Segnaliamo questa intervista al sociologo Paolo Perulli pubblicata dal quotidiano online L’indipendente .L’individuazione di una nuova categoria interpretativa: quella della “neoplebe” e delle trasformazioni degli assetti di potere delle scietà contemporanee offre una lettura ed una rappresentazione inquietante del futuro. |
Ha ancora senso parlare di classi, e quindi di lotta di classe, nel terzo millennio? O forse si tratta di un concetto superato? Dopotutto, la divisione tra due classi che ha contraddistinto l’era industriale, ovvero della borghesia (la classe di chi detiene i mezzi di produzione) e del proletariato (ovvero di chi non detiene solo la propria forza lavoro) è oggettivamente problematica e il mondo decisamente più sfumato. Su questo si interroga nel suo ultimo libro Paolo Perulli, docente di Sociologia economica, concludendo che sì: parlare di classi è ancora necessario per comprendere il mondo che abitiamo. Occorre, tuttavia, attualizzare le categorie: neoplebe, classe creativa ed élite. Questi sono, secondo Perulli, i nuovi soggetti collettivi che segnano le società occidentali. Una analisi di una nuova triade di classi sociali è necessaria, per l’autore, per interpretare il mondo attuale e per poterlo, infine, anche scardinare. L’intervista prosegue alla fonte L’Indipendente