Sanità in Toscana “Tanti settori marginalizzati e trascurati”.

 

“Bene ha fatto Giuliano Casu (Corrierefiorentino, 20 gennaio) a sottolineare la particolare emergenza del disagio e sofferenza mentale in questa pesantissima esperienza pandemica ed a spingere la Regione Toscana verso una rinnovata iniziativa su questo tema. Ciò si rende necessario non ‘nonostante’ la pandemia, ma ‘proprio perché’ siamo in questa fase di grande sconquasso sociale e sanitario. Concordo anche sulla valutazione negativa dell’ipotesi di ‘bonus psicologico’. Questa proposta (per il momento non passata nella legge nazionale) contrasta obiettivamente con l’urgente necessità di rafforzare il servizio pubblico per la Salute Mentale. In questi giorni si vedono, ad esempio sui muri di Roma, delle pubblicità di offerte di prestazioni psicologiche ‘a prezzi vantaggiosi’. Ma come si fa ad affidare ancora una volta al mercato la riposta a importanti e profondi bisogni di salute? Si parla in varie sedi – e giustamente – di riforma e potenziamento della sanità territoriale e Case della Comunità, anche in virtù delle linee applicative del PNRR. Sappiamo bene dello stress cui sono sottoposti i reparti ospedalieri, con la particolare pesantezza del lavoro al Pronto Soccorso. Ma a fronte di ciò, dobbiamo anche pigliare atto che ‘certi’ settori sono messi particolarmente ai margini del discorso politico e dell’attenzione delle amministrazioni pubbliche. Tra questi quelli dei consultori (è dei giorni scorsi la manifestazione di varie associazioni contro la regressione in atto anche in Toscana in tema di interruzione di gravidanza e salute della donna), i servizi della prevenzione collettiva in genere (la salute dei lavoratori non è un tema priorità della proposta politica, se non nei giorni dell’emozione di fronte a eventi mortali particolarmente impressionanti).

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La parola dei lavoratori. Il potere aziendale.

 

Questo episodio, come altri simili, rappresenta il sintomo grave di una patologia organizzativa emergente in certe aree del SSN. Invece di “governare” i processi e le contraddizioni organizzative si fa strada una pratica manageriale che preferisce “comandare” senza confronto, senza una comunicazione positiva con il personale. Il modello autoritario che si avvale di strumenti come il licenziamento, peraltro diretto contro un delegato sindacale che si dichiara estraneo ai fatti contestati, mostra in trasparenza  l’inadeguatezza  culturale di certo management  dirigenziale a gestire la sanità pubblica in una fase di emergenza e crisi. Condividiamo in pieno il post del Dott.Mauro Valiani. Editor 

Torregalli, licenziato infermiere e delegato Cisl per un’intervista in tv
22 GIUGNO 2020
Un anonimo aveva criticato l’ospedale per aver gestito male l’emergenza Covid “Dichiarazioni lesive”. Lui nega: “Non ero io”. Furlan: Inaccettabile”. Salvini protesta

FONTE REPUBBLICA.IT

Un commento di Mauro Valiani

Apprendiamo dalla stampa del licenziamento di un lavoratore facente parte anche della Rappresentanza Sindacale dell’ASL Centro Toscana. Secondo la Cisl, il dipendente che aveva sempre evidenziato le criticità ha perso il lavoro perché identificato nell’operatore anonimo che aveva rilasciato le dichiarazioni al telegiornale. Lui, però, ha sempre smentito. Addirittura la segretaria nazionale dello stesso sindacato interviene con un: “Si ritiri il provvedimento, immotivato”.
Di fronte a questo fatto mi aspetto spiegazioni da parte dell’ASL Centro e da parte della Regione.
Questa è una situazione che non può essere ‘sistemata’ appellandosi alle ‘buone regole’ della qualità aziendale. Un operatore del servizio sanitario non possa essere assimilato a un magistrato o un militare. Tuttavia è anche necessaria una riflessione più generale sul lavoro in sanità pubblica. Qualche tempo fa ho visto che nei report del sistema di monitoraggio aziendale (MES Sant’Anna, Pisa) emergevano dati di peggioramento del clima organizzativo nella sanità toscana. Ho presente il caso di una operatrice di servizi sociali in Val d’Elsa che riceve un provvedimento disciplinare per aver espresso delle critiche sulle condizioni di lavoro. Abbiamo visto note della stessa ASL Centro – che seguono altre degli anni scorsi – sul divieto di rilasciare interviste sull’argomento Coronavirus. Altri casi riguardano provvedimenti per interventi critici sui social da parte di lavoratori.
La questione è quella delle modalità di espressione della critica da parte di dipendenti pubblici. Dietro c’è un’idea di ‘azienda’ (termine che andrebbe superato nelle strutture pubbliche) troppo assimilabile ad azienda privata, dominante nell’epoca attuale. E poi ce n’è un’altra che si chiama ‘democrazia nei luoghi di lavoro’, che deve partire dall’assunto che abbiamo due saperi, alcune volte in conflitto: il sapere del lavoratore, il sapere del capo. Non è sano che uno sia annichilito dall’altro.
Le grandi riforme degli anni 70 a partire dall’istituzione del sistema sanitario nazionale sono nate dal confronto dialettico tra il sapere dei lavoratori e le idee del cosiddetto establishment. La costruzione di una nuova e più forte sanità pubblica – abbiamo visto quanto necessaria! – ha bisogno, oltre che di più risorse, di un altro ‘clima lavorativo’.
Di fronte a questi tipi di fatti e provvedimenti, se non spiegati e ritirati, altri ragionamenti ‘programmatici’ e discorsi politici generali non valgono nulla.
Fonte :  Facebook

