Eurofound. Condizioni di lavoro e lavoro sostenibile Diritto alla disconnessione: attuazione e impatto a livello aziendale

Fonte : Eurofound

L’aumento del telelavoro e di modelli di lavoro più flessibili, accelerati dalla pandemia, ha intensificato le preoccupazioni per una cultura “sempre attiva” e per la connessione costante dei dipendenti al luogo di lavoro, portandoli a lavorare per ore aggiuntive e spesso non retribuite. Una delle soluzioni proposte per contribuire ad affrontare questo problema è l’introduzione del diritto alla disconnessione. Basato su un sondaggio condotto tra responsabili e dipendenti delle risorse umane, questo rapporto esplora la legislazione degli Stati membri dell’UE sul diritto alla disconnessione e valuta l’impatto delle politiche aziendali in questo settore sulle ore di connessione dei dipendenti, sull’orario di lavoro, sull’equilibrio tra lavoro e vita privata, sulla salute e sulla sicurezza. benessere e soddisfazione generale sul posto di lavoro.

Per accedere ai risultati del Rapporto clicca QUI

L’era del disagio. Più del 60% degli italiani convive con uno o più disturbi della sfera psicologica

 

ERA-DEL-DISAGIO-2023

Per scaricare il Report clicca QUI

 

Insonnia, ansia, depressione, apatia, attacchi di panico e disturbi dell’alimentazione curati con una preoccupante tendenza alle cure “fai da te”: oltre il 60% degli italiani convive da anni con uno o più disturbi della sfera psicologica e ne soffrono di più le donne (65%) e i giovani della Generazione Z (75%,con punte dell’81% nel caso delle ragazze).

È quanto emerge da un’indagine effettuata dall’INC Non Profit Lab, il laboratorio dedicato al Terzo Settore di INC – PR Agency Content First, attraverso la ricerca“L’era del Disagio”, realizzata in collaborazione con AstraRicerche, tra gli italiani e le Organizzazioni NonmProfit con il patrocinio di Rai per la Sostenibilità – ESG.

Les émissions de CO₂ d’origine fossile ont atteint un nouveau record en 2023

Pep Canadell, CSIRO; Corinne Le Quéré, University of East Anglia; Glen Peters, Center for International Climate and Environment Research – Oslo; Judith Hauck, Universität Bremen; Julia Pongratz, Ludwig Maximilian University of Munich; Philippe Ciais, Commissariat à l’énergie atomique et aux énergies alternatives (CEA); Pierre Friedlingstein, University of Exeter; Robbie Andrew, Center for International Climate and Environment Research – Oslo, and Rob Jackson, Stanford University

Les émissions mondiales de dioxyde de carbone (CO2) d’origine fossile augmenteront de 1,1 % en 2023, les portant au niveau record de 36,8 milliards de tonnes de CO2. C’est la conclusion du 18e rapport annuel du Global Carbon Project sur l’état du budget carbone mondial, que nous avons publié aujourd’hui.

Le CO2 d’origine fossile comprend les émissions provenant de la combustion et de l’utilisation des énergies fossiles (charbon, pétrole et gaz) et de la production de ciment. Si l’on tient également compte des émissions et des retraits de CO2 liés au changement d’affectation des terres, comme la déforestation et la reforestation, les activités humaines devraient même émettre 40,9 milliards de tonnes de CO2 en 2023.

La végétation et les océans continuent d’absorber environ la moitié de toutes les émissions de CO₂, mais le reste s’accumule dans l’atmosphère et provoque un réchauffement croissant de la planète.

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GIUSTIZIA per Mattia Battistetti, sit-in presso il Tribunale di Treviso, processo per Mattia 11.12.2023

Riceviamo e condividiamo questo Appello  di richiesta di GIUSTIZIA per Mattia Battistetti morto schiacciato dal carico sganciatosi da una gru.

Fin dall’inizio abbiamo visto nella tragica vicenda di Mattia Battistetti l’obbligo morale di dare il nostro modesto contributo alle iniziative per ricordare Mattia e per raggiungere il massimo grado di “riparazione “ che la giustizia degli uomini consente.

