istituito il nostro Sistema Sanitario Nazionale, la Legge 833/78. Il principio viene declinato in modo assolutamente chiaro nel testo di legge e credo possa essere utile (e doveroso) richiamarlo: (art. 2)

Il conseguimento delle finalità di cui al precedente articolo è assicurato mediante:

    1) la formazione di una moderna coscienza sanitaria sulla base di un’adeguata educazione sanitaria del cittadino e delle comunità;

    2) la prevenzione delle malattie e degli infortuni in ogni ambito di vita e di lavoro;

    3) la diagnosi e la cura degli eventi morbosi quali che ne siano le cause, la fenomenologia e la durata;

    4) la riabilitazione degli stati di invalidità e di inabilità somatica e psichica; (…omissis…)

La successione dei punti lascia trasparire tutta l’importanza attribuita alla formazione di una moderna coscienza sanitaria ed alla prevenzione delle malattie e degli infortuni in ogni ambito di vita e di lavoro, che vengono prima della diagnosi e cura.

Purtroppo l’attualità, oggi dominata dal tragico incidente di Brandizzo e dalle sue cinque vittime, ci mostra chiaramente come i principi che hanno ispirato gli estensori della norma siano stati dimenticati. Unanime è il coro di quanti (amministratori, sindacati, politici fino alle più alte cariche dello Stato) invocano maggiori controlli e sanzioni più severe. Nessuno chiede maggiore coscienza e maggiore prevenzione, che invece sarebbe ciò che serve…

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Connessioni 3 – molti problemi da affrontare con moderato ottimismo

Connessioni 3

19 ottobre 2023

fatti, eventi, report di ricerca e dati per capire meglio cosa succede nel campo della prevenzione e della salute negli ambienti di vita e di lavoro.

 

In questa puntata vi offriamo documentazione su

  • Il rumore di fondo della guerra e il riarmo versus la transizione ecologica
  • Appello davanti all’abisso  ….
  • I rischi psicosociali correlati al lavoro appaiono sempre più significativi per quanto sono diffusi.
  • I tre articoli di Lancet: affrontare le condizioni di lavoro per migliorare la salute pubblica.
  • Nota di Cinzia Frascheri sulla sentenza di condanna al RLS
  • “I dati Inail su infortuni e malattie professionali. Qualche irriverente riflessione” di Mauro Mazzetti.

 

Il rumore di fondo delle guerre nel mediterraneo e nel cuore dell’Europa satura la scena mediatica e rende invisibili molte altre vicende importanti. Le scene di guerra riportate dai media offrono una rappresentazione tragica ove le vite delle persone normali paiono valere sempre di meno, gli umani sono considerati dalle leadership che hanno il potere una sorta di vuoti a perdere.

E’ sempre più difficile promuovere l’attenzione sui temi che trattiamo: la salute e la sicurezza nel lavoro, la crisi climatica e l’ambiente.

I report di ricerca ci indicano da tempo la necessità di concentrare tutti gli sforzi per ridurre le emissioni di carbonio in atmosfera.

Gran parte delle risorse materiali, delle conoscenze dovrebbero essere dedicate a realizzare, in tempi ragionevoli, la “transizione ecologica” a modalita di produzione e consumo e di organizzazione sociale compatibili con la vita sul pianeta.

Questo non avviene perchè le guerre in corso stanno assorbendo tantissime risorse e stanno rilanciando, con spese incompatibili con gli investimenti per la conversione ecologica,  un riarmo diffuso nel nord come nel sud del mondo.

Scrive Mario Agostinelli nel suo articolo Laudate Deum. Appello davanti all’abisso  : “Di fronte al fallimento delle élite, la strada da percorrere è innanzitutto quella dal basso e l’appello va ai giovani in particolare.”

SIPRI YEARBOOK 2022 Armaments, Disarmament and International Security Sintesi in italiano ci offre una rappresentazione di questa ripresa del riarmo che nel 2023 ha certamente subito un forte incremento su scala globale. Anche i paesi piu poveri si stanno indebitando per il riarmo azzerando qualsiasi progetto di welfare anche minimo.

