Selezione di notizie, informazioni, documenti, strumenti per la promozione della salute e della sicurezza negli ambienti di lavoro e di vita. Diario Prevenzione è online dal 1996. Progetto e realizzazione a cura di Gino Rubini
Categoria: Conoscenze Scientifiche e Iniziative dei Poteri Pubblici
I frequentatori più assidui del sito Diario Prevenzione avranno notato che da diverso tempo pubblichiamo sempre più spesso report, documenti e notizie che fanno riferimento a grandi temi come il cambiamento climatico, ai necessari interventi e adattamenti per farvi fronte. Come sempre riprendiamo questi report e articoli dalle fonti più qualificate come Enti di ricerca, siti autorevoli, riviste specializzate.Su questo tema del riscaldamento climatico e della necessaria trasformazione ecologica della società nei modi di produrre e consumare, a causa della guerra in Europa e della crisi energetica, si sta perdendo tempo e si stanno facendo molti passi indietro.
Si tratta del numero più alto della media annua dell’ultimo decennio. Gli impatti più rilevanti in 710 comuni italiani. I dati aggiornati della mappa del rischio climatico realizzata dall’Osservatorio Cittàclima di Legambiente
L’Italia è sempre più soggetta a eventi climatici estremi. A dirlo sono i dati aggiornati della mappa del rischio climatico realizzata dall’Osservatorio Cittàclima di Legambiente. Una tendenza confermata da quanto accaduto nella nostra Penisola, colpita in questi ultimi giorni da un violento nubifragio che ha investito soprattutto il Centro Nord, e nelle scorse settimane anche il sud, causando purtroppo morti, feriti e ingenti danni materiali.
Climate Media Center Italia ha scritto una lettera aperta ai media italiani: serve parlare di crisi climatica e delle sue soluzioni, a maggior ragione in campagna elettorale. La lettera è stata firmata da scienziati ed esperti di clima e ambiente, tra cui vari autori italiani dell’ultimo importante rapporto IPCC. Climate Media Center Italia ha contestualmente prodotto cinque consigli pratici su come comunicare il rischio climatico, rivolto a giornalisti e non solo.
La lettera è uscita in data 12 agosto 2022 sul quotidiano Domani.
È nostra responsabilità, come cittadini italiani e membri della comunità scientifica, avvertire nel modo più chiaro ed efficace possibile di ogni seria minaccia che riguarda le persone e il nostro Paese. È dovere dei giornalisti difendere il diritto all’informazione e diffondere notizie scientifiche verificate. Ondate di calore, siccità prolungate e incendi sono solo alcuni dei recenti gravi segnali dell’intensificarsi degli impatti dei cambiamenti climatici nei nostri territori. Tuttavia, le notizie diffuse dai media italiani mancano spesso di informare il pubblico sulle cause di questi eventi e le relative soluzioni. Questo nonostante il consenso della comunità scientifica sul legame tra l’aumento in frequenza e intensità di questi fenomeni e i cambiamenti climatici.
– Valutazione dei piani dell’UE per importare idrogeno dal Nord Africa a cura TNI
– Prodotti fitosanitari e biodiversità: collegamenti pericolosi
– Inail . Rischio biologico nelle attività Agro-Zootecniche
– COVID-19: transizione di crisi
– AIE. Lettera aperta al governo Italiano
sull’urgenza di proteggere l’Italia e il mondo dalla minaccia nucleare e sulla priorità di aderire al Trattato di proibizione delle armi nucleari (TPNW)
– UK.Pescatori picchiati e sfruttati sulle barche del Regno Unito
– Fritto misto
Fonte Climate Capitalism che ringraziamo ( questa traduzione è effettuata con google translator )
RAPPORTO SULL’IMPATTO DELL’IPCC
28 febbraio 2022
“Una finestra breve e che si chiude rapidamente per garantire un futuro vivibile”
28 febbraio 2022 . Il cambiamento climatico indotto dall’uomo sta causando perturbazioni pericolose e diffuse nella natura e colpisce la vita di miliardi di persone in tutto il mondo, nonostante gli sforzi per ridurre i rischi. Le persone e gli ecosistemi meno in grado di farvi fronte sono i più colpiti, hanno affermato gli scienziati nell’ultimo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), pubblicato oggi. Continua a leggere “Gli scienziati lanciano un “avvertimento terribile” sul clima”
Il 58% (l’80% a sinistra) vuole abbandonare un’energia considerata pericolosa e costosa. Ma quasi tutti i candidati sono nuclearisti
[21 Gennaio 2022]
Salvini e il centro-destra italiano vogliono rientrare nel nucleare per fare come la Francia… ma i francesi vorrebbero uscirne per fare come ha fatto l’Italia, E’ questo il risultato del sondaggio “Les Français et l’énergie nucléaire” condotto dall’IFOP per la coalizione Réseau “Sortir du nucléaire”, dal quale emerge che «Il 58% dei francesi si dice pronto a votare per una persona che, una volta eletta alla presidenza della Repubblica, impegnerebbe la Francia in una politica energetica che includa l’uscita dal nucleare e lo sviluppo delle energie rinnovabili» e gli antinucleari sono ben l’80% tra i simpatizzanti di sinistra.
