Dichiarazione di Erice 2022 “La tutela della salute dei migranti. Una sfida di equità per il sistema sanitario pubblico”

 

Fonte : Epicentro.IISS

 

È online la dichiarazione di Erice su “La tutela della salute dei migranti. Una sfida di equità per il sistema sanitario pubblico”, predisposta al termine dell’omonimo corso residenziale svoltosi a Erice, in provincia di Trapani, dal 28 marzo al 2 aprile 2022 nell’ambito della Scuola Superiore di Epidemiologia e Medicina Preventiva della Fondazione e Centro di Cultura Scientifica “Ettore Majorana”.

La Dichiarazione è già stata sottoscritta da 92 professioniste e professionisti di vari ambiti (tra cui accademia, istituti di ricerca e aziende sanitarie) che hanno preso parte al corso e da altre 86 persone interessate ai temi affrontati. La dichiarazione contiene dieci richieste in forma di sollecitazioni, raccomandazioni o auspici, rivolte al mondo della politica e in particolare a quanti rivestono il ruolo di decisori, alle istituzioni pubbliche con particolare riferimento a quelle operanti nel settore della salute e in quello sociale, alle università e alle altre agenzie formative, agli enti di ricerca, alle società scientifiche, agli ordini e collegi professionali, ai mass media, alle comunità di migranti, alle organizzazioni della società civile nonché alle singole persone interessate a impegnarsi nel promuovere l’equità nella salute e nell’assistenza.

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Migranti, raccolti a rischio senza stagionali

Fonte Coldiretti.it

pubblicato il 5 marzo 2019

 

Il caldo ha anticipato la maturazione dei raccolti che rischiano di rimanere nei campi senza il via libera all’ingresso in Italia dei lavoratori stagionali extracomunitari. E’ quanto afferma la Coldiretti che chiede l’immediata approvazione del Decreto Flussi 2019 che regola l’arrivo di manodopera dall’estero. Si tratta – sottolinea la Coldiretti – di una esigenza per l’agricoltura italiana dove i dipendenti stranieri offrono oltre ¼ della forza lavoro necessaria al settore.

Sono molti i “distretti agricoli” dove i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso – aggiunge la Coldiretti – della raccolta delle fragole nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte fino agli allevamenti da latte in Lombardia dove a svolgere l’attività di bergamini sono soprattutto gli indiani.

L’andamento climatico – prosegue la Coldiretti – aggrava il preoccupante ritardo che si registra rispetto allo scorso anno quando il via alla presentazione delle domande di ingresso on line, con il cosiddetto click day, scattarono il 31 gennaio. Nel 2018 – continua la Coldiretti – era stato autorizzato l’ingresso di 18 mila lavoratori stagionali provenienti da Albania, Algeria, Bosnia-Herzegovina, Corea (Repubblica di Corea), Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Filippine, Gambia, Ghana, Giappone, India, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina. La maggioranza – conclude la Coldiretti – ha trovato lavoro in agricoltura che, insieme al turismo, è il settore che ha offerto maggiori opportunità occupazionali.