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La precarietà del lavoro mina la democrazia

Fonte: Eurofound 

 

I lavoratori con contratto non a tempo indeterminato e i lavoratori senza contratto formale sono meno soddisfatti del funzionamento della democrazia nel loro paese, così come lo sono i lavoratori che vivono in condizioni di precarietà lavorativa. Hanno meno probabilità di votare alle elezioni e anche meno probabilità di partecipare alle manifestazioni, un indicatore di disimpegno.

Il nuovo rapporto di Eurofound sulle  implicazioni sociali dell’instabilità del mercato del lavoro  analizza i gruppi sociali il cui attaccamento al mercato del lavoro può essere instabile e che hanno maggiori probabilità di avere accordi di lavoro non standard, e le implicazioni di tali accordi, compreso il benessere dei lavoratori, la sicurezza sociale esclusione, fiducia, percezione di equità e partecipazione politica.

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E’ disponibile online il numero di luglio 2023 della Rivista Lavoro e Salute

 

E’ disponibile e scaricabile il numero di Luglio 2023  della Rivista Lavoro e Salute. In questo numero molti articoli importanti sulla crisi del Servizio Sanitario Nazionale, sulla strage di lavoratori che si ripete ogni giorno, sul pericolo di frantumazione dei diritti dei cittadini e dei lavoratori che potrebbero derivare dalla Legge sull’Autonomia Differenziata.

Per scaricare il file della Rivista Clicca QUI 

 

 

L’instabilité des revenus, une source de mal-être de plus en plus répandue

Uber, une entreprise emblématique de la gig economy.
Wikimedia commons, CC BY-SA

Gordon M. Sayre, EM Lyon Business School

Les entreprises de la gig economy (ou économie à la tâche) mettent régulièrement en avant la liberté dont jouissent leurs employés pour organiser leur emploi du temps comme l’une des principales raisons pour préserver le statut de travailleur indépendant (généralement des autoentrepreneurs en France). Le site Internet d’Uber, par exemple, recrute ses chauffeurs en valorisant la flexibilité que permet son application, le tout appuyé par des statistiques démontrant à quel point leurs chauffeurs tiennent à cette indépendance. D’autres acteurs comme les entreprises américaines de livraison de nourriture DoorDash et Instacart, font appel aux mêmes arguments dans leur communication.

Il existe cependant un désagrément lié à cette flexibilité excessive, et celui-ci est rarement abordé : au lieu de recevoir un salaire horaire, les travailleurs indépendants sont rémunérés pour chaque tâche effectuée, sans garantie de salaire minimum. Sans revenus garantis, ces travailleurs sont victimes d’une « volatilité de rémunération », c’est-à-dire que leurs revenus sont soumis à des fluctuations fréquentes.

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I sindacati dei trasporti accolgono con favore i progressi del Parlamento europeo sulla direttiva sui lavori su piattaforma

I lavoratori delle piattaforme si sono incontrati alla scuola estiva ITF Youth di quest’anno per discutere e pianificare la via da seguire per il settore

Il Parlamento europeo ha respinto i tentativi dell’industria delle piattaforme di indebolire una proposta di legge che conferisce ai propri lavoratori diritti dignitosi.

Il voto della scorsa settimana a favore del mantenimento di una forte presunzione di occupazione nella direttiva sui lavori su piattaforma da parte della commissione per l’occupazione e gli affari sociali del Parlamento europeo è stato accolto con grande favore dalla Federazione internazionale dei lavoratori dei trasporti (ITF).

“C’è stata una rissa tra i legislatori progressisti e la lobby delle piattaforme sulla formulazione di questa direttiva”, ha affermato Stephen Cotton, segretario generale dell’ITF. “Non dovrebbe esserci alcun margine di manovra per consentire alle piattaforme di eludere le proprie responsabilità di datori di lavoro: questo è ciò per cui hanno fatto pressioni e sono lieto di dire che la commissione per l’occupazione del Parlamento europeo ha impedito che ciò accadesse.

“Abbiamo avvertito che questa è la tattica delle piattaforme e dobbiamo ringraziare gli eurodeputati per aver resistito a questa pressione”.

