Selezione di notizie, informazioni, documenti, strumenti per la promozione della salute e della sicurezza negli ambienti di lavoro e di vita. Diario Prevenzione è online dal 1996. Progetto e realizzazione a cura di Gino Rubini
Segnaliamo questa importante iniziativa di recupero e di visibilità da parte di Inail di un Progetto straordinario elaborato e implementato agli inizi del 2000 , in particolare dai Servizi di Prevenzione delle Asl , per la costruzione di una banca dati sui “Profili di rischio di comparto”
L’impostazione rimane a parere di chi scrive sostanzialmente corretta e in grado di essere riferimento utile, con un adeguato aggiornamento dei contenuti, per gli Operatori dei Servizi di Prevenzione. Molte tecnologie dei processi produttivi sono cambiate nel tempo così come sono mutati i rischi cui sono esposti i lavoratori e le lavoratrici. Vi sono in quest’epoca la volontà politica e una rete diffusa di Servizi territoriali delle ASL e INL in grado di implementare, aggiornare e rendere fruibile a imprese, Rspp , Rls, lavoratori uno strumento di consultazione e di supporto alle attività di prevenzione quotidiane ?
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Segnaliamo questo articolo di Gavino Macciocco da SaluteInternazionale che condividiamo .
Trump attacca migranti, “non sono persone, sono animali”. Yoav Gallant, ministro della difesa israeliano: “Stiamo combattendo gli animali umani”. Si ripropone il paradigma coloniale sempre più esplicito e violento che consente di distinguere fra “vite degne di lutto” e “vite indegne di lutto”¹. La fame, la vita e la morte: il “doppio standard”. >>>
Come ogni anno, in occasione dell’8 marzo l’INAIL produce uno specifico Dossier su in infortuni e malattie professionali al femminile (https://www.inail.it/cs/internet/docs/alg-dossier-speciali-donne-2024.pdf), pubblicato il 06 marzo 2024, ed al quale si rinvia per i dettagli. Ribaditi ancora una volta i limiti dei dati INAIL a causa della loro raccolta secondo logiche assicurative e non prevenzionali (repetita iuvant, dicevano i latini,), vediamoli.
Come sempre, e per ogni tipo di evento, i dati consolidati si fermano al 2022, raffrontati al quinquennio 2018-2022, con l’ovvia considerazione che i dati 2020 e 2021, e in parte 2022, risentono in maniera massiccia della pandemia. Per il 2023 l’effetto della pandemia è pressoché trascurabile ma i dati da gennaio a dicembre non sono consolidati (vale in particolare per gli infortuni mortali, che hanno tempi di istruttoria più lunghi). In attesa del Rapporto complessivo dell’INAIL sul 2023, che esce di solito a tarda primavera (cioè quando i dati dell’anno precedente sono sufficientemente consolidati), esaminiamo i prima, e separatamente, i numeri secchi.
Infortuni
Nel quinquennio 2018- 2022 le denunce di infortunio crescono del 9,1% (da 644.653 del 2018 a 703.569 del 2022), ma quelle delle donne del 25,4% (da 230.321 a 288.853 casi), sostanzialmente stabili quelle maschili (da 414.332 a 414.716): sono state quindi le donne ad infortunarsi di più (in particolare, nel 2022 sono cresciuti per le donne i contagi professionali dovuti al COVID fino al 41,1%, contro il 35,7% del 2018).
I casi mortali sono passati da 1200 nel 2018 a 1247 nel 2022, ma anche qui crescono quelli delle lavoratrici (da 118 a 133, + 12,7%) mentre calano quegli degli uomini (da 1176 a 1114, – 5,3%); nel 2022 l’incidenza degli infortuni mortali occorsi alle donne sul totale dei decessi è stata del 10,7%, contro il 9,1% del 2018.
Gli infortuni femminili si concentrano per circa i due terzi al Nord (60,1%), seguito dal Centro (20,3%) e dal Mezzogiorno (19,6%). Limitandosi al 2022, i settori economici più coinvolti sono, ovviamente, quelli dove è maggiore la quota di manodopera femminile, settori peraltro caratterizzati da una rischiosità minore di quelli industriali e manifatturieri: Sanità e assistenza sociale poco più di 105mila casi, il Trasporto e magazzinaggio (più di 19mila), il Commercio (circa 17mila); oltre 49mila sono stati gli infortuni denunciati nel Conto Stato (+41,7% rispetto al 2021), cioè pubbliche amministrazioni e scuola-Università: qui le donne infortunate sono oltre la metà degli infortuni. Come da distribuzione dell’occupazione, la quota di infortuni femminili nei settori industriali è modesta, fino a diventare trascurabili nelle Costruzioni (1,6%); solo quasi 4.700 nell’Agricoltura.
Con apparente inversione di tendenza, i dati provvisori nel 2023 sono i seguenti: