Asia Development Bank (ADB) mette al bando dai suoi progetti di finanziamento l’uso di una serie di prodotti con amianto

Fonte IBASS

In un recente documento della Asia Development Bank (ADB), l’uso di prodotti contenenti amianto è stato vietato in tutti i progetti finanziati dall’ADB. La nuova restrizione è apparsa alle pagine 23-24 del Quadro ambientale e sociale: “il finanziamento della produzione, del commercio o dell’uso di fibre di amianto è completamente vietato dalla nuova politica. Si tratta di una modifica rispetto all’attuale SPS [Dichiarazione sulla politica di salvaguardia], che consente l’uso di lastre di cemento-amianto incollate con un contenuto di amianto inferiore al 20%. Tale divieto non si applica ai progetti che prevedono lo smaltimento dell’amianto esistente, a condizione che venga adottato un idoneo piano di gestione dell’amianto per lo smaltimento…” Vedi: Working Paper. Quadro ambientale e sociale. Ottobre 2023 .

I costi della “non sicurezza” di Maurizio Mazzetti

Riprendiamo ancora dalla rubrica “Il lavoro deve essere sicuro” de Ilmanifestoinrete l’articolo di Maurizio Mazzetti che ringraziamo per la chiarezza e la precisione.

Fonte Ilmanifestoinrete

Anche se ogni infortunio o malattia professionale, tanto più se gravi, possono essere considerati moralmente inaccettabili, il loro verificarsi va valutato anche sotto il profilo dei relativi costi, individuali, aziendali e sociali. Vediamoli un po’.

Ormai da qualche anno sono disponibili elaborazioni e studi sui costi economici e sociali degli infortuni; minor attenzione è posta a quelli delle malattie professionali, per quanto le situazioni siano sostanzialmente sovrapponibili. Purtroppo, questi studi, che concludono univocamente per costi molti alti (ma sui numeri torneremo alla fine dell’articolo), non sembrano avere effetti concreti sulle politiche per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro, almeno in Italia: gli interventi normativi continuano ad essere effettuati episodicamente, magari sull’onda di qualche evento di particolare risonanza presso l’opinione pubblica, e limitata magari alla mera gestione, di solito indennitaria, delle conseguenze. Per esempio, ci sono voluti quattro casi mortali di studenti impegnati nell’alternanza scuola lavoro, oggi PCTO – percorsi competenze trasversali e orientamento – per stabilire una tutela indennitaria a studenti e famiglie; ma ben poco, chiacchiere, o piuttosto grida manzoniane a parte, si è fatto in termine di formazione alla sicurezza (l’Accordo Stato regioni in materia è scaduto da anni e, a quanto pare, non verrà rinnovato neppure entro quest’anno), e prevenzione. E ciò dimostra, una volta di più, del fatto che manca, a livello di sistema paese, una strategia; e che anche che la stessa conoscenza dei fenomeni, checché se ne dica quando nei convegni si parla del SINP – Sistema Informativo Nazionale Prevenzione – è quantomeno carente.

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