
Fonte ETUI.ORG
Autore: Tony Musu
Un importante studio indipendente dell’Istituto Ramazzini, recentemente pubblicato sulla rivista Environmental Health , rivela che anche un’esposizione a basse dosi di glifosato, equivalenti alla dose giornaliera accettabile stabilita dall’UE, può causare leucemia precoce nei ratti. Lo studio mostra anche un aumento significativo di molti altri tipi di tumore (cute, fegato, tiroide, ovaio, rene, vescica, ecc.), fornendo una solida prova del potenziale cancerogeno del glifosato.
Nel 2023, la Commissione europea e gli Stati membri hanno rinnovato l’autorizzazione del glifosato come erbicida per altri dieci anni, ritenendo che non vi fosse alcuna giustificazione legale o scientifica per un divieto.
I risultati dello studio dell’Istituto Ramazzini riaccendono le polemiche sull’uso del glifosato nell’UE, in quanto la legislazione europea sui prodotti fitosanitari vieta l’approvazione di principi attivi se cancerogeni.
Nel dicembre 2024, Pesticide Action Network (PAN Europe) e altre ONG ambientaliste hanno presentato ricorso alla Corte di giustizia europea per contestare la decisione di autorizzare nuovamente il glifosato.
Da quando il glifosato è stato classificato come “probabilmente cancerogeno per l’uomo” dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) nel 2015, la preoccupazione pubblica è cresciuta. Ciononostante, il glifosato rimane l’erbicida più utilizzato in Europa e l’esposizione umana rimane elevata.
Le ONG chiedono ora una rivalutazione urgente dell’autorizzazione del glifosato e una riforma del sistema normativo dell’UE sui pesticidi.
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