Valutazione del rischio di biosicurezza nelle scienze della vita: verso un toolkit per i singoli professionisti

Fonte : SIPRI che ringraziamo

Copertina del Toolkit sui rischi per la biosicurezza
Editore: SIPRI
SIPRI, Stoccolma:
marzo 2023

Esistono numerosi rischi potenziali e conseguenze indesiderate associati alla ricerca all’intersezione tra scienze biologiche e tecnologie emergenti, incluso il rischio di uso improprio per scopi dannosi. Sebbene esistano approcci consolidati di gestione del rischio biologico per affrontare questi pericoli, permangono delle lacune. Questo documento si concentra sul ruolo dei singoli professionisti nel contribuire a una più ampia cultura della biosicurezza e della bioprotezione. Presenta una proposta di toolkit che prevede un processo di valutazione del rischio e strategie per gestire i rischi potenziali. Il documento delinea i modi per motivare i professionisti ad assumersi in modo proattivo la responsabilità di considerare e gestire i rischi biologici associati al loro lavoro, con l’obiettivo di colmare il divario di conoscenze dotando gli scienziati di strumenti adeguati per attuare una strategia globale di mitigazione del rischio biologico a livello pratico. Conclude implementando l’approccio utilizzando una potenziale applicazione della nanobiotecnologia a scopo dimostrativo e considera i prossimi passi.

Contenuti

introduzione   

1. Comprendere il panorama del biorischio

2. Valutazione del rischio di biosicurezza nella pratica

3. Approccio proposto per un toolkit pratico per la valutazione del rischio biologico  

4. Valutazione del rischio di biosicurezza delle tecnologie emergenti 

Conclusioni   

INFORMAZIONI SUGLI AUTORI/CURATORI

Il dottor Mirko Himmel è un ricercatore senior associato all’interno dell’area di ricerca sull’armamento e il disarmo del SIPRI.

La salute nelle mani delle città

 

Fonte Saluteinternazionale  che ringraziamo 

Autrice : Letizia Fattorini

La Carta di Ottawa, stilata nel 1986 in occasione della Prima Conferenza Internazionale sulla Promozione della Salute, evidenzia alcuni pre-requisiti fondamentali per il suo raggiungimento: la pace, una casa e il cibo, l’educazione, risorse economiche adeguate, ma anche giustizia ed equità sociale, nonché un ecosistema stabile e l’uso sostenibile delle risorse (1).

Non possiamo negare che il contesto politico, socio-economico, culturale e ambientale abbiano un ruolo fondamentale nella formazione, sviluppo e declino di una persona: sono infatti denominati (fattori) determinanti della salute.

Con Urban Health si fa riferimento ad un orientamento strategico che integra le azioni di tutela e promozione della salute nella progettazione urbana. L’ambiente urbano incide sulla salute agendo su diversi livelli: dai cambiamenti sociali che alterano i comportamenti individuali, all’esposizione della popolazione a fattori di rischio legati ad un ambiente fisico inadeguato, che spesso è sia causa che conseguenza delle alterazioni della biosfera e del clima. Le aree urbane possono favorire una migliore qualità di vita assicurando migliori infrastrutture e disponibilità di servizi rispetto alle aree rurali. Tuttavia le città devono anche affrontare difficoltà nella distribuzione di risorse limitate tra le popolazioni in rapida crescita; inoltre, vi si osservano problemi di salute di grande rilievo, quali la diffusione di malattie infettive emergenti (vedi la pandemia da COVID-19) e, soprattutto, di patologie croniche e disabilità fisiche e intellettive (principale problema per l’organizzazione e la sostenibilità dei servizi sanitari nei paesi occidentali, dove la popolazione si fa sempre più anziana). Tali situazioni sono spesso correlate anche ad uno sviluppo urbanistico scorretto, con la diffusione di quartieri privi di spazi verdi o di luoghi di aggregazione, impersonali e alienanti, che facilitano le popolazioni ad assumere comportamenti non salutari (2).

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Effetti collaterali della pandemia

Fonte: Saluteinternazionale.info

Alice Fanfani, Silvia Mele e Sophia Papini,

La pandemia da COVID-19 ha avuto notevoli ripercussioni sull’uso dei servizi sanitari di base, in particolare quelli di salute materno-infantile, sia a causa delle restrizioni che del minore afflusso dell’utenza, timorosa di contrarre l’infezione nelle strutture sanitarie.

