La tragedia Eternit e il bisogno di giustizia

di  Claudio Carrer

Fonte:  areaonline.ch  che ringraziamo

«Comunque vada a finire, con questo processo si scrive una pagina di storia, non solo per i cittadini di Casale Monferrato, ma per tutto il mondo». Non possiamo che condividere e rilanciare da queste colonne le parole pronunciate lunedì scorso a Novara dal Pubblico ministero Gianfranco Colace al processo Eternit che si sta celebrando davanti alla Corte di Assise e che vede imputato il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, con l’accusa di omicidio plurimo intenzionale in relazione alla morte di 392 persone uccise dalle polveri di amianto della sua fabbrica (cliccare qui per maggiori dettagli). Un processo difficile e dall’esito tutt’altro che scontato, ma che in ogni caso ha già dato un contributo fondamentale alla ricerca della verità su una tragedia di portata mondiale e nella quale Schmidheiny e la sua famiglia sono stati attori di primo piano a livello internazionale per oltre cent’anni. E che per decenni ha visto la Svizzera fungere da centrale di comando della potente industria mondiale del cemento-amianto e di tutte le nefandezze che emergono inequivocabili nei tribunali italiani, soprattutto grazie all’eccezionale indagine della Procura di Torino che portò nel 2009 all’apertura del primo maxi-processo per disastro ambientale e successivamente (dopo che nel 2014 la Cassazione annullò per intervenuta prescrizione la condanna di Schmidheiny a 18 anni) all’avvio di altri procedimenti per omicidio tuttora in corso.

Leggi tutto

Vittime amianto Marina Militare, sentenza storica: condannati i vertici in Corte d’Appello a Venezia!

E’ una sentenza importante. La responsabilità nella valutazione e gestione dei rischi per la salute delle persone subordinate  vale anche per i dirigenti delle forze armate. Il fatto che non esistano “zone franche” potrebbe/dovrebbe cambiare in meglio le condizioni di sicurezza sul  lavoro  per i dipendenti.

Un ringraziamento per l’impegno in questa lotta a Medicina Democratica e a Fulvio Aurora.

 

medicinademocratica.org-Vittime amianto Marina Militare sentenza storica condannati i vertici in Corte dAppello a Venezia

Per scaricare il file clicca QUI 

Globale: gli organismi delle Nazioni Unite confutano le affermazioni sulla sicurezza dell’amianto

Fonte Risks Tuc

Gli organismi delle Nazioni Unite responsabili per i diritti globali del lavoro e della salute hanno confutato le dichiarazioni della lobby dell’industria dell’amianto secondo cui “sostengono” l’uso continuato del crisotilo, l’ultima fibra di amianto commercializzata. Le risposte schiaccianti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) sono arrivate dopo che l’International Chrysotile Association (ICA) ha affermato che le politiche dell’OMS e dell’ILO sono favorevoli all’amianto. L’OMS ha risposto: “L’Organizzazione Mondiale della Sanità ribadisce la sua politica, che rimane invariata, che il modo più efficace per eliminare le malattie legate all’amianto è interrompere l’uso di tutti i tipi di amianto”. L’ILO ha ribadito la sua politica di lunga data che “chiede l’eliminazione dell’uso futuro dell’amianto”.
Posizione dell’OMS sull’amianto crisotilo . Sito web dell’ACI

It was the Rubber Capital of the World. The health consequences linger.

Forced to breathe at times through oxygen tubes, the Rev. Kevin Goode nonetheless counts his blessings. Although his lungs are scarred from asbestos exposure and he has chronic obstructive pulmonary disease, he’s in better condition than other former employees of rubber factories in Akron, Ohio.

Goode, retired pastor of Church of the Harvest, worked 15 years for the Goodyear Tire & Rubber Co. For most of that time, he tested the characteristics of competitors’ tires in a lab while other employees built new tires below. He didn’t think much about the asbestos, chemicals and soot inside the building, or the black clouds billowing from smokestacks around the Rubber Capital of the World.

“The stuff was everywhere – in your pores, on your skin,” Goode recalled of the lamp black, also known as carbon black, which added sturdiness and color to the tires but can cause skin conditions, cancer, respiratory problems and cardiovascular disease. “You take a shower, you blow your nose or if you cough up phlegm, it was always black.”

The Rev. Kevin Goode developed chronic obstructive pulmonary disease, or COPD, after working in a rubber factory for 15 years. (Courtesy of Yanick Rice Lamb)

Goode, 64, started at the factory in 1975 when he was 17. “You’re young and you think you’re invincible, but you knew it had an impact,” he said of his exposures.

Leggi tutto

E’ disponibile il numero di novembre 2021 di Lavoro e Salute .

Amianto alla Breda, un altro schiaffo per le vittime

 

Fonte Sicurezzaelavoro.org che ringraziamo 

Nessuna giustizia per i morti da amianto.

A pochi giorni dalla sentenza della Cassazione sulla strage di Viareggio dell’8 gennaio 2020 che ha dichiarato prescritti gli omicidi colposi della tragedia ferroviaria toscana per quasi tutti gli imputati, arriva un’altra brutta notizia per le vittime sul lavoro e per chi opera nel campo della salute e sicurezza.

Il 19 gennaio 2021, la Quinta Sezione della Corte d’Appello di Milano ha infatti confermato la sentenza di primo grado e quindi l’assoluzione di sette manager della Breda Termomeccanica – Ansaldo, imputati per le morti da amianto di una decina di operai dello stabilimento milanese di viale Sarca esposti alla fibra cancerogena tra gli anni Settanta e il 1985.

Il sostituto procuratore generale di Milano Nicola Balice aveva chiesto per i dirigenti condanne tra i 2 anni e i 4 anni e 11 mesi di carcere per omicidio colposo.

Forse come ci scrive il cartoonist Tiziano Riverso nell’ultima vignetta realizzata per Sicurezza e Lavoro, gli operai non sono morti e l’amianto non esiste…

Oppure, come ha detto Michele Michelino, rappresentante del Comitato per la difesa della salute e nei luoghi di lavoro nel territorio: “Volevamo giustizia, ma purtroppo abbiamo trovato la legge, che difende i potenti”.

Nel frattempo, durante il processo, altri cinque ex operai della Breda sono morti a causa dell’amianto. Secondo il Comitato sono già oltre cento le vittime.

