Finalmente Inverno? Cronache da Berlino di Franco Di Giangirolamo

foto gierre 2017
Con – 7° di notte e un po’ sotto zero di giorno Berlino si prepara all’inverno, purtroppo ancora piuttosto secco mentre ci sarebbe bisogno di neve e pioggia in abbondanza. Certamente il ghiaccio si accanirebbe su qualche anziano femore, ma almeno si ridurrebbe la gravità della progressiva e sicura siccità che ci attende in estate.
Gli ospedali pediatrici stracolmi (posti esauriti anche in corridoio), tutti gli interventi non urgenti rinviati a data da destinasi non solo alla Charitè (la più grande clinica europea) ma in molti dei più grandi ospedali pubblici, (causa carenza di operatori sanitari), scuole semivuote, gli organici dei servizi pubblici ridotti, segnalano che le prossime Feste di Natale, tra recrudescenze di influenze australiane e altre varianti Covid, non sarà per tutti una gioia.

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A passeggio per Berlino di Franco Di Giangirolamo

Anziano su skateboard in Berlin.  2020 foto gierre

 

Sgranchire le gambe giracchiando per Berlino, d’inverno, senza vento, col freddino secco che ti accarezza, è uno spasso.

Qualche albero di Natale dorme ancora lungo i marciapiedi. Una volta credevo fosse una trasandatezza da incivili. Il Berlin Magazine ci spiega invece che c’è una ratio in questa stranezza. Non si sa se la tradizione affondi le radici in Svezia dove, anticamente, il 13 gennaio (Knut Day) gli alberi di Natale venivano spogliati degli addobbi e letteralmente gettati dalla finestra. Fatto sta che oggi esiste a Berlino la BSR, una azienda che li raccoglie dal 26 dicembre in poi, sulla base di un calendario per quartiere (che non si lasci nulla al caso, mi raccomando!) che consente ai cittadini di „lasciarli fuori“ il meno possibile.

Pare che se ne raccolgano circa 350.000 l’anno, destinati a produrre energia e al compostaggio. Se andate allo zoo e vedete gli elefanti che sgranocchiano alberi di Natale, non vi preoccupate: non sono quelli raccolti per la strada ma quelli „invenduti“, perchè ancora relativamente freschi e appetibili. Non so se gli elefanti ne siano ghiotti ma nella noia di uno zoo, un cambiamento di dieta ha pur sempre la sua importanza.

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Cronache da Berlino di Franco Di Giangirolamo. Quarta ondata.

 

Avevo smesso di occuparmi della Pandemia ma qualche appunto ho continuato a raccoglierlo e ora penso utile condividerne una parte con gli amici FB.

Sono abbastanza convinto che chi avrà la pazienza di ripercorrere la storia degli eventi europei di questi due anni molto particolari, trarrà, tra le varie conclusioni, la convinzione che „nessuno è stato esente da errori“, seppure di diversa gravità, e che la Pandemia ha messo a nudo tanti aspetti problematici del modo (estremamente semplice) in cui le collettività umane vivono la loro presenza su un globo la cui estrema complessità si è riusciti a comprendere solo in parte.

Sono emersi i limiti strutturali dei sistemi di accumulazione e di utilizzo della conoscenza, di gestione del potere a livello nazionale e sovranazionale, di organizzazione dei servizi nonché dei fondamenti valoriali che presiedono al loro funzionamento, temi troppo grandi sia per me che per questo post.

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Cronache da Berlino di Franco Di Giangirolamo – 2. novembre 2021

 

 

 

2 novembre 2021

100 anni si sentono e per la Ostbahnhof (Stazione Est ) è tempo di restauri e di rinnovi.

Una selva di gru, alte e imponenti, per un paio di anni si incaricheranno di realizzare il lavoro più faticoso e di esibirsi impudiche agli sguardi e agli obiettivi di macchine fotografiche e videocamere.

Non che lo spettacolo sia raro, perchè in una città che qualcuno ha definito „sempre in divenire senza mai essere“, è difficile scattare una panoramica senza intercettare lavori edili e gru all’opera, ma la particolare collocazione della stazione pare imporre una attenzione straordinaria.

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Cronache da Berlino di Franco Di Giangirolamo 22 ottobre 2021

 

 

Berlino è sotto una bufera di vento e si esce malvolentieri ma debbo spedire una lettera i miei nipotini, sgranchire le gambe e distribuire qualche flyer e prendo il coraggio a due mani. Arrivo fino al Cafè Sibylle sulla K. Marx Allee e mi rintano per un espresso einfach (semplice) E’ un locale particolare, dove si fanno iniziative culturali, musica e che è una eredità della Germania Est. Su internet trovate la sua storia. Mi seggo vicino ad una famosa edizione tedesca delle Opere Complete di Lenin e scorro i giornali. Purtroppo la collezione un po’ malandata dei vecchi libri non è contagiosa e la mia cultura non trarrà alcun profitto da questa vicinanza. In compenso l’espresso non mi sembra dei peggiori ma forse sono io che mi sto abituando al „mediocre“.