Riprendiamo da Diseguaglianze di salute che ringraziamo questa pagina di indicazioni di grande utilità rispetto alla gestione del problema scuola in questa fase di pandemia.
La pandemia di COVID-19 ha ripreso vigore. L’incidenza in Italia è in continua ascesa da metà ottobre, soprattutto tra le persone non vaccinate. La crescita dei contagi tra i bambini, in particolare al di sotto dei 12 anni, ha caratterizzato soprattutto la fase iniziale della salita della curva epidemica.
Parallelamente alla campagna vaccinale, che a partire dal 16 dicembre riguarderà anche la fascia di età 5-11 anni, occorre continuare a formulare raccomandazioni per il mantenimento della scuola in sicurezza, per la diagnosi precoce dei casi e per la prevenzione di focolai in setting scolastico.
L’Associazione Italiana di Epidemiologia ha formulato delle raccomandazioni per gestire l’attuale fase pandemica nella scuola per far sì che non si debba ricorrere a chiusure o didattica a distanza che hanno inasprito le disuguaglianze sia negli apprendimenti sia negli abbandoni scolastici.
Salute mentale e pandemia: testimonianze dall’Associazione Arcobaleno
16/03/2020 Covid19: Corona Virus. Settimana dopo settimana solo con me stesso in 65 metri quadrati e due balconi. Unico ausilio alla mia solitudine un “oggetto indispensabile”: uno specchio, da cuiLeggi tutto »Salute mentale e pandemia: testimonianze dall’Associazione Arcobaleno…
Les eaux océaniques se sont réchauffées, acidifiées et appauvries en oxygène. De plus, la surpêche et la pollution les affectent. La Presse Canadienne/Andrew Vaughan
Pour nos ancêtres comme pour nos enfants, diverses cultures humaines ainsi que de nombreux moyens de subsistance et modes de vie sont liés à la mer. Mais l’augmentation des émissions de gaz à effet de serre modifie l’océan et met notre santé en péril.
De nombreux rapports basés sur des recherches scientifiques évoquent les effets à long terme des changements climatiques, tels que l’augmentation des niveaux de gaz à effet de serre, des températures et des mers, d’ici 2100. L’Accord de Paris exige que nous limitions le réchauffement à moins de 2 degrés Celsius d’ici la fin du siècle par rapport au niveau préindustriel.
Le lezioni di COVID-19: l’importanza delle cure primarie e di comunità per far fronte alle minacce sanitarie globali.
Sin dall’inizio della pandemia COVID-19 [1], è apparso chiaro che le cure primarie (ovvero la medicina sul territorio o di continuità) avrebbero potuto svolgere un ruolo fondamentale nell’assistenza clinica come lo screening dei pazienti, il triage, il supporto fisico e psicologico, ma anche nella promozione di una migliore consapevolezza del rischio e di una condivisione degli interventi preventivi da parte della comunità. Soprattutto se integrate con l’assistenza ospedaliera e i dipartimenti di prevenzione. Infatti, se si considera l’importanza dei fattori sociali e ambientali nella trasmissione di COVID-19 e nell’impatto della malattia, è essenziale garantire un adeguato coordinamento dei servizi sanitari per la popolazione con gli interventi di sanità pubblica.
The Institute for Public Relations ha pubblicato la guida“A communicator’s guide to Covid-19 vaccination. Research, Theories, Models, and Recommendations Communicators Should Know”, con l’obiettivo di mettere in evidenza gli studi, le teorie, i modelli e le raccomandazioni orientate dalla ricerca scientifica per supportare gli Enti e le organizzazioni di tutto il mondo nel garantire strategie di efficaci per la comunicazione del vaccino anti Covid-19.
