8 Dicembre 2024

Scriviamo questo libro perché crediamo che la portata epocale della giustizia climatica, per come è esplosa negli scioperi del 2019 e per il ruolo che gioca negli attuali processi di convergenza, debba ancora essere discussa e analizzata collettivamente. Probabilmente sono note ai più le piazze ricolme dei global climate strikes, vale a dire i momenti-chiave di un vero e proprio tsunami sociale, che è tuttora in atto. Eppure, ancora pochissime sono le analisi politiche che sappiano tracciarne la parabola, valutarne complessivamente lo sviluppo, discuterne le prospettive. Proviamo quindi ad aprire le danze, nella speranza che altri contributi vengano a nutrire il dibattito, per avanzare insieme.

La nostra tesi principale è che l’idea di giustizia climatica abbia subito una profonda metamorfosi tra gli anni Novanta del Novecento, quando prende forma, e gli avvenimenti più recenti, inaugurati dal 2019: annus mirabilis, indubitabilmente. Certo, alcuni elementi di continuità persistono – e li metteremo in evidenza. Ma più importante è rilevare i punti di discontinuità, le aperture di possibilità, l’allargamento dello spettro – rispetto ai temi, senz’altro, ma soprattutto rispetto alle pratiche e alla capacità di stringere alleanze.

Ci tocca dunque partire da lontano: quello di Greta Thunberg non è infatti il primo volto di giovane donna a rappresentare l’attivismo climatico sul piano globale. Prima di lei – quasi trent’anni prima di lei – fu Severn Cullis-Suzuki a “zittire il mondo per sei minuti” con il suo discorso al Summit della Terra che si tenne a Rio de Janeiro nel 1992 e che può considerarsi la data di nascita della climate governance (strutturata attorno alle annuali Conferenze delle Parti, COP), cioè del tentativo orchestrato dalle Nazioni Unite di far fronte all’aumento delle temperature dovuto alle eccessive emissioni di CO2-equivalente. Figlia della scrittrice Tara Elizabeth Cullis e del noto ambientalista David Suzuki, Severn si presentò in Brasile all’età di 12 anni, come rappresentante dell’Organizzazione dei Bambini per l’Ambiente [Environmental Children’s Organization], che lei stessa aveva fondato, e inaugurò con le sue parole un genere che avrebbe avuto grande successo nell’ambito del governo globale del clima: la scudisciata giovanile alle delegazioni negoziatrici.

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