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#fridaysforfuture . Una grande manifestazione per le strade di Berlino

 

Molte decine di migliaia le ragazze e i ragazzi che hanno risposto all’appello dello sciopero per il clima. Alle 12 di questa mattina 24 settembre 2021 nel grande parco di fronte al Bundestag sono arrivati con i loro cartelli scritti a mano, con striscioni, molti sono piccoli, poco più che adolescenti. Hanno gli zaini coi libri di scuola e con le merende, si siedono in circolo nel grande prato in attesa che cominci la manifestazione. Dai loro cartelli scritti a mano si comprende perchè sono lì: ” Fermare il cambiamento climatico, non abbiamo un altro pianeta “, ” Care culture not car cultur”, ” il cambiamento climatico è peggio dei compiti a casa” Molti slogan oltre che in tedesco sono scritti in inglese. Questi adolescenti sanno bene come comunicare con efficacia: si piazzano davanti alle camere di tante televisioni internazionali con i loro cartelli. Il movimento, sia pure liquido, senza strutture organizzative visibili e ossificate, ha una propria organizzazione fluida, efficace, il servizio d’ordine svolto da questi adolescenti è inflessibile con coloro che non portano la mascherina o che non mantengono le distanze.

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Letture scelte da Berlino di Franco Di Giangirolamo

Berlin, 1 settembre 2021

 

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MEFISTOFELE….CHE GENIO!!!

Dopo un Agosto cattivo, quasi marcio, certamente brutto, dopo la vittoria di Allah sul Dio trinitario, dopo le manifestazioni sempre più violente dei combattenti per la libertà dal vaccino, mentre è alle porte la fine dell’era Merkel, che rimpiangeremo per un pezzo, aver voglia, come dice un mio amico FB, di ritirarsi in una abbazia per meditare è sintomo di salute mentale e non di depressione incipiente.

Non avendo eremi a portata di mano e, viceversa, qualche impegno da onorare, l’unica evasione che mi posso concedere senza scomodare i lussi è immergersi nella lettura, magari su una panchina, vista Spree.

Ed eccomi alle prese con un vecchio sogno: leggere il Faust di Goethe perché, come ebbi a dire alla mia insegnante di tedesco in un momento euforico „non si può morire in Germania senza aver almeno letto il vostro sommo poeta“. Non sarebbe rispettoso per il popolo che mi ospita. Non mi ero impegnato con lei e con me stesso a „capire“ ma almeno a „leggere“ e forse questo momento è quello giusto, anche se è più facile a dirsi che a farsi.

Avevo già fatto la salita sulla montagna sacra leggendo la bella traduzione del germanista Giovanni Vittorio Amoretti, ma è come andare sulla vetta del Cervino con l’elicottero. Si vede tutto il bello possibile ma non è una scalata!

Dal libro cadono diversi foglietti, tra i quali un appunto scarabocchiato malamente da una testimonianza di Guido Carli, relativamente ai tempi in cui era Ministro del Tesoro. Non ricordavo di averlo tenuto e ora che mi passa per le mani ho deciso di socializzarne il contenuto.

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::: Cronache da Berlino di Franco Di Giangirolamo :: 1 agosto 2021 :::

Fotostreet , manifesti mostre foto in Savigny Platz , Berlin aprile 2017 , foto gierre

1 agosto.

E’ terminato un luglio che climaticamente è sembrato un ottobre. Le ferie volgono al termine e tra pochi giorni riapriranno le scuole.

Ricomincia il tormentone della gestione scolastica della pandemia e il 10 Agosto Merkel si incontrerà ancora con i Presidenti di Regione per decidere il da farsi. Forse l’ultima gatta da pelare per la Cancelliera prima del meritato riposo, certamente un tema centrale di lotta politico elettorale per la sua successione.

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Cronache da Berlino di Franco Di Giangirolamo – 20 luglio 2021

Foto street in Berlin  gierre 2017 

20 luglio 2021

Le mie esplorazioni di Berlino, dal buco della serratura, sono diventate rare e me ne scuso con i miei amici FB che ogni tanto le seguivano,

Pigrizia pandemica e qualche acciacco di troppo, sicuramente, ma anche priorità che si impongono e non tutte piacevoli.

Nulla si potrebbe aggiungere alle informazioni sul disastro che ha interessato vari paesi europei, né sulle sue inevitabili ripercussioni politica, soprattutto in Germania, che a settembre rinnova il Bundestag e la Cancelleria e dove i Verdi sono un concorrente temibile per tutti i partiti, i quali, non a caso, da settimane hanno scatenato una campagna di discredito della loro candidata.

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Cronache da Berlino di Franco Di Giangirolamo

 

 

 

ABITARE A BERLINO.

Dopo anni di lievitazioni abnormi del costo degli appartamenti e di affitti alle stelle, il 20 febbraio 2020 il Senato Rosso-rosso-verde decide (Rent Cover Act) di stabilire un tetto per gli affitti che interessa 1,5 milioni di appartamenti e 9 inquilini su 10.

La legge avrebbe dovuto avere validità fino al 2025, avrebbe consentito aumenti solo per recuperare l’ inflazione annua, esentando dal vincolo solo le abitazioni di recente costruzione.

Conseguenza: una mole non piccola di riduzioni degli affitti.

