Progettare la lotta politica per la sanità pubblica (seconda parte)

Riprendiamo da Dinamopress la seconda parte di questo importante articolo di Luca Negrogno . Ringraziamo Dinamopress e l’Autore per questo  contributo alla riflessione sulla crisi del SSN ,  per una nuova stagione delle pratiche della cura, per una ri/nascita del SSN . La prima parte dell’articolo è linkabile QUI 

 

Fonte  Dinamopress

Autore: Luca Negrogno

Nella seconda e ultima parte di questo articolo, le prospettive teoriche e politiche delle lotte sulla salute, dall’analisi critica del settore pubblico alle nuove forme di politicizzazione delle pratiche della cura

LA RIFLESSIONE TEORICA NELLE NUOVE FORME DI MOBILITAZIONE SULLA SALUTE: RIPOLITICIZZAZIONE DELLA CURA E SOLIDARIETÀ

Donatella Della Porta e Mario Diani, indagando il rapporto tra mobilitazioni sociali e sistemi di welfare, hanno indicato come centrale nelle lotte sociali la capacità di «spostare i confini tra pubblico e privato», superando la visione evolutiva dei cluster di diritti (civili, sociali e politici) e mostrando come tale ridefinizione contribuisca a forgiare e a permettere l’emersione di nuove soggettività, che a loro volta riarticolano con la loro presenza il campo politico complessivo. Le lotte sociali novecentesche hanno favorito «l’espansione del ruolo dello stato» che, intervenendo «con crescente frequenza nei settori relativi alla vita privata, in particolare attraverso la fornitura di servizi sociali e l’azione delle agenzie assistenziali», ha anche prodotto «un maggiore controllo su aspetti della vita che in precedenza sarebbero stati lasciati alla regolamentazione autonoma degli attori sociali, con esiti ambivalenti. L’estensione del servizio sanitario pubblico, ad esempio, ha favorito la standardizzazione dei metodi terapeutici e il trattamento di eventi cruciali nell’esperienza degli individui, come la maternità. È seguita una tendenza alla burocratizzazione e alla razionalizzazione della sfera privata» (Dalla Porta) su cui sono intervenute le critiche di nuove soggettività che a loro volta hanno modificato il campo della riflessione politica. Il movimento femminista, i movimenti di critica alla psichiatria, i gruppi attivi contro la nocività degli ambienti urbani hanno sì propugnato una «estensione del welfare, ma anche una trasformazione delle istituzioni dello stato sociale».

Sempre seguendo la riflessione di Della Porta e Diani, se «molta ricerca, focalizzata su movimenti sociali progressisti, ha sottolineato il loro ruolo nell’espansione dei diritti», tale estensione non è nè univoca nè lineare: «Marshall ha suggerito una evoluzione dai diritti civili a quelli politici e sociali, in realtà le lotte per questi diritti sono state spesso intrecciate, mobilitando sempre nuovi gruppi sociali, dalle donne ai migranti».

L’analisi del rapporto tra lotte sociali e welfare va quindi condotta tenendo conto della mutevolezza e dell’articolazione interna dei diversi gruppi sociali, della trasformazione dei gruppi sociali stessi e del loro rapporto con la configurazione degli ambiti di intervento statale – anche nei termini della retroazione esercitata dai nuovi fronti di diritto istituiti con le lotte precedenti.

 

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Progettare la lotta politica per la sanità pubblica (prima parte)

Riprendiamo da  Dinamopress questo importante saggio che contribuisce a capire meglio la storia, gli assalti esterni e le criticità  interne del SSN da affrontare per invertirne  la rotta  di destrutturazione e declino. Ringraziamo Dinamopress e l’autore  Luca Negrogno  .  

Fonte Dinamopress 

Autore: Luca Negrogno

In occasione del centenario della nascita di Giulio Maccacaro, medico tra i fondatori di Medicina Democratica, pubblichiamo la prima parte di questo saggio sulle prospettive politiche delle lotte sociali e il Servizio Sanitario Nazionale

Osservare il Servizio Sanitario Nazionale nel rapporto con le lotte sociali permette di considerarne la nascita, le funzioni e le trasformazioni all’interno di un framework complesso, capace di illuminare le dimensioni materiali, culturali e istituzionali sulle quali è maggiormente necessario intervenire per invertire la rotta della sua destrutturazione. Oggi che «il Ssn si trova al centro della più perfetta delle tempeste, la più grave dalla sua istituzione», come scrivono Chiara Giorgi e Francesco Taroni, la ricerca sul quadro storico e concettuale in cui si sono svolte le lotte necessarie per la sua istituzione, sui controversi processi della sua gestione istituzionale e sugli “assalti” reazionari orientati alla sua distruzione (così li ha recentemente indicati Nerina Dirindin – e noi accettiamo solo momentaneamente tale definizione in quanto rischia di porne l’origine esclusivamente all’esterno del sistema, oscurando quanta parte della destrutturazione reazionaria sia emersa dalle stesse contraddizioni interne della sua lacunosa gestione istituzionale) risulta necessario in primo luogo per evitare che la crisi di questa fondamentale istituzione di civiltà venga avvertita come una imponderabile fatalità, rispetto alla quale sia impossibile, inutile o insensato opporsi.

