Les produits de santé : une filière de poids dans les échanges internationaux

Deniz Unal, CEPII; Aude Sztulman, Université Paris Dauphine – PSL; Guillaume Gaulier, CEPII et Pierre Cotterlaz, CEPII

Les échanges internationaux de produits de santé ont pris leur essor à partir des années 2000, dans une vague d’ouverture globale amorcée par la création de l’Organisation mondiale du commerce (OMC) à la fin du cycle d’Uruguay en 1994. C’est dans ce cadre que l’Accord pharmaceutique plurilatéral a été négocié entre pays avancés pour supprimer les droits de douane sur un certain nombre de produits dont la liste a ensuite été élargie au fil des renégociations.

Sur les médicaments par exemple, les droits de douane appliqués sont aujourd’hui très faibles, voire nuls dans les pays avancés, et ont été ramenés de 6,7 % à 2,5 % en moyenne depuis 1994 dans les pays en développement. L’ouverture des pays émergents et l’application de normes environnementales, plus ou moins contraignantes selon les zones géographiques, ont aussi eu un impact décisif sur la fabrication des produits de santé qui s’est de plus en plus internationalisée le long des chaînes de valeur. La traçabilité de ces biens essentiels à la vie est dans le même temps devenue plus opaque.

Leur classement insuffisamment détaillé et épars dans les nomenclatures internationales de commerce et de production contribue à cette opacité. On trouve ainsi des produits de santé parmi les produits chimiques, électriques, électroniques ou encore textiles. Mathias Helble, économiste à l’OMC, est le premier à avoir regroupé ces produits dans une liste pour apprécier l’importance et l’évolution des importations répondant aux besoins des systèmes de santé nationaux.

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I determinanti politici della salute

 

Fonte saluteinternazionale.info che ringraziamo

Autori:  Primo Buscemi, Gabriele Cerini, Francesco Giannuzzi, Simone Iadevaia e Lorenzo Latella

I determinanti politici della salute, agendo a monte rispetto ai determinanti sociali, influenzano la salute della popolazione e contribuiscono ad attenuare o esacerbare le disuguaglianze di salute.

L’influenza dei determinanti sociali sulla salute delle popolazioni è al giorno d’oggi ampiamente riconosciuta. La World Health Organization (WHO) definisce i determinanti sociali di salute come quei fattori non medici che influenzano la salute, comprendenti le condizioni in cui le persone nascono, crescono, lavorano, vivono e invecchiano e, in senso più ampio, l’insieme delle forze e dei sistemi che plasmano le condizioni di vita quotidiane. Questi ultimi includono le norme sociali, le politiche economiche e il sistema politico. [1]

Daniel E. Dawes, uno dei principali promotori dell’Affordable Care Act (ObamaCare), nonché consulente per la COVID-19 Health Equity Task Force della Casa Bianca, ha pubblicato nel 2020 un libro in cui sostiene che i fattori politici dovrebbero essere considerati in modo distinto dai determinanti sociali della salute. [2] Infatti, quelli che Dawes definisce determinanti politici della salute, agiscono a monte rispetto ai determinanti sociali della salute, svolgendo un ruolo fondamentale nel generare, sostenere ed esacerbare i determinanti sociali, che a loro volta influenzano la salute della popolazione, attenuando o incrementando le disuguaglianze di salute.

A livello globale, sono molti gli esempi dell’impatto della politica sulla salute della popolazione: la iniqua distribuzione dei vaccini anti-Covid-19 nel mondo (sottolineati da varie dichiarazioni WHO), il reclutamento di operatori sanitari da parte di paesi sviluppati che soffrono carenze di personale in paesi da cui originano flussi migratori, le politiche di assimilazione razziale di fine ‘800 in Australia che portarono alla “Generazione Rubata” (vedi Nota) con gravi conseguenze sulla salute fisica e mentale degli individui, le conseguenze della Brexit sulla salute e l’assistenza sanitaria nel Regno Unito e nei paesi dell’Unione Europea (per approfondire: “La Brexit fa male alla salute”). [3]