Loredana Polito

 

Regno Unito: mesotelioma nella coorte militare britannica

Fonte : International Ban Amianto Secretariat 

Il primo documento che esamina l’esperienza del mesotelioma dei veterani militari britannici ha evidenziato questioni significative tra cui la difficoltà di navigare nei sistemi militari, sanitari e civili e l’influenza dell’esperienza militare sulle strategie di coping dei malati. Il documento, basato sulla ricerca intrapresa dai coautori per The Military Mesothelioma Experience Study, ha rilevato “sfide specifiche e esigenze di cura legate ai veterani con mesotelioma”. A seguito del progetto, è in fase di compilazione un rapporto con le raccomandazioni riguardanti la cura e il supporto dei veterani che convivono con il mesotelioma. Vedi: Vivere con il mesotelioma: uno studio qualitativo delle esperienze dei veterani militari maschi nel Regno Unito .

Addio Donald! Porta con te l’amianto mentre esci dalla scena mondiale. Per favore chiudi la porta mentre esci.

Riprendiamo dal sito del Segretariato internazionale per la messa al bando dell’amianto l’articolo della Presidente Laurie Kazan-Allenm che ricorda le scelte scellerate di Donald Trump a difesa delle Corporation dell’amianto con l’aggiramento delle norme a tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini tramite lo stravolgimento delle funzioni delle Agenzie federali  come EPA e OSHA. 

Fonte International Ban Asbestos Secretariat 

di  Laurie Kazan-Allen

Ci sono così tanti motivi per essere grati di vedere l’uscita di Donald Trump il mese prossimo, qualcuno classificato da un familiare stretto come “L’uomo più pericoloso del mondo”. 1 Un presidente che giocava  a golf mentre gli americani stavano vivendo la peggiore catastrofe a memoria d’uomo; la sua mancanza di empatia era insondabile quanto il suo rifiuto di accettare il verdetto dell’elettorato americano. Questo nativo di New York, che è sgradito nella sua città natale, sembra anche essere persona non grata dai vicini di Mar-a-Lago, il suo ritiro a Palm Beach. 2 C’è da meravigliarsi se si considera la discordia e lo sconvolgimento che segue la sua scia?

Il sostegno di Trump all’amianto è iniziato molto prima che entrasse alla Casa Bianca. Nel suo libro “The Art of the Comeback” (1997) ha scritto che l’amianto aveva “ricevuto un brutto colpo” e che le campagne per imporne la rimozione dalle scuole e dagli edifici pubblici erano “guidate dalla folla”. 3 Nel giugno 2005, Trump ha difeso l’amianto di fronte a una riunione della sottocommissione della Commissione per la sicurezza interna e il governo del Senato, dicendo:

“Molte persone potrebbero dire che se il World Trade Center avesse l’amianto non sarebbe bruciato, non si sarebbe sciolto, okay? … Molte persone nel mio settore pensano che l’amianto sia il miglior materiale ignifugo mai realizzato. ” 4

Leggi tutto

Amianto . Barlumi di speranza 2020  di Laurie Kazan-Allen

Questo articolo è tratto dal sito del Segretariato Internazionale per la messa al bando dell’amianto IBAS

Fonte : International Ban Asbestos Secretariat 

Gli sviluppi di quest’anno sono stati senza precedenti a memoria d’uomo: vite perse, famiglie decimate, sistemi sanitari attaccati e economie distrutte. Ci sono state poche comunità a cui è stata risparmiata la devastazione causata dal coronavirus. Nonostante questo scenario cupo, attivisti e gruppi che lavorano per sostenere le vittime di malattie legate all’amianto hanno continuato i loro sforzi, riconoscendo che tra le persone più vulnerabili al Covid-19 c’erano le persone i cui polmoni erano stati danneggiati dall’amianto. Questa istantanea di alcune delle iniziative in sospeso avviate nel 2020 è indicativa degli sforzi sostenuti a lungo termine compiuti per affrontare un’altra pandemia globale, quella causata dall’esposizione all’amianto, che sta causando fino a 250.000 vittime all’anno.

Risultati delle vittime dell’amianto in: Brasile, Giappone, Sud Africa e Regno Unito

Uno dei momenti salienti dell’anno è stata l’ampliamento di un programma di sorveglianza e trattamento per i brasiliani ad alto rischio di contrarre malattie legate all’amianto, un’iniziativa di collaborazione dell’Associazione brasiliana degli esposti all’amianto (ABREA) e di esperti medici. 1 Spiegando il lancio della clinica di assistenza all’amianto, la dott.ssa Ubiratan de Paula Santos ha spiegato:

Leggi tutto

OGR Bologna: Le cause per danni da amianto in sede civile sono possibili e rafforzate nonostante la sentenza di archiviazione del procedimento penale

 

La recente pubblicazione delle notizie sull’archiviazione del procedimento penale sulle OGR, ha provocato qualche incertezza nelle persone che intendono chiedere in sede civile i danni all’azienda (FF.SS. -RFI), in realtà non solo continua ad essere possibile, ma alla luce delle motivazioni della sentenza queste sono addirittura rafforzate.

Pertanto pubblichiamo un contributo degli avvocati dello Studio Legale Associato (Francesca Ferretti, Stefania Mangione e Francesca Stangherlin) che fanno chiarezza sulla questione.

Leggi il contributo dello Studio Legale Associato e l’intervento dell’Avv.  Stefania Mangione in occasione della Assemblea di AfeVA ER

Tradimento delle vittime dell’amianto in Spagna

Fonte IBAS International Ban Amianto Secretariat 

30 novembre 2020

I lavoratori ammalati a causa  dell’amianto in Spagna hanno ricevuto un altro schiaffo all’inizio di questo mese (novembre 2020) quando un tribunale commerciale di Madrid ha confermato una richiesta aziendale di mettere Coemac – il proprietario dell’ex gigante dell’amianto del paese Uralita – in bancarotta volontaria. 1 Il 30 gennaio 2020 Coemac aveva chiesto tutela giurisdizionale ai suoi creditori, riconoscendo di non disporre di liquidità sufficiente per far fronte alle proprie passività; la società ha contestato le pretese derivanti dalla produzione di materiali da costruzione in cemento-amianto da parte di Uralita. Il giorno successivo (31 gennaio 2020), la negoziazione delle azioni Coemac è stata sospesa dalla Borsa di Madrid.

Leggi tutto

Fais-Pendoli: un video che ricorda le vittime dell’amianto in OGR

Fonte: AFeVA che ringraziamo

Bologna, 1 dicembre 2020

Salvatore Fais

Questo docufilm è stato realizzato: per la parte documentale da Salvatore Fais matricola FS 897173 e per il montaggio da Loris Pendoli matricola FS 897171 e anche ex operaio della officine Casaralta.