In verità la perdita non sarà mai veramente “riparata” ; anche per questo dobbiamo quindi trasformare la denuncia, la rabbia e il dolore in speranze collettive per un futuro migliore nel quale non sia più possibile morire sul lavoro né in guerra né per fame né per femminicidio o altre violenze nei luoghi di lavoro e di vita, in tutto il nostro pianeta , ormai, sul ciglio di un baratro;

da subito abbiamo indicato, con tanti altri, la necessità di dare alla mobilitazione per Mattia “respiro nazionale”

  • SIA PER LA GRAVITA’ DELL’EVENTO IN QUANTO TALE ; purtroppo gli eventi mortali si ripetono nella forma di strage come accaduto a Brandizzo e a Casalbordino , stragi accompagnate da uno stillicidio individuale spesso pluriquotidiano; tra questi eventi , per similitudine e vicinanza territoriale non possiamo non ricordare la morte recente della giovane Alisa a Pieve di Soligo
  • SIA PER SOSTENERE LA CORAGGIOSA E ALTRUISTA REAZIONE DEI FAMILIARI DI MATTIA che hanno dimostrato come il lutto possa trasformarsi anche in speranza , speranza rispetto alla quale, ottenere giustizia, è uno dei prerequisiti importanti

Nessuna critica , ovviamente, a chi , in tante altre circostanze, ha voluto gestire il proprio lutto in solitudine ; la reazione al lutto è una scelta intima e personale dettata da tanti fattori e da diverse modalità di autodifesa sociale e psicologica; purtroppo qualcuno sta anche facendo del lutto occasione di “mercato” o di libera professione (grazie alla colpevole assenza di sostegno alle vittime da parte delle istituzioni, anche in questo campo oltre che, prima degli eventi evitabili , nel campo della prevenzione) ; tuttavia va detto che se negli ultimi decenni , eventualmente non in tutti gli omicidi sul lavoro , ma nella maggioranza o in un numero consistente di eventi, i familiari avessero reagito con il coraggio e il senso civico dei familiari di Mattia oggi non saremmo nella tragica condizione di assistere impotenti al ripetersi quotidiano della “guerra del lavoro” una cosiddetta” guerra non dichiarata” e, proprio per questo subdola e tanto più micidiale.

Non è un caso, nell’ottica della nascita di un nuovo e possibile movimento per il diritto alla vita e alla salute , che la reazione dei familiari abbia mosso le coscienze ed abbia catalizzato energie positive di singoli, di comitati operai di base e di operatori della prevenzione , energie prima sopite e oggi rimesse in movimento e dunque cresciute , che fanno sperare in un futuro migliore:

  • GIUSTIZIA PER MATTIA : “GIUSTIZIA GIUSTA” E RIGOROSA
  • UGUALE SPERANZA DI VITA E DI SALUTE PER TUTTI/E LAVORATORI E LAVORATRICI e per tutti gli esseri viventi del pianeta
  • ORGANIZZARE LA AUTODIFESA DEI LAVORATORI CON IL RILANCIO DELLA PRASSI DEI GRUPPI OPERAI OMOGENEI
  • ESIGERE SICUREZZA SENZA DELEGARLA AI PADRONI MA COSTRUENDOLA CON UN RAPPORTO SINERGICO TRA LAVORATORI E ORGANI PUBBLICI DI VIGILANZA
  • AZIONE ED IMPEGNO COLLETTIVI PER : ARRIVARE IL GIORNO PRIMA E NON IL GIORNO DOPO GLI EVENTI NEGATIVI
  • COSTUIAMO OVUNQUE POSSIBILE (ANCHE DA REMOTO) SPORTELLI SALUTE/LAVORO PER LA PREVENZIONE

retenazionalelavorosicuro@gmail.com

9/12/2023

ETUI. Il Barometro SSL misura il polso della salute e della sicurezza in Europa

 

Fonte ETUI  che ringraziamo ( la traduzione dell’articolo è nostra ) 

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Il Barometro SSL  è una piattaforma di visualizzazione dei dati gestita congiuntamente dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) e dalla direzione generale per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione (DG-EMPL) della Commissione europea. Consente una facile esplorazione dello stato della sicurezza e della salute sul lavoro (SSL) in Europa attraverso una serie di indicatori che coprono un’ampia gamma di aspetti, inclusi ma non limitati a condizioni di lavoro, malattie professionali, infortuni sul lavoro e legislazione in materia di SSL. 

L’hub pubblico raccoglie dati provenienti da varie indagini condotte da agenzie europee come l’indagine europea delle imprese sui rischi nuovi ed emergenti (ESENER) dell’EU-OSHA, l’indagine europea sulle condizioni di lavoro (EWCS) di Eurofound e l’indagine sulla forza lavoro di Eurostat (LFS). Comprende anche dati UE provenienti da organismi internazionali come l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e l’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), nonché indagini provenienti da fonti nazionali.  