Una nuova cornice concettuale

Dawes definisce i determinanti politici della salute come quei fattori “implicanti il processo sistematico di strutturare le relazioni, allocare le risorse e amministrare il potere, che operano simultaneamente, rafforzandosi reciprocamente o influenzandosi a vicenda, per determinare le opportunità che possono ridurre o esacerbare le disuguaglianze di salute”. I determinanti politici della salute creano le condizioni strutturali e i fattori sociali che, a loro volta, influenzano tutte le dinamiche coinvolte nella salute, come, ad esempio, le condizioni ambientali, la sicurezza nei trasporti, l’insicurezza abitativa e la mancanza di opzioni alimentari sane. Riflettere sul ruolo che svolgono i determinanti politici significa analizzare come il potere, le istituzioni, gli interessi e le posizioni ideologiche possono influenzare la salute nel contesto di differenti sistemi politici e culture, e a diversi livelli di governance.

 

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GB. Scusa Stato | L’impatto disgustoso di un cane da guardia addomesticato

 

Per una maggiore conoscenza su come sono gestiti i problemi della salute e della sicurezza nel lavoro riprendiamo dalla Rivista Hazards questo articolo che descrive molto bene il degrado della gestione della tematica sicurezza da paerte dello stato inglese. Come sempre per un utilizzo professionale dell’articolo raccomandiamo di fare riferimento al testo inc lingua originale. editor 

FONTE HAZARDS CHE RIGRAZIAMO

Non è un buon momento per essere un regolatore. Il governo conservatore è contrario alla regolamentazione e l’Health and Safety Executive (HSE) ha visto il suo lavoro crescere e il budget ridursi. Ma, avverte Rory O’Neill , redattore di Hazards , il cane da guardia ha anche accettato un approccio non interventista dei Tory che ha visto crollare la responsabilità e aumentare i danni legati al lavoro.

L’Health and Safety Executive (HSE) è nel caos. Sotto i conservatori, i finanziamenti in contanti complessivi per l’ente regolatore sono diminuiti drasticamente, passando da 228 milioni di sterline nel 2010 a 126 milioni di sterline nel 2019.

Da allora c’è stata una ripresa fino a 185 milioni di sterline nel 2022, ma poi il ruolo dell’HSE post-Brexit è cresciuto a dismisura.

Il finanziamento complessivo in termini reali è ancora inferiore del 43% rispetto al livello del 2010, una volta presi in considerazione i pagamenti una tantum riservati. Il numero di tutti gli ispettori è sceso da 1.651 nel 2003 a 1.187 nel 2010, fino all’attuale cifra di 974 – una riduzione del 41% in 20 anni.

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Inail.Rischio Chimico – Manuale informativo per la tutela della salute del personale dei laboratori di ricerca

Fonte Inail

 

Le figure professionali che operano all’interno di laboratori di ricerca, e che sono chiamate a manipolare agenti chimici, possono essere molto diverse e in certa misura possono trovarsi in un percorso di formazione (tesisti, tirocinanti, specializzandi, dottorandi), senza avere ancora acquisito una preparazione specifica in termini di gestione dei rischi.

Gli agenti chimici possono avere caratteristiche di pericolosità che potrebbero rappresentare un rischio per i lavoratori potenzialmente esposti, è quindi centrale conoscere, controllare e gestire questi rischi. Gli effetti sulla salute che possono verificarsi a seguito di eventi espositivi sono i più diversi, fortemente condizionati dal tipo di agente chimico con cui si viene in contatto e dalle condizioni di esposizione che si realizzano; l’utilizzo di sostanze e miscele in questo particolare contesto lavorativo porta l’operatore a contatto con volumi comunemente ridotti di sostanze con pericolosità diversa, che sono spesso adoperate in miscela, realizzando, così, esposizioni ad agenti multipli ma a basse dosi. Il presente opuscolo vuole fornire al personale addetto ai laboratori una guida rapida e di facile consultazione per identificare il rischio chimico e l’adozione delle buone prassi di lavoro in sicurezza.

Prodotto: Volume
Edizioni: Inail 2023
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it