Sono disponibili sul sito CIIP le presentazioni del Convegno : Minacce e aggressioni sui luoghi di lavoro

Minacce e aggressioni sui luoghi di lavoro
Sala Ghezzi, Provincia di Monza Brianza
venerdì 28 aprile 2023 – ore 9:00-13:00

Organizzato in occasione del Worker’s Memorial Day 2023 dal Comitato consultivo provinciale Inail di Monza Brianza, in presenza e online. Con la partecipazione di CIIP
sono disponibili le presentazioni

9:15 Saluti Istituzionali
Giulio FossatiPresidente Co.co.pro. Inail Monza
Patrizia PalmisaniPrefetto della Provincia di Monza e della Brianza
Luca SantambrogioPresidente della Provincia di Monza Brianza
Moreno CogliatiDirettore Territoriale sede Inail di Monza Brianza

Per visualizzare le presentazioni clicca QUI 

L’instabilité des revenus, une source de mal-être de plus en plus répandue

Uber, une entreprise emblématique de la gig economy.
Wikimedia commons, CC BY-SA

Gordon M. Sayre, EM Lyon Business School

Les entreprises de la gig economy (ou économie à la tâche) mettent régulièrement en avant la liberté dont jouissent leurs employés pour organiser leur emploi du temps comme l’une des principales raisons pour préserver le statut de travailleur indépendant (généralement des autoentrepreneurs en France). Le site Internet d’Uber, par exemple, recrute ses chauffeurs en valorisant la flexibilité que permet son application, le tout appuyé par des statistiques démontrant à quel point leurs chauffeurs tiennent à cette indépendance. D’autres acteurs comme les entreprises américaines de livraison de nourriture DoorDash et Instacart, font appel aux mêmes arguments dans leur communication.

Il existe cependant un désagrément lié à cette flexibilité excessive, et celui-ci est rarement abordé : au lieu de recevoir un salaire horaire, les travailleurs indépendants sont rémunérés pour chaque tâche effectuée, sans garantie de salaire minimum. Sans revenus garantis, ces travailleurs sont victimes d’une « volatilité de rémunération », c’est-à-dire que leurs revenus sont soumis à des fluctuations fréquentes.

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Stop aggressioni al personale sanitario. Prendiamoci cura di chi ci cura.

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Per scaricare il file del Vademecum clicca QUI

In ragione della continuità del fenomeno delle aggressioni al personale sanitario, in particolare nei Servizi Sanitari di Pronto Soccorso riteniamo utile riproporre il vademecum elaborato dal sindacato della Funzione Pubblica della Cgil.

Lettera aperta: il governo tedesco dovrebbe difendere un forte divieto di sorveglianza biometrica nei negoziati del Consiglio dell’UE in merito alla legge sull’IA

Pubblichiamo questa lettera aperta che diverse Associazioni della società civile tedesca hanno inviato al loro governo per richiedere una iniziativa energica verso il Consiglio della UE in materia di contenimento dell’uso della sorveglianza biometrica per contrastare una deriva verso la sorveglianza di massa.

Fonte AlgorithmWatch 

Open letter: the German government should stand up for a strong ban on biometric surveillance in the Council of EU negotiations regarding the AI Act  

AlgorithmWatch and 23 other civil society organizations are calling on the German government to stand up in the negotiations on the AI Act and advocate for a strong ban on biometric surveillance as mirrored in its coalition treaty.

The Council of the EU, comprised by the member states, is at full speed towards an agreement on the Artificial Intelligence Act (AI Act) and is aiming to reach a general approach by early December. However, the ban in the Act on biometric identification practices which can lead to mass surveillance – in its current form – entails dangerous loopholes and limitations.

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Intelligenza Artificiale: aspetti etici e responsabilità degli scienziati

Fonte: Fondazione Sereno Regis che ringraziamo 
di Elena Camino

Alcune informazioni e riflessioni di questo articolo sono tratte da un testo di Guglielmo Tamburrini, che mette in relazione il tema dell’Intelligenza Artificiale (IA) con i problemi ambientali, chiamando direttamente in causa le responsabilità degli scienziati.

La problematica generale che riguarda la ricerca sull’Intelligenza Artificiale e le sue possibili implicazioni etiche viene affrontata nei numerosi contributi che da alcuni anni il prof. Norberto Patrignani offre, sia nelle sue pubblicazioni scientifiche, sia in seminari e incontri organizzati per il nostro centro studi.

