Legambiente Emilia-Romagna esce dal Patto per il Lavoro e il Clima della Regione Emilia-Romagna

 

Fonte Legambiente Emilia-Romagna

Azioni non in linea con gli obiettivi fissati, incoerenza delle politiche pubbliche in materia ambientale e mancanza di coesione tra i firmatari alla base della scelta dell’associazione ecologista

Dopo un’esperienza durata due anni e mezzo, Legambiente Emilia-Romagna ha deciso di uscire dal gruppo di organizzazioni firmatarie del Patto per il Lavoro e il Clima promosso dalla Regione Emilia-Romagna. La scelta, maturata a seguito del confronto tra i livelli dell’associazione, è legata soprattutto alla mancanza di coerenza tra gli obiettivi indicati nel Patto e le azioni realizzate in questi anni dalla Regione.

Nonostante, infatti, gli impegni assunti con la firma del Patto e l’apparente condivisione di finalità dell’azione politica tra i firmatari, non sono però mancate scelte, sia nell’ambito della pianificazione regionale sia nell’autorizzazione a singoli progetti, decisamente in contrasto con tali finalità.

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Legambiente a Ravenna contro le false promesse del fossile  

Fonte Legambiente ER che ringraziamo 

In marcia a Ravenna per 3 no e un sì: no al Rigassificatore, no alle estrazioni di idrocarburi in Adriatico, no alle tecnologie fallimentari (CCS), sì alle rinnovabili, unica via percorribile e sensata  

Stiamo assistendo a un’operazione di pura conservazione di un modello di sviluppo sbagliato, economicamente e ambientalmente insostenibile, legato a doppio filo all’industria fossile, che fa impantanare lo sviluppo degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e contemporaneamente sostiene la realizzazione di impianti, come i nuovi rigassificatori, dannosi per l’ambiente e per la transizione ecologica del sistema energetico. Questa operazione si sta realizzando in alcuni territori della penisola italiana e uno di questi è Ravenna: per questo il 6 maggio alle 14 Legambiente sarà proprio a Ravenna per manifestare il dissenso alla conservazione del modello economico fossile e il sostegno al processo di decarbonizzazione dell’economia italiana. Continua a leggere “Legambiente a Ravenna contro le false promesse del fossile  “

Legambiente. Mal Aria di città. Cambio di passo cercasi

 

Fonte Legambiente Italia

Rapporto_Malaria_2023

Per scaricare i file .pdf del Rapporto Malaria 2023 

 

IL COMUNICATO STAMPA DI LEGAMBIENTE 

Livelli di smog ancora troppo alti nelle città italiane e soprattutto molto lontani dai limiti normativi previsti dall’Unione Europea per il 2030. Se fossimo gia nel 2030, 72 città saprebbero fuori legge.  I dati nel report “Mal Aria di città. Cambio di passo cercasi” per combattere l’inquinamento atmosferico.   

Livelli di smog ancora troppo alti nelle città italiane e soprattutto molto lontani dai limiti normativi previsti dall’Unione Europea per il 2030. Se fossimo gia nel 2030, 72 città saprebbero fuori legge. I dati nel report “Mal Aria di città. Cambio di passo cercasi” per combattere l’inquinamento atmosferico.
L’emergenza smog nelle città italiane è un problema sempre più pressante. Secondo il nuovo report di Legambiente “Mal Aria di città. Cambio di passo cercasi”, redatto e pubblicato nell’ambito della Clean Cities Campaign, i livelli di inquinamento atmosferico in molte città sono ancora troppo alti e lontani dai limiti normativi, più stringenti, previsti per il 2030. Il report ha messo in evidenza i dati del 2022 nei capoluoghi di provincia, sia per quanto riguarda i livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5) che del biossido di azoto (NO2).

