La portaerei brasiliana Sao Paulo, dismessa dalla marina, piena d’amianto e altre sostanze tossiche in viaggio dal 4 agosto dal Brasile alla Turchia attraverso l’Atlantico

Fonte SHIPBREKINGPLATFORM 

 

La portaerei Sao Paulo ( fonte wikipedia )

Numerose proteste e appelli di organizzazioni ambientaliste che lanciano l’allarme per i rischi che comporta questo viaggio verso i cantieri turchi dove sarà smantellata.

Le vecchie navi debbono essere smantellate per il riciclaggio dei materiali, ma queste operazioni debbono essere svolte in sicurezza. Lo smantellamento delle navi deve essere fatto con modalità organizzative e strutturali che non mettano a rischio gli addetti a queste operazioni. Lo stesso trasporto per 6000 miglia in mare deve avvenire in sicurezza per evitare danni catastrofici all’ambiente marino.
Pare che questa operazione di esportazione della nave sia avvenuta in contrasto con una ingiunzione della 16a Corte Federale che ordinava di restituire la nave a Rio de Janeiro.
Questo piano di trasferimento di questa potenziale “bomba” ambientale, con assicurazioni scadute, avverrebbe scavalcando le procedure previste di notifica agli stati nelle cui acque territoriali il pericoloso carico passa.
La nave da demolire è costituita, secondo alcuni esperti, da 760 tonnellate di amianto,PCB altre sostanze tossiche. Grande preoccupazione in Turchia al porto di Aliaga dove la nave, partita il giorno 4 agosto dovrebbe arrivare nel cantiere per la demolizione. La vicenda mette in luce la situazione drammatica dei lavoratori dei cantieri di demolizione presenti in Turchia, India e altri paesi asiatici. Secondo le normative internazionali la nave dovrebbe essere riportata nel paese esportatore, il Brasile.

“L’esportazione prevista di questa massiccia nave da guerra tossica ad Aliaga ha innescato una forte reazione da parte di gruppi sindacali e ambientalisti in tutta la Turchia. Chiediamo che la nave venga immediatamente restituita in Brasile. Le leggi ambientali globali che vietano il commercio di rifiuti pericolosi non devono essere aggirate così facilmente. Fino a quando questa nave non potrà essere demolita legalmente e in sicurezza, proprio come sarebbe stata realizzata in Francia, dove è stata costruita, la nostra risposta è un chiaro NO”.
Asli Odman – Academic – Istanbul Health and Safety Labor Watch

 

Per maggiori informazioni vedi il sito NGOSHIPBREAKINGPLATFORM  che descrive le condizioni infernali di lavoro nei cantieri di demolizione .

Vittime amianto Marina Militare, sentenza storica: condannati i vertici in Corte d’Appello a Venezia!

E’ una sentenza importante. La responsabilità nella valutazione e gestione dei rischi per la salute delle persone subordinate  vale anche per i dirigenti delle forze armate. Il fatto che non esistano “zone franche” potrebbe/dovrebbe cambiare in meglio le condizioni di sicurezza sul  lavoro  per i dipendenti.

Un ringraziamento per l’impegno in questa lotta a Medicina Democratica e a Fulvio Aurora.

 

medicinademocratica.org-Vittime amianto Marina Militare sentenza storica condannati i vertici in Corte dAppello a Venezia

Per scaricare il file clicca QUI 

Fake news, spionaggio, minacce e cospirazioni: una giornata normale per la lobby dell’amianto 1 

 

Fonte IBASE SEGRETARIAT  Segretariato Internazionale per la messa al bando dell’amianto 

di Laurie Kazan-Allen

Per decenni, gli interessi acquisiti dell’amianto sono collusi per creare un clima in cui le vendite dei loro prodotti tossici avrebbero prosperato. Hanno mentito ai governi; disinformazione diffusa a lavoratori e consumatori; spiato attivisti, politici e gruppi di vittime; funzionari soppressi, sindacalisti ed esperti medici; e impegnato in cospirazioni per controllare i prezzi, dividere i mercati e manipolare i dibattiti sull’amianto. Il limite di parole per questo articolo è troppo breve per avvalorare tutte queste affermazioni, quindi sceglierò alcuni esempi per dare ai lettori un assaggio del male organizzato propagato da questa lobby di distruzione di massa.

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It was the Rubber Capital of the World. The health consequences linger.