280 deputati del Bundestag, in gran parte dell’Unione e dell’FDP, hanno impugnato la legge davanti alla Corte Costituzionale Federale di Karlsruhe e a metà aprile 2021 la doccia fredda per gli inquilini è arrivata. La Corte ha sentenziato la nullità del provvedimento in quanto la materia trattata non sarebbe di competenza dei singoli Stati. Non un intervento di merito, ovviamente, ma una interpretazione di un problema molto controverso e sempre presente in un sistema federale, di legislazione concorrente tra Stati regionali e Stato Federale.

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Cronache da Berlino di Franco Di Giangirolamo – 19 aprile 2021

Street Photo Berlin by  gierre 2020

FREDDO APRILE BERLINESE

La XVI settimana dell’anno che si avvia conferma che quello del 2021 sarà l’Aprile più freddo degli ultimi trenta anni e che si tratterà dei sette giorni (probabilmente) più importanti dell’anno.
A Berlino un clima autunnale e una certa “stanchezza“ sociale, derivante dall’imperversare incessante della pandemia, era stato riscaldato dalla ripresa delle attività scolastiche e da una decisione della Corte Costituzionale Federale che ha portato in piazza, per una grande e semispontanea manifestazione migliaia di affittuari, con relativi scontri con la polizia e violenze di prammatica.

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Cronache da Berlino di Franco Di Giangirolamo – 11 aprile 2021

Street foto Berlin 2019 – foto gierre 

DI CHE PASTA SIAMO FATTI….

Lasciate alle spalle le feste di Pasqua, e lo strascico bizzarro di bufere di neve e sole estivo polare, peraltro unica sorpresa che Marzo ha regalato ad Aprile, Berlin riprende, dopo la monotonia della settimana santa, il suo ritmo lento, da normale “chiusura soffice”.

Pochissime persone con i trolley in mano alle stazioni, a testimoniare il livello quasi zero del turismo interno, un poco più di traffico in Aeroporto per i rientri dall’estero, con certificati di negatività, in gran parte, si sussurra, autentici, file lunghissime davanti ai pochi supermarket dove sono riusciti ad organizzare il servizio di test rapido obbligatorio che consente, se negativo, di accedere al rito sempreverde dello shopping.

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PASQUOVID 21 di Franco Di Giangirolamo

 

Sprea Berlin – foto gierre – 2014 

Cronache da Berlino di Franco Di Giangirolamo

Il prossimo Aprile si rivelerà piuttosto “cruciale“ almeno per la Germania e per l’Italia, se non per l’Europa. In Germania si dovrebbe capire meglio se tra Stato e Regioni saranno in grado di prendere in mano il governo della terza ondata pandemica e della campagna vaccinale o se si confermerà lo stato di relativa “anarchia“ verso la quale rischia di scivolare il modello federale in un paese che più che un mito, in questo momento sembra un campione mondiale di box che non riesce a smaltire un huppercut al mento.
Anche in Italia mi pare che i prossimi giorni dovranno chiarire se il fronte vaccinale riuscirà ad avanzare e se un più adeguato coordinamento Stato Regioni potrà favorire la discesa della curva epidemica e lasciar preconizzare una estate meno problematica ed un finale di anno scolastico con i ragazzi a scuola.
Se un giudizio complessivo sarà possibile solo alla fine di giugno, le tendenze dovrebbero delinearsi in Aprile.
Restando in Germania, il 3 marzo, ormai c’è consenso generale, si sono assunte decisioni sbagliate.

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La Germania verso un lockdown prolungato: l’allarme dell’Istituto Robert Koch

Fonte : ILMITTE.COM

Lockdown prolungato: in vista del prossimo vertice, che vedrà Angela Merkel e i capi di governo dei singoli Länder discutere delle restrizioni protratte fino al 28 marzo, sembra sempre più difficile che ci potrà essere un allentamento.

Il ministro della salute Jens Spahn ha parlato di numero crescente di casi. L’esperto sanitario dell’SPD Karl Lauterbach teme invece che l’incidenza supererà quota 200 entro metà aprile, soprattutto a causa del pericolo rappresentato dalle nuove varianti. Venerdì mattina, secondo il Robert Koch Institute, l’incidenza è stata di 95,6 e sono state registrate 17.482 nuove infezioni in un solo giorno, circa 5.000 in più rispetto a una settimana fa.

Lockdown prolungato: “Non ci sono alternative!”

Potete girarla come volete, dobbiamo tornare al lockdown!“, ha dichiarato Lauterbech venerdì, in conferenza stampa. Ha aggiunto che non ha senso aspettare e che l’unico modo per uscire prima possibile dal lockdown è il lockdown stesso. L’esperto ha parlato anche dell’inizio di una “terza ondata fulminante” e del pericolo di un sovraccarico delle unità di terapia intensiva entro poche settimane, se non calano i numeri.

Il pericolo delle vacanze di Pasqua

In tutto questo si profila il pericolo che le vacanze di Pasqua possano portare a un rilassamento ulteriore rispetto alle restrizione e a viaggi potenzialmente rischiosi, anche sotto il profilo dell’ingresso in Germania delle varianti del virus.

Lars Chaade, vicepresidente del Robert Koch Institut, ha anche fatto appello in questo senso ai tedeschi, parlando del fatto che si sia nel mezzo di una crescita esponenziale dei casi. “È molto probabile che a Pasqua avremo una situazione come prima di Natale” ha dichiarato, invitando le persone a restare a casa.