Obiettivo delle lotte attuali dovrebbe essere infatti rivitalizzare la pensabilità e la credibilità dell’ipotesi di un Servizio Sanitario Nazionale di fronte alle avversità date sia dalla modificazione delle caratteristiche strutturali del contesto sociale (epidemiologiche, demografiche, tecnologiche), sia dalla situazione geopolitica e dalle trasformazioni della governance sovranazionale – con le loro significative conseguenze sulle condizioni macroeconomiche e culturali su cui la possibilità di un servizio sanitario universalistico si basa (la caduta in disgrazia della redistribuzione della ricchezza verso il basso e della tassazione progressiva dei redditi, in primo luogo).

Osservato da una visuale che voglia coglierne l’incrocio strutturale con le lotte sociali, il Servizio Sanitario Nazionale appare come un’istituzione il cui senso è inscritto nelle logiche dell’azione pubblica e risente delle sue trasformazioni. Esso va letto cioè sul terreno di una costante dialettica tra spinte dal basso, rivolte alla socializzazione del lavoro riproduttivo, e tentativi di appropriazione privatistici, la cui interazione e il cui relativo equilibrio danno luogo a processi costituenti –- da cui derivano specifiche configurazioni istituzionali – costantemente contesi tra innovazioni progressiste e resistenze reazionarie. Come hanno messo in luce i recenti lavori di Chiara Giorgi (20212023), il modo in cui si sono evolute la struttura, le funzioni e le articolazioni del servizio sanitario stesso, le diverse composizioni delle soggettività che vi hanno agito, anche all’interno di una dialettica conflittuale, le sintesi momentanee, gli accomodamenti e le divaricazioni venute in essere tra loro, i risultati e i limiti della loro azione (nella mutevolezza dei contesti storici: vale a dire lungo le diverse fasi della sua istituzione, del suo malgoverno, dei suoi svariati tentativi di razionalizzazione) costituiscono un oggetto d’analisi che è necessario delineare unitariamente, al fine di osservare efficacemente gli attuali elementi di crisi e le possibilità di contribuire al loro superamento con l’azione politica.

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Salute Internazionale : Quarantacinque anni fa, il SSN.

Fonte: Saluteinternazionale.info che ringraziamo 

A cura di Laboss (1)

Nel ricordare il 45° compleanno del nostro Servizio sanitario nazionale, battiamoci in sua difesa. Per contrastare il suo progressivo, ma sempre più rapido, smantellamento sono necessari ingenti finanziamenti pubblici, insieme ad adeguate politiche sanitarie. Il Patto di stabilità recentemente negoziato con l’Europa prevede l’esclusione delle spese militari dal conteggio del debito. La nostra proposta è invertire le priorità: escludere dal Patto le spese sanitarie, invece di quelle militari.

Quarantacinque anni fa, il 23 dicembre 1978 Tina Anselmi, prima donna italiana al ministero della Sanità, appose la firma alla legge n. 833, istitutiva del tanto atteso Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

La nascita del SSN segnò per il paese un grande salto di qualità, a partire dal suo obiettivo principale: il passaggio dalla cura della malattia, concepita per lo più come sofferenza individuale, alla tutela e promozione universale della salute, fisica e psichica, individuale e collettiva. Il nuovo servizio fu caratterizzato da un’impostazione integrata dell’intervento sanitario e di quello sociale, dalla priorità dell’attività di prevenzione, da un’organizzazione decentrata e territoriale, da un approccio capace di investire le questioni legate alle condizioni di lavoro, alla tutela dell’ambiente, al benessere umano complessivo.

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Insieme per la Costituzione : l’intervento di Medicina Democratica a Roma il 24 giugno 2023

Fonte Medicina Democratica

Intervento di Edoardo Turi di Medicina Democratica alla manifestazione del 24/6/2023 a Roma

Compagne e compagni, e vorrei dire, Colleghe e Colleghi, perchè immagino  che qui oggi ci siano molti che come me, sono  operatori  del Servizio Sanitario Nazionale (SSN)

Sono un medico del territorio, che lavora in un Distretto  di Azienda sanitaria,in una grande periferia di Roma, quel territorio che ha retto a stento l’impatto dell’epidemia Covid e dunque vorrei portare qui la sofferenza di quegli operatori.

SSN nato, vorrei ricordarlo, dalle lotte di due decenni del movimento operaio e democratico:dei lavoratori contro la nocività in fabbrica, delle donne e delle femministe per la salute, degli ambientalisti e degli studenti per cambiare l’università.

Sono anche  un attivista di Medicina Democratica, che nasce proprio in quei decenni, non come un centro di studi e ricerca, ma come movimento di lotta per la salute, seguendo il pensiero di G.M.Maccacaro, G. Berlinguer, Basaglia e Laura Conti, giganti di cui non siamo stati all’altezza.

Quel SSN che oggi è sotto attacco, attacco iniziato negli anni ‘90 e proseguito con governi di centrodestra e di centrosinistra nazionali e regionali.

