Intelligenza artificiale, disumanizzazione e lavoro precario: i traduttori in prima linea contro il degrado lavorativo indotto dalla tecnologia

 

 

 

 

[ Segnaliamo questo articolo che descrive le trasformazioni nel lavoro dei traduttori professionali indotte dalla introduzioni delle tecnologoe digitali, in particolare della cosidetta Intelligenza Artificiale – L’articolo è stato pubblicato su Equal Times ]

I traduttori lavorano in un settore in continua evoluzione e competitivo, in cui l’uso di nuove tecnologie, attualmente l’intelligenza artificiale, sta nuovamente portando alla disumanizzazione del loro lavoro e al deterioramento delle loro condizioni di lavoro, una traiettoria che sembra destinata a rappresentare il futuro di molte altre professioni specializzate.

(JAD-MCH/Tempi uguali)

Da decenni, i traduttori professionisti sono in prima linea nell’impatto delle nuove tecnologie sul mondo del lavoro. Questo non solo li ha costretti ad adattarsi a un ambiente sempre più incerto e mutevole, ma ha anche mostrato loro, nel corso degli anni, come ogni nuovo sviluppo tecnologico, pur fornendo loro strumenti utili per il loro lavoro, spesso aggiunga un ulteriore livello di complessità, disumanizzazione e perdita di controllo sulle condizioni in cui traducono e persino sulla natura stessa del loro lavoro.

In un mestiere in cui è fondamentale la padronanza delle lingue utilizzate, con la loro ricchezza di usi e sfumature, i loro codici linguistici, le loro sottigliezze di tono e di significato, le loro ambiguità, e dove solo una vera immersione culturale e una buona conoscenza del contesto possono garantire un risultato altrettanto accurato e fluido dell’originale, il valore di un traduttore risiede proprio nella sua vasta esperienza, sensibilità e giudizio personale.

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