A gennaio 2022 la popolazione mondiale ha superato gli 8 miliardi di persone. Secondo il PRB (Population Reference Bureau) (1) entro il 2050 potrebbe raggiungere i 10 miliardi con un aumento di circa il 24% rispetto al 2020. Nonostante a livello globale il tasso di fertilità totale (TFR), definito come il numero medio di nascite per donna, sia sceso da 3,2 nel 1990 a 2,3 nel 2020 e la situazione pre-pandemica abbia evidenziato la tendenza ad un ritardo nella gravidanza nei paesi ad alto reddito, la percentuale di nascite da madri adolescenti di età compresa tra 15 e 19 anni è rimasta stabile in molti paesi a basso reddito.In questo quadro si inseriscono i dati OMS che raccontano come nel mondo ogni anno circa 370.000 morti al femminile siano causate da gravidanza mentre più di 8 milioni di morti infantili avvengano proprio nei Paesi a basso e medio reddito prima di aver raggiunto i cinque anni di età.

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A quando una vera integrazione Ambiente Salute?

di Fabrizio Bianchi e Mauro Valiani

Fonte Quotidiano Salute che ringraziamo 

Il recente decreto legge n.36, che ha perso per strada l’incremento di risorse per il personale dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL, merita di essere discusso. Diversi si sono già pronunciati su QS, ad esempio Bisceglia e altri per l’Associazione Italiana di Epidemiologia, noi ci proponiamo di offrire qualche spunto sulla prevenzione necessaria e quindi sui Dipartimenti di Prevenzione (DP) delle ASL, così essenziali e così bistrattati.

 

La pandemia ha evidenziato, ancora una volta, la natura interconnessa dei nostri sistemi planetari, dalle origini zoonotiche delle malattie e la loro relazione con il nostro ambiente naturale e sistemi alimentari, alla maggiore vulnerabilità alle malattie derivante dalla disuguaglianza sociale, dall’inquinamento dell’aria e altri fattori ambientali. Come ci indicano le grandi Agenzie dell’OMS, la strategia One Health è un approccio integrato e unificante che mira ad equilibrare e ottimizzare in modo sostenibile la salute di persone, animali ed ecosistemi. Il raggiungimento della visione di sostenibilità dell’UE per il 2050 è veramente messo a rischio dai venti di guerra, ma anche dalla mancanza di volontà politiche e cambiamenti decisivi nel carattere e nell’ambizione delle azioni.

Assai rilevante è la recente approvazione della legge costituzionale che modifica gli articoli 9 e 41 della Costituzione, introducendo tra i principi fondamentali la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi e l’attenzione al destino delle future generazioni. Effettivamente, per i costituenti, nel dopoguerra, l’attuale emergenza ambientale e climatica non era immaginabile. Questo nuovo quadro ‘chiama’ una revisione delle politiche e delle pratiche, delle risorse e dell’assetto organizzativo dei servizi pubblici più direttamente connessi con questa materia.

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Un nuovo rapporto afferma che sono necessarie azioni e investimenti governativi urgenti contro la resistenza antimicrobica

 

Fonte : Health Policy Watch

Si stima che circa 700.000 persone muoiano già ogni anno a causa di infezioni resistenti ai farmaci e della mancanza di antimicrobici per curarle. Un rapporto delle Nazioni Unite del 2019 ha avvertito che se le tendenze vengono ignorate, l’AMR potrebbe causare fino a 10 milioni di morti all’anno e perdite del PIL di oltre 100 trilioni di dollari entro il 2050.

Un articolo importante sulle infezioni resistenti ai farmaci:

Urgent Government Action and Investment Needed Against Antimicrobial Resistance, Says New Report

 

Covid-19: verso la revoca dei brevetti sui vaccini

 

Fonte : ETUI

Il 5 maggio 2021, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden sorprende chiedendo la revoca dei brevetti sui vaccini anti-Covid. “Questa è una crisi sanitaria globale e le circostanze straordinarie della pandemia di Covid-19 richiedono misure straordinarie”, ha affermato Katherine Tai, rappresentante per il commercio degli Stati Uniti . Questa posizione segue una lettera inviata a Joe Biden tre settimane prima, co-firmata da 170 premi Nobel ed ex capi di stato o di governo. Un passo considerato dai firmatari “vitale e necessario per porre fine alla pandemia”.