Forced to breathe at times through oxygen tubes, the Rev. Kevin Goode nonetheless counts his blessings. Although his lungs are scarred from asbestos exposure and he has chronic obstructive pulmonary disease, he’s in better condition than other former employees of rubber factories in Akron, Ohio.

Goode, retired pastor of Church of the Harvest, worked 15 years for the Goodyear Tire & Rubber Co. For most of that time, he tested the characteristics of competitors’ tires in a lab while other employees built new tires below. He didn’t think much about the asbestos, chemicals and soot inside the building, or the black clouds billowing from smokestacks around the Rubber Capital of the World.

“The stuff was everywhere – in your pores, on your skin,” Goode recalled of the lamp black, also known as carbon black, which added sturdiness and color to the tires but can cause skin conditions, cancer, respiratory problems and cardiovascular disease. “You take a shower, you blow your nose or if you cough up phlegm, it was always black.”

The Rev. Kevin Goode developed chronic obstructive pulmonary disease, or COPD, after working in a rubber factory for 15 years. (Courtesy of Yanick Rice Lamb)

Goode, 64, started at the factory in 1975 when he was 17. “You’re young and you think you’re invincible, but you knew it had an impact,” he said of his exposures.

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Una storia di lotte per la salute e la sicurezza in fabbrica

Ringrazio Gianni Marchetto che con questa intervista raccolta da Luigi Agostini testimonia  e  rappresenta il lungo percorso di lotte per la salute nelle fabbriche Fiat negli anni 70 e 80 . Gianni Marchetto, operaio Fiat divenne un protagonista di questo movimento per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro che ha portato a miglioramenti delle condizioni di lavoro.

La Salute e il Lavoro ultimo

Per scaricare il file pdf di Lavoro e Salute  clicca qui

E’ disponibile il numero di novembre 2021 di Lavoro e Salute .

L’iceberg

Autore : Francesco Domenico Capizzi * – 12.06.2021

Nell’impegno politico-istituzionale e mediatico il monopolio acquisito dalla pandemia virale, con connesse logistiche vaccinali e a fronte di avversioni e di effetti collaterali indesiderati, espone a rischi simmetrici e maggiori: l’oblio, forse inconsapevole, delle forme cliniche di pandemie non virali ancor più estese e gravi che da molti decenni attanagliano sempre più da vicino ogni popolazione, nessuna esclusa.

La battaglia contro il Covid, con i suoi effetti devastanti, non deve liberare alcuna Istituzione pubblica e privata dal senso di responsabilità, nell’emergenza virale sopita, verso le galoppanti malattie cronico-degenerative e neoplastiche, anzi dovrebbe risvegliarla per la loro azione dimostratasi fortemente aggravante sul decorso clinico della malattia da Covid -19 con esiti infausti fino al 50% dei casi (ISTAT, ISS 2021).

È del tutto corretto porre l’obbiettivo prioritario di vaccinare in fretta tutta la popolazione, oggi come nel futuro, ma quest’obbiettivo non deve disgiungersi da strategie socio-sanitarie e sociali rivolte all’abbattimento preventivo primario delle malattie cronico-degenerative e neoplastiche che, trascorsa l’emergenza attuale, continueranno a gravare sulla normale attività clinica in misura del 75-80% mentre riempiono Trattati medico-chirurgici e Attività accademiche.

La loro definizione biologica si fonda su differenziazioni cellulari, in larga parte d’origine ambientale e legate a stili di vita, che conducono ad evoluzioni cliniche ed esiti imprevedibili nonostante le vaste esperienze medico-chirurgiche e la disponibilità di sofisticati apparati tecnologici e farmacologici.

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Lavoro e Salute marzo 2021

 

 

E’ disponibile online il numero di marzo 2021 della Rivista Lavoro e Salute

Scarica il pdf della Rivista 

Indice

3- editoriale L’ammucchiata fra simili
4- Autonomia differenziata: guardarla da SUD per vedere l’effetto
7- La frana della montagna di Tavernola Bergamasca
8- Esegetica di un governo nato dall’alto. L’autorevole distruttore
SANITA’
10- Le possibilità di un’industria farmaceutica pubblica oggi
12- Crisi Covid, l’accusa di Manon Aubry
14- Suor Teresa Forcades racconta il potere della farmacocrazia
15- Come aderire a Medicina Democratica Onlus
16- Vaccini, test salivari, medicina territoriale
17- Oggi siamo nella stessa situazione di un anno fa
18- Professionalità e responsabilità. E di scena il triage
20- Il mito della neutralità della comunità scientifica
21- DRG, un sistema che paga l’aumento delle malattie
22- Operatori sanitari e salute mentale durante la pandemia
23- La salute mentale, dal “manicomio” al socio-sanitario

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Amianto alla Breda, un altro schiaffo per le vittime

 

Fonte Sicurezzaelavoro.org che ringraziamo 

Nessuna giustizia per i morti da amianto.

