Notizie, informazioni, documenti, strumenti per la promozione della salute e della sicurezza negli ambienti di lavoro e di vita. Diario Prevenzione è online dal 1996. Progetto e realizzazione a cura di Gino Rubini
– Valutazione dei piani dell’UE per importare idrogeno dal Nord Africa a cura TNI
– Prodotti fitosanitari e biodiversità: collegamenti pericolosi
– Inail . Rischio biologico nelle attività Agro-Zootecniche
– COVID-19: transizione di crisi
– AIE. Lettera aperta al governo Italiano
sull’urgenza di proteggere l’Italia e il mondo dalla minaccia nucleare e sulla priorità di aderire al Trattato di proibizione delle armi nucleari (TPNW)
– UK.Pescatori picchiati e sfruttati sulle barche del Regno Unito
– Fritto misto
Segnaliamo la Rivista INSERM n° 53 per i contenuti di questo numero . Inserm (*)
Nei contenuti del numero di maggio 2022, scopri il dossier Sanità Digitale: possiamo prevedere tutto? Rivista bimestrale di notizie, la rivista Inserm illustra le scoperte, i dibattiti e le domande della ricerca biomedica in continua evoluzione.
Oggi gli strumenti digitali sono in grado di catturare segnali molto sottili a diverse scale: nel funzionamento di un organismo, nel comportamento di una popolazione o nel nostro ambiente. Grazie all’analisi di enormi quantità di dati, i ricercatori hanno ora l’ambizione di formulare previsioni sull’aspetto, la diffusione e l’evoluzione delle malattie. In gioco? Interventi di salute pubblica più efficaci e trattamenti più personalizzati. Le possibilità sembrano infinite… ma il diavolo è nei dettagli. Cosa possiamo davvero prevedere e prevenire oggi grazie ai dati sanitari? Quali sono le applicazioni efficaci e concrete dell’intelligenza artificiale? Non stiamo sopravvalutando i benefici? Panoramica delle conoscenze e delle incertezze in questo settore… in modo che l’opacità del mondo digitale non sia altro che una nuvola lontana.
(*) Creato nel 1964, Inserm è un ente pubblico scientifico e tecnologico, posto sotto il duplice controllo del Ministero della Salute e del Ministero della Ricerca. Dedicato alla ricerca biologica e medica e alla salute umana, è posizionato lungo l’intero percorso dal laboratorio di ricerca al letto del paziente. Nel panorama internazionale è partner delle maggiori istituzioni coinvolte nelle sfide e nel progresso scientifico di questi campi.
Les entreprises sont aujourd’hui de plus en plus conscientes de leur rôle dans le changement climatique, et une multitude d’entre elles souhaitent améliorer leur rôle dans la société. À cet égard, l’ONU avait lancé une enquête à laquelle 12 000 entreprises de 160 pays ont participé, en plus d’autres acteurs tels que les utilisateurs, les clients, les ONG, etc. Avec ces réponses, l’ONU a créé en 2015 ce qu’on appelle les objectifs de développement durable (ODD), qui doivent être atteints d’ici 2030.
Ces 17 ODD sont divisés en 169 objectifs spécifiques qui définissent une voie plus claire à suivre pour les gouvernements, les parties prenantes et les entreprises. Pour ces dernières, l’ONU ne force pas, mais« recommande »des actions à entreprendre par les grandes entreprises pour provoquer un changement mondial.
The UN’s new IPCC report on the mitigation of climate change says that immediate and deep emissions reductions are needed to limit global warming, along with removing carbon dioxide back out of the air in future. Meanwhile, the world’s governments are urging fossil fuel companies to drill for more oil and gas as fast as possible to make up for sanctions on Russia. What on earth is going on?
The job of the IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) is not to conduct research or to express opinions, but to assess the scientific literature. This primarily means papers accepted in academic journals prior to a cut-off date. In the case of this latest report, that was back in October 2021.
Since then, wholesale prices of most fossil fuels have more than doubled. So, what to make of the IPCC’s conclusions? Does Russia’s invasion of Ukraine make it easier or harder to stop climate change? The answer depends heavily on how you frame the problem.
Using the “emitter responsibility” framing adopted by the IPCC – and hence by almost everyone else, including the world’s governments and corporations – climate change means emitters need to reduce “their” emissions. Vendors of the products that cause those emissions are mere bystanders.
