| Fonte: areaonline.ch che ringraziamo |
| “L’Italia povera come sempre – canta Francesco De Gregori – Italia dimenticata/ Italia da dimenticare”. E ancora: “L’Italia metà giardino/ e metà galera”. Soprattutto “l’Italia derubata e colpita al cuore”. È una canzone del 1979, ha quasi mezzo secolo e non li dimostra perché canta lo stesso paese di oggi: debito pubblico alle stelle, perdita di peso politico in Europa e nel mondo, scelte di politica economica dissennate che tagliano la spesa sociale distruggendo la sanità per investire sulle armi, dunque sulla guerra come ordina il padrone di Washington. Non più camion ma autoblindo, non più navi da crociera ma corvette militari e perché no, bombe antiuomo visto che sono tornate di moda. Ma guai ad abbattersi per lo stato in cui è ridotto il lavoro, povero e precario, con salari da fame e diseguaglianze crescenti, perché si vede una luce in fondo al tunnel: “L’effetto Sinner sul Pil” titola La Stampa in prima pagina affidando la ripresa della dignità e dell’economia alle performances del campione mondiale del tennis.
“Arriva Lancillotto, succede un quarantotto e tutto a posto va”, recitava una vecchia pubblicità dei crackers Pavesi anni Sessanta. Il nuovo Lancillotto si chiama Jannik Sinner, è italiano ma parla tedesco e questo a Salvini non piace, è italiano ma paga le tasse a Montecarlo dove praticamente non si pagano e questo al governo degli evasori non crea alcun problema. D’accordo, se le pagasse in Italia l’effetto sul Pil non sarebbe economicamente determinante, ma moralmente e politicamente sì. Ma questo è solo un rigurgito veterocomunista di chi scrive. Tornando al senso comune, con la vittoria di Sinner a Wimbledon, la prima nella storia di un italiano, esplode la sinnermania nei giornali e in Tv perché il nuovo Lancillotto, leggiamo ancora dalla Stampa, “è un testimone di chi siamo oggi e un pezzo del nostro modo di essere esportato all’estero, è una voce economica, un pioniere che apre porte, non per forza un esempio però di certo un campione che ci rappresenta”. Onore e dignità nazionale salve, così come le esportazioni non soggette alla tagliola dei dazi trumpiani. Pagine e pagine su Jannik alla corte del re Carlo, magiche danze del “principe rosso in smoking Gucci” tra champagne e volteggi con Iga Swiatek, lui e lei campioni nell’Olimpo del tennis, sulle note del “Feel it Still”. Tutti pazzi per Jannik, e le opposizioni che si dividono sul riarmo si ritrovano unite nell’attaccare il governo Meloni che non ha mandato neppure un suo rappresentante sugli spalti ad applaudire il gigante italiano che non paga le tasse. Per applaudire lo sconfitto Carlos Alcaraz gli spagnoli erano presenti addirittura con il re Felipe in persona, giacca beige, pantaloni neri e cravatta rossa. Vergogna, dove andrà a finire l’immagine dell’Italia? E che ne sarà del suo export e della sua moda? Sinner ha esaltato “l’Italia tutta intera” cantata da De Gregori, anche chi scrive si è spellato le mani dimenticando per un momento, per un ace, per un rovescio epico, le tasse a Montecarlo. Ma al 3 a 1 la partita finisce e resta l’Italia, quella di sempre. “Viva l’Italia, l’Italia del 12 dicembre, l’Italia con le bandiere, l’Italia nuda come sempre, l’Italia con gli occhi aperti nella notte triste, viva l’Italia, l’Italia che resiste”. |
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Foto di Like Tears in Rain, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons. |