(Fonti: Berliner MorgenpostT-Online)

Cronache da Berlino di Franco Di Giangirolamo – 18 marzo 2021

il cielo di Berlin …. foto di gierre 

MUTTI SUL FILO DI UNA CRISI DI NERVI?

Non posso essere ipercritico nei confronti della Merkel: sarebbe un eccesso di presunzione e una diminutio della stima che si è meritata, ma la scelta frettolosa di sospendere la somministrazione del vaccino AZ la ritengo un grave errore. Anche i paesi che hanno approvato questa scelta hanno amplificato, con l’ effetto domino, l’errore.

L’Istituto Paul Herlich oltre che responsabile è autorevolissimo ma alle sue preoccupazioni si poteva rispondere allertando l’ EMA ai fini di un approfondimento specifico e continuando la vaccinazione. Perché tanta precipitazione? Decidere frettolosamente e senza praticamente coinvolgere nessuno (nè governi, nè UE, nè OMS, etc), più che adozione del principio di precauzione, manifesta un tale livello di allarme che, si voglia o no, è già una sentenza sul vaccino.

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Cronache da Berlino di Franco Di Giangirolamo – 4 marzo 2021

 

 

Per le strade di Berlino prima della pandemia ( foto gierre )

4 marzo 2021

Terza ondata?
A 10 settimane dal lockdown natalizio, le varianti fanno temere la terza ondata, sostiene il virologo Christian Droste che non sbaglia mai previsioni, anche se tutti se lo augurano. La Merkel stempera; “la primavera del 2021 sarà diversa da quella del 2020“. La prudenza induce a non precisare se sarà migliore o peggiore.

Ieri dieci ore di summit Stato-Regioni, definito consultazione“, che per la Cancelliera è stato un “negoziato molto duro, che ha partorito un approccio graduale, che deluderà molte persone“ : hanno deciso, con valenza fino al 28 marzo, un approccio differenziato, multilivello, commisurato al valore della incidenza delle infezioni su 7 giorni che girano attorno a due boe: 50 e 100 e alla loro verifica bisettimanale. Detto in parole semplici: aperture progressive con valori al di sotto dei 50 e con incidenza decrescente delle infezioni/100.000 ab. sui 7 giorni. Freni di emergenza e inasprimenti progressivi con valori che superano la soglia di 100.

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Una LATTINA POTENTE COME UNA BOMBA ATOMICA di Franco Di Giangirolamo da Berlino

Fotostreet.  Berlin Sprea. foto gierre 

Leggo da RND Nachrichten che il matematico Kit Yates si è posto il problema del „VOLUME totale dei virus“. Secondo i suoi calcoli, tenuto conto che il diametro di un virus è un millesimo di quello di un capello, il numero dei virus che circolano nel mondo ammonterebbe a 2 TRILIONI, all’incirca come il numero dei granelli di sabbia del pianeta. Inoltre, Yates, che immagino sia uno dei più simpatici studiosi in circolazione, calcola che, se potessimo catturarli tutti, potremmo imprigionarli in una lattina di 160 MILLILITRI, quasi un’aranciata. Assunte come vere, sono conclusioni che fanno tornare alla mente la potenza micidiale dell’infinitamente piccolo etc. etc. etc.

A Berlino, dopo una settimana di nevicate e gelate non troppo antipatiche, torna il sole e temperature fuori stagione. Il parco Friedrichshain e il Mont Klamott hanno ripreso la loro immagine abituale, dopo aver prestato le loro collinette imbiancate al divertimento di bambini e ragazzi, molti dei quali si sono ruzzolati nella neve per la prima volta.

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Berlino: gli under 65 non potranno più scegliere il vaccino. Per loro solo Astrazeneca.

Fonte : ilMitte.com che ringraziamo 

 

Il dipartimento della sanità del Senato di Berlino l’aveva già anticipato con alcuni tweet, che avevano generato non poca confusione, ma ora la notizia è ufficiale: a Berlino non sarà più possibile scegliere a quale vaccino sottoporsi. Fino a quando i centri vaccinali della capitale tedesca avevano a disposizione solo i prodotti di Biontech e Moderna, i berlinesi potevano scegliere con quale farmaco farsi immunizzare. Con l’arrivo del terzo vaccino, quello di Astrazeneca, questa possibilità decade per tutta la popolazione di età compresa fra i 18 e i 65 anni. In questa fascia, ha infatti dichiarato la senatrice alla sanità Dilek Kalayci (SPD) sarà disponibile solo il vaccino di Astrazeneca.

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Vivere a Berlino in questa epoca di Franco Di Giangirolamo

 

6 febbraio 2021

Berlino attende una nevicata decente e un freddo all’altezza della stagione invernale, che le previsioni annunciano. Negli ultimi 6 anni è piovuto e nevicato così poco che alla città manca un anno di precipitazioni. In poche parole, l’acqua sta scarseggiando sempre più e alcuni ricercatori ritengono che la Germania debba prepararsi ad una “siccità di lungo termine“. Perciò rallegriamoci oltre che per l’ambiente anche per la gioia di vedere frotte di ragazzi che sciamano nei parchi con gli slittini.