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Emergency. Vaccini, la sfida reale

Diamo il nostro contributo per la massima diffusione dell’Appello di Emergency. Diario Prevenzione

I diritti esclusivi e i monopoli dei colossi farmaceutici sui brevetti impediscono che al momento ci siano dosi sufficienti di vaccini sicuri ed efficaci contro il Covid-19 per tutti. E se, con molte incertezze, i nostri piani vaccinali si propongono di raggiungere un’immunità significativa entro il 2021, i Paesi poveri arriveranno allo stesso traguardo non prima del 2023.
Con Rossella Miccio, Presidente di EMERGENCY, Vittorio Agnoletto, medico e promotore della campagna Right2cure/DirittoallaCura pagina italiana dell’ICE, e Andrea Di Stefano, giornalista.
“La mobilitazione popolare. Vaccini bene pubblico globale, ovunque” è uno degli incontri online del ciclo “Vaccini: la sfida reale”, organizzato da EMERGENCY.

Cittadini del mondo

di Francesco Domenico Capizzi * – 06.05.2020

Fonte Mente Politica

Marco Aurelio

 

 

 

 

Dopo quasi due millenni bisogna plaudire l’imperatore Marco Aurelio quando sostiene che “schiavo è colui che si sente sottomesso ad una natura capricciosa, cittadino del Mondo è chi riconosce di vivere in mezzo ad una natura governata da leggi rigorose” (I Pensieri”, Mondadori 1974). L’aforisma è quanto mai attuale perché dà origine ad interpretazioni opposte degli eventi “naturali” che si susseguono, fra cui l’attuale pandemia. La visione capricciosa della natura rende l’organizzazione sociale rigida, nello stesso tempo incerta, financo evanescente, e favorisce la concezione misterica dei molti mali che attanagliano i popoli: guerre, carestie, razzismi, sfruttamenti, diseguaglianze, dittature, malattie, epidemie…

E’ quanto è accaduto nel corso dell’emergenza attuale: prima e dopo l’evento acuto scaturito in Cina ha prevalso l’inerzia, finalmente sono state adottate misure organizzativo-socio-sanitarie di contrasto mentre si andavano affinando misure cautelative e strumenti diagnostico-terapeutici. A parte l’incertezza iniziale, tutto ben fatto di fronte alla pandemia conclamata, preceduta dall’epidemia in Wuhan che qualcosa avrebbe dovuto insegnare sotto ogni punto di vista, scientifico e operativo.

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Cronache da Berlino 6 maggio 2020 di Franco Di Giangirolamo

Graffiti in Berlin ( foto gierre )
Giornata cruciale oggi per la Cancelliera tedesca che, dopo una settimana di confronto intenso e di pressioni lobbistiche e istituzionali di ogni tipo (altro che democrazia dimezzata!) si incontra con i presidenti delle regioni per definire le linee fondamentali del Lockerung per le prossime due settimane. Obiettivo dichiaratissimo: raggiungere un livello di unitarietà nella definizione delle strategie di contenimento derlla espansione della pandemia e di ripresa graduale delle attività economiche, che sia da guida per le iniziative inevitabilmente articolate dei Laender.
Le decisioni le apprenderemo stasera.
Il freddo che è tornato sulla città non inciderà negativamente perchè il clima politico di questi giorni si è abbastanza riscaldato e, all’altezza di 7.000 decessi su scala nazionale (poco meno di 160 a Berlino), con l’Institut Robert Koch schierato fermamente sulla „prudenza e cautela“, la Merkel dovrà solo fare miracoli di equilibrismo, alla quale peraltro è avvezza, visto che governa da 15 anni uno Stato Federale, con tutto ciò che significa nella distribuzione sussidiaria dei poteri.
Potrei dire che i più tranquilli oggi saranno gli animali dei due Zoo che sono riaperti dal 27 aprile per la gioia dei berlinesi, grandi e piccini, per i quali lo Zoo è una specie di istituzione.

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Imparare lezioni dal passato sulle cose che temiamo oggi

Fonte  Equaltimes.org che ringraziamo

di María José Carmona

L’eccesso di informazioni, il numero delle vittime quotidiane, l’impatto devastante di quell’immagine ripetuta di strade deserte aumenta la paura e l’ansia, tanto che le stesse autorità hanno raccomandato di ridurre la dieta delle informazioni.(Roberto Marín)

Gli scaffali furono messi a nudo, saccheggiati per la disperazione. In poche ore, come se fosse un’operazione militare perfettamente coordinata, le scorte di carta igienica si esaurirono in un intero paese. Nessuno poteva crederci. Famiglie di ogni classe sociale avevano iniziato a svuotare i negozi, mosse da una forza irrazionale. Abbandonando ogni senso di decenza, attraversarono le navate come animali affamati.