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Lavoratori fragili

Cortese attenzione
Redazione

Vi scrivo per chiedervi se potevate ancora una volta interessarvi del “problema dei lavoratori fragili”.

Ai lavoratori Pubblici e Privati in possesso del certificato Medico Legale ai sensi dell’art. 26, c.2 del D.L. 17 marzo 2020, n. 18, che attesta che il lavoratore risulta in condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti di patologie oncologiche o dallo svolgimento di terapie salvavita, al fine di tutelare i lavoratori fragili durante la pandemia, il Governo attuava una doppia tutela (fino al 30 giugno 2022): lo smart working per chi aveva una mansione compatibile e l’assenza tutelata (equiparata a ricovero ospedaliero che non andava ad inficiare nel comporto) per ruoli in cui non era possibile applicarlo, come tutte quelle professioni che devono stare a stretto contatto con il pubblico come ad esempio:  infermieri, cassieri, commessi, autisti di bus, ecc

Relazione annuale Inail 2021: dopo la pandemia l’impegno dell’Istituto per una ripresa nel rispetto della tutela della salute e sicurezza sul lavoro

Fonte Inail.it

I dati sull’andamento infortunistico e tecnopatico, i risultati economici conseguiti e le attività realizzate sui fronti della ricerca, della prevenzione, della riabilitazione e degli investimenti sono stati presentati a Palazzo Montecitorio dal presidente Franco Bettoni. Al netto dei contagi da Covid-19 di origine professionale, gli infortuni “tradizionali” denunciati sono aumentati del 20% e i casi mortali di quasi il 10%

ROMA – “La ripresa delle attività produttive dopo la pandemia deve proseguire in accordo con l’esigenza primaria di garantire la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro”. Lo ha detto questa mattina a Roma il presidente dell’Inail, Franco Bettoni, in occasione della presentazione a Palazzo Montecitorio della Relazione annuale 2021, alla presenza del vicepresidente Paolo Lazzara, dei consiglieri di amministrazione Teresa ArmatoCesare Damiano e Francesca Maione, del presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza, Guglielmo Loy, del direttore generale Andrea Tardiola e della presidente del Collegio dei sindaci, Daniela Carlà.

Illustrando alla Presidenza della Camera dei deputati, al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, e alle altre autorità presenti l’andamento di infortuni e malattie professionali che emerge dai dati dell’Istituto, le attività realizzate, i risultati economici conseguiti e gli obiettivi strategici per il futuro, Bettoni ha citato il Capo dello Stato, che ha più volte richiamato la necessità di azzerare le morti sul lavoro, sottolineando che “l’Inail è pronto a fare la sua parte, aumentando gli investimenti sulla sicurezza e avvalendosi dei progressi compiuti in questi anni dalla ricerca scientifica”.

“Per l’Italia – ha aggiunto – i fondi stanziati dall’Unione europea nell’ambito del programma Next Generation EU rappresentano un’occasione unica di sviluppo, investimenti e riforme”. Si tratta, infatti, di “un’opportunità imperdibile per rafforzare il processo di modernizzazione e semplificazione della pubblica amministrazione, per potenziare le infrastrutture e le filiere produttive, e per migliorare la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, puntando su formazione e cultura della sicurezza”.

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ETUI. Personale di cabina Ryanair in sciopero per condizioni di lavoro e retribuzione precarie

 

 

Credito fotografico: European Cockpit Association (ECA)

FONTE ETUI

Venerdì 24 giugno 2022, i sindacati del personale di cabina Ryanair in Belgio, Portogallo e Spagna hanno annunciato uno sciopero di tre giorni sui salari e le condizioni di lavoro. Gli equipaggi in Francia e in Italia avrebbero dovuto scioperare questo fine settimana, mentre il personale in Spagna avrebbe dovuto scioperare il 30 giugno e l’1 e 2 luglio.