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Le Relazioni e le presentazioni . Settimana europea per la salute e la sicurezza sul lavoro in Lombardia: insieme per un lavoro sicuro

Fonte: Regione Lombardia 

In occasione della Settimana europea per la salute e la sicurezza sul lavoro (43ma settimana dell’anno) Regione Lombardia, in collaborazione con le ATS lombarde, promuove su tutto il territorio regionale una rassegna di eventi unica nel suo genere, per accendere i riflettori sull’importanza della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro, e per sensibilizzare i cittadini e la comunità sul valore della cultura della prevenzione.

Le iniziative sono rivolte agli operatori di settore, ai cittadini-lavoratori e al mondo della scuola. In Lombardia l’edizione 2023 (23-29 ottobre) della Settimana europea è stata un’importante occasione per rinnovare l’impegno comune di Regione, Istituzioni e Parti Sociali al contrasto delle morti sul lavoro consapevoli che solo attraverso la collaborazione di tutti sia possibile realizzare ambienti di lavoro sani e sicuri.

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DIRETTIVA (UE) 2023/2668 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 22 novembre 2023 che modifica la direttiva 2009/148/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con un’esposizione all’amianto durante il lavoro.

Le nuove norme riducono in modo considerevole gli attuali valori limite per l’amianto e prevedono modalità più accurate per misurare i livelli di esposizione basate sulla microscopia elettronica, un metodo più moderno e sensibile. Inoltre prevedono interventi di prevenzione negli interventi di manutenzione di  vecchi edifici contenenti amianto  o sospettati di essere contaminati.

IL TESTO DELLA DIRETTIVA 

Risolvere la crisi climatica significa porre fine alla nostra dipendenza dalla crescita economica

Source: Open Democracy

 

Fonte Znetwork  che ringraziamo 

 

 

Ma la decrescita nel Nord del mondo non funzionerà se non sarà accompagnata da risarcimenti per il Sud del mondo

I leader mondiali arriveranno ora a Dubai per la COP28 , dove discuteranno su come accelerare la spinta globale verso l’energia pulita.

E con il Nord del mondo responsabile del 92% delle emissioni di anidride carbonica in eccesso a livello mondiale o del 74% dell’uso di materiali in eccesso (metà del quale viene estratto nel Sud del mondo), è chiaro che l’attuale crisi ecologica è responsabilità delle economie industrializzate che sedersi attorno al tavolo.

La fonte del problema risiede nello stesso sistema economico che dà priorità alla crescita economica, al profitto e all’accumulo di ricchezza rispetto al benessere delle persone e del pianeta. Il cieco perseguimento di una crescita economica esponenziale ha dato impulso al processo decisionale economico. Ma la crescita economica esponenziale comporta un’estrazione esponenziale e un approfondimento esponenziale delle disuguaglianze.

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Legambiente lancia la petizione “Stop fossili, start rinnovabili”

 

Fonte Legambiente che ringraziamo 

Riportiamo il testo integrale del Comunicato Stampa di Legambiente

“L’Italia in questa COP28 dia pieno appoggio all’Europa per arrivare ad un accordo in grado di accelerare una giusta transizione energetica globale. Domani a Roma mobilitazione di piazza “Fuori le aziende del fossile dalla COP28”. 

Alla vigilia della COP28 a Dubai e ai pochi giorni dall’inizio del suo XII Congresso nazionale in programma dal 1 al 3 dicembre a Roma Legambiente lancia la petizione “Stop fossili, start rinnovabili” e organizza per domani, 30 novembre ore 15, la mobilitazione “Fuori le aziende del fossile dalla COP28” nei pressi del laghetto dell’Eur per chiedere al Governo Meloni il phasing-out delle fossili e una transizione ecologica che punti su rinnovabili ed efficienza energetica per fronteggiare la crisi climatica. 

L’associazione: “3 richieste di stop e 3 richieste di start indirizzate all’esecutivo e al centro della petizione: stop ai sussidi alle fonti fossili, alle strategie fossili e alle false soluzioni come il nucleare e la cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica; start all’Italia come Hub delle rinnovabili, all’efficienza e alla rigenerazione e alla giustizia climatica”

 #StopFossili #StartRinnovabili #LegambienteXII #ItaliaInCantiere #CantieriDellaTransizione 

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Un efficace video INRS sui rischi per la salute derivanti dal lavoro notturno….