È successo il 20 dicembre 1973 negli Stati Uniti. Al culmine della crisi petrolifera. La strana coazione degli umani a fare scorta di carta igienica risale a molto tempo fa.

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Coronavirus: la letalità in Italia, tra apparenza e realtà di Matteo Villa

 

Fonte ISPI

Il tasso di letalità di COVID-19 in Italia (9,9% al 24 marzo 2020) è un dato molto discusso. Se paragonata ai principali paesi del mondo, la letalità del virus in Italia è nettamente la più alta. Ma utilizzare questo dato sarebbe un errore. Esso infatti non dice quasi nulla circa la letalità reale del virus, che studi recenti stimano nello 0,7% per la Cina, mentre ISPI stima in 1,14% per l’Italia.
La differenza tra questo dato realistico e quello “fuori scala” è riconducibile al numero di persone che sono state contagiate ma non sottoposte al tampone per verificarne la positività. ISPI stima infatti che le persone attualmente positive in Italia siano nell’ordine delle 530.000, contro i circa 55.000 “casi attivi” ufficiali.

Il dato sulla letalità apparente è dunque un indicatore inaffidabile, e nulla suggerisce che la letalità plausibile italiana sia così diversa dalle cifre attese. All’opposto, confrontare letalità apparente e letalità plausibile ci permette di tracciare meglio la curva dei contagi in Italia, seguendo in maniera più realistica l’andamento dell’epidemia.

L’ARTICOLO DA ISPI IN FORMATO PDF

Covid-19, l’impatto sui diritti delle cittadine e cittadini stranieri e le misure di tutela necessarie

FONTE  ASGI.IT

Nei periodi di crisi, gli effetti delle disuguaglianze formali e sostanziali diventano ancor più evidenti. Le note che seguono forniscono una prima panoramica sui diritti dei cittadini stranieri messi a rischio dall’emergenza COVID-19.”

Così inizia il Documento sottoscritto da decine di associazioni per spezzare il silenzio ed evidenziare le criticità che, in questa drammatica situazione di emergenza da COVID-19, caratterizzano la condizione delle persone straniere ed in particolare dei/delle richiedenti asilo, delle persone senza fissa dimora e dei lavoratori e delle lavoratrici ammassati negli insediamenti informali rurali.

Persone che ad oggi sono prive di effettiva tutela, nella maggioranza dei casi anche degli strumenti minimi di contenimento (mascherine e guanti – acqua, servizi igienici), ed oggettivamente impossibilitate a rispettare le misure previste dal legislatore, vivendo in luoghi che di per sé costituiscono assembramenti.

Il documento non si limita ad enucleare dette criticità ma propone e chiede al legislatore soluzioni concrete ed immediate, che consentano di garantire a tutte le persone le medesime tutele previste dai provvedimenti per contenere il contagio da coronavirus.

Con specifico riguardo ai Centri straordinari di accoglienza (che dalla riforma del cd. decreto sicurezza n. 118/2018 sono diventati grandi contenitori di persone, con significativa riduzione dei servizi, compresi quelli sanitari), le Associazioni firmatarie chiedono che vengano chiusi, riorganizzando il sistema secondo il modello della cd. accoglienza diffusa in piccoli appartamenti e distribuiti nei territori, essendo impossibile nei contesti attuali il rispetto delle misure legali vigenti, a partire dalla distanza tra le persone e al divieto di assembramenti.

Il Documento chiede, altresì, che venga consentito l’accesso al SIPROIMI anche per coloro che ne sono stati esclusi dal decreto sicurezza (titolari di permesso umanitario, richiedenti asilo) e che le persone senza fissa dimora o che vivono negli insediamenti informali rurali (cioè che lavorano per l’agricoltura per fornire i prodotti per la vita quotidiana) siano accolte in strutture adeguate, con dotazione di acqua e servizi igienici, oggi assenti in questi ultimi.

Analoghe richieste chiediamo per i CPR e gli Hot-Spot, evidenziando, quanto ai primi, la necessità di impedire nuovi ingressi e per le persone già trattenute di disporre le misure alternative al trattenimento, stante l’impossibilità attuale di eseguire ogni rimpatrio nei Paesi di origine.