Il bisogno di dare visibilità a una strage negata e offesa nella memoria, con le crude testimonianze delle vittime e dei familiari delle vittime, per contestare con forza e sdegno, una scandalosa e vergognosa sentenza penale di archiviazione, riuscendo in una disposizione, quello di negare il sacrosanto diritto di giustizia per le uccisioni da amianto di lavoratori inerti nella officina grande riparazione delle ferrovie dello stato di via Casarini a Bologna. Dove personalmente constatiamo…purtroppo da una quindicina di anni che si è perseguito a livello politico e di magistratura un orientamento giurisprudenziale del disconoscimento dell’assassinio di tanti.. troppi lavoratori…colpevoli solo di lavorare, con responsabili aziendali che nulla hanno fatto per tutelare la salute dei propri lavoratori. Le ultime sentenze di OGR e CASARALTA  lo sono a dimostrare.
Che dire oltre allo sdegno e  alla rabbia per una sentenza complice di quelle morti:  guardate la realtà dei fatti e ciò che con queste sentenze si è voluto negare. Buona visione.

Salvatore Fais e Loris Pendoli

Bancarotte delle aziende dell’amianto: vincitori e vinti….

11 febbraio 2020

Segnaliamo l’articolo di  Laurie Kazan-Allen  Presidente del Segretariato Internazionale per la messa la bando dell’amianto IBAS .

Nell’articolo vengono descritte le strategie con le quali questi colossi che operano in tutte le fasi del ciclo dall’estrazione alla  produzione di manufatti e prodotti contenenti amianto si stanno sottraendo  alle proprie  responsabilità rispetto alle richieste di risarcimenti da parte dei lavoratori e delle lavoratrici esposte alle fibre d’amianto. Di solito scelgono la via del fallimento….del cambio di ragione sociale, di scarico delle responsabilità su bad company svuotate di capitali. Nei paesi asiatici come Indonesia, in India come in  America latina,  in Brasile,  continuano a produrre grandi volumi di prodotti che contengono amianto. Come afferma l’autrice nel 2020 non dovrebbero più esserci industrie dell’amianto in ragione dei danni sanitari, ma così non è . In ogni caso, afferma l’autrice , i lavoratori non si dovrebbero fidare delle aziende che lavorano l’amianto….

Fonte :  Il Blog di Laurie  Kazan-Allen

 

International Ban Asbestos: Nuovo Anno, Vecchie Bugie

 

FONTE  INTERNATIONAL BAN ASBESTOS SECRETARIAT 

8 gennaio 2020

Amianto : Nuovo anno, vecchie bugie

Avvolto da una serie di colpi di corpo nel 2019, la lobby dell’amianto ha iniziato il 2020 con un debole tentativo di riguadagnare il controllo della narrativa sull’amianto con una funzionalità su un sito web russo il 5 gennaio che ha ridisegnato la propaganda dell’industria sostenendo l’uso continuato dell’amianto crisotilo (bianco) , affermando che nonostante sia stato vietato in 63 paesi, l’amianto potrebbe essere utilizzato in sicurezza in condizioni controllate. L’amianto era, secondo l’autore, la “pietra preferita” di Donald Trumps e “l’attuale presidente degli Stati Uniti … attivamente sostiene la sua difesa”. Citando molteplici esempi di uso storico dell’amianto, l’autore ha osservato che “l’isteria di massa” in America sull’amianto era stata un miniera d’oro per avvocati e imprese di rimozione dell’amianto anche se “Gli scienziati russi ribadiscono all’unanimità che, in base a misure di sicurezza, l’amianto è un minerale estremamente utile”.1

Non c’è da meravigliarsi che l’industria sia disperata, avendo sofferto un catalogo di sconfitte durante tutto il 2019 con i divieti di amianto che sono stati raggiunti in Colombia e confermati in Brasile, il sostegno del governo per i divieti di amianto è in corso in Laos, Cambogia e Vietnam e una crescente consapevolezza del rischio di amianto in Indonesia, Sudafrica, Brasile e persino Russia – il più grande produttore al mondo di amianto. L’ultimo e probabilmente il più grande sconvolgimento dell’anno per gli interessi acquisiti dall’amianto è stato un pronunciato cambiamento nella politica di amianto della Asian Development Bank (ADB), uno dei più importanti donatori finanziari nella regione Asia-Pacifico. A dicembre, un rappresentante ADB ha confermato:

“La Banca asiatica di sviluppo (ADB) dal 2009 ha espressamente vietato il finanziamento ADB per la produzione, il commercio o l’uso di fibre di amianto non legate. Tuttavia, è stato consentito l’acquisto e l’uso di fogli di cemento legato all’amianto in cui il contenuto di amianto era inferiore al 20%. Ciò era coerente con gli standard del settore e le linee guida di sicurezza prevalenti. Date le crescenti preoccupazioni in merito ai potenziali rischi di questi prodotti, ADB sta ora adottando misure per risolvere questo problema. Dal 2020 ADB si asterrà dal finanziare eventuali nuovi progetti contenenti qualsiasi presenza di amianto; questo aggiornamento si rifletterà nella prossima revisione della Dichiarazione sulla politica di salvaguardia di ADB. ” 2

Poiché l’Asia è il più grande mercato per l’amianto e l’ADB è un importante donatore di infrastrutture e altri progetti, questo divieto segna un momento sismico per la lotta per proteggere le popolazioni dai pericoli delle esposizioni tossiche in tutta la regione. Vi sono pochi dubbi sul fatto che dove andranno gli ADB seguiranno altre istituzioni finanziarie e autorità regionali. Non c’è posto nel 21 ° secolo per l’amianto – non in Asia, non da nessuna parte!