Friday for Future ha dovuto sospendere i propri appuntamenti settimanali proprio a causa della Pandemia che è uno dei frutti degli squilibri ecologici globali: la siccità sarà un argomento in più per continuare e rafforzare la mobilitazione.

Peccato solo che il freddo non agevoli la lotta al virus che negli ultimi due mesi ha scosso la Germania in modo notevole. Basti pensare che nell’ultimo mese e mezzo il numero totale dei morti è raddoppiato, superando i 60.000 (2/3 deceduti in case di cura e riposo per anziani). Le notizie sulla diffusione della variante inglese, assieme a quelle che vengono dall’Inghilterra e Portogallo, aumentano l’ansia dei politici che moltiplicano i summit nazionali, anche se dopo tre strette consecutive non si sa più cosa fare.

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UN DIARIO POCO ALLEGRO DA BERLINO di Franco Di Giangirolamo

 

Scoiattoli nel parco Tiegarten  Berlin ( foto gr )

Berlino 26 gennaio 2021

Notizia brutta: le misure anticorona, ulteriormente inasprite da domenica, non hanno dato i risultati sperati e il tasso di infezione scende ma non a sufficienza mentre il numero dei decessi resta alto (superati i 50.000 decessi). Le misure di prevenzione si sono dimostrate assolutamente necessarie ma non sufficienti. Inoltre, le varianti e il piano vaccinale che va a rilento e allontana di molto la luce in fondo al tunnel. Perfino una clinica (1.500 dipendenti) è stata messa tutta in quarantena segnalando un grado di pericolosità che allarma non poco.

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Berlino: ospedale in quarantena a causa della variante inglese del Covid-19

Fonte Ilmitte.com che ringraziamo 

Fridolin freudenfett (Peter Kuley), CC BY-SA 3.0 , via Wikimedia Commons

Il Vivantes-Humboldt-Klinikum di Reinickendorf è stato chiuso e messo in stato di quarantena a causa di una diffusione incontrollata della variante B.1.1.7 del Covid-19. Già nella giornata di giovedì scorso la struttura aveva registrato un incremento preoccupante del numero dei pazienti affetti da questa particolare mutazione del virus.

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VARIANTE INGLESE. Cronache da Berlino – di Franco Di Giangirolamo 14 gennaio 2021

VARIANTE INGLESE.

Sì, proprio quella sequenziata nell’ottobre scorso da tre giovani ricercatori del Dipartimento di Farmacia e Biotecnologia della UNIBO. Sì, proprio quella riscontrata nell’1% degli inglesi e che era già stata riconosciuta come molto più infettiva, anche se non più letale, del ceppo ormai familiare.

E’ forse questa la risposta alla domanda ineludibile che viene spontanea quando si osserva la sproporzione rilevante tra le misure adottate negli ultimi mesi e lo sviluppo apparentemente inarrestabile della pandemia. Perché il lockdown non produce effetti positivi?

Perché la Merkel è passata in pochi mesi dal dichiarare le misure adottate in Ottobre come necessarie, quelle di novembre prima come urgenti e poi come “insufficienti“ e quelle di dicembre come esiziali, fino ad arrivare alle ultime dichiarazioni di Gennaio “Ne avremo fino a Pasqua“?

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Le decisioni del governo tedesco per il contenimento dei contagi di Franco Di Giangirolamo

Street foto in Berlin ( foto gierre)

6 Gennaio 2021

Epifania, festa che in Germania non si celebra e caratterizzata dalle decisioni che, dopo 5 ore di confronto tra il Governo federale e quelli Statali (alias regionali), sono state assunte per il mese di Gennaio.

Si proroga il blocco deciso all’inizio di dicembre fino al 31 gennaio, mantenendo chiuse le scuole e gli asili nido. Tenuto conto che la Pandemia non demorde, sono stati previsti alcuni inasprimenti:

  • restrizioni di contatto (familiari più un solo non familiare)
  • limitazione della mobilità (nei distretti dove si registrano 200 infezioni la settimana su 100.000 abitanti, la mobilità è ridotta nei limiti di 15 km.) che riguarda al momento 67 hot spot.
  • Per i provenienti dall’estero, strategia dei due test, ovvero un test all’arrivo e uno dopo 5 gg. di quarantena dopo la quale, se negativi, si sarà liberi.
  • Sollecitazione agli imprenditori per favorire maggiormente il lavoro da casa.
  • Le gite di un giorno non sono auspicabili (vedasi frequentazione massiccia di zone innevate, come le chiamano qui)

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Vivere a Berlino all’epoca del coronavirus . 03.01.2021 di Franco Di Giangirolamo

 Sguardi sotto il cielo di Berlino  . foto gierre

FINALMENTE  NEVE SU BERLINO!!

Dopo una settimana di previsioni fasulle, una nevicata che forse sarà lunga visto il cielo carico. Finalmente perché l’anno 2020 è stato anche il secondo più caldo da quando si registrano le temperature in Germania. Il DWD, servizio meteorologico tedesco, calcola che la temperatura media nel 2020 sia stata di 2,2 gradi superiore al valore di riferimento internazionale dal 1961 al 1990.