De nombreux rapports basés sur des recherches scientifiques évoquent les effets à long terme des changements climatiques, tels que l’augmentation des niveaux de gaz à effet de serre, des températures et des mers, d’ici 2100. L’Accord de Paris exige que nous limitions le réchauffement à moins de 2 degrés Celsius d’ici la fin du siècle par rapport au niveau préindustriel.
Come il boom dei veicoli elettrici sta prosciugando le comunità e il pianeta
Il settore dei trasporti ha rappresentato circa un quarto delle emissioni globali di CO2 nel 2019, con oltre il 70% proveniente dal trasporto su strada. È chiaro che queste emissioni devono essere frenate se si vogliono raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima e si vuole evitare un cambiamento climatico catastrofico. Ma l’eliminazione graduale delle auto alimentate a combustibili fossili a favore dei veicoli elettrici potrebbe comportare un costo sociale e ambientale inaccettabilmente elevato.
L’aumento senza precedenti della domanda delle materie prime necessarie per produrre le batterie per azionare questi veicoli pone seri rischi per i diritti umani e ambientali e pone la questione di quanto sia davvero sostenibile ed equa una transizione della mobilità basata sulla diffusione di massa dei veicoli elettrici. Per rispondere a questa domanda, questo rapporto analizza la composizione delle più comuni batterie agli ioni di litio e esamina l’intera catena del valore delle batterie, dall’estrazione mineraria alla produzione e al riciclaggio. Esamina la composizione delle batterie, i principali attori del settore e le (previste) conseguenze sul campo.
Oltre a valutare criticamente gli impatti sociali e ambientali attuali e futuri della crescente domanda di minerali necessari per produrre batterie per veicoli elettrici, il rapporto esamina anche strategie alternative, meno dipendenti dai minerali per ridurre le emissioni nel settore dei trasporti.
Una dichiarazione di apparente “buon senso” quella della neo Assessora alla Salute della Regione Lombardia. Nella distribuzione delle dosi di vaccino, secondo l’Assessora, bisognerebbe assegnarne rilevanti quote in più alle Regioni che hanno un PIL più elevato, chi produce più ricchezza deve “ripartire” prima. Come alle corse dei cavalli: puntare su chi può vincere.
Pubblichiamo questo Documento redatto da un gruppo di medici e non che operano in Liguria, alcuni soci dell’ Ecoistituto di Reggio Emilia e di Genova.Le considerazioni contenute in questo documento propongono al dibattito, in forma ordinata e puntuale, le domande legittime sugli errori e sugli atti mancati e sulle carenze strutturali e istituzionali che sono stati all’origine , fin dall’inizio, della perdita di governo da parte delle istituzioni e delle strutture sanitarie dell’evento epidemico Covid. Riteniamo importante il contributo di riflessione e di proposta del Documento per il governo e la gestione delle fasi 2 e successive. Diario Prevenzione è uno spazio a disposizione per promuovere e socializzare i contributi che ci verranno inviati sul tema. Editor
Il Consiglio SNPA riunito il 18 marzo in videoconferenza ha approvato un documento con indicazioni tecniche relativamente agli aspetti ambientali della pulizia degli ambienti esterni e dell’utilizzo di disinfettanti nel quadro dell’emergenza Covid-19 e sue evoluzioni.
Il Ministero dell’Ambiente ha diramato un comunicato sul documento:
Si è riunito stamattina il Consiglio del sistema nazionale a rete per la protezione dell’Ambiente, in videoconferenza, alla presenza del ministro dell’Ambiente Sergio Costa, e tra i punti all’ordine del giorno l’analisi della situazione in merito al tema dello spazzamento delle strade.
Infatti, proprio in queste ore l’Istituto Superiore di Sanità ha fornito indicazioni sulla disinfezione delle strade e degli ambienti esterni in genere, confermando l’opportunità di procedere con la pulizia straordinaria delle strade per affrontare l’emergenza sanitaria con prodotti convenzionali. E ha rilevato l’esistenza di informazioni contrastanti circa l’uso di ipoclorito di sodio in maniera massiccia, la cui capacità di distruggere il virus è peraltro tutt’altro che accertata.
All’incontro del Sistema agenziale con il Ministro Costa è stato stabilito di condividere alcune indicazioni uniformi sul territorio nazionale per minimizzare i possibili impatti ambientali. Infatti, l’ipoclorito di sodio, sostanza corrosiva per la pelle e dannosa agli occhi, per la disinfezione delle strade è associabile a un aumento di sostanze pericolose nell’ambiente con conseguente possibile esposizione della popolazione e degli animali, e può nuocere alle acque superficiali e a quelle sotterranee.