1 PIETRA PREFERITA DI DONALD TRUMP [La pietra preferita di Donald Trump]. 5 gennaio 2020.
https://forpost-sz.ru/a/2020-01-05/lyubimyj-kamen-donalda-trampa

2 Email ricevuta da Laurie Kazan-Allen. 20 dicembre 2019.

Registri Tumori professionali: Convenzione INPS-INAIL per scambio dati – adeguamento alle norme europee sulla privacy

Fonte AFeVA

Bologna, 6 novembre 2019

Siglata il 30 ottobre 2019, la “CONVENZIONE TRA L’ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE E L’ISTITUTO NAZIONALE PER L’ASSICURAZIONE CONTRO GLI INFORTUNI SUL LAVORO PER LA TRASMISSIONE DEI DATI DI CUI ALL’ART. 244 DEL DECRETO LEGISLATIVO 9 APRILE 2008 N. 81 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI E INTEGRAZIONI”.

scarica la convenzione

La convenzione riguarda dati relativi alla la costituzione di un registro nazionale dei tumori di origine professionale “…con riferimento ai lavoratori contenuti
negli elenchi forniti dallo stesso INAIL, per i quali è stata accertata una patologia oncologica ovvero sono stati valutati come soggetti a rischio in base all’attività lavorativa svolta”.

l’INPS e l’INAIL hanno già stipulato convenzioni per la trasmissione dei dati di cui all’articolo 244 del D. lgs n.81 del 2008, l’ultima delle quali sottoscritta in data 3 maggio 2018, l’attuale convenzione viene adeguata alle norme europee (Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali…) e al  d.lgs. 10 agosto 2018, n. 101, recante “Disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali
dati e che abroga la direttiva 95/46/CE”) ecc…

Processo ETERNIT Torino: condannato Stephan Schmidheiny a 4 anni per omicidio colposo

 

FONTE AFEVAEMILIAROMAGNA 

Si è concluso il processo di Primo grado presso il tribunale di Torino a Stephan Schmidheiny  padrone della ETERNIT: condannato a 4 anni per omicidio colposo e l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici, per la morte di due lavoratori dello stabilimento ETERNIT di Cavagnolo.

Schmidheiny dovrà versare una provvisionale di 15mila euro alle parti civili, tra cui la Regione Piemonte, la CGIL Piemonte e AFeVA.

Leggi la sentenza del processo

Leggi il Comunicato di AFeVA Casale Monferrato

Sette anni di carcere era stata la richiesta del Pubblico Ministero Gianfranco Colace. La difesa dell’imputato ha dichiarato che dopo la lettura delle motivazioni della sentenza, impugnerà il provvedimento di condanna in Corte d’appello.

Gli altri processi che vedono imputato Schmidheiny ,nei quali è stato spacchettato il processo ETERNIT BIS sono: Vercelli, Reggio Emilia e Napoli

Soddisfatta la CGIL Piemonte per la decisione del giudice, la esprime Nicola Pondrano,  dirigente sindacale della CGIL e fra i fondatori dell’Associazione familiari e vittime dell’amianto (Afeva): “È un segnale debole, ma va nella direzione auspicata. È la prima sentenza che indica la responsabilità di Schmidheiny su due casi”. Per Bruno Pesce, Afeva: “è una condanna mite, ma importante perché lo Stato afferma che non si uccide la gente per soldi”.
Giuliana Busto la presidente di Afeva: “dopo la botta della Cassazione, anche una condanna minima è un inizio che dà speranza”.

E’ ancora nella nostra memoria la sentenza della Corte di Cassazione che nel 2015 aveva annullato la condanna a 18 anni del manager svizzero accusato di disastro ambientale doloso permanente e omissione di misure antinfortunistiche.

 

Leggi altri articoli sui processi ETERNIT.

Dal sito AFeVA di Casale Monferrato: La vertenza ETERNIT

ETERNIT, IL MAXIPROCESSO CHE CAMBIÒ LA STORIA

Processo ETERNIT BIS

Dal sito AFeVA Emilia Romagna:        ETERNIT: sentenza Corte di Cassazione – 4 i processi per omicidio colposo (aggravato) – Continua la richiesta di GIUSTIZIA

ETERNIT-BIS: derubricata la responsabilità di Schmidhney ad omicidio colposo, demolito il processo unico

   Il nuovo processo Eternit del tribunale di Torino contro Stephan Schmidhney può continuare.

PROC. ETERNIT – 31 MAGGIO 2016 : CORTE COSTITUZIONALE – DEL. CGIL NAZIONALE – AFEVA ER – AFEVA CASALE M.

L’associazione brasiliana degli esposti all’amianto

Pubblichiamo questo Report della Presidente della Segreteria Internazionale per la messa al bando dell’amianto Laurie Kazan-Allen che rappresenta la situazione brasiliana .

FONTE: LKA Blog

7 maggio 2019

L’associazione brasiliana degli esposti all’amianto

Mentre il Memorial Day dei lavoratori internazionali (28 aprile 2019) era caratterizzato da servizi commemorativi, manifestazioni pubbliche e vari eventi in tutto il mondo, ho avuto l’opportunità di partecipare al servizio ecumenico annuale dell’Associazione Brasiliana dell’Amianto-Esposto (ABREA ). L’evento, che si è tenuto a Osasco, l’unico centro dell’industria brasiliana di cemento-amianto, si è svolto in una piazza intitolata alla memoria della prima vittima di asbesto dell’ABREA: Aquilino Alves dos Santos. 1 La presenza di così tanti membri ABREA e di visitatori internazionali provenienti da Giappone, India, Indonesia e Regno Unito ha spinto un partecipante a battere “L’anno prossimo, abbiamo bisogno di un quadrato più grande”.

Il presidente dell’ABREA, Eliezer João de Souza, ha sottolineato che il servizio è rivolto a tutte le religioni e, in effetti, un ministro spiritista e missionari cristiani hanno parlato al raduno. Con parole gentili hanno dato conforto a coloro che avevano perso i propri cari e hanno elogiato la comunione della famiglia ABREA. Lo slogan sul retro della maglietta indossata da uno dei relatori era apposito: “Gente semplice, fazendo coisas pequenas, em lugares não importantes, consegue mudanças extraordinárias.” La traduzione inglese è la seguente: “Gente semplice che fa piccole cose in luoghi poco importanti possono portare cambiamenti straordinari. ”

Leggi tutto

Francia. Riconosciuto il danno da paura a tutti i lavoratori dell’amianto

FONTE AREAONLINE.CH 

Autore Claudio Carrer

Dalla Francia giunge notizia di una storica vittoria giudiziaria delle vittime dell’amianto. In una sentenza dello scorso 5 aprile la Corte di cassazione ha infatti stabilito che tutti i lavoratori (non malati) che hanno subito un’esposizione possono domandare un indennizzo al datore di lavoro per il cosiddetto “danno da ansietà”. Un danno derivante dalla condizione di inquietudine permanente per il rischio della possibile comparsa in qualsiasi momento di una patologia legata all’amianto, che può manifestarsi anche a decenni di distanza.

Il riconoscimento della paura di ammalarsi come danno da indennizzare, nella giurisprudenza francese è una realtà già dal 2010, ma sin qui nei casi relativi all’amianto era limitato ai soli salariati degli stabilimenti considerati particolarmente a rischio e iscritti in speciali liste ministeriali.