A pochi giorni dalla sentenza della Cassazione sulla strage di Viareggio dell’8 gennaio 2020 che ha dichiarato prescritti gli omicidi colposi della tragedia ferroviaria toscana per quasi tutti gli imputati, arriva un’altra brutta notizia per le vittime sul lavoro e per chi opera nel campo della salute e sicurezza.

Il 19 gennaio 2021, la Quinta Sezione della Corte d’Appello di Milano ha infatti confermato la sentenza di primo grado e quindi l’assoluzione di sette manager della Breda Termomeccanica – Ansaldo, imputati per le morti da amianto di una decina di operai dello stabilimento milanese di viale Sarca esposti alla fibra cancerogena tra gli anni Settanta e il 1985.

Il sostituto procuratore generale di Milano Nicola Balice aveva chiesto per i dirigenti condanne tra i 2 anni e i 4 anni e 11 mesi di carcere per omicidio colposo.

Forse come ci scrive il cartoonist Tiziano Riverso nell’ultima vignetta realizzata per Sicurezza e Lavoro, gli operai non sono morti e l’amianto non esiste…

Oppure, come ha detto Michele Michelino, rappresentante del Comitato per la difesa della salute e nei luoghi di lavoro nel territorio: “Volevamo giustizia, ma purtroppo abbiamo trovato la legge, che difende i potenti”.

Nel frattempo, durante il processo, altri cinque ex operai della Breda sono morti a causa dell’amianto. Secondo il Comitato sono già oltre cento le vittime.

Loredana Polito

 

Regno Unito: mesotelioma nella coorte militare britannica

Fonte : International Ban Amianto Secretariat 

Il primo documento che esamina l’esperienza del mesotelioma dei veterani militari britannici ha evidenziato questioni significative tra cui la difficoltà di navigare nei sistemi militari, sanitari e civili e l’influenza dell’esperienza militare sulle strategie di coping dei malati. Il documento, basato sulla ricerca intrapresa dai coautori per The Military Mesothelioma Experience Study, ha rilevato “sfide specifiche e esigenze di cura legate ai veterani con mesotelioma”. A seguito del progetto, è in fase di compilazione un rapporto con le raccomandazioni riguardanti la cura e il supporto dei veterani che convivono con il mesotelioma. Vedi: Vivere con il mesotelioma: uno studio qualitativo delle esperienze dei veterani militari maschi nel Regno Unito .

Addio Donald! Porta con te l’amianto mentre esci dalla scena mondiale. Per favore chiudi la porta mentre esci.

Riprendiamo dal sito del Segretariato internazionale per la messa al bando dell’amianto l’articolo della Presidente Laurie Kazan-Allenm che ricorda le scelte scellerate di Donald Trump a difesa delle Corporation dell’amianto con l’aggiramento delle norme a tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini tramite lo stravolgimento delle funzioni delle Agenzie federali  come EPA e OSHA. 

Fonte International Ban Asbestos Secretariat 

di  Laurie Kazan-Allen

Ci sono così tanti motivi per essere grati di vedere l’uscita di Donald Trump il mese prossimo, qualcuno classificato da un familiare stretto come “L’uomo più pericoloso del mondo”. 1 Un presidente che giocava  a golf mentre gli americani stavano vivendo la peggiore catastrofe a memoria d’uomo; la sua mancanza di empatia era insondabile quanto il suo rifiuto di accettare il verdetto dell’elettorato americano. Questo nativo di New York, che è sgradito nella sua città natale, sembra anche essere persona non grata dai vicini di Mar-a-Lago, il suo ritiro a Palm Beach. 2 C’è da meravigliarsi se si considera la discordia e lo sconvolgimento che segue la sua scia?