I sindacati denunciano il mancato rispetto da parte di Ryanair delle leggi nazionali sul lavoro, in particolare per quanto riguarda il salario minimo, e sollecitano l’azienda a migliorare le condizioni di lavoro. In Belgio, i sindacati ACV e BBTK hanno affermato che Ryanair non ha rispettato il diritto del lavoro belga per alcuni lavori prima e dopo il volo. In effetti, i contratti dei lavoratori non si basano sull’ordinamento giuridico del loro paese di residenza, ma solo su quello irlandese, il che consente all’azienda irlandese di essere ermetica alle richieste dei suoi dipendenti. Inoltre, i lavoratori non hanno sempre accesso ai benefici pubblici del proprio paese, poiché sono soggetti alla legge irlandese sul servizio civile.

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Save the date . Lavoro digitale, condizioni di lavoro e salute

Polo del ‘900 – Torino 

Lavoro digitale, condizioni di lavoro e salute

 

mercoledì 15 Giugno | 17.30

Lavoro digitale, condizioni di lavoro e salute, presentazione del libro di Dario FontanaDigitalizzazione industriale. Un’inchiesta sulle condizioni di lavoro e salute (Franco Angeli, 2021) a partire dalla recensione di Fulvio Perini uscita sull’Indice dei libri del mese di maggio 2022.

Nel suo libro, Dario Fontana presenta i risultati dell’inchiesta, condotta in sette fabbriche e tra i lavoratori del credito e delle assicurazioni in provincia di Modena, per studiare il rapporto tra prestazioni di lavoro in ambienti fortemente digitalizzati, condizioni di lavoro ed effetti sulla salute.

Introduce e coordina: Fulvio Perini, autore della recensione

Intervengono:

  • Alessandra Re, già Docente Università di Torino
  • Giuseppe Costa, Università di Torino
  • Silvia Gilotta, Founder di Adequat e Presidente SIE sezione Piemonte e Valle d’Aosta
  • Dario Fontana, Ricercatore SEPI
  • Federico Bellono, CGIL Torino
  • Cristina Maccari, CISL Torino
  • Franco Lo Grasso, UIL Torino

Appuntamento all’interno della Settimana del Lavoro OFF.

 

Comment gérer un travail qui devient de plus en plus intense ?

L’intensité du travail est associée à des effets néfastes sur la santé et le bien-être général des salariés.
https://pixnio.com/fr/gens-fr/femmes-femmes/femme-daffaires-ordinateur-portable-entreprise-programmeur-bureau-internet, CC BY-SA

Argyro Avgoustaki, ESCP Business School

Dans son rapport « Conditions de travail et travail durable : analyse fondée sur le cadre de la qualité de l’emploi », la Fondation européenne pour l’amélioration des conditions de vie et de travail (Eurofound) définit le travail comme soutenable lorsque « les conditions de vie et de travail permettent aux personnes de s’engager dans le travail et de continuer à travailler au cours d’une vie active prolongée », ce qui se mesure souvent comme la « capacité à travailler jusqu’à l’âge de 60 ans et plus ». Le temps et l’intensité du travail, deux dimensions de l’effort au travail, constituent en effet des éléments du travail durable.

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Salute Sicurezza sul Lavoro : una presa di posizione importante della FP CGIL di Piacenza

ORDINE DEL GIORNO DELL’ASSEMBLEA GENERALE FP CGIL PIACENZA DEL 21.12.2021

L’ordine del giorno votato all’unanimità dall’Assemblea Generale FP Cgil di Piacenza rappresenta un punto di riferimento per un’analisi corretta degli impatti che il D.L 146, ora convertito in legge, produrrà  sulla organizzazione della vigilanza per quanto attiene la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Un documento da leggere con attenzione.

IL TESTO DEL DOCUMENTO 

Salute Sicurezza Lavoro, la Legge 215/21 modifica il D.lgs 81. 12 domande al Governo, ai Ministri del Lavoro, della Salute e alle Regioni

 

 

Il Decreto Legge 146/21 recentemente convertito in Legge 215/21 contiene alcune importanti novità in materia di sicurezza del lavoro che hanno dato e stanno dando vita a numerosi dibattiti e prese di posizione. Novità che non mancheranno di ricadute soprattutto negli assetti istituzionali.

Tra le testimonianza richiamo la lettera aperta che alcuni “preventori”, tra i quali la sottoscritta, hanno indirizzato al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Salute, al Ministro del Lavoro, al Presidente della Conferenza delle Regioni, lettera sottoscritta da più di 1000 firmatari, nella quale sono state espresse  perplessità e critiche. 