Tra tale documentazione segnalo, in particolare:

Don Milani al tempo dell’Infosfera | Norberto Patrignani (martedì 24 Ottobre 2017)

Slow Tech | 8. Etica e informatica. Dilemmi al confine tra decisioni e scelte. CONVERSAZIONE con Norberto Patrignani (giovedì 28 Novembre 2019)

Fermare la cyberwar prima che sia troppo tardi (martedì 5 Aprile 2022)

Verso un’abbondanza frugale | Incontro con Norberto Patrignani (giovedì 26 Maggio 2022)

“Intelligenza” artificiale: non chiamiamola così! (lunedì 27 Giugno 2022)

Entrambi gli autori richiamano l’attenzione dei lettori sulle responsabilità dei ricercatori – soprattutto i professionisti delle discipline informatiche (esperti, studiosi e professori universitari) nella ricerca e sviluppo di progetti al confine tra etica e scienza.

Guglielmo Tamburrini e Norberto Patrignani, assieme a Francesca Farruggia (Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo – IRIAD di Roma) parteciperanno a un incontro su Tecnologia e Pace co-organizzato da Centro Studi Sereno Regis e Politecnico di Torino nel corso della prossima Biennale Democrazia 2022 (h: 11.00, sala Emma Strada, Politecnico Torino – 12 novembre 2022)


IA: un mondo presente ma sconosciuto

Dell’Intelligenza Artificiale (IA) si parla e si scrive ormai da decenni: tra finanziamenti alla ricerca, sperimentazioni nei più disparati ambiti, e applicazioni concrete, si può affermare che non c’è quasi aspetto della vita umana che non sia stato già cambiato, o che non possa essere modificato nel prossimo futuro.

Nell’Introduzione dell’articolo sopra citato Tamburrini accenna rapidamente all’impatto pervasivo dell’IA negli ultimi 10 anni, alimentato da sistemi informatici di apprendimento dell’IA, che stanno assumendo un ruolo crescente nel commercio, nell’industria, nella gestione dei servizi pubblici e privati, nella comunicazione, nell’intrattenimento, nella sicurezza e nella difesa. Il tema è vasto, e di difficile comprensione per il pubblico non specializzato.

Il ‘machine learning’, l’apprendimento automatico, si basa sull’idea che i computer possono imparare ad eseguire compiti specifici senza essere programmati per farlo, grazie al riconoscimento di schemi tra i dati, che vengono forniti in modo iterativo. Un aspetto importante del machine learning è la ripetitività: esposti più volte ai dati, questi sistemi sono in grado di adattarsi in modo autonomo. Nelle ‘deep neural networks’, reti neurali profonde, di struttura più complessa e caratterizzate da un gran numero di strati e connessioni tra i componenti, il sistema apprende a eseguire dei compiti sempre più sofisticati nella misura in cui viene alimentato da quantità e varietà crescenti di informazioni.

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I vincitori e i vinti del lavoro a distanza

fonte Etui

l Dipartimento di Ricerca, Studi e Statistica (Dares) del Ministero del Lavoro francese ha pubblicato i risultati della sua indagine “TraCov” , dedicata alle conseguenze della crisi sanitaria sulle condizioni di lavoro.

Tra le questioni sollevate c’è la questione del telelavoro e del suo impatto sulla salute dei lavoratori. Basata su un campione di 5.220 dipendenti, questa parte dell’indagine distingue cinque gruppi di telelavoratori: esclusivi, intensivi, vulnerabili, occasionali ed eccezionali. Questi diversi gruppi sono definiti in relazione al loro comportamento nei confronti del telelavoro, sia in termini di frequenza, contenuto dei compiti svolti e mezzi tecnici utilizzati. Tre gruppi sono particolarmente interessanti in quanto hanno visto le loro condizioni di lavoro cambiare di più.

Il gruppo esclusivo (25% dei telelavoratori) telelavora da remoto tutti i giorni della settimana e ritiene di disporre di mezzi sufficienti per svolgere la propria attività da remoto. Sono più qualificati e più frequentemente con contratto a tempo indeterminato (CDI) rispetto agli altri gruppi e il più delle volte hanno precedenti esperienze di telelavoro. Lavorando principalmente nel settore privato, sono spesso dirigenti, ma raramente svolgono compiti di supervisione. Tra le professioni più rappresentate si possono citare quelle dell’informatica, bancaria o assicurativa.