Con il lancio e la calendarizzazione della campagna vaccinale anti Covid-19 in tutto il mondo, sono fondamentali comunicazioni chiare, convincenti e progettate sui bisogni dei destinatari (in particolare tenendo conto delle popolazioni più fragili e soggette alle disuguaglianze di salute) per aumentare la diffusione del vaccino e diminuire l’esitanza e l’astensione. Continua a leggere “DORS. Come comunico il vaccino? Una guida in 17 punti per la comunicazione del vaccino anti Covid-19”
Professoressa di diritto pubblico e internazionale nella Facoltà di Diritto dell’Università Federale Alagoas (UFAL), Brasile Coordinatrice del Nucleo di Studi in Diritto Internazionale dell’Ambiente (NEDIMA)
Sommario:
1. Introduzione;
2. L’agenda “anti-ambientale” dell’amministrazione Bolsonaro;
3. Pandemia e questione ambientale in Brasile;
4. Il diritto costituzionale ambientale brasiliano e la “protezione integrale”;
5. L’Accusa di Disobbedienza al Precetto Fondamentale
(ADPF)
Lo sterminio deliberato di una comunità, un gruppo etnico, un popolo intero, per azione diretta od omissione di determinate azioni che potrebbero impedirlo, non fa più parte di una nefasta ipotesi, di un timore precoce determinato dalle parole proferite in comizi di piazza: lo sterminio genocida è la realtà che respiriamo ogni giorno. E adesso non più solamente attraverso le frasi mille volte usate durante la campagna elettorale come una promessa per risolvere i mali della nazione; ora quelle frasi sono divenute politica di governo, azione di Stato. L’autoritarismo fascistoide della nuova economia imposto da un mercato onnipresente, ci obbliga a leggere le statistiche e i numeri con la tipica indifferenza di chi ormai ha tutto si è abituato.
I mille morti al giorno… (in realtà 1200, 1300, 1400… ogni giorno, dai primi di maggio fino ad oggi) ormai sono una innocua nota a piè di pagina. E quando si fa menzione al termine “genocidio” non è certamente per banalizzare una parola che fa rabbrividire, ma per dire le cose come stanno veramente.
I documenti parlano chiaro: gli organi dello stesso ministero della salute, tre mesi fa avvisavano il nuovo ministro (il terzo dall’inizio della pandemia, un generale dell’esercito), sulla carenza delle sostanze necessarie alla fabbricazione dei medicinali fondamentali per il trattamento del Covid. E non solo: i documenti avvisavano la mancanza cronica di apparecchi e l’assenza di una logistica distributiva nel territorio nazionale di medicinali e materiali. I documenti arrivano alla stampa che incalza il ministro: “i responsabili della organizzazione sanitaria sono i singoli municipi e i singoli stati, non è il governo federale, né tanto meno il ministero della salute”.
I DIRITTI DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI AL TEMPO DEL CORONAVIRUS
IL DOCUMENTO DI MEDICINA DEMOCRATICA
All’emergenza pandemica si è risposto con numerosi provvedimenti che hanno prima ridotto ed ora (“fase 2”) prevedono una ripresa graduale delle attività produttive. Il DPCM 26.04.2020, da ultimo, ha innestato sulle norme vigenti in tema di sicurezza e igiene del lavoro, delle “raccomandazioni” contenute nei protocolli tra le parti sociali (da ultimo quello del 24.04.2020). Queste raccomandazioni costituiscono ora delle prescrizioni generalizzate per tutti i datori di lavoro. La maggior parte di queste, pur se configurate appositamente per ridurre i rischi nei luoghi di lavoro dovuti a un rischio non produttivo, proveniente dall’esterno, costituito dalla contagiosità tra persone, non affermano dei principi diversi da quelli già vigenti. Allo stesso modo le prescrizioni anti-Covid non modificano i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.