In aggiunta, quale “preventore” di lunga data (ho dato il mio contributo alla nascita degli SMAL dove poi ho cominciato a lavorare proseguendo tutta la mia vita professionale nei Servizi di prevenzione delle ASL) desidero porre alcune domande a chi ha dato vita alle modifiche dell’assetto istituzionale, pensate, a mio  avviso, troppo frettolosamente, senza un aperto confronto con tutte le istituzioni coinvolte e con i professionisti che tutti i giorni operano sul campo, come per dare, comunque sia (“a prescindere” direbbe Totò), un segnale di interesse al problema degli infortuni sul lavoro.

  • Se l’intento del Governo era quello di rafforzare la vigilanza sulla salute e sicurezza dei lavoratori perché non sono stati presi provvedimenti per  rafforzare i Servizi PSAL delle ASL, eliminando i blocchi di assunzioni e cominciando a compensare le perdite di personale con un piano di nuove assunzioni dedicate?
  • Perché si è voluto rafforzare, giustamente ma unicamente, l’INL e non anche le strutture del SSN?
  • Che ruolo intende giocare il Ministero della Salute per rafforzare le strutture del SSN deputate alla prevenzione, e in particolare, in questo caso, quelle deputate alla prevenzione nei luoghi di lavoro?

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Ha ragione Papa Francesco : ” basta morti sul lavoro, impegnamoci per questo”

Autore:   Marco Bazzoni, operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, Firenze
Nei primi 10 mesi dell’anno, secondo i dati Inail ci sono state 1017 denunce di infortunio mortale sul lavoro.
Ho citato pochissimi numeri, e vi spiegherò il perchè.
Quando si parla di queste tragedie, spesso si parla sempre e solo di numeri.
Credo fortemente che chi muore sul lavoro, non debba essere ricordato da statistiche piene zeppe di numeri.
Basta parlare di numeri, quelle sono persone.
Che avevano degli affetti, che avevano degli hobby, che avevano degli amici, che avevano una vita!

Svizzera.Una vita di corsa per pochi spiccioli

 

foto wikimedia

 

Fonte : areaonline.ch

«La giornata iniziava con l’ambiente infernale del magazzino Dpd di Giubiasco. Alle sei eravamo tutti lì. C’eravamo noi, i trentacinque corrieri suddivisi fra i tre padroncini subappaltori di Dpd, attorniati dai loro capetti la cui unica funzione è quella di spronare noi corrieri a correre, correre, senza fermarci mai. Spronare non è la parola giusta. Ad insultarci, denigrarci affinché fossimo sempre più veloci, perché fruttassimo loro sempre di più. Lo sfogo era a cascata, dal padroncino al capetto, dal capetto ai corrieri, dal corriere fisso a quello ingaggiato a ore. L’aria era densa di aggressività. La stanchezza faceva sì che ci si odiava l’uno con l’altro, senza una vera ragione. Due ore d’inferno quotidiane a caricare i pacchi nel furgone pronto per partire con le 150 o più consegne di quel giorno. Ai piani alti, la direzione del magazzino, i soli alle dipendenze dirette della Dpd. “I vostri problemi non mi riguardano” rispondeva a noi corrieri il direttore di allora (poi sostituito). “Parlo solo coi padroncini, gli unici con cui abbiamo un contratto”».

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D.L 146/2021, salute e sicurezza sul lavoro, un decreto da cambiare in profondità…

 

La sequenza tragica di incidenti mortali sul lavoro che si ripete da molti mesi, dalla ripresa delle attività post fasi acute della pandemia, ha alimentato la richiesta da parte delle organizzazioni sindacali di provvedimenti urgenti.

Le tipologie degli incidenti mortali riportati dalle cronache sono quelle di sempre, dagli anni 50 del secolo scorso: schiacciamento da camion in retromarcia, operai asfissiati in ambienti confinati, cadute da ponteggi in cantieri, corpi di operaie straziati da organi in movimento di macchine non protette, schiacciamenti di magazzinieri dal ribaltamento di pallets impilati male, gruista folgorato perchè con la benna ha sfiorato i cavi AT…..