“Un incontro importante, quello di stamattina – ha commentato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – con i direttori Arpa di tutte le regioni. E’ più che mai essenziale che lo Stato, a tutti i livelli, lavori insieme e all’unisono. Ho voluto partecipare all’incontro proprio per dire alle regioni: siamo con voi. Oggi bisogna remare tutti insieme nella stessa direzione e tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini, anche e soprattutto in una situazione di emergenza come questa”.
I rischi derivanti dal cambiamento climatico sono testimoniati da report di ricerca, dalle previsioni di istituti di ricerca autorevoli, da appelli di scienziati climatologi e di altre discipline che concordano sulla gravità del problema e sulla necessità che i decisori politici assumano con responsabilità il compito di fare fronte ad una sfida drammatica.
Per questo motivo con continuità su Diario Prevenzione segnaleremo report, saggi e articoli su questo tema per offrire ai lettori un materiale selezionato ed affidabile.
Oggi segnaliamo due articoli pubblicati da Nuova Ecologia che ci sono sembrati utili per fare chiarezza sullo stato dell’arte dell’informazione in materia nel nostro paese. Purtroppo scontiamo un dato preoccupante rispetto ad altri paesi. Nel nostro paese non esiste una sufficiente presenza nei media di professionisti dell’informazione preparati a gestire l’informazione scientifica. Troppo spesso l’incompetenza sulla materia agevola lo scivolamento verso la superficialità e la riproduzione meccanica di luoghi comuni. Questo è un aspetto preoccupante ma rimediabile. Quello che non è tollerabile è il fatto che vi siano quotidiani e canali della destra populista che hanno sposato la causa negazionista, l’irrisione dei militanti pro ambiente . La pratica della fabbricazione e diffusione di fake news è rilevabile in diversi periodici e quotidiani di quest’area.
Nessuna indulgenza verso chi alimenta con consapevolezza la diffusione di notizie false: nel mondo dell’informazione è in atto una guerra tra chi sceglie la correttezza e la qualità delle notizie da pubblicare e chi gioca sulla diffusione di fakenews. E’ compito dei professionisti seri dell’informazione disvelare le fake news verificando l’attendibilità e l’autorevolezza di tutte le fonti prima di diventare riproduttori passivi di false rappresentazioni del fenomeno dei cambiamenti climatici.Diario Prevenzione darà il suo piccolo contributo alla correttezza con la segnalazione di articoli, documenti autorevoli sul tema.
Buona lettura. Torneremo presto sul tema in particolare per individuare le correlazioni tra cambiamenti climatici e gestione della sicurezza nel lavoro in diversi comparti settori produttivi.
Nel Consiglio dei ministri del 10 ottobre 2019 è stato approvato il decreto clima. Tra le principali novità introdotte dal decreto clima, il buono mobilità per le città e le aree sottoposte a infrazione europea per la qualità dell’aria per il quale vengono stanziati 255 milioni di euro (fino a 1500 euro per la rottamazione dell’auto fino alla classe euro 3 e fino a 500 euro per i motocicli a due tempi). Sono istituiti un fondo di 40 milioni di euro per i Comuni per la realizzazione o l’ammodernamento delle corsie preferenziali e un fondo di 20 milioni di euro per realizzare o implementare il trasporto scolastico per gli alunni delle scuole elementari e medie con mezzi ibridi, elettrici o non inferiori a euro 6.
Inoltre, 30 milioni di euro saranno destinati alla piantumazione e al reimpianto degli alberi e alla creazione di foreste urbane e periurbane nelle città metropolitane. E ancora: saranno aumentati i poteri e le risorse dei commissari che si occupano delle bonifiche delle discariche abusive e della depurazione delle acque, per risolvere il problema storico delle infrazioni ambientali; venti milioni saranno destinati ai commercianti (fino a 5 mila euro per ciascuno) per la realizzazione di un “green corner” per la vendita di prodotti sfusi.
Infine, l’Ispra, l’Istituto superiore per la ricerca ambientale di cui si avvale il ministero dell’Ambiente, realizzerà un database pubblico, grazie a una dotazione di un milione e mezzo di euro, per la trasparenza dei dati ambientali. I concessionari di servizi pubblici dovranno rendere disponibili in rete i risultati delle rilevazioni effettuate.