Il meteo è in linea con il clima politico, che sarà vieppiù surriscaldato sia perché il controllo della pandemia non pare a portata di mano, sia perché quest’anno finisce l’era Merkel e sarà un anno di superelezioni, dovendosi celebrare 6 elezioni statali (regionali), due elezioni locali e quella federale. Gran parte del conflitto politico, come è ovvio, si giocherà direttamente o indirettamente sul terreno del governo della pandemia e della “ricostruzione di una nuova (quale?) normalità“.

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Vivere a Berlino all’epoca del Coronavirus – 26 dicembre 2020 di Franco Di Giangirolamo

Santo Stefano Berlinese.

E’ sempre un giorno dalla sveglia lenta e tarda, per chi non deve lavorare. Dal mio punto di osservazione, la finestra, calma super piatta, come ieri, eccezion fatta per qualche cane che “sgamba“. Un’ animazione soft viene dalla residenza per anziani poco distante: un prete gestisce dal prato antistante l’ingresso principale una “funzione“ religiosa (lo intuisco dai paramenti) davanti ad alcuni ospiti che sono “non riuniti“ (nel senso che sono fuori ma distanziati) bensì adunati davanti alla palazzina. Altri seguono da dietro i vetri delle loro stanze.. E’ stata una funzione breve, commisurata al fredddo, ma “partecipata“. Avendo letto sui giornali che metà delle Chiese evangeliche avevano sospeso le funzioni religiose per Natale, tutto mi aspettavo tranne che si tenesse una funzione religiosa all’aperto per le persone anziane. Forse a suggerire di restare all’aperto, invece che negli spazi riscaldati della residenza, sono i dati sulla letalità del virus. Nella prima ondata un terzo dei decessi riguardava persone residenti in case di cura o riposo per anziani, mentre nella seconda ondata, più della metà dei morti erano residenti in strutture per anziani, con tendenza all’aumento.

L’ho trovata una idea ottima e con pochissime controindicazioni. Credo, da ateo, che il conforto della fede possa essere di grandissimo aiuto a persone che vivono questi difficili momenti spesso in totale solitudine e, mettendomi nei panni di questi “quasi coetanei“ , ho provato una tenerezza strana per questi miei concittadini sconosciuti.

Poche novità da Berlino. A occhio pare che le indicazioni della Merkel siano state rispettate anche al di là del dovuto. Qui non è vietato nè viaggiare nè uscire di casa ogni volta che si vuole, senza dover spiegare niente a nessuno, eppure i treni sono occupati al 30%, i mezzi pubblici sono molto vuoti e per strada la gente è poca e distanziata, tutti con la mascherina sia nelle piazze dove è obbligatoria, sia laddove non lo è.

Non si sa quanto servirà ad  “abbassare la curva“, come ormai si usa dire, ma almeno ci si prova. Intanto la mutazione inglese è arrivata in Baden Wurttenberg con una signora che il 29.12 è rientrata da UK e ci si prepara al Vaccino Day che domani verrà monopolizzato dai media che , anche senza volerlo, contribuiranno all’aumento smisurato delle illusioni dei cittadini, nonostante le cautele diffuse a piene mani dagli “esperti“, che si sbracciano, spesso inascoltati, per dare una giusta dimensione al ruolo della vaccinazione, che, senza mettere in discussione gli indubbi benefici, è pur proporzionale al mix di quanto si sa e quanto non si conosce ancora.

Una notizia confortante, ma non del tutto fondata. è che Michael Ballweg, leader dei Querdenken (Pensiero laterale o Obliquo) abbia sospeso per un mese le manifestazioni del movimento in Germania. Forse essendo state impedite a Dresden e a Berlino, fa di necessità virtù e conta di ritornare sulla scena “più forti che pria“ in primavera. Notizia non fondata perchè in Alexanderplatz, dietro il tram che vedete nella foto, si è svolta, proprio oggi pomeriggio una manifestazione di Querdenken 30 berlinese, molto poco partecipata ma organizzata alla grande, con tanto di Camion-altoparlante, musiche di Imagine e di John Lennon, strumentalizzato per chiedere “libertà“ dalla finta Pandemia utilizzata come alibi per imporre una incomprensibile dittatura.

Non sono abituato a derubricare questioni politiche a problemi psichiatrici e meno che mai a squalificare ciò che non condivido aggettivando negativamente, ma oggi è il 26 dicembre e anche io ho diritto di prendermi una licenza. Perciò passo velocemente con un certo disgusto e senza perdermi in analisi davanti a questo gruppo di scocomerati lamentandomi molto con la mamma degli imbecilli, che la dà via un po’ troppo !!!

Vado a fotografare il Weltzeituhr (l’orologio del mondo), più attraente di notte e quando non c’è gente. Sotto questo aggeggio ci si da gli appuntamenti, almeno con coloro che abitanto nella parte Est di Berlino. Un po’ come a Bologna, dove ci si incontra “sotto l’orologio“ di Piazza Maggiore. Fotografo mia moglie sotto l’ora di Santiago, lei mi fotografa sotto l’ora italiana, come fanno i turisti, e andiamo a prendere un caffè take away al Bar Einstein, dove siamo unici clienti.