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Legambiente ER. CCS, stretta di mano ENI-SNAM: facciamo il punto

Fonte Legambiente EmiliaRomagna che ringraziamo

Pubblichiamo questo comunicato  di Legambiente Emilia Romagna che fa chiarezza sulla tecnologia CCS promossa  come ” miracolosa risolutrice” della questione energetica in grado di rendere compatibile il perdurare dell’utilizzo delle fonti fossili  con la transizione ecologica , una proposta che non convince scienziati e tecnici. Un progetto deviante  per non affrontare il cambiamento necessario per la decarbonizzazione della produzione di energia. editor

IL COMUNICATO LEGAMBIENTE EMILIA-ROMAGNA 

 Stretta di mano Descalzi-Vernier in nome del fossile: gli investimenti sul CCS allontanano gli obiettivi di decarbonizzazione, legandoci a doppio filo ai combustibili fossili

 CCS tecnologia attualmente fallimentare, serve solo a favorire il business del fossile, Legambiente: ennesimo atto di greenwashing delle due partecipate di stato per ancorare il paese, già in grave crisi climatica, alle fonti fossili.”

 Ravenna si conferma ancora una volta Capitale del fossile, dopo la stretta di mano fra Descalzi e Vernier di ieri che ha sancito la collaborazione tra Eni e SNAM per la prima fase di avvio del progetto di CCS (Carbon Capture and Storage) sulla Costa Ravennate. In particolare, il progetto prevede il sequestro delle emissioni prodotte dall’impianto di lavorazione di gas a Casal Borsetti, convogliate poi verso la piattaforma di Porto Corsini.

Ma non è tutto oro ciò che luccica: sebbene nelle note stampa dei due A.D. si legga di una tecnologia matura, pronta all’utilizzo e che sta avendo notevoli sviluppi in Europa, basta una veloce rassegna stampa a smentire le loro posizioni. Oltre a rivelarsi una tecnologia acerba e fallimentare, il CCS si dimostra essere il meccanismo perfetto per continuare il business-as-usual del fossile. Ma veniamo al dunque.

In Australia, il colosso del fossile Chevron ha investito 3 miliardi, con sussidi statali per 60 milioni, per un impianto di cattura e stoccaggio che doveva raggiungere un target dell’80% di efficienza nella cattura: dopo cinque anni la stessa compagnia ha dovuto rendere conto del fallimento del più grande impianto di CCS al mondo, che dopo un avvio tortuoso, dal 2019 al 2021 ha catturato nemmeno la metà del target proposto.

Uno studio recente dell’Institute for Energy Economics and Finance ha preso in esame 13 progetti di punta in campo CCS a livello mondiale, responsabili per il 55% delle operazioni nel settore. Dei 13 impianti, 7 non hanno raggiunto i target, 2 sono falliti e 1 è in stato di fermo. Inoltre, lo studio mostra che, lungi dall’essere una tecnologia nuova e innovativa, il CCS è impiegato da oltre 50 anni per il recupero di gas, riutilizzato poi per facilitare il pompaggio da altri pozzi. Lo studio mostra infatti come il 73% della Co2 catturata venga utilizzata in processi di Enhanced Oil Recovery (EOR).

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Legambiente valuta la qualità dell’aria in Emilia-Romagna in base ai nuovi indicatori proposti dall’UE

Fonte Legambiente Emilia-Romagna  che ringraziamo

 

La proposta di nuova direttiva sulla qualità dell’aria aggiorna le soglie per gli inquinanti atmosferici: se applicate, la concentrazione delle PM 2.5 in Emilia-Romagna dovrà ridursi del 60% in 7 anni

 Con i nuovi parametri, Bologna, Modena e Reggio Emilia supererebbero i limiti PM 2.5 già da febbraio

 Il 2023 è alle porte e si avvicina così il percorso che porterà al nuovo Piano Aria Integrato Regionale (PAIR 2030) che guiderà le politiche per la riduzione dell’inquinamento atmosferico fino alla fine del decennio in corso e che dovrà tenere conto delle misure oggetto di discussione in questi mesi a livello europeo.

