¿Necesitamos una agencia que supervise la inteligencia artificial?

PopTika / Shutterstock

José Luis Verdegay Galdeano, Universidad de Granada

A menudo nos encontramos anuncios de productos con el sello “con inteligencia artificial”. Pero muy pocas veces, por no decir nunca, se informa al usuario de más detalles. ¿Quién nos garantiza que, efectivamente, ese producto funciona en base a inteligencia artificial (IA)? ¿Quién certifica que las respuestas que nos ofrece son las correctas? ¿A qué código ético obedece? Sin saber nada al respecto, cuando por alguna causa ese producto no funciona como esperábamos, es normal concluir que la IA no es fiable y mucho menos los algoritmos que emplea.

Pero ¿sabemos si el producto al que nos referimos funciona en base a un algoritmo? ¿Las soluciones que proporciona son siempre malas o solo lo son dependiendo del usuario? ¿El código ético de quien diseñó ese producto coincide con el nuestro? Y, a propósito: ¿quién define lo que es un comportamiento ético? ¿Cómo se mide la ética?

¿Qué es axactamente un algoritmo?

Un algoritmo es una secuencia ordenada de pasos, exentos de ambigüedad, que cuando se lleva a cabo con fidelidad en un tiempo finito da como resultado la solución del problema planteado, habiendo realizando, por tanto, la tarea para la que se diseñó. Así, para que un algoritmo sea correcto necesita cumplir lo siguiente:

  • debe terminar siempre tras un número finito de etapas;
  • las acciones que ha de llevar a cabo en cada etapa deben estar rigurosamente especificadas, sin ambigüedades;
  • los valores con los que comienza a funcionar se han de tomar de conjuntos preespecificados;
  • el resultado que proporcione siempre dependerá de los datos de entrada;
  • todas las operaciones que haya que realizar en el algoritmo deben ser lo suficientemente básicas como para que se hagan exactamente y en un periodo finito de tiempo.

Cuando no se da alguna de estas propiedades, no tenemos un algoritmo.

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DIGITALIZZAZIONE INDUSTRIALE

Segnalazione Rapporti di Ricerca

 

Un’inchiesta sulle condizioni di lavoro e salute
di Dario Fontana

Franco Angeli Editore Collana Sociologia del lavoro

Argomenti : Sociologia economica, del lavoro e delle organizzazioni

Condotta attraverso la partecipazione attiva di lavoratori e delegati sindacali, questa ricerca mette in luce le condizioni di chi quotidianamente opera nei processi 4.0. L’indagine si è mossa all’interno di otto aziende suddivise in sei settori produttivi: agroalimentare, metalmeccanico, della ceramica, biomedicale, logistico, bancario. Da un approccio multi-strumento e interdisciplinare risulta un questionario d’inchiesta che ha visto coinvolti più di mille lavoratori e lavoratrici e ha analizzato le condizioni di lavoro da diversi punti di vista, con un particolare focus sui principali effetti sulla salute.
Presentazione del volume

Negli ultimi anni – e fra i pilastri della progettazione sociale postpandemica – la tecnologia digitale è assurta a nuovo vettore di trasformazione dei sistemi produttivi. Contemporaneamente, il dibattito mediatico sulla digitalizzazione industriale – pur non nascondendo le contraddizioni sulla tenuta occupazionale – tende a tracciare scenari rassicuranti rispetto alla futura qualità del lavoro. In questa cornice la tecnologia viene generalmente intesa come di per sé foriera di emancipazione, mentre rimane opaco il ruolo che i diversi interessi socioeconomici ricoprono nel direzionarne gli sviluppi.
La ricerca esposta nel volume, condotta attraverso la partecipazione attiva di lavoratori e delegati sindacali, mette in luce le condizioni di chi quotidianamente opera nei processi 4.0. L’indagine si è mossa all’interno di otto aziende suddivise in sei settori produttivi: agroalimentare, metalmeccanico, della ceramica, biomedicale, logistico, bancario.
Da un approccio multi-strumento e interdisciplinare risulta un questionario d’inchiesta che ha visto coinvolti più di mille lavoratori e lavoratrici e che ha analizzato le condizioni di lavoro da diversi punti di vista: intensificazione e standardizzazione; spazio di decisionalità; rapporto di autodeterminazione uomo/macchina e controllo aziendale; relazioni socio-organizzative; insicurezza del lavoro; soddisfazione del lavoro; rapporto fra lavoro e salute. Particolare risalto si è inoltre dato ai principali effetti sulla salute: rischio stress-lavoro correlato, salute mentale, disturbi muscolo-scheletrici.
La direzione dello sviluppo tecnologico sembra proiettare i lavoratori verso una produzione estremamente intensificata, escludendoli da forme efficaci di controllo decisionale. Inoltre, nel complesso del rapporto lavoro-salute, emerge una condizione fortemente a rischio e una narrazione consapevole degli effetti negativi che intercorrono al suo interno. Bisognerebbe dunque chiedersi se le attuali politiche di digitalizzazione industriale stiano veramente tracciando un reale orizzonte di benessere collettivo o stiano invece volgendo verso un inasprimento delle condizioni di lavoro. >>> leggi l’anteprima 