Riteniamo utile socializzare questo video sugli effetti del lavoro notturno sulla salute dei lavoratori . Questa pubblicazione INRS è un eccellente esempio di comunicazione efficace sui rischi  per la salute. Ecco la introduzione del INRS francese : “Il lavoro notturno, tra le 21 e le 6 del mattino, riguarda quasi il 20% dei dipendenti ed è presente in molti settori di attività. Questa organizzazione del lavoro ha impatti sulla salute e sulla sicurezza.
Infatti, l’esposizione irregolare alla luce desincronizza il principale orologio biologico e sconvolge i ritmi biologici, in particolare il cosiddetto ritmo circadiano.
Oltre a provocare uno sconvolgimento del ritmo biologico, il lavoro notturno provoca un debito di sonno.
Il lavoro notturno provoca affaticamento, disturbi della vigilanza e del sonno che possono essere causa di infortuni, conseguenze sull’umore, sulla salute psicologica (stress, aggressività, ecc.) ma ha ripercussioni anche sulla salute fisica: disturbi metabolici, obesità, disturbi digestivi, diabete , cancro, malattia coronarica, ipertensione, …”

Questo è il video pubblicato su youtube

 

 

Una fuga di notizie mostra che gli Emirati Arabi Uniti hanno pianificato di utilizzare i colloqui sul clima della COP28 per concludere accordi sui combustibili fossili

Fonte Znetwork.org

Gli Emirati Arabi Uniti, che ospitano la conferenza sul clima COP28 delle Nazioni Unite di quest’anno, hanno segretamente cospirato per utilizzare l’incontro globale come luogo per concludere accordi sui combustibili fossili con altri paesi e fare pressioni per petrolio e gas, rileva un’indagine schiacciante.

Secondo quanto riferito  dal Center for Climate Reporting  (CCR) e  dalla BBC , Sultan al-Jaber – che è sia presidente della COP28 che amministratore delegato della compagnia petrolifera statale degli Emirati Arabi Uniti, Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC) – ha cercato di utilizzare la conferenza come un’opportunità per aumentare le esportazioni di petrolio e gas di ADNOC. Al-Jaber ha trascorso gli ultimi mesi incontrandosi con leader globali e aziendali, con almeno un paese che avrebbe dato seguito a una discussione sugli affari legati all’ADNOC.

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ISTITUTO RAMAZZINI. PUBBLICATI I DATI SULLE LEUCEMIE DELLO STUDIO GLOBALE SUL GLIFOSATO

 

Fonte Istituto Ramazzini

I ricercatori dello Studio Globale sul Glifosato (Global Glyphosate Study GGS), che hanno recentemente presentato i loro risultati sull’aumento dell’incidenza della leucemia nei ratti esposti a basse dosi di glifosato e di erbicidi a base di glifosato, hanno reso ora pubblici i dati sulle leucemie dello studio. >>>

l’articolo prosegue alla fonte  Istituto Ramazzini 

” The quiet quitting, ovvero , Ma chi me lo fa fare ? ” Podcast di Diario Prevenzione -29 novembre 2023 – Puntata n° 114

 

a cura di Gino Rubini

Benvenute/i ad un podcast senza fronzoli.

In questa puntata parliamo di:

– CIIP: Un documento sui rischi connessi all’impiego di Diisocianati e Poliuretani
– Appello globale per il monitoraggio della salute dei lavoratori su The Lancet
– Condizioni di lavoro deplorevoli per i lavoratori che lavorano alla ristrutturazione degli edifici COP28
– Nuovi rischi lavorativi: stress lavoro correlato e rischi psicosociali
– Lavoro, la grande fuga e il fenomeno nuovo del ” The quiet quitting, ovvero , Ma chi me lo fa fare ? ”  **

Buon ascolto ! 

** Riferimenti

  • Francesca Coin – Le grandi dimissioni. Il nuovo rifiuto del lavoro e il tempo di riprenderci la vita – Einaudi
  • Andrea Colamedici Maura Gancitano – Ma chi me lo fa fare ? Come il lavoro ci ha illuso: la fine dell’incantesimo – Harpercollins
  • Jim T. Harper – The Quiet Quitting Crisis. A Comprehensive Guide to Detecting, Preventing and Addressing Quiet Quitting in the Workplace – Be Wise Media

 

Condizioni di lavoro deplorevoli per i lavoratori che lavorano alla ristrutturazione degli edifici COP28

 

Fonte Hesamail  che ringraziamo 

Un sondaggio condotto dalla ONG britannica FairSquare evidenzia le deplorevoli condizioni di lavoro dei lavoratori impegnati nella ristrutturazione degli edifici della COP28 a Dubai.

L’indagine  mostra che i lavoratori migranti hanno lavorato a 42°C e sotto un sole cocente all’inizio di settembre per ristrutturare gli edifici dell’Expo City a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. Sono queste le premesse che accoglieranno capi di Stato, rappresentanti e media durante la COP28, dal 30 novembre al 12 dicembre.