Il documento non si dimentica neppure della situazione in cui versano le persone migranti che anche in questo periodo possono arrivare in Italia, per cercare di sottrarsi a morte e torture nei campi in Libia o in fuga da situazioni di grave pericolo. Rispetto a costoro chiediamo che vengano predisposte misure che consentano la rapida indicazione di un porto sicuro per lo sbarco e la predisposizioni di protocolli atti ad evitare la diffusione della pandemia in corso.

Il Documento non dimentica nemmeno di esortare il legislatore a non ignorare le riforme che da tempo sono urgenti per le persone straniere e per la democrazia tutta, dalla cittadinanza, all’abrogazione dei cd. decreti sicurezza, alla sempre più urgente regolarizzazione.

L’insieme di queste richieste, che ci auguriamo il legislatore e tutte le competenti autorità prendano immediatamente in considerazione, non rispondono solo ad una imprescindibile necessità di trattamento uguale per tutte le persone, “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” (art. 3 Costituzione), ma ad una necessità per la salvaguardia dell’intera salute pubblica.


IL DOCUMENTO

EMERGENZA COVID-19. L’IMPATTO SUI DIRITTI DELLE/DEI CITTADINE/I STRANIERE/I E LE MISURE DI TUTELA NECESSARIE: UNA PRIMA RICOGNIZIONE


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POTENZIARE LE DIFESE ALLA DIFFUSIONE DEL CORONAVIRUS IN LOMBARDIA

 

 

Pubblichiamo il Documento diffuso ieri dal Dipartimento Salute e Welfare del PD Milano metropolitana e la sua sintesi, che contengono osservazioni critiche sulle scelte della Regione Lombardia per il contenimento del contagio da Coronavirus con controproposte utili anche altrove. Editor

Siamo medici, ricercatori, operatori sanitari, sociali e amministratori accomunati dalla passione per il sistema salute e preoccupati dall’attuale pandemia e che hanno a cuore l’efficacia e l’efficienza del nostro Sistema Sanitario che sempre, ma soprattutto oggi, deve essere mantenuto in condizione di curare le persone e salvare vite.
La situazione sanitaria lombarda è sempre più preoccupante e continua a rappresentare oltre la metà dei casi in Italia e l’argine al contagio non può essere in modo prioritario lo stare a casa, anche se rappresenta il principale intervento di prevenzione della diffusione del coronavirus.

IL DOCUMENTO DEL DIPARTIMENTO SALUTE E WELFARE DEL PD di Milano

SINTESI DELLE PROPOSTE

Coronavirus: misure di prevenzione sul territorio

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(Regioni.it 3768 – 31/01/2020) “Seguo minuto per minuto le evoluzioni dell’emergenza”, così il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, sulle evoluzioni relative all’emergenza Coronavirus.
Vertice in regione Lazio con l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, per fare il punto su tutte le misure messe in atto e le eventuali altre azioni da intraprendere.
“Ringrazio tutti gli operatori e i medici del Sistema Sanitario Regionale, – rileva Zingaretti – che in questi giorni stanno affrontando con professionalità e serietà l’emergenza in atto. Un particolare ringraziamento va a tutto il personale dell’Istituto Spallanzani di Roma per il grande sforzo messo in campo per far fronte a questa emergenza”.
Anche la regione Lombardia assicura, attraverso l’assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera, che “il sistema regionale è solido e strutturato e sta dando una grande prova”.

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Focolaio di infezione da un nuovo coronavirus (2019-nCoV) – Cosa sono i coronavirus ?

 

Il 31 dicembre 2019, le autorità sanitarie cinesi hanno notificato un focolaio di casi di polmonite ad eziologia non nota nella città di Wuhan (Cina). Molti dei casi iniziali hanno riferito un’esposizione al Wuhan’s South China Seafood City market (mercato del pesce cittadino dove erano comunque esposti altri animali vivi). Il 9 gennaio 2020, il China CDC ha identificato un nuovo coronavirus (2019-nCoV) come causa eziologica di queste patologie. Le autorità sanitarie cinesi hanno inoltre confermato la trasmissione inter-umana del virus.
Per sapere cosa sono i Coronavirus, le malattie che possono causare vai a vedere l’articolo sul sito Epicentro dell’Istituto Superiore di Sanità.