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Il sindacato inglese TUC : senza una regolamentazione più forte la tecnologia intrusiva di sorveglianza dei lavoratori rischia di “sfuggire al controllo”

Fonte TUC ( trad.ne automatizzata google  translator )
Il  nuovo sondaggio TUC rivela che la maggior parte dei lavoratori afferma di aver subito la sorveglianza nell’ultimo anno
  • Supporto molto convinto per una regolamentazione più forte per proteggere i lavoratori dall’uso punitivo dell’IA e della tecnologia di sorveglianza
  • Lo scandalo dell’ufficio postale deve essere un punto di svolta sull’uso acritico della tecnologia di monitoraggio dei lavoratori, afferma TUC

La tecnologia intrusiva di sorveglianza dei lavoratori e l’IA rischiano di “sfuggire al controllo” senza una regolamentazione più forte per proteggere i lavoratori, ha avvertito il TUC oggi (lunedì).

Lasciata incontrollata, l’organismo sindacale afferma che queste tecnologie potrebbero portare a una discriminazione diffusa, all’intensificazione del lavoro e a trattamenti iniqui.

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Grecia: il nuovo programma di polizia biometrica mina i diritti

 

Fonte Human Rights Watch che ringraziamo

Rischio di profilazione razziale illegale e altri abusi

(Atene) – La Grecia sta pianificando un nuovo programma di polizia per scansionare i volti e le impronte digitali delle persone che non è coerente con gli standard internazionali sui diritti umani sulla privacy e che potrebbe amplificare la discriminazione in corso, hanno affermato oggi Human Rights Watch e Homo Digitalis. Nell’ambito del programma finanziato dall’UE, la polizia utilizzerà dispositivi portatili per raccogliere informazioni biometriche dalle persone su vasta scala e confrontarle con i database della polizia, dell’immigrazione e del settore privato principalmente a fini di immigrazione.

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Podcast Diario Prevenzione – 10 giugno 2021 – Puntata n° 85

 

 

 

a cura di Gino Rubini

In questa puntata parliamo di :

– I rapporti dell’Ispettore del Lavoro Franz Kafka sugli incidenti del lavoro nel regno di Boemia nel 1910- Cosa è cambiato da allora ?
– Un bimbo all’asilo si schiaccia le ditine nella porta tagliafuoco- Pesca a strascico : l’avviso di garanzia alla sindaca del Comune di Crema….
– Una sentenza severa come quella di Taranto è una garanzia per l’avvio verso la transizione ecologica ? Dopo la medicina “difensiva” stiamo entrando nell’epoca dell’amministrazione pubblica “difensiva” ?
– Il contrasto a livello europeo tra Commissione e Consiglio da una parte e il Parlamento europeo on merito alla moratoria della Proprietà intellettuale su vaccini e farmaci Covid-19.

– Frittura mista

 

Infortuni lavorativi da aggressioni nel personale sanitario: dimensioni e trend del problema

FONTE DORS.IT 

Per violenze sul luogo di lavoro si intendono gli eventi in cui i lavoratori sono minacciati, aggrediti o abusati in situazioni correlate al lavoro, e che comportano un rischio per la loro sicurezza, benessere o salute. Il settore dei servizi sanitari e sociali risulta tra quelli a maggior rischio. Nei setting sanitari, la violenza verso operatori è compiuta prevalentemente da pazienti o loro familiari (violenza di tipo II). I fattori di rischio sono classificabili in: organizzativi, caratteristiche dell’operatore (capacità comunicativa, esperienza) e caratteristiche di paziente e familiari (livello socioeconomico, storie pregresse di violenza). La reale dimensione del problema non è ben conosciuta, poiché molti episodi di violenza, soprattutto verbale e psicologica, ma anche fisica, non vengono denunciati dagli operatori.

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Il difensore dei diritti digitali Diego Naranjo avverte: “La normalizzazione della sorveglianza di massa” potrebbe rappresentare una minaccia alla mobilitazione sociale.

[ N.B. L’articolo è stato tradotto con l’assistenza di google translator, pertanto qua e là vi possono essere imperfezioni che possono esserci sfuggite ]

Intervista di Marta Checa apparsa sul sito Equaltimes.org  il 31 agosto 2020

Fonte:  Equaltimes.org, che ringraziamo.  Puoi leggere  l’articolo originale in lingua inglese

Molto prima dell’arrivo del 2020, l’anno zero del Covid-19, gli sforzi per salvaguardare i diritti digitali e il dibattito pubblico sui diritti fondamentali (spesso ignorati dalle nuove tecnologie) erano ben lungi dall’essere priorità pubbliche.