Originari dell’Africa e dell’Asia meridionale, i 20-30 lavoratori coinvolti trasportavano carichi pesanti in condizioni di caldo estremo e umidità elevata in periodi in cui il lavoro non è legale negli Emirati Arabi Uniti. Da una risoluzione ministeriale adottata nel 2022, il lavoro all’aperto è vietato dalle 12:30 alle 15:00 dal 15 giugno al 15 settembre, poiché il caldo è estremo durante l’estate. Le violazioni sono supportate dalle testimonianze raccolte dai ricercatori e da prove visive che potranno essere consultate da Le Monde . I lavoratori affermano che hanno dovuto superare i rischi nonostante il dolore affinché le strutture fossero pronte entro la fine di novembre. “La settimana scorsa pensavo che sarei morto per ogni secondo trascorso fuori, ma devi avere uno stipendio”, dice uno di loro.

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Nuovi rischi lavorativi: stress lavoro correlato e rischi psicosociali

Fonte  Il Manifesto in rete 

di Maurizio Mazzetti che ringraziamo 

Chi in qualche modo si è occupato di sicurezza sul lavoro, o ha ricevuto la relativa formazione, si sarà imbattuto, specialmente se diciamo non più giovanissimo, in una elencazione dei possibili rischi lavorativi (diretti, o presenti nell’ambiente di lavoro anche se non toccanti tutti i lavoratori, cosiddetti rischi ambientali) quale quella seguente:

  • rischi fisici (es. da contatto con la corrente elettrica, rumori, temperature troppo alte o molto basse)
  • chimici (es. contatto con acidi, vapori, gas tossici)
  • biologici (virus, batteri, altri agenti morbigeni)
  • infortunistici (es. inciampare/scivolare sul pavimento, martellarsi un dito, tagliarsi con la motosega, essere investiti da un muletto)
  • da organizzazione del lavoro (ad esempio, turni, orari, modalità di svolgimento della prestazione, tempi di esecuzione e pause, rapporti con il pubblico)

Superata o meno che sia la suddetta elencazione, l’evoluzione tecnologica degli strumenti produttivi, e, parallelamente, quella organizzativa della produzione, hanno condotto ad una domanda di accrescimento qualitativo della prestazione lavorativa, cui sempre più richiede partecipazione, iniziativa, problem solving, esattezza, autodiagnosi e correzione degli errori, relazione con colleghe/i e/o clienti/utenti. Si può ben dire che aziende ed organizzazioni sempre più richiedono a chi lavora una prestazione non tanto fisica, ma sempre più psichica: se un tempo lavoratrici e lavoratori vendevano forza fisica in cambio della retribuzione, oggi sempre più vendono la loro intelligenza e le proprie capacità mentali, e le proprie capacità e competenze. Come conseguenza, l’attenzione al rischio da organizzazione del lavoro è cresciuta; peraltro, sia il D. Lgs. 626/1994, sia il vigente Testo Unico TU 81/2008, (articoli 17, 28 e 29) pongono esplicitamente in capo al datore di lavoro quello di valutare “tutti i rischi”.

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IBAS. Mortalità globale dovuta all’amianto: aggiornamento

Fonte:   IBAS 

 

27 novembre 2023

Un documento sottoposto a revisione paritaria intitolato “Stime globali, regionali e nazionali del carico di malattie e incidenti legato al lavoro nel 2019”, redatto da ricercatori finlandesi e italiani, è stato pubblicato sullo Scandinavian Journal of Work, Environment & Health il 12 novembre 2023. Dopo quattro anni di ricerca, gli autori hanno concluso che le precedenti stime globali sulla mortalità da amianto erano troppo basse: “una stima più realistica delle morti correlate all’amianto potrebbe essere di 289.621 sul posto di lavoro e 304.841 se si includono anche fattori ambientali e ambientali. causalità semi-professionali”. Vedi: Stime a livello globale, regionale e nazionale del carico di malattie e infortuni legati al lavoro nel 2019 .

SustAIn Magazine #3 – Una visione diversa dell’intelligenza artificiale: decidiamo noi cosa deve fare l’intelligenza artificiale

Fonte Algorithm Watch che ringraziamo 
[ la traduzione che postiamo è stata effettuata con l’assistenza di google translator, per un uso professionale di questo articolo raccomandiamo di fare riferimento al testo alla fonte ]

Il terzo e ultimo numero della rivista SustAIn affronta la questione di chi potrebbe assumersi la responsabilità di guidare lo sviluppo dell’IA nella giusta direzione.

Quando volantini e opuscoli pubblicitari si accumulano nella spazzatura è chiaro a tutti che non fa bene all’ambiente. Ma che effetto hanno sul pianeta gli annunci personalizzati su Internet? Ad ogni visita a un sito web, vengono installati centinaia di cookie per alimentare un’infrastruttura pubblicitaria invisibile ma estremamente dispendiosa in termini energetici con dati utente personalizzati.