Il sostegno di Trump all’amianto è iniziato molto prima che entrasse alla Casa Bianca. Nel suo libro “The Art of the Comeback” (1997) ha scritto che l’amianto aveva “ricevuto un brutto colpo” e che le campagne per imporne la rimozione dalle scuole e dagli edifici pubblici erano “guidate dalla folla”. 3 Nel giugno 2005, Trump ha difeso l’amianto di fronte a una riunione della sottocommissione della Commissione per la sicurezza interna e il governo del Senato, dicendo:

“Molte persone potrebbero dire che se il World Trade Center avesse l’amianto non sarebbe bruciato, non si sarebbe sciolto, okay? … Molte persone nel mio settore pensano che l’amianto sia il miglior materiale ignifugo mai realizzato. ” 4

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Tradimento delle vittime dell’amianto in Spagna

Fonte IBAS International Ban Amianto Secretariat 

30 novembre 2020

I lavoratori ammalati a causa  dell’amianto in Spagna hanno ricevuto un altro schiaffo all’inizio di questo mese (novembre 2020) quando un tribunale commerciale di Madrid ha confermato una richiesta aziendale di mettere Coemac – il proprietario dell’ex gigante dell’amianto del paese Uralita – in bancarotta volontaria. 1 Il 30 gennaio 2020 Coemac aveva chiesto tutela giurisdizionale ai suoi creditori, riconoscendo di non disporre di liquidità sufficiente per far fronte alle proprie passività; la società ha contestato le pretese derivanti dalla produzione di materiali da costruzione in cemento-amianto da parte di Uralita. Il giorno successivo (31 gennaio 2020), la negoziazione delle azioni Coemac è stata sospesa dalla Borsa di Madrid.

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Fais-Pendoli: un video che ricorda le vittime dell’amianto in OGR

Fonte: AFeVA che ringraziamo

Bologna, 1 dicembre 2020

Salvatore Fais

Questo docufilm è stato realizzato: per la parte documentale da Salvatore Fais matricola FS 897173 e per il montaggio da Loris Pendoli matricola FS 897171 e anche ex operaio della officine Casaralta.

Il bisogno di dare visibilità a una strage negata e offesa nella memoria, con le crude testimonianze delle vittime e dei familiari delle vittime, per contestare con forza e sdegno, una scandalosa e vergognosa sentenza penale di archiviazione, riuscendo in una disposizione, quello di negare il sacrosanto diritto di giustizia per le uccisioni da amianto di lavoratori inerti nella officina grande riparazione delle ferrovie dello stato di via Casarini a Bologna. Dove personalmente constatiamo…purtroppo da una quindicina di anni che si è perseguito a livello politico e di magistratura un orientamento giurisprudenziale del disconoscimento dell’assassinio di tanti.. troppi lavoratori…colpevoli solo di lavorare, con responsabili aziendali che nulla hanno fatto per tutelare la salute dei propri lavoratori. Le ultime sentenze di OGR e CASARALTA  lo sono a dimostrare.
Che dire oltre allo sdegno e  alla rabbia per una sentenza complice di quelle morti:  guardate la realtà dei fatti e ciò che con queste sentenze si è voluto negare. Buona visione.

Salvatore Fais e Loris Pendoli

GOVERNO : PROTEZIONE DEI LAVORATORI CONTRO I RISCHI DERIVATI DA AGENTI CANCEROGENI E MUTAGENI

 

FONTE GOVERNO ITALIANO 

Attuazione della direttiva (UE) 2017/2398 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2017, che modifica la direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni durante il lavoro (decreto legislativo – esame definitivo)
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari europei Vincenzo Amendola e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Nunzia Catalfo, ha approvato, in esame definitivo, un decreto legislativo di attuazione della direttiva (UE) 2017/2398 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2017, che modifica la direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni durante il lavoro.

Il testo modifica le norme volte ad assicurare un’adeguata sorveglianza sanitaria dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni durante il lavoro. In particolare, rispetto all’attuale normativa, si prevede che il medico o l’autorità responsabile della sorveglianza sanitaria dei lavoratori possa segnalare che la stessa debba proseguire anche dopo il termine dell’esposizione, per il periodo di tempo che ritiene necessario per proteggere la salute del lavoratore interessato. Inoltre, il testo prevede specifiche modifiche alle norme sui lavoratori esposti alla polvere di silice cristallina respirabile.