In questo momento è più che mai necessaria l’unità d’intenti per sconfiggere la pandemia Covid-19. Il Servizio Sanitario nazionale italiano è messo a dura prova da questa emergenza. La natura universalistica del SSN italiano ha già segnato positivamente, pure tra difficoltà e contraddizioni, la capacità di risposta della sanità pubblica rispetto alla drammaticità del momento. Vi sono ancora sacrifici e restrizioni prima di pervenire all’uscita dal tunnel della pandemia, ma ne usciremo. E’ più che mai necessario sin d’ora cominciare a pensare e a progettare il dopo pandemia anche dal punto di vista delle politiche sociali, economiche e sanitarie nella loro complessità. Per questi motivi assume rilevanza e significato il Manifesto-Appello sul Diritto alla Salute sottoscritto da decine di professionisti della medicina e da personalità della cultura e della società. Riteniamo per davvero importante la diffusione e la condivisione di questo Manifesto-Appello sia come riferimento in questo momento cruciale sia per il dopo emergenza Covid-19. Editor (Gino Rubini)
MANIFESTO-APPELLO SUL DIRITTO ALLA SALUTE: LA MEDICINA PARLI,LAPOLITICA E LE ISTITUZIONI ASCOLTINO E AGISCANO CON DECISIONE ED URGENZA —> IL DOCUMENTO (pdf)
Relazione del Dott. Leopoldo Magelli al Convegno promosso da “CITTADINANZA ATTIVA BOLOGNESE” : GUARDARE INDIETRO PER ANDARE AVANTI , (Bologna, 18 gennaio 2020)
“dedicato a Guido Canova , quadro FIOM della CASARATA, morto per tumore da amianto”
L’Agenzia sanitaria e sociale ha partecipato alla tre giorni del welfare – organizzata dal Comune di Bologna in collaborazione con l’Azienda USL di Bologna -, con un intervento dal titolo “Misurare l’equità in salute: un esempio dallo Studio longitudinale emiliano”.
La rassegna dal 28 febbraio al 2 marzo intendeva raccontare la qualità del welfare sociale, sanitario, educativo, abitativo e culturale, la sua storia e le prospettive nel capoluogo emiliano; la sessione pomeridiana del 1° marzo si è focalizzata in particolare su alcune iniziative per monitorare e contrastare le disuguaglianze di salute a Bologna.
Tra gli strumenti per stimare gli esiti di salute in relazione a caratteristiche socio-demografiche che possono essere desunte dalla statistica ufficiale, lo Studio longitudinale emiliano si caratterizza per una ampia disponibilità di informazioni, anche molto dettagliate, e permette di seguire nel tempo coorti di residenti nei comuni in studio (Bologna, Modena e Reggio Emilia). I professionisti dell’Agenzia hanno presentato alcuni risultati per la città di Bologna: ad esempio, si riscontrano eccessi di rischio di mortalità per cause correlate al fumo e all’alcol nei maschi meno istruiti.
The Lancet denuncia la rottura del contratto sociale post-bellico, di cui l’NHS è (era?) il riferimento più riconoscibile; denuncia lo smantellamento dei servizi pubblici; denuncia il mutamento degli stessi valori costitutivi della società britannica, interpretando le azioni politiche come pericolose addirittura per l’identità sociale e culturale nazionale. Denuncia il tradimento delle idee liberali di Beveridge! Il problema non è più economico (sostenibilità del Welfare), è identitario, e si risolve attraverso la strenua ed insistita difesa dei valori e dei principi costitutivi del tessuto sociale Britannico da un’aggressione costante da parte della volontà politica.
“Attacco a White Hall” potrebbe suonare come il titolo di un ennesimo “action movie” dove il protagonista è il classico eroe complessato a causa di un qualche tipo di stress post traumatico e che si riscatta salvando la nazione dalla minaccia di un qualche terrorista eccentrico. Qui, il canovaccio in salsa British è però diverso: i cattivi stanno dentro i palazzi dell’amministrazione di governo Britannico (indicata genericamente come, appunto, White Hall) e i buoni sono quelli che bombardano i policy maker a suon di articoli su rinomate riviste scientifiche. Continua a leggere “La povertà come scelta politica (succede in Inghilterra, ma non solo)”
Photo: ILO – Asrian Mirza_2007._Flickr Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 IGO License
Il documento GoodElectronics “Sfruttamento mediante l’inganno nel settore dell’elettronica” sostiene che, quando i lavoratori non ricevono informazioni pertinenti sulle sostanze tossiche e altrimenti pericolose sul posto di lavoro a cui sono effettivamente o potenzialmente esposti, ciò potrebbe costituire uno sfruttamento tramite l’inganno. Inoltre, lo sfruttamento mediante l’inganno in merito alle esposizioni tossiche potrebbe e dovrebbe essere un reato perseguibile ai sensi di varie leggi.