L’intelligenza artificiale divora molte risorse e spesso ha conseguenze deleterie per la nostra società e l’ambiente. L’uso sostenibile e sensato dell’IA è responsabilità di tutti e dovremmo decidere insieme dove implementarla e dove no.

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Dal proletariato alla neoplebe, le nuove classi sociali: intervista a Paolo Perulli

Segnaliamo questa intervista al sociologo Paolo Perulli pubblicata dal quotidiano online L’indipendente .L’individuazione di una nuova categoria interpretativa: quella della “neoplebe” e delle trasformazioni degli assetti di potere delle scietà contemporanee offre una lettura ed una rappresentazione inquietante del futuro.
26 NOVEMBRE 2023

Ha ancora senso parlare di classi, e quindi di lotta di classe, nel terzo millennio? O forse si tratta di un concetto superato? Dopotutto, la divisione tra due classi che ha contraddistinto l’era industriale, ovvero della borghesia (la classe di chi detiene i mezzi di produzione) e del proletariato (ovvero di chi non detiene solo la propria forza lavoro) è oggettivamente problematica e il mondo decisamente più sfumato. Su questo si interroga nel suo ultimo libro Paolo Perulli, docente di Sociologia economica, concludendo che sì: parlare di classi è ancora necessario per comprendere il mondo che abitiamo. Occorre, tuttavia, attualizzare le categorie: neoplebe, classe creativa ed élite. Questi sono, secondo Perulli, i nuovi soggetti collettivi che segnano le società occidentali. Una analisi di una nuova triade di classi sociali è necessaria, per l’autore, per interpretare il mondo attuale e per poterlo, infine, anche scardinare. L’intervista prosegue alla fonte L’Indipendente  

Amianto-Brasile: Intervista a Fernanda Giannasi – ABREA – Associazione Brasiliana Esposti Amianto

Fonte AFeVA che ringraziamo

Bologna, 13 novembre 2023

Il 25 ottobre 2023, è stata realizzata l’intervista a Fernanda Giannasi, Fondatrice dell’Associazione Brasiliana Esposti Amianto – ABREA). Link al sito di ABREA

Fernanda partecipava in quei giorni a Bologna al Consesso internazionale del Collegium Ramazzini, dove si discuteva delle tematiche sanitarie legate alle patologie Asbesto Correlate e più in generale all’esposizione dei lavoratori ai cancerogeni ed ai temi della salute pubblica nell’attuale crisi sanitaria internazionale. Link al sito del Collegium Ramazzini

ABREA ha intessuto in 30 anni innumerevoli rapporti con le Associazioni Esposti e vittime amianto italiane e con il mondo scientifico italiano ed internazionale. Fa parte della coalizione internazionale per la messa al bando globale dell’amianto.

L’intervista è stata realizzata nella sede di AFeVA Emilia Romagna, ed è stata condotta da Andrea Caselli.

Vedi l’intervista a Fernanda Giannasi su YouTube (durata 22 minuti)

8 giugno 2017

2017 – partecipazione di Fernanda Giannasi al Convegno organizzato a Bologna da AFeVA Emilia Romagna – Lotte e amianto: sofferenza, coinvolgimento, impegno

Appello globale per il monitoraggio della salute dei lavoratori su The Lancet

Fonte  ICOH 
Appello globale per il monitoraggio della salute dei lavoratori su The Lancet Gli esperti di salute sul lavoro dell’OMS e dei paesi hanno chiesto dati e sistemi di monitoraggio della salute dei lavoratori per migliorare il monitoraggio dei progressi verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile. L’appello è stato pubblicato su The Lancet ( disponibile qui ) come parte della serie Lancet su lavoro e salute ( disponibile qui ).

Gli autori sottolineano che i cambiamenti nel mondo del lavoro, come la globalizzazione, l’automazione, la digitalizzazione, le nuove pandemie, l’inquinamento ambientale e il cambiamento climatico, stanno causando nuovi rischi per la salute sul lavoro e aumentando le disuguaglianze sanitarie tra i lavoratori. Gli esperti chiedono dati e sistemi di monitoraggio per rafforzare il monitoraggio della salute e dei diritti del lavoro, dei determinanti sociali e ambientali della salute e delle disuguaglianze sanitarie tra i lavoratori.