Toscana RLS Bollettino dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza n°1 /2020

INDICE

– Rischio biologico: domande frequenti
– Rischio biologico e normativa
– Rischio biologico: obblighi del Datore di Lavoro
– Il rapporto di collaborazione: Medico Competente,
– RSPP e Rappresentante dei Lavoratori per la
Sicurezza
– Rischio di esposizione agli agenti biologici nei
servizi di igiene ambientale
– La Valutazione del Rischio biologico
– Le protezioni individuali dagli agenti Biologici
– Pulizia, sanificazione, disinfestazione, disinfezione
degli ambienti di lavoro
– Il contributo del RLS nella gestione del Rischio
biologico
– Esperienze di monitoraggio del rischio biologico
per gli ambienti di lavoro
– Indirizzi WEB utili
– I referenti della Rete Regionale Toscana RLS
– Campagna di iscrizione e aggiornamento
– Rete Toscana RLS 2020

IL BOLLETTINO RLS TOSCANA 01/2020

Ma come abbiamo fatto ?

Un altro giovane lavoratore precario ha perso la vita cadendo durante la riparazione di un tetto di un’azienda di Castelfiorentino.

Dolore infinito della famiglia e amici. Fa nuovamente pena leggere queste notizie. E fa riflettere. Un aspetto che molto colpisce e che dovrebbe veramente collocare appieno questo ‘evento’ nella ‘storia’ della zona empolese-valdelsa e della Toscana – pur terra di grandi e gloriose conquiste del lavoro nei decenni passati – è apprendere che è avvenuta una ripetizione dello stesso infortunio, nello stesso luogo, con la morte di un altro lavoratore, alcuni anni fa.

Non valgono nulla i protocolli d’intesa, non valgono nulla le discussioni politiche su chi fa il capo di che cosa, non valgono nulla le discussioni sullo sviluppo locale, non valgono nulla i dibattiti esoterici sull’industria 4.0, non valgono nulla le ‘magnificenze’ sull’alternanza scuola-lavoro.
Non valgono nulla se non denunciamo tutti i giorni il declino, il degrado complessivo delle condizioni di lavoro. Ma come abbiamo fatto a permettere che tanto lavoro diventasse in questi anni sempre più penoso, come, ad es., quando in molti luoghi di lavoro, a parità di mansione, ci sono differenti trattamenti di paga e diritti?

Troppi sono i lavoratori, soprattutto del mondo della microimpresa, che pur di avere un lavoro devono adattarsi ad ogni condizione.
Pezzi di ‘nuda vita’, individui che si arrangiano a tirare avanti, ai margini e spesso all’esterno di ogni contrattazione collettiva, lontanissimi da ogni rappresentanza e istituzione.

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INFORTUNI: ROSSI, PRESIDENTE REGIONE TOSCANA AUMENTARE I CONTROLLI ED ESTENDERE I PROGETTI SPECIALI

mercoledì 18 aprile 2018

FONTE REGIONI.IT Annuncio alla seduta speciale del Consiglio regionale della
Toscana
Firenze, 18 apr. – (AdnKronos) – Intensificare l”impegno della Regione
Toscana per la sicurezza sul lavoro, estendere i progetti speciali,
avere la possibilità di assumere per aumentare i controlli, lotta
all”evasione fiscale e al lavoro nero. E un appello al governo
nazionale perché ci sia un rapporto più stretto tra sicurezza sul
lavoro e ispettorato del lavoro. Questi i punti salienti toccati dal
presidente Enrico Rossi nel suo intervento in aula, a conclusione
della seduta speciale del Consiglio regionale dedicata alla sicurezza
sul lavoro.
La fatalità non esiste. “Nella mia lunga esperienza, prima da
assessore, poi da presidente, ho maturato la convinzione che per gli
incidenti sul lavoro la fatalità non esiste – ha detto Rossi –
Infatti, quando si mette attenzione, i risultati si vedono, quando le
aziende fanno dell”abbattimento degli infortuni un punto d”impegno,
gli infortuni calano. Non bisogna accettare l”incidente come fatalità.
Noi abbiamo fatto tante cose, ma tante restano ancora da fare. Sono
rimasto particolarmente colptio dalla situazione di Livorno, dove un
protocollo per troppo tempo è stato lasciato lì come carta. E”
inquietante domandarci se ciò che è accaduto è frutto di una
scintilla”.
“C”è da capire se c”è qualcosa che non funziona – ha aggiunto Rossi –
Tanti operai, non solo a Livorno e in Toscana, sono morti nelle
cisterne. Una questione che chiama in causa la sicurezza sul lavoro,
l”Arpat, i vigili del fuoco. Un quadro che va affrontato con
freddezza, per non avere poi da rimproverarci alcunché. Chi è
competente in materia ci riferirà, la poilitica deve porre le domande
giuste, e pretendere dai tecnici le risposte”
IL COMUNICATO PROSEGUE ALLA FONTE: REGIONI.IT