Cronache da Berlino e dintorni latino americani di Franco Di Giangirolamo – 6 luglio 2021

Tramonti a Berlin – foto gierre 2018 

6 luglio 2021

Un luglio avviato all’insegna della intermittente pioggia berlinese che mitiga le temperie estive e consente sonni profondi, dolci e tiepidi.

Poche notizie da Berlino che, dal 4 luglio, dispone di nuove regole corona molto meno vincolanti, grazie ai “numeri bassi“.

Si va sempre più verso comportamenti dettati dal senso di responsabilità più che dalla forza delle norme e dall’imposizione del loro rispetto. Un esempio? Il mercato delle pulci domenicale di fronte alla stazione Ostbahnhof. A dispetto dei numerosi cartelli che impongono mascherina e distanziamento, ognuno fa come gli pare, me compreso. E nessuno controlla. All’aperto, con meno gente dei bei tempi (d’altronde mancano i turisti interni ed esterni!), con un certo rispetto reciproco, accade che chi ha molta paura e porterebbe la mascherina anche in bagno, continua a portarla e chi la pensa come uno strumento di protezione non la usa perché inutile all’aperto.

Arranco lentamente e posso osservare bene, sensibilizzato da un fastidiosissimo dolore al ginocchio, le novità dell’offerta post pandemica, oltre al numero non irrilevante di coetanei che si appoggiano su un bastone (ma c’erano anche prima?). Veramente poche le novità. La ripresa sarà lenta. Si vede dal fatto che il venditore di succhi di arancia ha poco lavoro e che il carriolino di caffè italiano non si è presentato. E’ un bene, perché non è il miglior vanto dell’italica gente. L’abitudine di mettere di fianco alle parole “caffè“ e “gelato“ l’aggettivo “italiano“ la trovo palesemente fraudolenta sia perché è raro, ma passi, trovare qualcuno che parli italiano dietro il bancone, ma soprattutto perché la schifezza dei prodotti ne sputtana l’ambizione.

Guadagno faticosamente i miei alloggiamenti e mi perdo dietro ai quotidiani: che noia sentir parlare sempre di Mallorca, chiodo fisso dei tedeschi. Che noia anche le informazioni sul virus, ripetitive e monocorde (quasi come il “non abbassiamo la guardia“ di Speranza). Meno male che c’è la variante Delta che lascia sperare in altri sei mesi di angosce delle quali pare non siamo in grado di fare a meno. Buone notizie: in crisi il movimento dei “pensatori laterali“, che annunciano grandi manifestazioni per Agosto ma che, nel frattempo, sembrano spompati e registrano pochissima partecipazione alle loro “storiche manifestazioni di massa“. In fin dei conti anche la sfiducia nello Stato e nelle istituzioni ha diritto di tirare il fiato e di andare in vacanza.

Uniche informazioni utili: il 99% dei morti da Covid -19 sono non vaccinati. Ci si potrebbe fare sopra una intera campagna vaccinale. Inoltre la info che la UE sta monitorando la fauna selvatica. Si rischiava di dimenticare che, in tutto questo frullio di medici, virologi ed esperti, sono in fin dei conti di veterinari le più rilevanti scoperte nel campo dello spill over. Perché ci si può infettare dagli animali, ma può essere anche il contrario. Che succederebbe se topi, gatti, visoni, procioni, primati, si infettassero e covassero delle belle varianti per poi restituircele a tempo debito? E se gli zoo, gli allevamenti, gli animali domestici non venissero adeguatamente controllati? Potremmo contribuire addirittura allo sterminio di intere specie animali e potremmo favorire la selezione di virus più aggressivi capaci di nuove minacce per l’uomo. Abbiamo già dovuto sterminare milioni di visoni in Europa ma se qualche specie diventasse animale ospite per il SarsCov – 2 cosa succederebbe? Meno male che c’è chi ci pensa e lavora nell’ombra,  mi rassicura più di tanti esperti.