Le stime congiunte OMS/ILO del carico di malattie e infortuni sul lavoro ( disponibili qui ) hanno dimostrato che l’esposizione a orari di lavoro prolungati causa il 40% di tutti i decessi legati al lavoro e che le malattie legate al lavoro (non gli infortuni) ne causano l’81%. dei decessi legati al lavoro. Sono disponibili indicatori per 183 paesi sulla proporzione della popolazione esposta a orari di lavoro prolungati e sul numero di decessi per malattie legate al lavoro dall’applicazione dell’OMS sul carico delle malattie professionali ( disponibile qui ).

Tra gli autori figurano il Ministro della Sanità della Somalia e alti dirigenti dell’OMS e dei Ministeri della Sanità o degli istituti nazionali di salute sul lavoro di Cina, Italia, Nepal, Sud Africa, Togo e Stati Uniti d’America.

CIIP: Un documento sui rischi connessi all’impiego di Diisocianati e Poliuretani

Fonte CIIP 

Segnaliamo  il documento CIIP “Diisocianati e Poliuretani” sui rischi connessi all’impiego di tali sostanze, oggi di grande attualità date le recenti restrizioni nell’utilizzo imposte dalla normativa europea e la loro grande diffusione.

Il documento del GdL CIIP-Rischio Chimico è stato redatto da Carlo Sala, coordinatore del Gruppo, con la collaborazione di Gianandrea Gino (AIDII).

Per scaricare il file pdf del Documento  CLICCA QUI 

 

 

Mai più a ferragosto. Storia di un infortunio mortale

Fonte DORS.IT che ringraziamo

Riprendiamo dal DORS  questa storia d’infortunio mortale, la novantesima del Repertorio delle storie d’infortunio scritte dagli operatori dei servizi di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro che partecipano al Progetto

” Identificare cause e soluzioni degli infortuni lavorativi. Il modello  comunità   di pratica e narrazione  ” 

Riteniamo per davvero importante questa iniziativa  e vogliamo contribuire a  fare conoscere  questo lavoro prezioso che alimenta le conoscenze utili alle pratiche di prevenzione. editor

 

Franco ha 65 anni, ha fatto l’autotrasportatore per tutta la vita ma, da alcuni anni, si è messo in proprio. Compra mezzi di trasporto e attrezzature e casa sua diventa il luogo in cui svolge la sua attività. Manca poco a ferragosto, Franco vuole abbellire il cortile di casa piantando alcune palme dentro grandi fioriere di cemento. Per farlo si serve dell’autogru facendosi aiutare da Rexha, un’autista che, da qualche giorno, aveva cominciato a lavorare con lui. Ma quel giorno qualcosa va storto.

Questa è la novantanovesima storia aggiunta al repertorio delle storie di infortunio, nel quale sono raccolte le storie scritte dagli operatori dei servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro che partecipano al progetto “Identificare cause e soluzioni degli infortuni lavorativi Il modello comunità di pratica e narrazione“.

Vai al repertorio delle storie di infortunio, leggi direttamente la sintesi della storia o la storia completa “Mai più a ferragosto“.

Fattori di rischio di cancro in Europa: scopri i primi risultati dell’indagine sull’esposizione dei lavoratori dell’EU-OSHA

Per contribuire alla lotta contro il cancro professionale, l’EU-OSHA ha condotto un’indagine sull’esposizione dei lavoratori sui fattori di rischio del cancro (WES) in Europa. L’obiettivo è identificare meglio i fattori di rischio sul posto di lavoro che possono portare alla malattia, fornendo dati aggiornati e completi che possano essere utilizzati per la prevenzione, la sensibilizzazione e l’elaborazione delle politiche.

Migliaia di lavoratori in sei Stati membri dell’UE (Germania, Irlanda, Spagna, Francia, Ungheria e Finlandia) sono stati intervistati per stimare la loro probabile esposizione a 24 fattori di rischio di cancro noti, che includono prodotti chimici industriali, sostanze e miscele generate da processi, insieme a fattori fisici fattori di rischio.

L’indagine rivela che le radiazioni UV e le emissioni diesel sono le esposizioni più frequenti al rischio di cancro nei luoghi di lavoro europei. I primi risultati offrono anche uno sguardo sui preziosi dati che possono essere ottenuti da WES.  

Leggi il comunicato stampa

Esplora i primi risultati e il riepilogo della metodologia

Scopri di più nella nostra  nuova sezione web dedicata al WES

Un saggio importante. IL SALARIO MINIMO LEGALE COME STRUMENTO DI ATTUAZIONE COSTITUZIONALE

IL SALARIO MINIMO LEGALE COME STRUMENTO DI ATTUAZIONE COSTITUZIONALE di Federico Martelloni

Professore ordinario di Diritto del lavoro Università Alma Mater Studiorum di Bologna

Sommario: 1. La questione del salario minimo nel dibattito della Costituente; 2. La costituzionalizzazione del salario minimo convenzionale nella prassi giurisprudenziale; 3. Frammentazione della rappresentanza sindacale, contrattazione pirata e dumping salariale; 4. Una legge sul salario minimo come argine al lavoro povero: limiti e prospettive; 5. Dalla direttiva UE sul salario minimo alle recenti proposte di legge in Italia; 6. L’opportunità di introdurre un salario minimo legale, oggi.