“Tengo a precisare – dichiara Costa – che la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi, inizialmente prevista nel decreto clima, è contemplata nella legge di bilancio. La nostra idea è fare un taglio costante negli anni, da qui al 2040, ma senza penalizzare nessuno. Con le necessarie limature e concertazioni cercheremo di dar luce al miglior provvedimento possibile, con l’obiettivo principale di tutelare l’ambiente, salvaguardando al tempo stesso il nostro sistema produttivo”.
Diverse Agenzie ambientali hanno segnalato il superamento della soglia di informazione (media oraria >180 µg/m3) e, in alcuni casi, anche quella di allarme (media oraria >240 µg/m3) per concentrazioni di ozono.
L’ozono, gas formato da tre atomi di ossigeno, in natura si trova in concentrazioni rilevanti negli strati alti dell’atmosfera terrestre, dove protegge dalla radiazione ultravioletta. Negli strati bassi dell’atmosfera, invece, è presente in basse concentrazioni, tranne nelle aree in cui la presenza di alcuni inquinanti chimici, in concomitanza di fattori meteo-climatici favorevoli come le alte temperature estive, può indurne la formazione con conseguente aumento della concentrazione.
La presenza di elevati livelli di ozono, a causa del suo alto potere ossidante (per effetto dell’ossigeno nascente che si libera quando la molecola si dissocia), danneggia la salute umana, ma anche quella degli animali e delle piante (ne influenza la fotosintesi e la crescita, entra nel processo di formazione delle piogge acide, con danni alla vegetazione ed ai raccolti), deteriora i materiali (danni al patrimonio storico-artistico) e riduce la visibilità.
Per quanto riguarda gli effetti sulla salute dell’uomo, al momento non sono ancora ben note le conseguenze “croniche”, derivanti cioè da una lunga esposizione a basse concentrazioni di ozono. Gli effetti “acuti” più evidenti sono la forte azione irritante alla mucosa degli occhi, infiammazioni ed alterazioni a carico dell’apparato respiratorio (soprattutto naso e gola, con tosse, difficoltà respiratorie, sensazioni di affaticamento e perfino edema polmonare) ed un senso di pressione sul torace.
Concentrazioni particolarmente elevate possono portare anche ad alterazioni delle funzioni respiratorie, a un aumento della frequenza degli attacchi asmatici, a una diminuzione della resistenza alle infezioni batteriche polmonari, all’insorgere di malattie dell’apparato respiratorio e al peggioramento di patologie, già in atto, di tipo respiratorio (polmoniti croniche ostruttive, bronchiti croniche, asma, enfisema polmonare) e cardiaco (ischemia del miocardio).
Le più recenti indagini mostrano che lo smog estivo e il forte inquinamento atmosferico possono portare a una maggiore predisposizione ad allergie delle vie respiratorie.
In generale occorre ricordare che gli effetti dell’ozono sono contraddistinti da grandi differenze individuali e gli eventuali disturbi sanitari non hanno carattere cumulabile, ma tendono a cessare con l’esaurirsi del fenomeno di concentrazione acuta di ozono.
I soggetti più sensibili al fenomeno sono i bambini, gli anziani, le donne in gravidanza, chi svolge attività fisica o lavorativa all’aperto. I soggetti a rischio sono le persone asmatiche, con patologie polmonari o cardiache.
A fine giugno diverse Arpa hanno già segnalato l’innalzarsi dei valori di ozono in corrispondenza dell’ondata di calore che ha investito la penisola, ora presentano il punto della situazione alla fine di luglio con diversi superamenti della soglia di informazione (media oraria >180 µg/m3) e, in alcuni casi, anche quella di allarme (media oraria >240 µg/m3).
L’edizione 2018 rappresenta il frutto di un lavoro di ricerca complesso e articolato che include molteplici fasi: dalla raccolta sistematica dei dati primari al monitoraggio e al controllo, dalla verifica della solidità scientifica delle informazioni allo sviluppo di indicatori statistici sempre più efficaci nel descrivere le condizioni ambientali del Paese. Tale lavoro è svolto dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) in collaborazione con le Agenzie per la protezione dell’ambiente regionali e delle province autonome nell’ambito del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), istituito già due anni fa con la Legge 132 del 28 giugno 2016.
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