La stragrande maggioranza di questi incidenti erano e sono evitabili con una corretta organizzazione del lavoro, con pratiche concrete di valutazione e gestione dei rischi, con una formazione professionale  mirata ai rischi specifici connessi alla mansione. La vigilanza da parte dello Stato nelle sue articolazioni è importante ma non potrà mai sostituire il compito delle imprese  nella gestione dei rischi , non vi saranno mai abbastanza ispettori per vigilare che vi sia una corretta gestione della sicurezza a livello aziendale nella miriade d’imprese e microimprese.

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Ripercussioni della pandemia di Covid-19 -SEER – Journal of Labour and Social Affairs in Eastern Europe – Volume 24 – 01 – 2021

Fonte ETUI 

Disponibile solo in inglese

Editoriale 

Béla Galgóczi e Calvin Allen

Questo primo numero del SEER Journal for Labour and Social Affairs in Eastern Europe for 2021 si concentra sulle ripercussioni della pandemia di Covid-19 in tutta la regione, con un occhio anche al ruolo dell’UE. Quando il SEER ha dedicato un numero alla pandemia un anno fa, la regione era relativamente meno colpita dell’Europa occidentale. Ora che è completamente alle prese con una crisi sanitaria istigata dalla pandemia, questo problema prende uno sguardo più da vicino, coprendo principalmente la Serbia e la Macedonia del Nord da diverse prospettive e tenendo conto dei punti di vista economico e previdenziale. Un ulteriore articolo esplora l’industria multinazionale della moda e la situazione dei lavoratori nei centri commerciali durante la pandemia sulla base di un caso di studio e di un sondaggio sulle opinioni dei lavoratori.

Il primo numero del Journal for Labour and Social Affairs in Eastern Europe for 2021

Incidente sul lavoro a Camposanto, Modena. Perde la vita una donna di 40 anni .

Una donna di quaranta anni,Laila El Harim, assunta da poco più di due mesi da un’azienda che produce imballaggi di cartone è morta stritolata da una macchina fustellatrice. E’ avvenuto a Camposanto di Modena. Ancora una volta, come è successo qualche mese fa, a Prato ove morì stritolata da un orditoio la giovane Luana D’Orazio di 22 anni è avvenuto qualcosa che ha reso micidiali questi macchinari. Queste operaie erano state formate in modo adeguato rispetto alla pericolosità di questi impianti ? Questi impianti sono manutenzionati in modo corretto ? Molti sono i quesiti per ricercare una spiegazione di questi eventi tragici. Perchè succedono incidenti sul lavoro con le stesse modalità di cinquanta anni fa ? Con le attuali tecnologie e con le protezioni previste dalle norme tecniche europee ( Direttiva Macchine ) nessun lavoratore dovrebbe più morire straziato da parti in movimento di una macchina. Però succede. Non rassicura per certo l’atteggiamento del quotidiano di Confindustria che nell’informare i propri lettori su questa tragedia di Camposanto si premura immediatamente di sottolineare che gli incidenti mortali dei primi 6 mesi 2021 sul 2020 sarebbero diminuiti del 5,6%. Sono dati parziali ed esposti a molti fattori di confusione (nel 2020 eravamo nella fase acuta della pandemia…). In ogni caso questo presunto calo che dovrà comunque essere confermato anche dai dati del secondo semestre 2021 non giustifica la sottovalutazione del problema che questi eventi tragici mettono in evidenza: formazione e addestramento molto poveri  non hanno consentito alle operaie Laila e Luana di lavorare in sicurezza e/o di sottrarsi nel momento del pericolo.  Editor

 

Salute e sicurezza nel lavoro al tempo del Recovery Plan e della “riforma” del Codice Appalti (1)

Autore: Gino Rubini

Alcune settimane  fa un’operaia di 22 anni che lavorava in un’azienda  tessile in Provincia di Prato è morta in un tragico infortunio mortale, straziata dagli ingranaggi  di un macchinario, un orditoio,  verosimilmente  a causa di un impigliamento con parti in movimento della macchina. Un altro lavoratore è stato preso da parti in movimento  di una fresatrice in un’azienda meccanica di Busto Arsizio . Ogni settimana si ripetono situazioni drammatiche di “incidenti” su lavoro con morti e feriti gravi. Questo anno e mezzo circa di pandemia da coronavirus ha indebolito l’attenzione sociale rispetto al fenomeno dei morti e feriti  da incidenti sul lavoro. 