Per leggere il saggio e scaricare il file pdf  clicca QUI 

COP28: a year on from climate change funding breakthrough, poor countries eye disappointment at Dubai summit

Lisa Vanhala, UCL

At the COP27 summit in Sharm El-Sheikh, Egypt, an agreement to establish a loss and damage fund was hailed as a major breakthrough on one of the trickiest topics in the UN climate change negotiations. In an otherwise frustrating conference, this decision in November 2022 acknowledged the help that poorer and low-emitting countries in particular need to deal with the consequences of climate change – and, tentatively, who ought to pay.

This following year has seen more extreme weather records broken. Torrential rains created flooding which swept away an entire city in Libya, while wildfires razed swathes of Canada, Greece and the Hawaiian island of Maui.

As these events become routine worldwide, the case grows for an effective fund that can be set up quickly and help those most vulnerable to climate change. But after a year of talks, the fund has, so far, failed to materialise in the way that developing countries had hoped.

I’m writing a book on UN governance of loss and damage, and have been following the negotiations since 2013. Here’s what happened after the negotiators went home and what to watch out for when they return, this time at COP28 in Dubai.

Big questions

Many questions were raised and left unresolved in Sharm El-Sheikh. Among them: who will pay into this new fund? Where will it sit? Who will have power over it? And who will have access to the funding (and who won’t)?

A transitional committee with 14 developing country members and 10 developed country members was appointed by the UN to debate these questions after COP27. The committee has met regularly over the last year, but at its fourth meeting at the end of October – scheduled as the last session – important questions surrounding the fund, such as who should host and administer it, remained. Discussions broke down without an agreement.

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La CES lancia il suo manifesto per le elezioni europee del 2024

Fonte ETUI 

( la traduzione è stata effettuata con google translator)

La CES ha pubblicato il suo manifesto per le elezioni europee del 2024, contenente 12 impegni per “Realizzare un trattamento equo per i lavoratori” , che presenterà al Parlamento europeo il 15 novembre 2023. Vedi sotto per il testo completo. 

La Confederazione Europea dei Sindacati (CES) rappresenta oltre 45 milioni di lavoratori e le loro 93 organizzazioni sindacali nazionali e 10 federazioni sindacali europee.

Le elezioni del Parlamento europeo del 2024 sono le elezioni parlamentari europee più importanti da molti anni. Determineranno se l’Europa rimarrà sulla strada del progresso e della solidarietà che abbiamo visto nella sua risposta alla crisi del Covid-19 e sosterranno i lavoratori e le loro comunità in tutto il continente; o se tornerà all’austerità, con i suoi attacchi ai lavoratori.

La CES e le sue organizzazioni affiliate valorizzano la propria autonomia. Questo manifesto è un invito a sostenere gli impegni elencati di seguito come visione per l’Europa per i prossimi cinque anni.

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In questa puntata: La salute richiede la pace. Come evitare un mondo climatico distopico…..

Connessioni 5

18 novembre 2023

fatti, eventi, report di ricerca e dati per capire meglio cosa succede nel campo della prevenzione e della salute negli ambienti di vita e di lavoro.

In questa puntata della Rubrica vi offriamo documentazione su:

– Il diritto universale alla salute richiede la pace e rifiuta la guerra
– Per evitare un futuro climatico distopico, dobbiamo prima immaginare il mondo che vogliamo
– La violence environnementale de l’économie fossile
– Regione Emilia-Romagna. Proteggersi dai rischi, nel linguaggio dei segni.
– Convegno nazionale agricoltura 2023: Taranto, 26 ottobre 2023.

Il diritto universale alla salute richiede la pace e rifiuta la guerra
E’questo il titolo del documento promosso dalla AIE Associazione Italiana di Epidemiologia alla elaborazione del quale hanno partecipato venti società scientifiche  che fanno riferimento al campo della salute e della sanità. E’ un primo passo importante. Nel documento si afferma: ” In qualità di società scientifiche di area sanitaria, dati i nostri obblighi professionali incentrati sulla tutela e la promozione della salute, sentiamo urgente la necessità di esprimerci pubblicamente e congiuntamente a favore della pace e contro la guerra in tutte le aree del pianeta.

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