 

I nuovi obiettivi europei

 Il 26 ottobre 2022 è stata presentata una proposta di modifica delle direttive sulla qualità dell’aria da parte della Commissione Europea, che prevede obiettivi più stringenti rispetto a quella attuale sulla base delle linee guida proposte nel 2021 dall’OMS. La Direttiva si inserisce all’interno di un pacchetto che prevede l’obiettivo di arrivare a emissioni di inquinanti zero al 2050, le nuove soglie per gli inquinanti si pongono già obiettivi intermedi al 2030.

Per quanto riguarda le polveri sottili PM10, la soglia al 2030 è stata modificata ad un limite di concentrazione giornaliera di 45 μg/m3, con un massimo di sforamento di 18 giornate all’anno e una concentrazione media annuale di 20 μg/m3.

Obiettivi ancora più drastici per le polveri fini PM2.5, di cui si abbassa la soglia di concentrazione media giornaliera a 25 μg/m3, per un massimo di 18 giornate di sforamento consentite e una media annuale di 10 μg/m3.

Per entrambi gli inquinanti poi viene inserita una soglia di allerta, corrispondente a tre giornate consecutive sopra la soglia di 50 μg/m3 per le PM2.5 e di 90 μg/m3 per le PM10.

Altra novità proposta dalla Commissione è l’introduzione dell’obbligo di applicare un indice di esposizione media (AEI – Average Exposure Index) calcolato su base nazionale per il PM2.5 e il NO2.

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Legambiente ER. Emilia-Romagna a tutto gas: rinnovabili fanalino di coda

 

Fonte:  Legambiente Emilia-Romagna

Bonaccini commissario straordinario al MiTe: “se davvero vuole puntare sulle rinnovabili, che insista per sbloccare prima i progetti fermi in autorizzazione piuttosto che accelerare l’avanzata del fossile”.

Patto per il Clima e il Lavoro sancisce regione al 100% da energia rinnovabile al 2035: l’obiettivo nel concreto non si vede nemmeno con il cannocchiale; in atto scelte che ci ancorano al fossile almeno fino al 2040. 

La Regione sta gravemente mettendo a repentaglio il futuro delle nuove generazioni e del pianeta, per alimentare gli interessi della lobby del fossile. 

 

Le rinnovabili si confermano il fanalino di coda nella strategia energetica della regione: lo conferma la nomina di Stefano Bonaccini come Commissario Straordinario per l’installazione del Rigassificatore  in Emilia-Romagna e l’accordo Stato-Regione per la concessione di estrazione di metano a Selva Malvezzi, Budrio (BO). Decisioni scellerate e anacronistiche, che ci ancorano a un passato legato al fossile e ci allontanano sempre di più dall’obiettivo di una regione 100% rinnovabile, obiettivo per altro fissato dalla Regione stessa nel Patto per il Lavoro e il Clima che oggi non perde occasione per smentirsi.

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Stop a progetti di Carbon Capture da Europa e Regione: bene, ora basta guardare al passato

Fonte: Legambiente Emilia Romagna che ringraziamo 

 

Altre buone notizie sul fronte della Transizione Ecologica: stop a finanziamenti europei per la produzione di idrogeno blu e contestuale stoccaggio della CO2. Legambiente ai sindacati: “si lavori assieme per un Adriatico Eolico e Solare”

Legambiente è soddisfatta del risultato del dibattito su idrogeno, stoccaggio della CO2 e fondi del PNRR.

Sembrano archiviate le posizioni di forte ambiguità sull’utilizzo dell’idrogeno non rinnovabile che avrebbe portato implicitamente ad un prolungamento della vita del fossile, in particolare del gas. Finalmente, infatti, la posizione netta da parte dell’Europa ha chiarito nero su bianco che le uniche tecnologie ad idrogeno finanziate da fondi pubblici del PNRR dovranno essere quelle ad idrogeno verde, quindi legate alla produzione di energia rinnovabile.