Sostanzialmente a lavoratori addetti alla trasformazione dell’amianto, impiegati dei cantieri navali e edili. Ora, la Cassazione riconosce che qualunque salariato «esposto all’amianto e dunque al rischio elevato di sviluppare una patologia grave, può agire contro il suo datore di lavoro per essere venuto meno all’obbligo di garantire la sicurezza». Questi «anche se lo stabilimento non è contenuto nelle liste dei siti a rischio». Il lavoratore che chiede l’indennizzo dovrà però «dimostrare» l’avvenuta esposizione e il datore di lavoro avrà la possibilità di essere esentato se «dimostrerà» di aver adottato «tutte» le misure di sicurezza e di protezione della salute previste dalle leggi e dai regolamenti.

Con la nuova decisione adottata dall’assemblea plenaria della Corte di cassazione (la composizione più solenne), la Francia abbandona una giurisprudenza che i sindacati e le associazioni delle vittime hanno sempre bollato come «ingiusta, arbitraria e discriminatoria». Questo «ritorno all’equità», come è stato definito da più parti, è figlio di una decisione del 2018 della Corte d’appello di Parigi che aveva dato ragione a un ex lavoratore di una centrale termica che sollecitava un indennizzo per essere stato esposto alle fibre di amianto tra il 1973 e il 1988 nonostante il suo luogo di lavoro non figurasse nella famosa “lista”: i giudici gli accordarono 10.000 euro per il danno (con gli interessi) e lo stesso fecero per altri 108 suoi colleghi che si erano associati alla causa giudiziaria. Di qui l’occasione per la Cassazione di rivedere la propria giurisprudenza e «recuperare in termini di equità», perché finora «molti salariati» angosciati di sviluppare una malattia asbesto-correlata non potevano sin qui essere indennizzati nonostante «possano aver subito esposizione alle polveri di amianto in condizioni tali da compromettere gravemente la loro salute», conclude la Cassazione francese.

La situazione in Svizzera? «Siamo lontani anni luce»

In Svizzera sarebbe pensabile avanzare delle pretese di indennizzo nei confronti del datore di lavoro per un danno da paura? Abbiamo girato la domanda all’avvocato zurighese Martin Hablützel, specialista nel campo del diritto sulla responsabilità civile con una grossa esperienza proprio con le vittime dell’amianto. «In Svizzera – spiega – siamo indietro anni luce rispetto a questo tipo di indennizzi. Quello di “danno da paura” è un concetto estraneo alla nostra giurisprudenza».

Sarebbe impensabile intentare un processo?
Non lo escludo, ma le condizioni di partenza sono proibitive. È immaginabile l’ipotesi di avviare un “processo pilota”, ma in Svizzera presupporrebbe sicuramente la presenza per esempio di una malattia psichica dovuta alla paura di ammalarsi. La sola paura sicuramente non basta. In più bisognerebbe provare che l’esposizione sia stata causata dal datore di lavoro contro cui si intenta la causa e che questi ha omesso di adottare le necessarie misure di sicurezza e di protezione della salute. E infine andrebbe dimostrato il nesso di causalità tra la paura e la patologia psichica, che è in sé facilmente contestabile. Una controparte potrebbe per esempio sostenere che sia dovuta ad altri fattori privati, come un divorzio, un lutto o altro.

Sarebbe auspicabile un’evoluzione della giurisprudenza nella direzione di quella francese?
Certamente, perché è evidente che anche la sola paura lede l’integrità della persona. Nella mia esperienza vedo per esempio l’angoscia che vivono molti esposti all’amianto cui vengono diagnosticate placche pleuriche, che in sé non uccidono ma sono il segnale che l’amianto qualcosa ha causato. E la paura che possa subentrare il mesotelioma o altri tumori è in loro ben presente.

La giurisprudenza elvetica è influenzata dagli sviluppi che avvengono in altri paesi?
Fondamentalmente no, purtroppo. Nel campo della responsabilità civile solo in rarissimi casi succede che si faccia riferimento alla giurisprudenza tedesca.

5×1000 anno 2019: a te non costa nulla, sostieni l’Associazione Familiari Vittime dell’Amianto Emilia Romagna

Diario Prevenzione invita le lettrici e i lettori a dare una mano ad Afeva Emilia Romagna 

 

Bologna, 8 marzo 2019

Carissima/o,

In occasione della Dichiarazione dei redditi del 2019, senza alcuna spesa per te, con un semplice gesto, puoi destinare il 5×1000 all’Associazione Familiari e Vittime dell’Amianto Emilia Romagna.

E’ sufficiente indicare il codice fiscale dell’AFeVA ER :

C.F. 91374850377

 

Con questa scelta contribuirai alle attività dell’associazione, al finanziamento di progetti di ricerca per la cura del Mesotelioma realizzati nelle strutture pubbliche, a progetti informativi nelle scuole sul rischio amianto, nella tutela legale delle vittime, per una Regione senza Amianto

Vertenza Amianto CGIL-CISL-UIL: i diritti degli ex-esposti amianto nella piattaforma della manifestazione nazionale del 9 febbraio a ROMA

 

 

 

 

FONTE  AFEVAEMILIAROMAGNA

Con la lettera (scarica il testo completo)che potete leggere, CGIL-CISL-UIL invitano il movimento associativo degli ex-esposti amianto, dei familiari delle vittime dell’amianto e tutti i cittadini che chiedono un ambiente libero dall’amianto a partecipare alla manifestazione nazionale che si terrà sabato 9 febbraio 2019 a ROMA.

E’ un appuntamento inportante, ed è importante che il movimento sindacale abbia inserito nelle sue rivendicazioni al governo il tema amianto in tutte le sue articolazioni.

Non è un fulmine a ciel sereno, le richieste sindacali sono state portate a tutti i livelli istituzionali, dalla commissione parlamentare, all’incontro dell’8 novembre con i rappresentanti del ministero del lavoro.