Dario Fontana è attualmente ricercatore di Sociologia del lavoro presso la Struttura Complessa a Direzione Universitaria “Servizio Sovrazonale di Epidemiologia” di Torino. I suoi principali ambiti di ricerca riguardano il rapporto fra lavoro e salute, l’organizzazione del lavoro, la qualità del lavoro e la salute e sicurezza sul lavoro.

Pnrr, insorgono gli ambientalisti: “Sembra scritto sotto dettatura dell’Eni”

Riprendiamo da La nuova ecologia questo articolo che descrive lo sconcerto delle Associazioni ambientaliste rispetto ai contenuti del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, versione del 29 settembre u.s. 
Fonte : La Nuova Ecologia 
Sconcerto di Legambiente, Greenpeace e wwf: “È sconcertante che un’azienda a parziale capitale pubblico si faccia finanziare progetti con soldi dei contribuenti”

“Da mesi chiediamo un Piano Nazionale Ripresa e Resilienza “partecipato” per evitare un Pnrr ‘delle partecipate’, come alcune indiscrezioni delle ultime settimane lasciavano temere. Leggendo la seconda bozza del Piano, datata 29 dicembre, siamo stati ampiamente smentiti. Abbiamo, infatti, a che fare con un Piano che contiene diverse misure che sembrano scritte sotto dettatura solo da una azienda parzialmente statale, ossia Eni. Dal documento che è circolato nelle ultime ore emerge che l’azienda partecipata è riuscita a far inserire progetti di confinamento geologico della CO2 a Ravenna e presunte bioraffinerie.

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LA GRANDE STANGATA CHE IL GOVERNO GIALLO VERDE STA PREPARANDO CONTRO I LAVORATORI

 

La questione TAV SI contro TAV NO ha rappresentato un enorme “rumore di fondo” che, nei fatti, ha coperto e ha distratto media, cittadini e leadership della opposizione  rispetto alla manovra del governo per introdurre in Italia una radicale cancellazione dei diritti dei lavoratori.

Il 28 febbraio con il Comunicato n° 48 della Presidenza del Consiglio il Governo ha reso noto il Disegno di Legge “Deleghe al Governo in materia di semplificazione e codificazione (disegni di legge)”.
Da questo testo e in fattispecie dal paragrafo 7 si evince che il Governo, più che “semplificare”, intende azzerare una serie di capisaldi del Diritto del Lavoro. Siamo ben oltre il già negativo Jobs Act. Questa proposta è una vera e propria riforma “ungherese” del diritto del lavoro. Il riferimento principale per questa “semplificazione” del diritto del lavoro sarebbe il seguente:

” … si eliminano i livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti per l’adeguamento alla normativa europea e si prevede l’obbligo per l’amministrazione di rendere facilmente conoscibili e accessibili le informazioni e i dati in materia (oltre alla relativa modulistica), assicurando al contempo l’integrazione e lo scambio di dati tra le amministrazioni dello Stato e altri soggetti pubblici e privati.”

Concordo in pieno con quanto scrive sulla newsletter de Il Mulino Valerio De Stefano nell’articolo “La “deriva ungherese” del diritto del lavoro:

” Eliminare ogni disposizione che superi il minimo imposto dal diritto Ue significherebbe infatti regredire al diritto del lavoro degli anni Cinquanta, se non prima. Il diritto del lavoro Ue si limita a fissare minimi di trattamento che poi gli Stati più avanzati spesso modificano, aumentandoli. Ad esempio, la direttiva Ue sulla protezione delle lavoratrici madri prevede un congedo di maternità minimo di 3 mesi e un congedo obbligatorio di 2 settimane. La legislazione italiana prevede che il congedo obbligatorio sia di 5 mesi. Se il governo decidesse di “pareggiare” il diritto italiano con quello Ue, le lavoratrici italiane si vedrebbero ridotte le tutele in caso di maternità in maniera drastica.”

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Prospettive in merito ai rischi nuovi ed emergenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro correlati alla digitalizzazione nel periodo fino al 2025

FONTE OSHA.EU 
Prospettive in merito ai rischi nuovi ed emergenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro correlati alla digitalizzazione nel periodo fino al 2025

Questa relazione presenta i risultati finali di un progetto prospettico di ampio respiro dedicato agli sviluppi nel settore delle tecnologie digitali e ai cambiamenti che ne derivano per le attività lavorative in termini di luoghi, tempi e modalità.