La Piazza vuota si presta per le nostre piccole passeggiate pomeridiane senza rischi. Ci dirigiamo verso il Palazzo comunale, da dove prenderemo la U5 e notiamo la piccola folla di senza fissa dimora che, stranamente ignorati dalla polizia (è Natale anche per loro!), bivaccano rumorosamente sotto la S-Bahn. Recenti provvedimenti per loro che, si stima, siano 47.000. Sui numeri non dico niente perchè ogni anno cambiano, almeno sui giornali. L’anno scorso erano la metà. Ma pochi o tanti che siano, con il Corona i problemi sono aumentati perchè cambiano le condizioni di ospitalità eventuale, specialmente ora che il freddo è arrivato (siamo vicini allo 0 di giorno). In altre parole non li puoi ammucchiare nei classici dormitori rifugio altrimenti il contagio……Le tecnologie pare arrivino a proposito. Annunciata dal Senato l’adozione di un Data Base centrale “persone in cerca di un letto“, sistema di prenotazione alberghiera cui hanno accesso solamente i dipendenti della pubblica amministrazione che gestiscono il “sociale“. Così si controlla la fatturazione e si ottimizza la collocazione delle persone, attraverso funzioni come “corridoio femminile senza uomini in visita“, “animali domestici“, “corridoio familiare“, etc. per tenere conto delle specifiche esigenze. Non me lo sarei mai immaginato!!!

Chiacchierando del più e del meno attraversiamo il rifugio dei corvi, ovvero una serie di alberi nei quali si ammucchiano a centinaia tutte le notti, discutendo con mia moglie di vaccini.

Il sondaggio di Yougov, apparso su Zeit online, sostiene che 2/3 dei berlinesi vogliono essere vaccinati contro il Corona e il 32% “prima possibile“, mentre il 33% “attende per vedere cosa succede agli altri“ e solo il 19% non si vuole vaccinare. La disponibilità cresce con l’aumento dell’età. Solo un terzo dice di non avere alcuna paura, mentre il 57% mostra preoccupazione per gli effetti collaterali. Solo la metà di coloro che votano AfD vuole vaccinarsi, mentre gli elettori dei Verdi superano l’80%.Insomma, c’è una certa correlazione anche con la scelta politica.

Non credo troppo nei sondaggi, specialmente quando si tratta di fenomeni abbastanza unici e nuovi, perciò attendo la verifica dei fatti.

Abbiamo spiato abbastanza per oggi. Si rientra al caldo e si invia un saluto caro a tutt*.

Franco Di Giangirolamo

  • le foto sono di Franco e Pamela

Vivere a Berlino ai tempi del corona di Franco Di Giangirolamo. 19.12.2020

                   Ci abbracceremo di nuovo

Primo fine settimana della “cura Merkel“ per contrastare meglio la pandemia in un periodo piuttosto particolare. Un sole sfacciato e zero nuvole all’orizzonte, che sono una provocazione per i tedeschi cui basta un vago accenno di chiarore solare per disperdersi nei parchi della città.

A 5 giorni dal via Berlino ha cambiato volto, ma non così tanto. Scuole chiuse, traffico ridimensionato del 50%, ma la città non si è svuotata come la primavera scorsa, quando capitava di essere gli unici utenti della metro e le piazze erano molto più deserte.

Il messaggio preoccupato della Cancelliera è passato, se il sondaggio commissionato a FORSA da RND riferiva che il 68% di giovani tra i 18 e 29 anni riteneva corrette le misure adottate e che, di questi, il 19% avrebbe preferito addirittura misure più severe. Il 12 % del campione le rifiuta e il 51% dei critici sostiene il partito AfD. Tra i giovani c’è una maggiore diffidenza verso i vaccini e solo il 42% accetta di vaccinarsi prima possibile, mentre il 45% “aspetta per vedere“. Pochi sono contrari. Infine, solo il 48% ritiene che con le misure adottate ci sarà un significativo successo contro la pandemia. Dati interessanti che ridimensionano le tesi sulla maggiore irresponsabilità o consapevolezza dei giovani in ordine alla pandemia.

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Cronache da Berlino al tempo della pandemia di Franco Di Giangirolamo 9 dicembre 2020

Berlin Photostreet – Moabiter Brucker –  foto gierre 2012

In quasi tutto il mondo l’anno 2020 resterà memorabile per la Pandemia più preoccupante dall’inizio del secolo. Quasi sicuramente non sarà l’ultima e, forse, neanche la più grave, se non si pone mano alle cause prime delle zoonosi, che risiedono nel rapporto della specie umana con il resto del mondo vivente e non; in ogni caso, sarà un ricordo di prima categoria.

I berlinesi non faranno eccezione, ma potranno aggiungere qualche ricordo eccellente a quello catastrofico.

Non mi riferisco alla presidenza semestrale tedesca della Unione Europea, che non sarebbe così rilevante se non fosse che mai come quest’anno, in modalità corona, si aveva più che in altri tempi necessità di una mano autorevole sul timone e di quel tanto di ragionevolezza collettiva che può traguardare l’Europa oltre il minimo comun denominatore degli interessi nazionali.

I berlinesi che penseranno al 2020 non potranno non ricordarlo anche come l’anno delle “Inaugurazioni“, ovvero di eventi di valenza locale ma non troppo.