Gli ultimi eventi tragici, in un momento di allentamento  della “morsa” della pandemia hanno “risvegliato” l’attenzione dei media su questa tragedia cronicizzata e persistente.

Da dove deriva questa anomalia italiana che ci vede primi in questo triste primato degli incidenti sul lavoro tra i paesi europei industrializzati ?

Dalla Direttiva quadro europea  391.89 molti passi avanti sono stati fatti sia per il miglioramento normativo sia per la crescita di un comparto professionale specialistico della consulenza tecnica che offre alle imprese anche di piccole dimensioni prestazioni di supporto per la valutazione e la gestione dei rischi .  Nel contempo , sempre in ragione di normative tecniche europee ( vedi Direttiva macchine agg.2020 ) e dei sistemi di gestione sicurezza e relative certificazioni  le aziende, anche piccole, hanno a disposizione  macchine e sistemi di gestione che dovrebbero garantire una sicurezza anti infortunistica eccellente.

Nei fatti, dal punto di vista formale, il nostro sistema produttivo è allineato sia per le norme sia per le metodologie gestionali  dei rischi agli altri stati membri dell’Unione Europea. Cerchiamo allora di capire perché abbiamo un fenomeno “infortunistico” grave sia per diffusione sia per gravità degli eventi.

Esaminiamo i   “pilastri” che garantiscono che vi sia una continuativa e corretta valutazione e gestione dei rischi da parte delle imprese.

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Luana e tanti altri

Autore: Claudio Calabresi

Fonte: SNOP.IT 

Come un fiume carsico, riemerge puntualmente in questi giorni la questione dell’insicurezza sul lavoro, portata prepotentemente all’attenzione dei media e delle comunità da una serie di drammatici infortuni sul lavoro che hanno travolto in rapida sequenza vite giovani e meno giovani, in un momento nel quale….molte energie sono concentrate nella “ripresa produttiva” dopo il lungo periodo di crisi legata alla pandemia: per vari aspetti, un brusco risveglio dalla speranza – come si dice – di uscire dal tunnel ma anche, purtroppo, nulla di nuovo. Colpisce la banalità delle dinamiche, che si ripetono sempre uguali oggi come nel passato, segnate dai ritmi di produzione, dagli orari di lavoro, dalla precarietà, dall’organizzazione della produzione e dal timore di perdere il lavoro o la commessa.

Come sempre accade in queste occasioni, la soluzione più invocata è quella dell’aumento dei controlli nei luoghi di lavoro. Chi quotidianamente si occupa di salute e sicurezza sul lavoro sa bene però che il problema non è solo quello dei controlli (e, semmai, della loro efficacia), certamente necessari, ma che non possono da soli portare ad un risultato stabile: un risultato che potrebbe conseguire solo ad un cambiamento che investa il sistema produttivo e l’intera società, che restituisca priorità alla salute come diritto fondamentale sul lavoro, che renda inconcepibile pensare un lavoro disgiunto dalla salute e dalla sicurezza, e la salute sul lavoro come tema separato dalla sicurezza.

E certamente a questo obiettivo deve essere in grado di contribuire un sistema pubblico di prevenzione rafforzato e arricchito di tutte le professionalità necessarie ad assumere un ruolo di supporto nei confronti della miriade di micro e piccole imprese che costituiscono la gran parte del tessuto produttivo del nostro Paese.

Non possiamo che ripetere anche in questa occasione considerazioni che da troppi anni andiamo facendo.

Riportiamo qui una più ampia riflessione in merito di Claudio Calabresi.

Anna Maria Di Giammarco

 

 

Qualche domanda, poche risposte

Ogni volta che ci sono morti un po’ meno anonimi, per vari motivi, l’effetto mediatico è improvvisamente imponente.  È naturale, e in parte va anche bene, che almeno ci sia periodicamente un effetto di risveglio generale dopo episodi così dolorosi.