Ma la notizia bomba è un’altra: ELISA LONCON ANTILEO, leader Mapuche già eletta come membro della Convenzione Costituzionale del Cile è stata eletta come Presidentessa della Convenzione stessa. Nata nella Comunità di Lefweluan, in Traiguen, ha studiato Pedagogia a Temuco, dove ha cominciato la sua lotta contro la dittatura negli anni 80, per i diritti delle popolazioni originarie. Con un dottorato in letteratura presso la PUC, ha studiato lingue dei popoli originari a Haya, Leiden, Iztapalapa.

Ha pronunciato il suo discorso di apertura dei lavori della Convenzione in lingua Mapugundun, accompagnata dalla Machi Francisca Linconao, autorità ancestrale.

Corro a stappare una bottiglia per fare un brindisi. Vabbè! da solo si festeggia poco, ma telefonerò ai miei amici e compagni, oltre che alla mia signora e ci rallegreremo a vicenda.

Tra le cose buone che il Cile offre il vino non è certo al secondo posto. Il rosso cupo del Cabernet Sauvignon „Casillero del Diablo“, annata 2019 (quando cominciarono le manifestazioni di massa in Cile) della cantina Concha y Toro onorerà questo fatto storico. Avrei tanto da scrivere ma ora non saprei da dove cominciare. Penso solo che, come già fece mezzo secolo fa il Governo di Unidad Popular di Salvador Allende, il Cile si ripropone come punta avanzata di una inedita esperienza politica, sorretta da un potente movimento di massa del quale le donne e le popolazioni originarie costituiscono la spina dorsale. La sinistra europea e i democratici in generale dovrebbero studiarla, valorizzarla, sostenerla, perché non riguarderà, esattamente come 50 anni fa, solo i cileni, ma parlerà a tutti noi e se avanzerà o perderà saremo anche noi ad avanzare o perdere.

Così come dovremo prestare attenzione, abbandonando la nostra presunzione eurocentrica, all’esperienza del Perù e della Bolivia, dove la parte più povera della popolazione e gli indigeni hanno fatto irruzione, democraticamente, nella gestione del potere. Invece di sparare idiozie su Russia e Cina, su comando del “democratico“ Biden, dovremmo occuparci della Colombia, dove si falciano i partecipanti a democratiche manifestazioni a colpi di armi da fuoco, del Brasile, dove un irresponsabile fascista attenta alla vita del suo popolo, indigeno e non, e all’ambiente in modo strafottente e inaccettabile, del Mexico dove l’illegalità è la sola reale costituzione. Mi fermo per non esagerare, ma dall’America Latina non si alza più solo un grido di dolore, ma un grido di battaglia contro il neoliberismo e le sue nefaste conseguenze politiche, sociali, culturali ed economiche. A quel richiamo occorre rispondere, in tutte le sedi.

In Europa abbiamo anche una occasione concreta di impegno:l’invasione pacifica da parte del ESCUADRON 4-2-1, zapatista.

4 donne, due uomini e un transgender Sono sbarcati il 12 giugno a Horta (Portogallo), nelle isole Azzorre, dal veliero “La Montagna“, sul quale hanno fatto la traversata dell’Atlantico nella stessa rotta, ma al contrario, di quella di Colombo. Una prossima delegazione zapatista arriverà a Parigi per iniziare un VIAGGIO PER LA VITA. Sono indigeni di radici Maya e hanno battezzato il continente che hanno scoperto SLUMIL K’AJXEMK’OP . Lo percorreranno in lungo e in largo nei prossimi mesi proponendo incontri con tutti coloro che vogliono farsi molte domande e che sono disponibili ad ascoltarsi reciprocamente.Una grande occasione di incontro, confronto, scambio dal quale potremo uscire arricchiti umanamente, culturalmente, politicamente. Non sarà inutile come uno dei tanti G7 e neanche pittoresco come un G20 con uomo desnudo al terrazzo, ma non lo si potrà dimenticare almeno come esperienza umana.

Invito tutti ad incuriosirsi, a partecipare, a contribuire a questo evento che, questo sì, resterà storico per coloro che avranno la fortuna e la voglia di partecipare alla sua costruzione.

Il bicchiere è ormai quasi vuoto, la sera si approssima e non mi resta che inviare a tutt* un saluto fraterno da una sonnolenta Berlino.

Franco Di Giangirolamo