L’impatto potenziale di questi cambiamenti sulla salute e sicurezza sul lavoro (SSL) nel periodo fino al 2025 è stato esaminato attraverso l’elaborazione di quattro scenari.

Ogni scenario presenta diverse sfide e opportunità sotto il profilo dell’SSL. Le ricerche svolte aiuteranno i lettori a comprendere meglio il modo in cui la digitalizzazione potrebbe influire sulla salute e sicurezza dei lavoratori nell’Unione europea e a mettere a punto strategie più resilienti ai cambiamenti a livello di lavoro e SSL.

Downloadin:EN

Sfide e cambiamenti per la salute e la sicurezza sul lavoro nell’era digitale

Fonte Inail.it

La quarta rivoluzione industriale è in pieno svolgimento, sono in atto rapidi cambiamenti nell’intero contesto sociale e sono in via di sviluppo paradigmi che stanno introducendo un nuovo concetto di “lavoro” nell’ambito della cosiddetta GIG economy.

Immagine

Gli Atti del Seminario, che testimoniano l’interazione e la collaborazione dei professionisti della Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione, della Consulenza statistico attuariale e della Consulenza per l’innovazione tecnologica dell’Inail, racchiudono esempi concreti di approccio e di risoluzione di problematiche legate alla salute e sicurezza sul lavoro nell’era digitale e alle nuove modalità di lavoro.

Prodotto: Volume
Edizioni: Inail – 2018
Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

INRS. ” Plateformisation 2027 Consequences de l’uberisation en santé et securité au travail”

 

Rendiamo disponibile il documento di base sul quale si è sviluppata il confronto tra esperti nel Convegno: ” Plateformisation 2027 Consequences de l’uberisation en santé et securité au travail” promosso dall’Istituto francese INRS. Il Convegno si è celebrato nel gennaio 2018.
Il convegno aveva come obiettivo coinvolgere i partecipanti nell’esercizio di immaginare  gli effetti futuri che le trasformazioni organizzative e sociali del lavoro avranno sulla vita delle persone che vivono del loro lavoro. Come costruire contesti di lavoro più sicuri, meno rischiosi per la salute e la sicurezza dei lavoratori quando le forme tradizionali d’impresa vengono sostituite da piattaforme come Uber Amazon e le innumerevoli altre che recapitano a casa pizze o altri oggetti di consumo acquistati online ? Come si possono riaggregare per darsi forme di rappresentanza questi lavoratori subordinati il cui lavoro viene organizzato tramite app aziendali installate nei loro smartphone ? Dagli stessi smartphone i lavoratori di solito ricevono gli ordini di lavoro e quando non servono più anche la notifica del licenziamento. A quel punto l’app viene disattivata da remoto dall’azienda e il lavoratore diviene un altro dei tanti in cerca di un nuovo lavoro, di una nuova app da installare sul telefono …

Su quali principi si basano gli algoritmi che fanno funzionare queste piattaforme, quali sono gli effetti sulla salute e sulla sicurezza nel lavoro dei tanti che alla guida di mezzi più o meno precari portano pizze e stufati nelle case dei clienti ? Nel documento si prospettano per il futuro quattro tipologie di scenari. Scenari differenti in relazione al grado di partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici.
Invitiamo i lettori e le lettrici di Diario per la Prevenzione a leggere e studiare questo documento qui allegato perchè, sia pure con le necessarie cautele, a nostro parere, esso rappresenta un’importante traccia per sviluppare le iniziative di autotutela nel prossimo futuro.

IL DOCUMENTO

SEMINARIO C.I.I.P >> LAVORO CHE CAMBIA: CAMBIA LA PREVENZIONE ? SONO DISPONIBILI LE PRESENTAZIONI

CIIP: Seminario interassociativo a inviti
SONO DISPONIBILI LE PRESENTAZIONI
LAVORO CHE CAMBIA: CAMBIA LA PREVENZIONE ? 
Milano, Museo del Risorgimento – Sala conferenze Palazzo Moriggia, Via Borgonuovo 23
Venerdì 6 aprile 2018 ore 9.00-16.30

LINK AL SITO DELLA C.I.I.P 

DIGITALIZZAZIONE DEI PROCESSI DI PRODUZIONE E INDUSTRIA 4.0 TEMI E QUESTIONI DI RICERCA INTERDISCIPLINARE

TAO Programs News


Lecce, 23 febbraio 2018



UNIVERSITÀ DEL SALENTO
DIPARTIMENTO DI STORIA, SOCIETÀ E STUDI SULL’UOMO
In collaborazione con
PROGRAMMA DI RICERCA “L’OFFICINA DI ORGANIZZAZIONE”
UNIVERSITÀ DI BOLOGNA