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Nota metodologica ad interim per l’attivazione di un piano mirato misure anti contagio negli impianti di macellazione e sezionamento

Fonte  : Istituto Superiore di Sanità 

Attivazione di un piano mirato di prevenzione sulle misure anti-contagio e sulla gestione dei focolai di infezione da COVID-19 negli impianti di macellazione e sezionamento: nota metodologica ad interim. Versione dell’8 aprile 2021. 

Umberto Agrimi, Luigi Bertinato, Gianfranco Brambilla, Giada Minelli, Gaetano Settimo, Silvio Brusaferro, Adelina Brusco, Silvia D’Amario, Fabio Boccuni, Bruna Maria Rondinone, Paola Tomao, Nicoletta Vonesch, Sergio Iavicoli, Giorgio Di Leone, Sara De Nitto, Flavio Napolano, Letizia Rizzo, Domenico Lagravinese, Nicoletta Cornaggia, Simona Savi, Francesca Russo 

2021, ii, 62 p. Rapporto ISS COVID-19 n. 8/2021 

La letteratura scientifica evidenzia come gli impianti di macellazione e sezionamento ad elevata capacità abbiano costituito importanti focolai COVID-19. Questo rapporto illustra l’attivazione di un Piano Mirato di Prevenzione (PMP) per COVID-19 per le attività comprese sotto il codice ATECO 10.1, partendo dal registro degli impianti (circa 6700) presso il Ministero della Salute. Tale piano ha visto come soggetto attuatore il Gruppo Tecnico Interregionale per la Sicurezza e Salute sul Lavoro e il Coordinamento Interregionale Prevenzione nell’ambito della Commissione Salute, articolazione della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome – con il contributo tecnico-scientifico di ISS, INAIL e Dipartimento di Prevenzione ASL Bari. Sono stati messi a punto tre strumenti sinergici: a) scheda di autocontrollo destinata agli operatori; b) scheda di valutazione per i dipartimenti di prevenzione; c) scheda di gestione focolai. Il PMP intende: sensibilizzare i datori di lavoro al rispetto e corretta applicazione delle misure anti-contagio; registrare in maniera standardizzata e confrontabile i dati relativi; approfondire le conoscenze sulle condizioni di rischio certe (sovraffollamento) o sospette (bassa temperatura, elevata umidità) per la diffusione del contagio; analizzare i fattori ambientali, gestionali e strutturali relativi ai focolai insorti all’interno degli stabilimenti. 

Piano mirato di prevenzione sulle misure anti-contagio e sulla gestione dei focolai di infezione da COVID-19 negli impianti di macellazione e sezionamento: nota metodologica ad interim.

E’ disponibile online il numero di aprile 2021 della Rivista Lavoro e Salute

E’ disponibile on line il numero di aprile 2021 della Rivista Lavoroesalute  con molti articoli importanti. La Rivista è scaricabile in formato .pdf  >>> clicca QUI 

GB.Rivelato come le agenzie di collocamento disoneste stanno sfruttando la crisi COVID

Le agenzie di collocamento operano al centro di quasi tutte le professioni chiave dei lavoratori, impiegando circa un milione di lavoratori nel Regno Unito . È stata a lungo un’industria piena di sfruttamento, comprese le truffe di reclutamento, il mancato pagamento e persino la schiavitù moderna.

Ma secondo SAFERjobs, un ente di beneficenza che aiuta i lavoratori dell’economia flessibile, il picco della disoccupazione causato dalla pandemia COVID-19 viene capitalizzato dai criminali. L’ente di beneficenza ha registrato un aumento del 66% dei reclami su truffe e sfruttamento da parte delle agenzie di collocamento da quando il Regno Unito è entrato in blocco.

Rachel Keane, 25 anni, è diventata disoccupata all’inizio del blocco dopo che un’offerta di lavoro è stata ritirata. Ha subito caricato il suo CV online e si è candidata a oltre 50 ruoli, dal portiere di cucina all’addetto alle pulizie e al negozio.

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