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Registri Tumori professionali: Convenzione INPS-INAIL per scambio dati – adeguamento alle norme europee sulla privacy

Fonte AFeVA

Bologna, 6 novembre 2019

Siglata il 30 ottobre 2019, la “CONVENZIONE TRA L’ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE E L’ISTITUTO NAZIONALE PER L’ASSICURAZIONE CONTRO GLI INFORTUNI SUL LAVORO PER LA TRASMISSIONE DEI DATI DI CUI ALL’ART. 244 DEL DECRETO LEGISLATIVO 9 APRILE 2008 N. 81 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI E INTEGRAZIONI”.

scarica la convenzione

La convenzione riguarda dati relativi alla la costituzione di un registro nazionale dei tumori di origine professionale “…con riferimento ai lavoratori contenuti
negli elenchi forniti dallo stesso INAIL, per i quali è stata accertata una patologia oncologica ovvero sono stati valutati come soggetti a rischio in base all’attività lavorativa svolta”.

l’INPS e l’INAIL hanno già stipulato convenzioni per la trasmissione dei dati di cui all’articolo 244 del D. lgs n.81 del 2008, l’ultima delle quali sottoscritta in data 3 maggio 2018, l’attuale convenzione viene adeguata alle norme europee (Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali…) e al  d.lgs. 10 agosto 2018, n. 101, recante “Disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali
dati e che abroga la direttiva 95/46/CE”) ecc…

Le aziende dell’industria elettronica devono fermare le malattie legate al lavoro che uccidono nel mondo milioni di persone ogni anno

 

Foto: chi paga il prezzo

La relazione annuale 2018 del Relatore speciale delle Nazioni Unite sulle sostanze tossiche delinea le conseguenze mortali dell’esposizione tossica sul posto di lavoro. Infatti, circa 2,8 milioni di lavoratori all’anno muoiono a causa di condizioni non sicure o insalubri, di una persona ogni 15 secondi e di una ogni 30 secondi dall’esposizione tossica.

Il rapporto mostra che uno dei principali fattori che contribuiscono alla morte correlata al lavoro è il cancro, che rappresenta circa il 70% delle malattie sul posto di lavoro. Questo è il più delle volte causato dall’inalazione (prevenibile) di sostanze chimiche cancerogene o dall’esposizione alle radiazioni. Sono state inoltre identificate oltre 200 diverse tossine (note) e i lavoratori esposti a queste in dosi elevate, o per un periodo prolungato, soffrono di una serie di condizioni. Come descritto dal rapporto delle Nazioni Unite, questo include:

“Le malattie polmonari debilitanti e fatali, le disabilità neurologiche e le alterazioni della riproduzione come l’infertilità e l’incapacità di portare a termine una gravidanza sono tra gli altri effetti sulla salute che affliggono i lavoratori esposti a sostanze tossiche”.

Leggi l’articolo originale qui .

 

Cancro e lavoro, se a pesare sono le diseguaglianze sociali

FONTE RASSEGNA.IT CHE RINGRAZIAMO 
di Diego Alhaique
Per un addetto alla manutenzione o per un operaio edile il rischio di contrarre tumori professionali è molto più elevato di quello dei dirigenti della loro azienda. Lo rivela un libro appena pubblicato dall’Etui, l’istituto sindacale europeo

 

I tumori legati al lavoro costano tra 270 e 610 miliardi l’anno nei 28 Paesi dell’Unione europea. Lo rivela il libro appena pubblicato dall’Istituto sindacale europeo (Etui), “Cancro e lavoro-Capire i tumori professionali e adottare le misure per eliminarli”(https://www.etui.org/Publications2/Books/Cancer-and-work-understanding-occupational-cancers-and-taking-action-to-eliminate-them). I tumori occupazionali sono la principale causa di morte per i lavoratori nelle società industrializzate e, ogni anno, più di 100 mila persone vengono uccise da esposizione ad agenti cancerogeni nell’ambiente di lavoro. Secondo recenti stime, la quota di tumori di origine professionale rappresenta l’8% di tutti i nuovi casi di cancro (da 6 a 12% per gli uomini e dal 3 al 7% per le donne).

“Questi tumori sono moralmente inaccettabili, poiché potrebbero facilmente essere evitati attraverso misure di prevenzione adeguate”, afferma Laurent Vogel, ricercatore senior presso l’Etui e curatore del libro. “I tumori sono anche fonte di ingiustizie”, sostiene dal canto suo Tony Musu, cofirmatario dell’opera. “L’esposizione ad agenti cancerogeni durante il lavoro – prosegue – è causa di grandi disuguaglianze sociali di salute in Europa, ma anche nel resto del mondo. Gli operai o il personale infermieristico sono molto più esposti a tumori professionali degli ingegneri o dei bancari. Di fatto, la mappatura socio-professionale per i diversi tipi di tumore, mette in evidenza le disuguaglianze sociali”.

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