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Cronache da Berlino – di Franco Di Giangirolamo 03 dicembre 2020

Immagini da Berlin – foto gierre

Germania. ” TUTTO PUO’ ANDARE STORTO“ titolava il SDZeitung il 27.09, alludendo ad una filosofia esattamente antitetica a quella dell’ “andrà tutto bene“ che circolava in Italia qualche mese fa.

Il riferimento specifico era a quel gigantesco progetto logistico messo in campo per il Piano di Vaccinazione di massa che contiene diverse incognite che STYKO (Commissione permanente per e Vaccinazioni dell’Istituto Koch) dovrà declinare nel corso dell’anno prossimo.

L’interrogativo tuttavia si pone anche per le strategie di contenimento della pandemia che pare non consentano di raggiungere l’obiettivo (50 infezioni per 100.000 abitanti/ sett,) in tempi veloci. Le preoccupazioni della Merkel e di alcuni presidenti regionali, che qualche settimana fa potevano sembrare eccessive, alla luce dei dati comparati a livello europeo, si stanno dimostrando più che realistiche. Con i 487 decessi di ieri (17.123 in totale), il numero più elevato di morti giornalieri dall’inizio della pandemia, e una distanza ancora troppo rilevante dall’obiettivo relativo alle infezioni, seppure con un Rt= 0,89, ormai ci si sta muovendo nella inevitabile direzione di prolungare le norme del lock down attuale non solo fino al 20 dicembre, ma fino al 10 gennaio, senza alcun allentamento per il periodo natalizio.

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Vivere a Berlino al tempo del Coronavirus di Franco Di Giangirolamo 25 novembre 2020

Graffiti in Berlin – photo street – foto  gierre  ( Autore del graffito El Bocho )

Il cielo nuvoloso è il vestito che Berlino indossa sempre bene, ma oggi, con la situazione rarefatta determinata dalle misure antiSars-Covid-2, appare molto più “triste“. Perfino i vari volatili, presenze fisse nelle stazioni, sembrano stanchi e svogliati, senza la vivacità che li caratterizza al mattino, quando hanno più fame.

Forse stanno attendendo che la Merkel, che sta svolgendo il suo ruolo circense di domatrice di presidenti di Laender, adegui le norme anti Covid almeno fino al 20 dicembre. Vivendo in simbiosi con la specie umana, in questo caso urbanizzata, per i volatili e per la fauna cittadina gli orientamenti della Cancelliera sono questione di qualità della vita, se non di vita o di morte.

L’incontro è preparato da un documento unitario dei presidenti regionali e da un orientamento maturato dall’ SPD. Stasera sapremo quali opinioni prevarranno, visto che la Merkel pare predisposta ad un atteggiamento più „duro“. Ci si chiede: sarà sacrificato l’Avvento? (6 dicembre, che qui è una festa importante), si salverà scuola, Natale e Capodanno? I numeri danno ragione a tutti perchè la curva dei contagi non cresce ma resta ad un alto livello e consente sia un superficiale ottimismo che un superficiale pessimismo, anche perché le terapie intensive non si riempiono nella misura che si temeva ma non sono vuote. Ma Mutti non mollerà, secondo me, e resterà più vicina alle posizioni dei bavaresi che a quelle dei sassoni. Una rigorosità più grande di quella italica nonostante i numeri siano molto meno gravi di quelli patrii.

Nel giretto/caffè take away con la mia signora vedo una doppia tristezza: quella degli addobbi die grandi magazzini, per me sproporzionati sia in tempo di pace che di Covid, che contrasta con la poca gente che li frequenta e soprattutto con le loro facce smorte, e quella di Alexanderplatz senza gli allestimenti del Mercatino di Natale, presenza classica a queste latitudini.

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Cronache da Berlino al tempo della “seconda ondata” di Franco Di Giangirolamo

Fotostreet in Berlin – foto gierre

17.11.2020

Fatalità? Appena alzato mi cade l’occhio su una pagina dell’AbendBlatt (giornaletto locale) che propaganda senza pudore una praxis per la consulenza testamentaria. Il tempismo prussiano non mi stupisce più ormai: sentita aria di peggioramento della situazione pandemica si sono allertati tutti i servizi collaterali. Il suggerimento non è superfluo nemmeno per coloro che, come me, non si sono preoccupati del testamento, non tanto perchè non temono la inevitabile „livella“, e neppure per scaramanzia, quanto perchè hanno insignificanti patrimoni e molti eredi. Grato del suggerimento mi accingerò tuttavia alla bisogna se non altro per dare uno stile alla suddivisione delle scarabattole che ho raccolto nel corso della vita. Scarabattole sì, ma senza sminuirne il valore. Ho avuto periodi nella mia vita, quando sembrava che l’inimicizia tra me e il denaro fosse inconciliabile, nei quali ho vissuto circondato da utilissime scarabattole, lasciatemi o ereditate dai miei amici, fortunatamente non tutti defunti, che debbo gratificare non solo per il valore d’uso, ma anche per il calore delle appartenenze condivise. Ovvero, per quel sentimento nostalgico che si prova quando un amico/a o un/a amante, o un parente, ci lascia e ci si ritrova a prendere un libro, un disco, un oggetto qualsiasi che evoca momenti della vita con lui/lei e ti accorgi che non lo stai afferrando ma accarezzando, come se l’altro/a potesse, con quel gesto, avvertire e condividere quel ricordo.

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