Nonostante le dichiarazioni di disponibilità, e nonostante su questo tema tutti i gruppi parlamentari si siano espressi concordemente, nell’ambito della approvazione della Legge di Bilancio non è stata recepita nessuna delle richieste avanzate, anche quando erano a costo zero. (vedi l’articolo sulla Legge di Bilancio)

Attorno alle rivendicazioni delle vittime dell’amianto e della piattaforma di CGIL-CISL-UIL, si è nel frattempo stretta una convergenza di impostazione con ANCI e Conferenza delle Regioni, che hanno scritto ai Ministri Di Maio, Grillo e Costa chiedendo un incontro rapido per valutare le prossime iniziative sul tema Amianto. La risposta è ancora parziale, c’è la disponibilità del ministro Grillo, ma mancano ancora le risposte degli altri ministri, e come sappiamo il tema amianto va affrontato da un tavolo interministeriale, per le evidenti connessioni dei singoli temi. (leggi la lettera congiunta con ANCI e Conferenza delle Regioni)

Come AFeVA Emilia Romagna, rispondiamo positivamente all’invito e sollecitiamo gli iscritti all’Associazione a prendere contatto con le strutture sindacali territoriali e/o con gli sportelli AFeVA per verificare le modalità di partecipazione alla Manifestazione

(per Bologna contatta AFeVA lo 3357307499 o CGIL BO lo 051 6087340 per bus e treni)

Scarica il Volantone della Manifestazione del 9 febbraio

Ascolta l’appello di Maurizio Landini per la manifestazione su Radio Articolo 1

 

Ricorso in appello contro l’inaccettabile sentenza assolutoria per i manager Pirelli imputati per la morte di 28 lavoratori al processo Pirelli Bis

“Non ci fermeremo, lo dobbiamo alle vittime e ai loro famigliari. Continueremo a lottare, finché non avremo giustizia e i responsabili di questo genocidio non saranno fermati e puniti:  il nostro primo passo sarà il ricorso in appello! Questo non riporterà in vita i morti e non guarirà il dolore dei loro famigliari e dei malati, ma senz’altro ne eviterà altri perchè non si può concedere l’impunità a padroni e manager con teorie antiscientifiche. Così si afferma nella pratica che uccidere i lavoratori non è reato!”.
E’ quanto ha dichiarato Michele Michelino, presidente del Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio, non appena conosciute le motivazioni della Sentenza della V Sezione del Tribunale di Milano, presieduta dalla giudice Annamaria Gatto, che ha mandato assolti al processo Pirelli Bis  9 ex manager della Pirelli, imputati di omicidio colposo plurimo per la morte per mesotelioma di 28 lavoratori che hanno lavorato nell’azienda milanese fra gli anni ’70/’80. Ciò che è inaccetabile è che le motivazioni della sentenza siano state depositate     a due anni di distanza dalla sua emissione, in data 19 dicembre 2016, e soltanto dopo la protesta  dello stesso Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio, di Medicina Democratica, dell’ Associazione Italiana Esposti Amianto e delle parti civili, che  il 6 dicembre hanno presentato una segnalazione  al Presidente del Tribunale di Milano, Dr. Roberto Bichi, e al Presidente della V Sezione Penale del Tribunale di Milano, Dr. Ambrogio Moccia per denunciare il grave danno rappresentato da questo ritardo per le Parti Civili, rappresentate dall’avv. Laura Mara, impossibilitate di fatto ad agire.
” Quanto accaduto e le  motivazioni della sentenza- ha aggiunto Michele Michelino ci inducono a pensare che il segnale politico che sta dando il tribunale di Milano sia chiaro: questi processi non si devono più fare”.

Leggi tutto

Legge di Bilancio 2019: nulla per le vittime dell’amianto, inserire nel maxiemendamento le proposte di CGIL-CISL-UIL

Fonte Afeva Emilia Romagna

Dopo la manifestazione di CGIL-CISL-UIL dell’8 Novembre 2018 e dell’incontro col Ministero del Lavoro, dopo la proposta sindacale di emendamenti alla legge di bilancio, nonostante la condivisione pressochè unanime di tutte le forze politiche, sindacali e dell’associazionismo, nella legge di bilancio non c’è ancora nulla per la revisione delle provvigioni alle vittime NON Professionali dell’amianto e della revisione dei benefici previdenziali per gli ex-esposti amianto.

Leggi gli emendamenti proposti dalle OO.SS.

Leggi l’emendamento presentato da Debora Serracchiani

Le audizioni alla commissione della Camera dei Deputati avevano efficacemente illustrato le problematiche poste dalle OO.SS. e dalle Associazioni delle vittime dell’amianto. Guarda le audizioni di AFeVA 

Tutti i disegni di legge presentati dalle forze politiche di diverso orientamento convergevano in linea di massima sull’obiettivo di rendere più equi i trattamenti per le vittime dell’amianto, riconoscendo che si tratta di un problema di prima grandezza, al quale il legislatore deve porre mano.

Vedi tutte le proposte

Leggi tutto

CEMENTAL: Si terrà a Bologna il processo d’Appello

Fonte Afevaemiliaromagna

Pubblicato su Lascia un commento

Bologna, 4 dicembre 2018

Si era concluso con l’assoluzione (anche se dubitativa) di Franco Ponti (titolare della CEMENTAL) il processo di primo grado a Reggio Emilia per omicidio colposo di Luciano Nanetti, e con l’assoluzione per avvenuta prescrizione dall’accusa di lesioni (asbestosi) a Paolo Montanari per la patologia contratta nel lavoro alla CEMENTAL.

Avvocato D’Andrea

La procura generale della corte d’Appello di Bologna nella persona di Ignazio De Francisci ha depositato il ricorso per la revisione del processo Cemental. Ignazio De Francisci ha accolto infatti totalmente la richiesta delle parti civili rappresentate dall’avvocato Ernesto D’Andrea. Franco Ponti, l’ex titolare della fabbrica CEMENTAL di Correggio chiusa nell’89 e in cui si lavorava l’amianto era infatti stato assolto, tra la rabbia e la delusione dei famigliari e dei coinvolti, dalle accuse di omicidio colposo per la morte di Luciano Nanetti e di lesioni gravissime per la malattia, asbestosi, di Paolo Montanari, entrambi ex operai della fabbrica. Per Nanetti la sentenza aveva detto che ‘il fatto non sussiste per mancanza di prove certe’, per Montanari era intervenuta la prescrizione del reato.

Paolo Montanari

Nel caso di Paolo Montanari, dalla lettura delle motivazioni della sentenza, il processo non ha avanzato dubbi sulla correlazione della patologia con le condizioni di lavoro e la continuativa esposizione all’Amianto ma ha ritenuto che fosse scattata la prescrizione.

La Cemental era già stata portata due volte in tribunale, la prima volta nel 2002 in sede civile conclusa con il risarcimento danni della famiglia di Claudio Righi, ex operaio Cemental deceduto per un cancro.

La seconda volta invece l’azienda si è trovata a rispondere a un procedimento penale, finito con la condanna in primo grado per la morte di Giuseppe Cagarelli, un altro ex operaio deceduto dopo aver contratto il mesotelioma.

Leggi tutto

AFeVA:Audizione alla Commissione Lavoro della Camera di AFeVA su Pensioni ex-esposti amianto-Fondo vittime amianto.