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Pfas (sostanze perfluoro alchiliche): caso Miteni, rinviati a giudizio 15 manager

Fonte : Legambiente che ringraziamo 

Coinvolti nel processo per l’inquinamento di vaste aree del Veneto anche Mitsubishi e il fondo finanziario Icig. Soddisfatta Legambiente: “La difesa delle falde e della salute dei cittadini è elemento imprescindibile per liberare l’Italia dai veleni”
Ci sono anche Mitsubishi e il fondo finanziario Icig nel banco degli imputati del processo per inquinamento da pfas (sostanze perfluoro alchiliche) in vaste aree del Veneto causato dalla società Miteni di Trissino, in provincia di Vicenza. Il Gup di Vicenza, Roberto Venditti, ha rinviato a giudizio 15 persone coinvolte nel caso. Si tratta manager della ditta e di società a essa legate, accusati a vario titolodi avvelenamento di acque, disastro innominato, inquinamento ambientale ex articolo 452 -bis e reati fallimentari.

La notizia è stata accolta con soddisfazione da Legambiente. “Esprimiamo la nostra soddisfazione per questa prima grande vittoria riguardante l’inizio del procedimento giudiziario sul caso Pfas, che darà il via a uno dei più grandi processi per reati ambientali del nostro Paese – hanno dichiarato in una nota congiunta il presidente nazionale Stefano Ciafani, il presidente di Legambiente Veneto Luigi Lazzaro e Piergiorgio Boscagin, presidente del circolo di Legambiente Perla Blu di Cologna Veneta – Un caso di inquinamento delle acque che Legambiente ha denunciato pubblicamente sin dal 2014 e per il quale l’associazione non smetterà di chiedere il disinquinamento delle falde e l’applicazione del principio chi inquina paga, in base a quanto previsto dalla legge 68/2015 sugli ecoreati. La difesa delle falde e della salute dei cittadini è un elemento imprescindibile per liberare l’Italia dai veleni, obiettivo che non può non stare al centro del Piano nazionale di ripresa e resilienza che il Governo sta presentando in Parlamento prima dell’invio a Bruxelles”.

Dossier Mal’Aria di Città – Edizione 2021

Fonte Legambiente Emilia-Romagna

 

Nel 2020 sono 35 i capoluoghi di provincia fuorilegge per polveri sottili: Torino maglia nera con 98 giorni di sforamenti, seguita da Venezia (88) e Padova (84). Tra le città del centro sud il primato spetta ad Avellino (78) e Frosinone (77)

Preoccupa anche il confronto con i parametri OMS: 60 le città italiane che registrano  una media annuale di Pm10 superiore a quanto indicato dall’OMS

Per l’Emilia-Romagna, Modena è tra le 10 città più inquinate in Italia, sia per il numero di sforamenti di PM10 e sia per la media annuale di concentrazione delle polveri..

“L’Italia è indietro sulle azioni da mettere in campo per ridurre l’inquinamento atmosferico. Basta deroghe, servono misure più coraggiose e concrete a partire da mobilità sostenibile ed uso dello spazio pubblico per avere più clean city, città pulite e più vivibili.  Non si sprechino le risorse economiche in arrivo dall’Europa”

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Legambiente pubblica il Rapporto Mal’aria di città 2020

 

Fonte Legambiente che ringraziamo 

Ecco le pagelle sulla qualità dell’aria di 97 città italiane: l’85% sono sotto la sufficienza. 

Mal’aria di città 2020, edizione speciale 

Che aria si respira nelle città italiane e che rischi ci sono per la salute?  Di certo non tira una buona aria e con l’autunno alle porte, unito alla difficile ripartenza dopo il lockdown in tempo di Covid, il problema dell’inquinamento atmosferico e dell’allarme smog rimangono un tema centrale da affrontare.

A dimostrarlo sono i nuovi dati raccolti da Legambiente nel report Mal’aria edizione speciale in cui sono state confrontate le concentrazioni medie annue delle polveri sottili (Pm10 e Pm2,5) e del biossido di azoto (NO2) negli ultimi cinque anni (2014-2018) con i rispettivi limiti suggeriti dall’OMS.