Ogni giorno decine di milioni di lavoratori sono esposti a sostanze pericolose sul posto di lavoro. Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), circa quattro lavoratori muoiono ogni minuto a causa del lavoro in un luogo di lavoro insicuro o malsano.
Prodotti chimici tossici al lavoro
L’industria elettronica non fa eccezione in quanto utilizza sostanze tossiche per tutto il suo ciclo di vita. I casi da tutto il mondo hanno messo in luce la misura in cui i lavoratori dell’elettronica sono esposti a sostanze chimiche tossiche al lavoro. Questi casi hanno implicato governi e aziende nei paesi più ricchi e poveri del mondo durante il ciclo di vita dei prodotti elettronici – dall’estrazione delle materie prime alla produzione di componenti e prodotti elettronici, alle operazioni di riciclaggio e recupero.
Mancanza di informazioni
Un comune denominatore in molti di questi casi di esposizione dei lavoratori a sostanze pericolose è la mancanza o l’inadeguatezza delle informazioni. Nel contesto dei grandi volumi di sostanze pericolose utilizzate dai lavoratori in vari settori, fornire informazioni adeguate è essenziale per aiutare a prevenire i rischi, mitigare i danni, condurre ricerche su alternative più sicure e fornire un rimedio efficace. In queste circostanze, l’informazione è fondamentale per il godimento dei diritti umani – in sostanza un diritto a se stesso e un facilitatore di altri diritti umani.
Inganno nel settore dell’elettronica
Il rapporto descrive il problema dell’inganno nel settore dell’elettronica, seguito da un’analisi del quadro normativo per i diritti dei lavoratori che sono rilevanti per il problema in questione. La relazione si conclude sottolineando l’obbligo degli Stati di riconoscere e far rispettare lo sfruttamento con l’inganno e le responsabilità delle imprese di informare i lavoratori e formulare raccomandazioni agli Stati, alle imprese e ai rappresentanti dei lavoratori.
Rapporto settimanale a cura della Commissione Europea sui prodotti di consumo, non alimentari e non farmaceutici pericolosi che sono stati segnalati dalle autorità competenti degli stati membri.
“La Medicina del lavoro” nel numero 2/2018 pubblica l’articolo: “Efficacia dei Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (Servizi PSAL) nella riduzione degli infortuni professionali in Regione Lombardia” di Nicole Ruggiero, Battista Magna, Nicoletta Cornaggia, Anna Maria Rosa, Orazio Ferrero, Massimiliano Mazzieri, Dario Consonni, Susanna Cantoni.
1La manière dont la science est mobilisée dans la gestion de technologies dangereuses s’est retrouvée au centre de l’attention à l’automne 2017 en Europe. De nombreux pays membres se sont opposés à la réautorisation du glyphosate, une substance active contenue dans de nombreux herbicides, malgré l’avis favorable des agences sanitaires communautaires. C’est la capacité de ces agences à produire une expertise indépendante qui était remise en question. En décrivant les dispositifs équipant la reconnaissance des maladies professionnelles en France, Emmanuel Henry apporte un éclairage original sur ces questions. Il dépasse les réflexions sur l’indépendance de l’expertise pour interroger les effets inhérents à cette manière particulière de mobiliser la science. Deux dispositifs sont décrits : les tableaux de maladies professionnelles et les valeurs limites d’exposition (VLEP). L’ouvrage est organisé en deux parties et quatre chapitres.
2Le point de départ de la première partie est le fonctionnement problématique du système français de reconnaissance des maladies professionnelles dans le cadre de l’AT/MP, branche de la sécurité sociale chargée de repérer et réparer ces maladies. En dehors des cancers liés à l’amiante et des troubles musculo-squelettiques, il ne reconnaît que 850 maladies liées à l’activité professionnelle chaque année, ce que l’auteur dénonce comme une sous-reconnaissance criante.
Alexis Aulagnier, « Ignorance scientifique et inaction publique. Les politiques de santé au travail par Henry Emmanuel », Perspectives interdisciplinaires sur le travail et la santé [En ligne], 20-1 | 2018, mis en ligne le 01 février 2018, consulté le 08 avril 2018. URL : http://journals.openedition.org/pistes/5612