Un vera e propria controriforma, come ci ricorda Ivan Cavicchi su il manifesto di oggi, basata sull’aziendalizzazione, simboleggiata dalla figura monocratica, autoritaria e anacronistica del Direttore Generale, la regionalizzazione con 21 SSN, fino alla modifica del titolo V della Costituzione e alla  scellerata autonomia regionale differenziata, la riduzione della spesa sanitaria e dei posti letto in ossequio ai parametri di Maastricht, fino al pareggio di bilancio in Costituzione e infine il PNRR e le Case della comunità che senza personale sono scatole vuote.

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Sanità: Def e risorse aggiuntive

Fonte Regioni.it che ringraziamo
(Regioni.it 4497 – 14/04/2023) C’è stato “un forte segnale, nonostante le oggettive difficoltà economiche, investendo per la sanità, da qui al 2025, 8 miliardi e mezzo in più, indicando una decisiva inversione di rotta. E spero che anche nel Def ci siano risorse aggiuntive”. Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, che evidenzia “l’importanza della sanità” e come vi siano state “misure che mostrano rinnovata attenzione alla sanità pubblica, nonché la capacità di intercettare le istanze di coloro che la sanità la devono gestire sul campo”.
Del Def e della sostenibilità finanziaria del Servizio Sanitario Nazionale parla anche Raffaele Donini, assessore regionale alla sanità dell’Emilia-Romagna e coordinatore della commissione salute della Conferenza delle Regioni, rilevando invece che la “sanità pubblica non interessa”, “non è certo una priorità. Lo conferma il Def con cui si è scelto di tirare il freno a mano sul servizio sanitario nazionale, un documento in cui è evidente la proiezione della curva in discesa della percentuale di spesa sanitaria rispetto al Pil: dal 6,7% nel 2023 si scende al 6,3% nel 2024 e al 6,2% sia per il 2025 che per il 2026″.
Secondo Donini “non è possibile non avere alcuna visione riguardo alla sanità che è un asset strategico per il Paese: i tagli effettuati in legge di bilancio e confermati dal Def sono la prova”, che non si capisce “quanto la salute sia un diritto fondamentale ed un bene primario per tutti. L’Italia è già fanalino di coda in Europa per spesa in sanità rispetto al Pil, mi auguro che il governo voglia invertire la marcia al più presto: dopo il Covid si vive un grave disagio e non sono i cittadini a dover pagare o tantomeno medici e personale sanitario che sono stati deificati durante la pandemia”.

Attacco al SSN. Svegliamoci! Podcast di Diario Prevenzione – 14 dicembre 2022 – Puntata n° 103

 

a cura di Gino Rubini

In questa puntata parliamo di :

– Il nostro sistema sanitario è arrivato stremato all’appuntamento con la pandemia. Debilitato da anni di continui tagli, di blocco degli organici e di attacchi al servizio pubblico ….
– Tetto pagamento in contanti: un provvedimento che aumenta i rischi di aggressioni, rapine ad esercenti, taxisti, benzinai…
– INAIL . Analisi dei rischi lavorativi nelle lavanderie industriali
– Come gli stati stanno usando la guerra in Ucraina per guidare una nuova corsa agli armamenti? Rapporto TNI
– Il Consiglio Nazionale Geologi analizza la tragedia di Ischia e propone azioni per il futuro
– Scandalo Qatargate, dal 2018 si sapeva della strage di lavoratori impegnati nella costruzione degli impianti per il Mondiale….

 

Attacco al SSN. Svegliamoci!

 

Fonte : Salute Internazionale che ringraziamo 

Autore : Marco Geddes da Filicaia

Se i Governi Conte/Draghi avevano di fatto eliminato la sanità pubblica dal tetto delle priorità, con il Governo Meloni la musica non cambia, la tendenza si conferma e, per alcuni aspetti, si accentua. Stanno scippando al popolo italiano una delle più importanti conquiste sociali – l’istituzione di un servizio sanitario pubblico, universale e gratuito – e nessuno protesta.

Il nostro sistema sanitario è arrivato stremato all’appuntamento con la pandemia. Debilitato da anni di continui tagli, di blocco degli organici e di attacchi al servizio pubblico (vedi A mani nude). E di riflesso si era levata una prepotente, unanime, richiesta «Mai più tagli al nostro Servizio sanitario nazionale!». Si era ipotizzato un investimento di 30 miliardi di euro per rimettere in piedi il settore che con la pandemia aveva dimostrato essere il punto di maggiore fragilità del sistema, quello dei servizi territoriali. Ma a questi, alla fine, arriveranno solo briciole dalla torta del PNRR e quasi niente per il personale. A proposito di personale, non è stato rimosso neppure il vincolo che, dal 2011, impediva alle Regioni di spendere più di quanto esse avevano speso nel 2004 (meno 1,4%). I Governi Conte/Draghi hanno di fatto eliminato la sanità pubblica dal tetto delle priorità.