Verso la manifestazione dell’8 Novembre – Audizione alla Commissione Lavoro della Camera di AFeVA su Pensioni ex-esposti amianto-Fondo vittime amianto.

Nicola Pondrano per AFeVA Casale Monferrato, Andrea Caselli – Milena Pareschi – Antonio Matteo per AFeVA Emilia Romagna, Salvatore Garau per AFeVA Sardegna hanno partecipato il 29 ottobre 2018 alla audizione della Commissione Lavoro della Camera.

Sono state rappresentate ai Deputati le rivendicazioni degli ex-esposti amianto e dei malati per patologie asbesto correlate per un intervento rapido e risolutivo per garantire i loro diritti previdenziali e assistenziali.

Si è trattato di un importante appuntamento che si collega alla mobilitazione prevista per Giovedì 8 Novembre col presidio previsto a ROMA davanti al Ministero del Lavoro    (vedi tutta la notizia e scopri come prenotare e partecipare).

Leggi tutta la notizia e guarda il video dell’audizione (40 min):

https://afevaemiliaromagna.org/2018/10/30/pensioni-ex-esposti-amianto-fondo-vittime-amianto-verso-la-manifestazione-dell8-novembre-audizione-alla-commissione-lavoro-della-camera-di-afeva/

Le vittime dell’amianto sulla scena del crimine

FONTE AREAONLINE.CH 

Autore : Claudio Carrer che ringraziamo 
..
Siamo a Cerdanyola del Vallès, cittadina di quasi 60.000 abitanti alla periferia della capitale catalana, nota per ospitare la sede principale della Uab (l’Università autonoma di Barcellona) con i suoi oltre 30.000 studenti, ma anche e soprattutto per la presenza del più grande stabilimento di tutta la Spagna della multinazionale del cemento-amianto Uralita, che qui ha operato tra il 1910 e il 1997 seminando dolore e morti e provocando un disastro ambientale di dimensioni incalcolabili. Non è un caso che inizi proprio in questa località, con un ricevimento istituzionale, il primo Incontro internazionale delle vittime dell’amianto che si è celebrato in Catalogna dal 4 al 6 ottobre e che ha visto la partecipazione di un centinaio di delegati di numerosi paesi.

Un incontro promosso dall’Associazione catalana delle vittime (Avaac) e dal Colectivo Ronda, una cooperativa di avvocate e avvocati fondata nel 1972 che da allora, con oltre 100 professionisti, porta avanti le cause giudiziarie per conto delle vittime dell’amianto in tutta la Spagna (ottenendo anche importanti risultati di cui diciamo a parte) e più in generale si batte “per convertire il diritto in uno strumento di trasformazione sociale e di risoluzione dei problemi che colpiscono le persone e la società”, per costruire “un mondo più solidale”. Di qui il «forte legame che dura da più di 40 anni» con Cerdanyola e con la vicina Ripollet, due comunità che «hanno sofferto e che soffrono come pochi a causa dell’amianto», afferma l’avvocata Raquel Lafuente denunciando come
siano state «le ambizioni economiche delle imprese che utilizzavano l’amianto a provocare tanti morti e tanto dolore». «Una tragedia – infatti – che si poteva evitare perché si sapeva già dagli anni 40 degli effetti negativi dell’amianto ma ciononostante si è continuato a utilizzarlo per decenni. E oggi a queste imprese che non domanderanno mai nemmeno perdono, bisogna chiedere conto del danno che hanno consapevolmente causato». «Con la nostra lotta – conclude l’avvocata del Colectivo – vogliamo fare in modo che non vi sia impunità, che non ci si dimentichi di quanto è capitato».

Una nuova ondata di morti

Dalle informazioni e dalle testimonianze che abbiamo potuto raccogliere, la situazione di Cerdanyola e Ripollet appare addirittura più drammatica di quella prodotta a Casale Monferrato (Alessandria) dalla svizzera Eternit. Considerata “Zona zero” dell’amianto di tutta la Spagna, qui i segni dell’attività industriale della Uralita (dove negli anni di massimo regime hanno lavorato più di 3.000 operai) sono tuttora ben presenti. La fabbrica di cemento-amianto più grande d’Europa, ormai in stato di abbandono, è ubicata lungo la ferrovia, a poche decine di metri dal centro di Cerdanyola. Ma con la dispersione diretta delle polveri ha prodotto danni ambientali in un raggio di almeno due chilometri, cioè nella maggior parte del territorio abitativo delle due città. Ma non solo: la prossimità ha favorito anche un uso indiscriminato dell’amianto per la costruzione di strade e edifici privati e pubblici (scuole e impianti sportivi in particolare). «Sotto i nostri piedi c’è amianto, perché gli scarti della lavorazione venivano utilizzati per realizzare il manto stradale, sentieri e vialetti, che successivamente sono stati semplicemente ricoperti con l’asfalto», racconta una funzionaria del Comune.

Leggi tutto

Progressi degli sforzi globali per vietare l’amianto

Fonte:  Segretariato Internazionale per la messa la bando dell’amianto

La settimana scorsa, gli incontri in diversi continenti hanno sottolineato le continue interazioni di attivisti internazionali che lavorano per eliminare il rischio di amianto e ottenere giustizia per le vittime in tutto il mondo. Dal 12 al 14 settembre 2018, si è svolta a Hanoi, in Vietnam, la conferenza annuale della Rete Asbestos Ban del Sud-est asiatico (SEABAN). Tra i partecipanti SEABAN erano presenti delegati ed esperti provenienti da undici paesi, tra cui rappresentanti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dell’Australia’s Aid Abroad (APHEDA), dell’America dell’Asbestos Safety and Eradication Agency, dell’Asian Ban Asbestos Network (ABAN), dell’Industrial Building and Woodworkers, Asia Monitorare il centro risorse e Suisse Solidar – tutti hanno formidabili track record nel quantificare e affrontare la moltitudine di sfide poste dall’uso diffuso e non regolamentato dell’amianto.
Tra gli obiettivi di questo evento SEABAN c’era la necessità di “trovare soluzioni per accelerare l’attuazione della risoluzione del governo vietnamita sul divieto dell’amianto prima del 2023”. 1)

Leggi tutto

Amianto: Relazione introduttiva unitaria alla riunione dei quadri sindacali Cgil Cisl Uil impegnati sulle problematiche dell’amianto

Pubblichiamo la Relazione introduttiva unitaria alla Riunione dei quadri sindacali Cgil Cisl Uil impegnati sulle problematiche dell’amianto. E’importante che sul tema amianto le OO.SS abbiano una posizione unitaria a tutela dei lavoratori già esposti e rispetto ai rischi di una reintroduzione dell’amianto in alcuni cicli produttivi ( vedi le posizioni dell’Amministrazione USA in materia ) .