Seminario

DIGITALIZZAZIONE DEI PROCESSI DI PRODUZIONE E INDUSTRIA 4.0
TEMI E QUESTIONI DI RICERCA INTERDISCIPLINARE

introduce
ANGELO SALENTO, Università del Salento
“Spazi d’azione e spazi di decisione nell’industria digitalizzata”


discutono

FRANCESCO BARBINI, ATTILA BRUNI, BRUNO CATTERO, VALERIA CIRILLO, ANGELO CORALLO,
GUGLIELMO FORGES DAVANZATI, ANGELO GASPARRE, DARIO GUARASCIO, BRUNO MAGGI, MICHELA MARCHIORI, 
GIOVANNI MASINO, MASSIMO NERI, GIUSEPPE RECCHIA, MATTEO RINALDINI, MARIA ENRICA VIRGILLITO,

Università del Salento
Sala della Grottesca, Rettorato

23 febbraio 2018

9.00-18.00

Programma allegato

 

 

Newsletter della Fondazione Claudio Sabattini n° 4 – gennaio 2018

Fondazione Claudio Sabattini – 

CS.info n.4 – gennaio 2018

Sommario:

  • La Redazione, Presentazione – p.1
  • Rainer Greca, La fine dell’era socialdemocratica. Sulla situazione dell’SPD in Germania – p.3
  • Daniela Freddi, Matteo Gaddi, Francesco Garibaldo, Profili di utilizzo di industria 4.0 in alcune imprese italiane – p.13
  • Matteo Gaddi, Industria 4.0 e il lavoro. Quattro casi studio in provincia di Reggio Emilia – p.16
  • Matteo Rinaldini, Rappresentare il lavoro nell’organizzazione reticolare dell’economia globale – p.22
  • Umberto Romagnoli, Leggendo i diari di Bruno Trentin – p.26
  • Gianni Rinaldini, L’eredità rimossa del ’77 Operaio – p.28
  • Rosario Rappa intervistato da Tommaso Cerusici, Ilva, l’industria ha un cuore d’acciaio – p.32

Milano, incidente alla Lamina Spa: tre operai morti e uno grave

Un gravissimo incidente sul lavoro alla Lamina Spa, azienda che produce laminati d’acciaio in uno stabilimento alla prima periferia di Milano. L’allarme è scattato alle 16.50 di ieri pomeriggio. Sei operai che stavano pulendo un forno sotterraneo sono stati investiti in pieno da una fuoriuscita di gas e sono rimasti intossicati. Le condizioni di quattro lavoratori sono apparse subito molto gravi, mentre altri due presentavano solo lievi segni di intossicazione. Un operaio era stato portato in codice rosso all’ospedale di Monza, dove è deceduto. Due in codice rosso al San Raffaele in arresto cardiaco (uno è morto in serata) e un quarto collega è arrivato in codice rosso al Sacco ed è deceduto dopo il ricovero in ospedale. Nello stabilimento dell’azienda Lamina Spa sono intervenuti molti mezzi del 118, i vigili del fuoco, i carabinieri e la polizia locale. È rimasto intossicato anche il capo squadra dei vigili del fuoco, tra i primi a prestare soccorso: è stato trasportato in codice giallo al Niguarda per accertamenti.

Per il premier Paolo Gentiloni si tratta di “un terribile incidente sul lavoro”. Il presidente del Consiglio ha quindi rivolto un “pensiero commosso” alle vittime, ai feriti e alle loro famiglie. La Cgil e la Fiom Nazionale chiedono di fare al più presto piena luce sulla vicenda. “Ci auguriamo – si legge in una nota – che gli organi competenti possano, nel più breve tempo possibile, ricostruire la dinamica di quanto accaduto e individuare eventuali responsabilità, ma è indubbio che la tragicità dell’evento non possa non porre grandi interrogativi sul rispetto delle misure di sicurezza previste per il tipo di lavorazione”. “Un altro gravissimo infortunio sul lavoro ripropone la drammaticità del fenomeno nel nostro Paese, che — sottolineano ancora Cgil e Fiom — in questo ultimo anno ha registrato una pericolosa inversione di tendenza”. Per Confederazione e categoria “il tema della sicurezza deve essere prioritario anche nella contrattazione, nel confronto con le associazioni datoriali e nell’attività istituzionale”. “Come sindacati — concludono — continueremo a sostenere l’impegno dei rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza, per imporre il pieno rispetto di tutte le norme in materia sui luoghi di lavoro. Non può esistere crescita economica e sociale senza difendere e valorizzare il lavoro”.