Con il Governo Meloni la musica non cambia, la tendenza si conferma e, per alcuni aspetti, si accentua. Il disegno di legge sul bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e sul bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 non comporta, come evidenziato da molteplici fonti fra cui l’Ufficio parlamentare di Bilancio, alcun potenziamento del servizio sanitario. Anzi, diciamolo chiaramente, questo provvedimento si colloca in uno scenario complessivo di smantellamento del nostro SSN; la metafora della rana bollita, cioè di un indebolimento lento affinché non emerga consapevolezza e contestazioni, sta oltrepassando velocemente (o lo ha già superato?) il punto di non ritorno[1]. Questo non solo perché il finanziamento nel 2023 in termini assoluti cresce solo di 526 milioni rispetto al 2022 (a fronte di un aumento di spesa, stimato dalla FIASO, di 500 milioni solo per il caro energia) [2], ma, per quanto si delinea per il successivo biennio, prevedendone una riduzione in termini assoluti, che porta il finanziamento al 6.1% rispetto al Pil (Tabella 1).

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Il vuoto sulla sanità

Fonte: Saluteinternazionale che ringraziamo

Autore : Marco Geddes da Filicaia

Nell’assenza di un adeguato progetto per il futuro della sanità pubblica nei diversi programmi elettorali c’è dell’altro. Non solo e non tanto le colpe passate. C’è un’assenza di pensiero.

Facile affaticabilità, pallore, mancanza di respiro, sono sintomi di anemia sideropenica.  La moria di topi un segno evidente dell’approssimarsi della peste. Costruire il nemico, da parte di un Governo, indica la trasformazione di tale istituzione in un regime.

Da alcuni segni, dall’esame del particolare si può presumere, o intravedere, un problema generale. Mi sono tornate alla mente queste considerazioni di fronte a una serie di sintomi che sembrano predittivi di una sistemica crisi del nostro Servizio sanitario nazionale. Si tratta di alcuni eventi, riportati dalla cronaca quotidiana, occorsi in queste ultime settimane.

Mi riferisco, ad esempio, non tanto alla situazione critica in cui versano molti Pronto Soccorso, ma ai conseguenti provvedimenti che sono stati presi in alcune realtà per tappare, alla meno peggio, tali falle del sistema di emergenza urgenza. Si dirà che sono provvedimenti occasionali, giustificati dalla necessità di mettere in atto, con immediatezza, un qualche rimedio e dalla mancanza di alternative. Forse sarà così, ma proprio per questo sono sintomi dello sfascio in cui, in molte situazioni, ci troviamo; segno evidente di aver, come si suol dire, “raschiato il fondo del barile” in assenza di soluzioni più adeguate e di lunga durata.

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“LA GENTE COME NOI NON MOLLA MAI!” MAI?

di Francesco Domenico Capizzi* 

I non vaccinati rappresentano una parte cospicua e variegata di popolazione che articola il proprio rifiuto, a parte i casi con impedimenti clinici e paure per sporadici eventi avversi, in contrapposizioni radicali verso Istituzioni democratiche e Organizzazioni sanitarie cliniche, di ricerca e di garanzia,  e in genere verso istanze scientifiche gridando espressioni fantasiose di sfida, e perfino allegoriche, che intendono denunciare i prodromi instaurativi di uno strisciante sistema universale autoritario e repressivo. In sostanza, i loro discorsi ed azioni configurano la negazione di principi stabiliti in Carte costituzionali, Dichiarazioni dei diritti fondamentali, Universalismi dei Servizi sanitari, Organismi internazionali, destituiscono di veridicità dati sanitari ufficiali e smentiscono l’efficacia delle conseguenti misure preventive fino a denunciare l’esistenza di un complotto e l’instaurazione di una dittatura sanitaria… 

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No-vax, no-greenpass: “Libertarismo indeterminista”

di Francesco Domenico Capizzi *

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti, stabilisce il primo articolo della Dichiarazione del 10 dicembre del 1948. Anche di commettere errori, in buona fede, s’intende? Sì, perché, continua l’articolo, tutti gli esseri umani sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza, e perché l’articolo 21 della nostra Costituzione stabilisce che tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Da aggiungere il postulato cartesiano del libero arbitrio, inteso come diritto al dubbio e alla ricerca della verità da parte di ogni essere umano.

Dunque, una società di liberi pensatori! Anche se vengono commesse e sostenute involontarie distorsioni interpretative della realtà ed errori nelle azioni, a parte le facinorose, che meritano rispetto ed ascolto in nome dei vincoli irrinunciabili della solidarietà e della tolleranza che sorreggono l’intera vita civile.

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Sanità. A che serve un Ministro?

Prendiamo dal sito Salute Internazionale questo articolo di Gavino Maciocco : condividiamo appieno l’analisi sullo stato dell’arte e sulle prospettive del SSN. Ringraziamo Gavino Maciocco  e Salute Internazionale per l’eccellente lavoro svolto . Editor

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È in atto – aggravato dalla pandemia – un processo di privatizzazione, e insieme di impoverimento, del SSN. Un processo silenzioso e per questo ancora più insidioso perché sottratto al pubblico dibattito, nel disinteresse (apparente) della politica e nel silenzio assordante del Ministro della salute.