Solo il 15% delle città ha raggiunto nei 5 anni un voto sufficiente: Sassari (voto 9), Macerata (voto 8), Enna, Campobasso, Catanzaro, Grosseto, Nuoro, Verbania e Viterbo (voto 7), L’Aquila, Aosta, Belluno, Bolzano, Gorizia e Trapani (voto 6).  L’85% è invece sotto la sufficienza: fanalini di coda Torino, Roma, Palermo, Milano e Como (voto 0).  Un quadro preoccupante. Comunicato stampa

I dati dello scorso anno 

Legambiente ER presenta Pendolaria 2019

Nota di Editor. Conosciamo assai bene quanto pesi il pendolarismo nella condizione di vita e di lavoro di  un gran numero di lavoratori e lavoratrici. La metà delle vittime per incidenti sul lavoro è data da incidenti in itinere . Il pendolarismo consuma tempo di vita di migliaia di persone che oltre ai disagi del lavoro si trovano ogni giorno ad affrontare affollamento nei vagoni e ritardi. Va segnalato il fatto positivo , dopo molti anni,  che sulle linee ferroviarie regionali sono arrivati i nuovi treni, più moderni e confortevoli . Saranno i pendolari con la loro esperienza a valutare la qualità dei nuovi mezzi di trasporto.  Il miglioramento della qualità della vita  di molti tanti lavoratori e lavoratrici si è realizzata assai spesso quando è stato possibile arrivare al lavoro con un mezzo di trasporto, treno , navetta che risparmiasse la fatica e lo stress della guida. Per questi motivi segnaliamo questo Rapporto di Legambiente Emilia Romagna. 

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Pendolaria 2019: in Emilia-Romagna servono ancora più investimenti sul trasporto sostenibile

Presentiamo il nostro rapporto annuale di analisi del trasporto ferroviario in Italia. Cresce la mobilità su ferro con 5,7 milioni di persone che prendono ogni giorno metro e treni regionali.

In Emilia-Romagna salgono a 215mila i viaggiatori  che scelgono il treno quotidianamente (+88,6% in 7 anni). «Esiste una forte  domanda di servizio pubblico di qualità: per il clima e per la qualità dell’aria serve aumentare gli investimenti nel trasporto collettivo e sostenibile »

Un messaggio arriva anche dall’emergenza smog di questi giorni: superati in tutti i capoluoghi i livelli di inquinamento e le giornate di sforamento consentite

 

Cresce la mobilità su ferro: agli italiani il treno piace e dove si investe il successo è garantito, da Nord a Sud, dall’alta velocità alle linee metropolitane.  Per i pendolari c’è una buona notizia, sono in arrivo nuovi treni, ma al Meridione e per chi sta fuori dalla rete veloce i problemi rimangono rilevanti. Ad aumentare sono, infatti, anche le differenze tra le Regioni e le diversi parti del Paese e la dotazione di trasporto su ferro delle aree urbane rimane rilevantissima rispetto all’Europa e una delle cause dello smog che attanaglia le città italiane.

L’articolo prosegue alla fonte su  Legambiente Emilia Romagna 

 

Legambiente Emilia Romagna :  Sotto il cielo di Bologna “aria buona” o “aria fritta”? La “miracolosa” riduzione di CO2 dello scalo

 

Segnaliamo questo articolo apparso sul sito di Legambiente Romagna che mette in luce perplessità e contraddizioni rispetto al contenuto di una pubblicazione dell’Aeroporto di Bologna ….. “Ciao Bologna, sotto il tuo cielo oggi si respira un’aria nuova”.
Una pubblicità dell’aeroporto Marconi di Bologna che dichiara di aver ridotto del 64% le emissioni di CO2 per passeggero negli ultimi dieci anni. Una scelta pubblicitaria certamente forzata e che potrebbe risultare ingannevole, considerando che non è chiaro in che modo e in quali settori le emissioni possano essere state ridotte.

Leggi l’articolo su Legambiente Emilia Romagna