Riunione quadri sindacali Cgil Cisl Uil impegnati sulle problematiche dell’amianto
Roma, 5 settembre 2018
Relazione introduttiva unitaria
Angelo Colombini
Segretario Confederale Cisl Nazionale

LA RELAZIONE

Il sindacato Unite: più di 1.000 ex  dipendenti  del personale di riparazione degli elicotteri Sea King hanno bisogno di controlli sull’esposizione all’amianto

Fonte Uniteunion.org

05 settembre 2018

A tutti i lavoratori che hanno servito elicotteri Sea King dal 1969 dovrebbero essere offerti controlli per l’esposizione all’amianto – non solo quelli attualmente impiegati dal Ministero della Difesa (Ministero della Difesa).

Unite, il più grande sindacato del paese, ha affermato di ritenere che ci siano più di 1.000 ex dipendenti del Ministero della Difesa che potrebbero essere stati esposti all’amianto mentre riparavano e manutenzionavano gli elicotteri Sea King, che sono entrati in servizio per la prima volta quasi 50 anni fa.

Unite è intervenuta dopo che il Ministero della Difesa ha emesso un avviso di informazione sulla difesa (DIN) ai dipendenti attuali consigliandoli di compilare un record personale sull’amianto con una copia al proprio medico di famiglia. Tuttavia, non vi è alcuna indicazione di consigli agli ex dipendenti che hanno lavorato ai Sea Kings .

Unite, il sindacato ufficiale nazionale per il Ministero della difesa Jim Kennedy ha scritto al Ministero della difesa chiedendo tre domande chiave:

• sono in atto sistemi per identificare tutti i dipendenti attuali che potrebbero essere stati esposti all’amianto?

• offrite consulenza di follow-up o accesso a controlli medici?

• quali misure sono in atto per notificare a tutti gli ex dipendenti del MoD il rischio che ora affrontano a causa di una precedente esposizione sconosciuta all’amianto mentre lavoravano al Sea King?

Il funzionario nazionale unitario Jim Kennedy ha scritto: “Ci sono oltre 1.000 impiegati ex-MoD che erano o potrebbero essere stati esposti all’amianto mentre lavoravano alla riparazione e alla struttura di manutenzione di Sea King.

“Saprai che il dovere di diligenza del MoD nei confronti della salute e del benessere dei propri dipendenti non cessa all’uscita dal lavoro, se nell’esercizio delle proprie funzioni i dipendenti sono potenzialmente esposti all’amianto il Ministero della difesa ha il dovere di curare di informare quelli preoccupato di queste nuove informazioni e di offrire una guida come il Ministero della Difesa ha fatto per i dipendenti attuali.

“Come qualcuno che ha fatto campagna per tutta la mia vita lavorativa per evidenziare i pericoli dell’esposizione all’amianto e l’effetto devastante che può avere, attraverso placche pleuriche, mesotelioma o altre malattie mortali, sono estremamente preoccupato per l’identificazione dell’esposizione all’amianto di manutenzione personale che lavora su elicotteri Sea King.

“Questo è un problema che Unite,  il sindacato prende molto sul serio.”

ENDS

Note

Unite ha recentemente lanciato un registro online in modo che i membri possano registrare in modo rapido e semplice quando sono stati esposti all’amianto e che tali informazioni vengano archiviate nel caso fosse necessario.

Per accedere al registro online vai a:

https://www.unitelegalservices.org/surveys/asbestos-questionnaire

Email: shaun.noble@unitetheunion.org

Twitter: @unitetheunion Facebook: unitetheunion1 Web: unitetheunion.org

Unite è il più grande sindacato d’Inghileterra e d’Irlanda con oltre 1,4 milioni di membri che lavorano in tutti i settori dell’economia. Il segretario generale è Len McCluskey.

Firma la Petizione per salvare il Museo del Lavoro e dell’amianto, per la Bonifica dell’Area, per la restituzione dell’area bonificata alla Città di Bologna

FONTE AFEVA

Bologna, 28 agosto 2018

Officine Grandi Riparazioni Bologna – Firma la Petizione per salvare il Museo del Lavoro e dell’amianto, per la Bonifica dell’Area, per la restituzione dell’area bonificata alla Città di Bologna

E’ stata pubblicata oggi – sulla piattaforma online Change.org una petizione per il recupero delle OGR di Bologna, dopo la sua dismissione avvenuta il primo luglio scorso, per chiedere al Gruppo FS che il Museo e i Monumenti ai caduti della resistenza e del Lavoro vengano mantenuti dove si trovano ora e che l’area venga totalmente bonificata dall’amianto e messa in sicurezza, che l’area e lo stabilimento vengano restituiti alla città.

Leggi la petizione ed il comunicato stampa e FIRMA la petizione – CLICCA QUI

   Andrea Caselli
Presidente AFEVA ER

La messa al bando dell’amianto non danneggia l’economia

Fonte:
Lucy P Allen, Jorge Baez, Mary Elizabeth C Stern, Ken Takahashi and Frank George. Trends and the Economic Effect of Asbestos Bans and Decline in Asbestos Consumption and Production Worldwide, International Journal of Environmental Research and Public Health, volume 15, number 3, page 531, 2018.

Sintesi dell’articolo apparso sul Bollettino del TUC britannico TUC RISK 7 APRILE 2018

La messa al bando dell’amianto non ha danneggiato le economie dei paesi che hanno messo al bando l’amianto. I ricercatori dell’Ufficio Europa della Organizzazione mondiale della Sanità, dell’Università di Sidney ed un gruppo di consulenti economici statutinensi hanno rilevato che le economie che hanno messo al bando l’amianto si sono rapidamente riprese, mentre i paesi che persistono nell’uso dell’amianto potranno attendere costi rilevanti come risultato.

I risultati pubblicati sulla rivista International Journal of Environmental Research e Public Health affermano : ” Nei paesi in cui è stato messo al bando l’amianto non abbiamo riscontrato un impatto economico negativo osservabile a seguito dell’istituzione di divieti. Nella misura in cui l’amianto rappresenta una quota altrettanto piccola nelle economie degli attuali consumatori, non ci si aspetta che un divieto simile abbia un grande impatto economico a livello nazionale. Da una parte nei paesi ove l’amianto è stato messo al bando la mancata produzione e/o consumo non ha ha avuto un impatto economico negativo. Al contrario l’uso continuato dell’amianto produce costi molto elevati per le bonifiche, rimozioni, interventi sanitari e assicurativi.