“Il Servizio sanitario nazionale è arrivato impreparato all’appuntamento con Covid-19, penalizzato da anni di de-finanziamento, di tagli dei posti letto e del personale e da politiche che hanno inciso negativamente sulla tenuta dei servizi territoriali e di prevenzione. Ha mostrato le sue debolezze e fragilità.
Rapidamente si è sviluppato un generale consenso politico sulla necessità di rafforzare il servizio sanitario nazionale. Ma passata la fase acuta della pandemia, la sanità è ben presto tornata a occupare la parte bassa della classifica delle priorità̀ del paese.
La conferma che non fosse in vista alcun rafforzamento del SSN è arrivata già lo scorso aprile quando il Governo ha reso note le previsioni di andamento della spesa sanitaria pubblica. Se dal 2017 al 2020 questa percentuale era rimasta ferma al 6,6% del PIL (tra le più basse in Europa), impennandosi al 7,3% nel 2021 a causa delle spese Covid, la tendenza programmata negli anni successivi mira decisamente al ribasso: 6,7% nel 2022; 6,6% nel 2023 e addirittura 6,3% nel 2024.

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La proposta sbagliata dell’Assessore alla Sanità della Regione Lazio D’Amato.

 

L’annuncio dell’assessore alla Sanità del Lazio D’Amato: «La Regione sta studiando il modo per contestare ai No vax le spese per le cure mediche»
«Queste persone che rifiutano la vaccinazione mettendo a rischio le libertà altrui devono assumersi la responsabilità delle proprie scelte e azioni fino in fondo»  «Chi finisce in terapia intensiva e ha rifiutato il vaccino deve pagarsi il ricovero»

< fonte open.online >

Ancora una volta prima di lanciare uno slogan riflettiamo a fondo su cosa stiamo facendo. La caratteristica del SSN italiano è quella della universalità della prestazione che non richiede per l’accesso alle cure, quali che esse siano, un pagamento. Il mantenimento del SSN avviene attraverso il pagamento delle tasse. Se si decide di fare pagare il costo della terapia intensiva a quei cittadini che non hanno voluto vaccinarsi e si sono ammalati di COVID, una specie di sanzione richiesta a gran voce da tanti, si apre un varco ed una discontinuità rispetto alla caratteristica fondamentale del SSN, quello della universalità della prestazione.

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Una bussola per il rilancio del Sistema Sanitario Nazionale

a cura di  Mara Grasso  Dors

Fonte : Dors.it che ringraziamo

 

Le distorsioni del Sistema Sanitario Nazionale

 

Il rilancio del Sistema Sanitario Nazionale nel periodo post-pandemia può essere avviato se in possesso di una bussola che orienti. Il convegno on-line (8 aprile) dell’AIS (Associazione Italiana di Sociologia) e della sezione di Sociologia della Medicina e della Salute, con il patrocinio dell’ISS – Istituto Superiore di Sanità, ha offerto questa possibilità di riflessione. In questa occasione, è stato presentato il volume Libro Bianco. Il Servizio Sanitario Nazionale e la pandemia da Covid-19. Problemi e proposte” curato da Giovanna Vicarelli e Guido Giarelli ed edito da Franco Angeli (2020) e che è possibile scaricare liberamente al fondo dell’articolo. Un capitolo, a cura di Marco Ingrossi e Giorgio Osti, è dedicato alla promozione della salute e all’importanza di riformare l’assetto dei servizi socio-sanitari per adottare un approccio salutogenico che si basi sulla educazione e promozione della salute in dialogo anche con i temi dell’ambiente.

Durante il convegno sono state analizzate quattro distorsioni del Sistema Sanitario Nazionale: quella distributiva, relativa alle disuguaglianze sociali di salute; quella culturale, relativa alla medicalizzazione della vita; quella strutturale, relativa al regionalismo differenziato; quella funzionale, relativa all’ospedalcentrismo.

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Pandemia-politica-istituzioni: un trinomio inscindibile

 

Autore: Francesco Domenico Capizzi *

Come ciclicamente avvenuto per situazioni catastrofiche dentro le quali l’umanità intera è precipitata, l’attuale pandemia virale rende centrali e decisive le Istituzioni e la Politica favorendo la composizione di un trinomio dai fatti reso inscindibile: Pandemia-Politica-Istituzioni. L’emergenza sanitaria, socio-sanitaria e sociale, piombata a ciel sereno sulla cittadinanza incredula, inerme e provata dalla preesistente irrisolta crisi economica, interroga pressantemente le rappresentanze elettive per ottenere risposte concrete orientate su nuove linee di progresso e sviluppo.

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Ivan Cavicchi. Nel Recovery tanti soldi (20 miliardi) nessuna riforma ….

Articolo pubblicato il 29.04.2021 da Il Manifesto 

Ringraziamo il Manifesto e inviamo  gli auguri per il 50°. Da il Manifesto proponiamo all’attenzione questo articolo di Ivan Cavicchi di cui condividiamo le preoccupazioni per l’assenza di una strategia di riforma del SSN dei prossimi anni verso la quale destinare le risorse del Recovery Plan.