Dopo otto mesi di pandemia sanitaria senza precedenti nella storia recente, il dibattito sull’uso delle tecnologie di sorveglianza (al fine di prevenire e ridurre la diffusione del coronavirus) e sui nostri diritti digitali in generale (il diritto alla privacy e la protezione dei dati personali , tra le altre questioni) continua ad essere meno diffuso e completo di quanto si possa sperare. Mentre l’accettazione di uno stato del “ Grande Fratello ” è diffusa in molti paesi dell’Asia orientale , sia democratici che non, la resistenza in Europa è stata recentemente scossa, spesso a causa della paura per la sicurezza personale (prima terrorismo , ora salute), o piuttosto per ignoranza ed esaurimento. della consapevolezza effettiva.

In un’intervista con Equal Times , Diego Naranjo, responsabile delle politiche presso European Digital Rights (EDRi), un’organizzazione non governativa che comprende 44 associazioni per i diritti umani e digitali in Europa (oltre ad alcune con sede negli Stati Uniti e altre a livello globale attivo), ha descritto alcune delle misure che ci tutelano e che possiamo adottare per proteggere i nostri diritti fondamentali dalla violazione nella sfera digitale, sulla base del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) implementato due anni fa.

Allo stato attuale, l’organizzazione (che difende i diritti e le libertà nella sfera digitale, dalla protezione dei dati all’accesso alle informazioni e alla libertà di espressione) sta mettendo in dubbio la necessità di molte delle misure proposte o improvvisate da vari governi ( dall’uso dei droni alla garantire il rispetto delle quarantene per i passaporti dell’immunità ), nonché la loro proporzionalità. Le loro preoccupazioni includono anche il modo in cui i dati raccolti sono protetti, per quanto tempo vengono archiviati, come vengono ottenuti ed elaborati, se verranno utilizzati per altri scopi e da chi.

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Podcast di Diario Prevenzione del giorno 7 gennaio 2020 – Puntata n° 66 .

In questa puntata parliamo di :

– Aggressioni nei luoghi di lavoro – I dati e le iniziative per impedirle.
– Il collega di lavoro del futuro. Un rapporto sulla salute a lungo termine degli impiegati
– L’ex ad di France Telecom è stato condannato per l’ondata di suicidi di 10 anni fa. La condanna di una strategia aziendale di gestione del personale che ha provocato una tragedia.

Buon ascolto ( 19 minuti)

Telecamere nascoste sul luogo di lavoro

Il datore di lavoro può nascondere la video sorveglianza sul posto di lavoro per controllare i dipendenti?

L’installazione di telecamere nascoste sul luogo di lavoro non solo è vietata dallo Statuto dei lavoratori, ma integra anche il reato di violazione della privacy. Secondo la Cassazione [1], il datore di lavoro che spia il lavoratore nell’esercizio delle proprie mansioni, occultando la video sorveglianza, può essere denunciato.

A sorpresa, però, una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo [2] ritiene eccezionalmente lecite le telecamere nascoste sul luogo di lavoro, senza previa informazione ai dipendenti, se utilizzate per scoprire l’autore dei furti avvenuti in azienda….
L’ARTICOLO PROSEGUE ALLA FONTE SU LALEGGEPERTUTTI

Telecamere sul posto di lavoro: attenti alla tentazione della sorveglianza

FONTE :    Equaltimes.org 

AUTORE : Benjamin Hourticq

Sono ovunque, o quasi. Guarda, lì, in un angolo del soffitto. Dietro il bancone, il farmacista, il cassiere, questo tecnico informatico. Tipi di palle di neve di vetro, alzate e riempite di nero. Telecamere CCTV, sono lì per proteggerti o monitorarti?

” Nel mondo degli affari, parliamo di videoprotezione, perché ti dicono che sei protetto ” ,dice Caroline Diard, dottore in risorse umane presso la Normandy School of Management, specialista in materia. Secondo la Commission Nationale Informatique et Libertés (CNIL) – l’autorità francese per il controllo dei dati personali – l’installazione di telecamere in un luogo di lavoro può essere effettuata ” ai fini della sicurezza di beni e persone , come deterrente o per identificare gli autori di furti, danni o aggressioni.Deciso dal datore di lavoro, questo deve essere fatto in conformità con un regolamento denso. Pertanto, in Francia, è necessario rispettare la protezione civile, penale, lavorativa, interna e le norme europee di protezione dei dati generali (GDPR).

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