L’Appello di Amnesty per un immediato cessate il fuoco a tutte le parti in conflitto per porre fine alla sofferenza della popolazione civile

 

Fonte Amnesty 

APPELLO DI AMNESTY 

L’escalation senza precedenti del conflitto tra Israele da un lato e Hamas e altri gruppi armati palestinesi dall’altro sta distruggendo innumerevoli vite.

Gli incessanti bombardamenti israeliani stanno facendo salire in modo impressionante il numero delle vittime civili a Gaza: al momento della pubblicazione di questo appello (30 ottobre) sono almeno 8000, inclusi moltissimi minori. Questa è stata la risposta agli orribili attacchi compiuti in Israele da Hamas e altri gruppi armati palestinesi, che hanno causato circa 1400 morti. Almeno 200 israeliani presi in ostaggio da Hamas e da altri gruppi armati palestinesi restano in pericolo. I razzi che continuano a essere lanciati contro Israele pongono a rischio la popolazione civile.

L’assedio rafforzato di Israele nei confronti di Gaza ha bloccato l’ingresso di beni fondamentali come acqua, cibo e carburante, costringendo oltre due milioni di abitanti a lottare per la sopravvivenza. La catastrofe umanitaria provocata da 16 anni di blocco illegale di Israele nei confronti della Striscia di Gaza occupata non potrà che peggiorare se i combattimenti non si fermeranno immediatamente.

Tutte le parti in conflitto continuano a commettere gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, compresi crimini di guerra.

Di fronte a questa devastazione e a questa sofferenza senza fine, deve prevalere l’umanità.

Firma la nostra petizione e sollecita i leader mondiali a chiedere un immediato cessate il fuoco a tutte le parti in conflitto e a porre fine alla catastrofe umanitaria in corso a Gaza.Amn

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CODICI IDENTIFICATIVI SUBITO Chiediamo misure di identificazione per gli agenti impegnati in operazioni di ordine pubblico

Diario Prevenzione condivide la campagna di Amnesty

CODICI IDENTIFICATIVI SUBITO

Chiediamo di prevedere misure di identificazione per gli agenti impegnati in operazioni di ordine pubblico.

Vent’anni dopo il G8 di Genova del 2001, molti dei responsabili delle gravi violazioni dei diritti umani commesse in quell’occasione sono sfuggiti alla giustizia, restando di fatto impuniti.

In parte, il motivo è legato all’impossibilità di identificare gli esecutori materiali da parte dell’autorità giudiziaria.

Negli anni successivi, altri casi di persone che hanno subito un uso sproporzionato della forza durante manifestazioni o assemblee pubbliche, chiamano in causa la responsabilità di appartenenti alle forze di polizia.

Per porre fine alle violazioni dei diritti umani che vedono un coinvolgimento delle forze di polizia e riaffermare il ruolo centrale di queste nella protezione dei diritti umani, è essenziale che le lacune esistenti vengano al più presto colmate.

Tra queste ci sono i codici o numeri identificativi individuali, elemento importante di accountability; il fatto che i singoli agenti e funzionari siano identificabili è un messaggio importante di trasparenza che mostrerebbe la volontà delle forze di polizia di rispondere delle proprie azioni e allo stesso tempo accrescerebbe la fiducia dei cittadini.

La richiesta è quella di esporre un codice identificativo alfanumerico sulle divise e sui caschi per gli agenti e i funzionari di polizia (senza distinzione di ordine e grado) impegnati in operazioni di ordine pubblico.

Ciò avrebbe un duplice effetto di trasparenza: verso i cittadini, che saprebbero chi hanno di fronte, e a garanzia di tutti gli agenti delle forze dell’ordine che svolgono correttamente il loro servizio.

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Aderisci all’Appello di Amnesty International

Amnesty International : Di ‘alle aziende farmaceutiche di dare a tutti noi una giusta possibilità

Se le aziende farmaceutiche condividono le loro conoscenze e tecnologie, altre aziende possono produrre vaccini COVID-19 e possiamo porre fine alla pandemia senza che nessuno venga lasciato indietro. Agisci ora e invita le aziende farmaceutiche a giocare a palla in modo che tutti abbiano una buona possibilità di un vaccino COVID-19.  

Tutti nel mondo dovrebbero avere accesso a un vaccino COVID-19, indipendentemente da chi siano o da dove provengano. L’accesso potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte per gli anni a venire. Eppure, in base alle tendenze attuali, quest’anno le principali aziende farmaceutiche non forniranno abbastanza vaccini nemmeno per una frazione della popolazione mondiale. Inoltre, i paesi più poveri sono in coda.

Miliardi di dollari di denaro dei contribuenti sono stati spesi per aiutare aziende come AstraZeneca, Moderna e Pfizer BioNTech a sviluppare e produrre vaccini. Questi vaccini appartengono alle persone e devono essere condivisi.

Un modo in cui le aziende possono farlo è aderire al COVID-19 Technology Access Pool (C-TAP) dell’Organizzazione mondiale della sanità, progettato per mettere in comune le risorse tra le aziende. Finora nessuna azienda vi ha aderito.

È ora di mettere la vita delle persone al primo posto. Usiamo il nostro potere in cifre per mostrare alle aziende farmaceutiche che vogliamo che rispettino le loro responsabilità in materia di diritti umani condividendo le loro conoscenze e tecnologie e unendoci subito a C-TAP.

Unisciti subito al movimento globale e chiedi alle aziende farmaceutiche di dare a tutti una giusta possibilità.

Venti anni fa, milioni di persone hanno avuto accesso a cure salvavita contro l’HIV dopo che le principali aziende farmaceutiche hanno permesso ad altre società di produrre versioni “generiche” a basso costo di medicinali per l’HIV. Il modo in cui le aziende farmaceutiche proteggono o condividono le loro conoscenze e tecnologie in questo momento influisce su come e quando terminiamo COVID-19.

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Iran: le autorità stanno preparando una macchina ghigliottina per amputare le dita dei prigionieri.

Fonte : Amnesty International

Le autorità iraniane stanno preparando la loro macchina di tortura per mutilare e traumatizzare ancora una volta deliberatamente le persone attraverso punizioni corporali giudiziarie indicibilmente crudeli, ha dichiarato oggi Amnesty International dopo aver ricevuto informazioni sulle autorità dell’accusa a Urumieh, nella provincia dell’Azerbaigian occidentale, che si preparano a portare una ghigliottina usata per amputare le dita nella prigione di Urumieh. Fino a sei uomini condannati per rapina e detenuti in prigione corrono il rischio imminente di farsi amputare le dita, pochi giorni dopo che le autorità dell’accusa di Teheran hanno frustato 74 volte un attivista per i diritti dei lavoratori per aver organizzato una protesta pacifica che criticava il ministro del lavoro.

Data:
 3 dicembre 2020
IL TESTO DEL RAPPORTO AMNESTY