Il governo ha avuto dal parlamento il via libera sul Recovery plan. Il ministro Speranza ha scritto la «missione 6» sulla sanità, per la quale sono previsti tanti soldi, circa 20 mld, con i quali la sanità si potrebbe rifare, di sana pianta. Le proposte, nel loro insieme, a parte quelle di scontato valore (aggiornamento delle tecnologie, digitalizzazione del sistema), in massima parte sono soprattutto la riproposizione di un dejà vu cioè di una offerta di servizi che prevede soluzioni già provate e fallite, rispetto alle quali non si fa neanche uno sforzo di rivisitazione culturale. Sono proposte, per esempio rispetto alla pandemia, al di sotto delle necessità reali del paese e dei problemi reali di sicurezza e di salute delle persone.

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La lettera della Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione (CIIP) al Governo in merito alla stesura del PNRR su Ambiente e Salute

 

La Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione (CIIP) ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio Draghi e ai ministri competenti. Con questa lettera la Consulta intende presentare alcune considerazioni per la stesura e l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR – nella pubblicistica noto come Recovery Plan) e per un sostegno al Piano Nazionale Prevenzione 2020-2025.
Nella lettera viene fatto rilevare l’esiguità dello 0,5 % della spesa sanitaria complessiva dedicato alle attività di prevenzione a fronte di una media UE del 2,9%. Questa mancanza di investimenti ha nei fatti ridotto alla paralisi molti Servizi di prevenzione del SSN. Nella lettera vengono indicate una serie proposte elaborate dalle 13 Associazioni professionali che compongono la CIIP.

LA LETTERA DELLA CIIP AL GOVERNO

Le forme multiple e capricciose della malattia

Fonte mentepolitica.it

Francesco Domenico Capizzi * – 13.02.2021

Tutte le famiglie felici

  “Tutte le famiglie felici si somigliano, ogni famiglia infelice lo è a modo proprio” (Anna Karenina, Lev Tolstoj 1875-1877). Un dittico che potrebbe oggi essere traslato in “la salute rimane sé stessa, la malattia è cangevole nelle sue forme proprie”. Felicità e salute: binomio monocorde, privilegio di pochi. Infelicità e malattia: binomio dalle forme multiple e capricciose, forse per garantirsi il ricambio, appannaggio di molti.

Con la pandemia la malattia accentua i suoi connotati, risveglia il senso di paura, quiescente nell’epoca del progresso illimitato a tutto tondo, della tecnologia estesa, della connessione universale, della disponibilità di ogni bene e consumo, dell’incremento algoritmico dell’attesa di vita, della telemedicina e dell’accertamento diagnostico e cura per ogni evenienza… Ma, i vaccini e le vaccinazioni ritardano e si annunciano con potenzialità e metodi differenti, si paventano meno efficaci a fronte delle mutazioni virali prevedibili, registrate e in aumento, il regionalismo e il localismo si schierano in ordine sparso, anche contro lo Stato centrale, la questione meridionale si ripropone intatta… e  intanto è crollato, quasi come metafora, il ponte Morandi ed emergono analoghi timori per tanti altri e affini, gli allagamenti in agguato come l’acqua alta a Venezia, le chiusure e le dislocazioni di aziende si succedono, aumentano inoccupati, disoccupati e precari, si impennano diseguaglianze e povertà nonostante lo stato sociale e le misure compensative ed assistenziali poste in atto…

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COVID: why are Swedish towns banning masks?

Tine Walravens, Copenhagen Business School and Paul O’Shea, Lund University

Officials in Halmstad municipality, Sweden, recently forced a teacher to remove their mask and prohibited the use of masks and all forms of PPE in schools. The municipality said there was no scientific evidence for wearing masks, citing the Swedish public health agency. At the time, agency guidance stated that there were “great risks” that masks would be used incorrectly. This guidance has since been removed.

To someone unfamiliar with the Swedish response to COVID-19, this mask ban might sound shocking. After all, while masks are not foolproof, there is evidence that indicates that they do help reduce the spread of COVID-19, especially in situations where maintaining distance is impossible – such as schools.

The municipality eventually backed down. But new examples of mask bans keep popping up in Sweden. Librarians in the affluent town of Kungsbacka, for example, have been instructed not to wear masks.

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Dopo la pandemia, un nuovo sistema sanitario

Fonte Saluteinternazionale.info che ringraziamo

Autore Marco Menicacci,  Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva. Università di Firenze.

Imparare la lezione della pandemia per riorientare radicalmente le politiche sanitarie.  Più universalità e equità, più sanità pubblica e cure primarie.

La pandemia Covid-19 ha messo sotto un’estrema pressione i sistemi mondiali rilevandone limiti e manchevolezze, ma anche pregi e positività.  Molto si è discusso su come i sistemi sanitari avrebbero dovuto meglio prepararsi di fronte a questo prevedibile evento, ma non si sono analizzate a sufficienza le conseguenze di una governance sanitaria frammentata, basata su finanziamenti verticali di singoli programmi, incapace di collegare e integrare i vari settori del sistema. Un recente articolo di Lancet[1] cerca di individuare quale modello di sistema sanitario abbia meglio resistito allo stress della pandemia giungendo alla conclusione che la soluzione vincente è stata quella che riusciva ad allineare le politiche di sicurezza sanitaria globale (global health security, GHS)  con quelle di copertura sanitaria universale (universal health coverage, UHC).

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Gli operatori sanitari nella seconda ondata

Fonte : Saluteinternazionale 

Autore Claudio Beltramello

 

Il problema delle infezioni rappresenta solo la punta dell’iceberg di molteplici problemi riguardanti gli operatori del SSN, che vivono questa seconda ondata con due sentimenti prevalenti: la rabbia e la rassegnazione.

Guardando la Figura 1 si resta sconcertati. Il personale sanitario sta pagando ancora il più grande tributo di infezioni di COVID-19 nella nostra società. Pari al 4,3% del totale delle infezioni in Italia. Tenendo conto che il personale sanitario nel nostro Paese è inferiore all’1% della popolazione, significa che il rischio infettivo per i sanitari in questa epidemia è di circa 5 volte maggiore rispetto alla popolazione generale. Per buona pace di quei Direttori generali (pochi per fortuna) che si sono permessi di affermare che il personale sanitario si infetta per lo più “fuori dal servizio”. Se fosse così avremmo una incidenza sovrapponibile alla popolazione generale e invece tale enorme differenza non può essere spiegata interamente con il numero superiore di tamponi al personale sanitario rispetto alla comunità.

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Italia. Gli eroi dimenticati dalla politica

 

 

Fonte : areaonline.ch  che ringraziamo

I lavoratori, quelli della sanità in particolare, sono i grandi assenti dal piano nazionale da 209 miliardi per la ripresa del paese

di  Loris Campetti

Centoventicinque. Tante sono le pagine della bozza stilata dal presidente Conte sull’utilizzo dei 209 miliardi di euro destinati all’Italia dall’Unione europea. Si chiama Piano nazionale di ripresa e resilienza, è un fiume di danaro da investire per disegnare l’Italia che verrà dopo la pandemia che ha fatto esplodere tutte le antiche contraddizioni del nostro sistema economico, sociale, culturale, segnato dalle sempre più intollerabili diseguaglianze. Siccome nessuno se la sente di ripetere la più improponibile delle parole d’ordine: “Tutto tornerà come prima”, ci si aspetta una nuova italian way of live, una nuova Weltanschauung, quasi una rivoluzione.

Domanda: si può fare una rivoluzione senza il mondo del lavoro, semplicemente ignorandolo, riducendolo a pura variabile dipendente dell’impresa?

Si direbbe di sì, a sbirciare la bozza lunga 125 pagine in cui il lavoro – è il commento di chi come il segretario della Cgil Maurizio Landini quella bozza l’ha letta e riletta – non esiste.

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Podcast Diario Prevenzione – 28 luglio 2020 – Puntata n° 72

 

 

 

In questa puntata parliamo di

– Alcune riflessioni sul Convegno “Covid-19 tra informazione, scienza e diritto”. Salvini Sgarbi e altri si esercitano per una narrazione della pandemia che non corrisponde alla realtà. Salvini, proprio nel corso del Convegno che ha avuto la massima copertura mediatica scivola in un paradosso della comunicazione : “La libertà di pensiero è un bene a rischio. I bollettini dei contagi sono terrorismo mediatico”……
– Le priorità di ricerca per mitigare/contrastare gli effetti della pandemia sulla salute mentale della popolazione: il Position Paper britannico
– Brasile, Covid-19: la nuova normalità del nuovo fascismo
– Una ricerca del sindacato turco DISK sugli effetti di Covid-19 sulle condizioni di lavoro e di vita in Turchia
– Ancora morti e gravi incidenti sul lavoro.
– In Brasile si sta compiendo un genocidio”. Lettera di Frei Betto contro Bolsonaro
– Molte altre notizie sulla sicurezza sul lavoro

P.S. Errata corrige: E’ stato Salvini, in questo Convegno, e non Sgarbi a dichiarare “Non metto la mascherina”.

 

 

E’ disponibile online Salute e Lavoro – n° 7 luglio 2020

 

E’ disponibile online il numero 7 – luglio 2020 – del periodico Salute e Lavoro

Scarica Salute e Lavoro in formato digitale 

Dal Sommario

3- editoriale No lotta? No lavoro!
4- Un governo di semplice facciata
4- Un operaio vive 5 anni in meno di un dirigente
7- Il virus è di classe. Si allargano le differenze sociali
8- La scuola scialuppa
9- Autonomia differenziata. Il silenzio interessato
SANITA’
10- Ecco la sanità nel Lazio
12- “Era solo vento; non abbiamo portato salvezza al Paese”
13- Gualtieri: con il MES, non un euro in più per la sanità
14- Vaccinazione antinfluenzale. Utile o dannosa?
16- Personale della sanità pubblica sempre più precario
17- Giovani medici contro politica inappropriata
18- Campania: la salute mentale torna in manicomio
19- Come aderire a Medicina Democratica Onlus
20-Lettera da Bergamo. La sanità in Italia
21- Siamo stanchi. Lettera di un’infermiera

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Era solo vento; non abbiamo portato salvezza al Paese”

 

Autore: Francesco Domenico Capizzi * – 08.07.2020

“L’Uomo crea l’Universo attorno a sé con il lavoro. Ricordati dello sguardo che tu gettavi sui campi dopo una giornata di raccolto. Come era diverso dallo sguardo del passante per il quale i campi non sono che un fondale!” (S. Weil, Quaderni, G. Gaeta, vol. I, pag.127, Adelphi 1982). Infinità di strumenti mediatici, ritenuti o percepiti e divenuti indispensabili, invadono tutti gli spazi possibili e immaginabili, tradotti in film, fotografie, interviste, osservazioni, numeri, grafici, impressioni e previsioni, pareri e proclami in nome di una scientificità a volte, e spesso, deformata e violata, aggiornamenti in tempo reale, non senza contraddizioni, sulla pandemia, le sue conseguenze socio-sanitarie e i possibili rimedi strutturali e organizzativi presenti e futuri…Ora, almeno momentaneamente, trascorso il periodo emergenziale virale, da più parti emersa la necessità di  potenziare il Servizio sanitario pubblico, sarebbe opportuna una riflessione diversa dallo sguardo del passante per rivisitare le fondamenta su cui poggia il nostro Sistema sanitario, riesaminarne funzioni e disfunzioni, insufficienze e inadeguatezze e nel medesimo tempo combattere le origini delle grandi classi di malattie (neoplasie, processi degenerativi, cirrosi, obesità, virosi, demenze) per riorganizzarsi, evitarle fin dal nascere, prevenirle e poterle curare nelle fasi iniziali. Ecco, sono questi i campi di lavoro ben differenti dai fondali della pubblicistica d’occasione. 

Dal 1994 il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) assume il carattere aziendale con l’intento di imprimervi efficienza e risparmio mediante un sistema dualistico:

a-     Aziende Sanitarie Locali (ASL) con prestazioni territoriali di igiene-sicurezza e diagnostico-terapeutiche di base e con prestazioni complesse da acquistare dalle Aziende Ospedaliere (AO) avvalendosi di finanziamenti statali-regionali proporzionati al numero di cittadini residenti secondo la quota capitaria di lire 1.550 annue, oggi di euro 2.000;

b-     Aziende Ospedaliere (AO) che offrono prestazioni complesse alle ASL secondo la remunerazione dei DRG (Diagnosis Related Groups) utilizzati dalle assicurazioni USA per gli emolumenti di ogni singolo trattamento.

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E’ disponibile online il periodico Lavoro e Salute n°6 2020

 

 

E’ disponibile online il periodico Lavoro e Salute n°6 2020
con articoli molto interessanti sul futuro del SSN. Come sempre critico severo e propositivo per salvare il nostro SSN dai privatizzatori,  un giornale di parte per la difesa della sanità pubblica.

LAVORO e SALUTE  IN FORMATO .PDF 

GOVERNO : PROTEZIONE DEI LAVORATORI CONTRO I RISCHI DERIVATI DA AGENTI CANCEROGENI E MUTAGENI

 

FONTE GOVERNO ITALIANO 

Attuazione della direttiva (UE) 2017/2398 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2017, che modifica la direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni durante il lavoro (decreto legislativo – esame definitivo)
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari europei Vincenzo Amendola e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Nunzia Catalfo, ha approvato, in esame definitivo, un decreto legislativo di attuazione della direttiva (UE) 2017/2398 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2017, che modifica la direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni durante il lavoro.

Il testo modifica le norme volte ad assicurare un’adeguata sorveglianza sanitaria dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni durante il lavoro. In particolare, rispetto all’attuale normativa, si prevede che il medico o l’autorità responsabile della sorveglianza sanitaria dei lavoratori possa segnalare che la stessa debba proseguire anche dopo il termine dell’esposizione, per il periodo di tempo che ritiene necessario per proteggere la salute del lavoratore interessato. Inoltre, il testo prevede specifiche modifiche alle norme sui lavoratori esposti alla polvere di silice cristallina respirabile.

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IL DIRITTO ALLA SALUTE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

IL DIRITTO ALLA SALUTE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
di Gino Rubini

1) Memoria storica degli scenari in cui il paese ha fronteggiato epidemie, pandemie e quasi pandemie
2) Le differenze con gli episodi epidemici precedenti
3) La salute al tempo della globalizzazione – Servizio sanitario nazionale, modelli organizzativi decisionali a fronte di eventi emergenziali
4) Le vere criticità del SSN rispetto all’epidemia di coronavirus;
5) La discussione sulla “riforma” del SSN regionalizzato. Un tema del dopo emergenza
6) Come contenere gli sconvolgimenti economici e sociali
7) La comunicazione al tempo del Coronavirus

L’ARTICOLO ( formato .pdf )