Climate change could lead to food-related civil unrest in UK within 50 years, say experts

This article is republished from The Conversation under a Creative Commons license. Read the original article.

Sarah Bridle, University of York and Aled Jones, Anglia Ruskin University

The emptying of supermarket shelves during the COVID pandemic demonstrated the chaos that disruption to the UK’s food supply can provoke. Could this type of disruption have a different cause in the future? And what might the impact on society be?

These are the questions we sought to answer in our new study, which involved surveying 58 leading UK food experts spanning academia, policy, charitable organisations and business.

Our findings indicate that food shortages stemming from extreme weather events could potentially lead to civil unrest in the UK within 50 years. Shortages of staple carbohydrates like wheat, bread, pasta and cereal appear to be the most likely triggers of such unrest.

The UK’s food system appears to be particularly vulnerable to significant disruption. This vulnerability can be attributed, in part, to its emphasis on efficiency at the expense of resilience (the ability to withstand and recover from shocks). This approach includes a heavy reliance on seasonal labour and practices like “just-in-time” supply chains, where products are delivered precisely when needed.

Our study emphasises the importance of developing plans to help the UK prepare for, and respond to, the risks associated with food shortages in the future.

Out of Stock sign on a supermarket shelf.
Customers emptied supermarket shelves in a panic during the COVID pandemic.
Kauka Jarvi/Shutterstock

Expert survey

We asked food experts to rate the likelihood of a scenario occurring in the UK in which more than 30,000 people suffered violent injury over the course of one year through events such as demonstrations or violent looting.

Just over 40% of these experts said they thought such a scenario was either “possible” or “more likely than not” in the next ten years. Over 50 years, nearly 80% of experts believed civil unrest was either possible, more likely than not, or “very likely”.

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La stella polare dell’universalismo in salute e in sanità

 

Fonte: Disuguaglianze di salute

 

La salute degli italiani è meno disuguale che in altri paesi europei grazie alla disponibilità di alcune risorse per la salute, tra cui l’accesso alle cure tramite il Servizio Sanitario Nazionale, gli stili di vita alimentari e la rete famigliare di aiuto, disponibilità ancora abbastanza uniforme tra gli strati sociali.  Si tratta di risorse fondamentali che hanno assicurato resilienza ai fattori ciclici di stress come le crisi economiche e sociali degli ultimi decenni, risorse quindi che vanno protette e rinforzate per continuare a promuovere salute e giustizia.

La pandemia ha insegnato nel bene e nel male che solo la concertazione tra responsabilità e politiche rilevanti per la salute, come quelle della sanità, dello sviluppo, del lavoro, dell’ambiente, dei trasporti, della scuola, della cultura e del tempo libero, è in grado di trovare le soluzioni adeguate per proteggere e migliorare i risultati di salute.

 

LABOSS è un laboratorio di idee che aiuta punti di vista e linguaggi differenti a confrontarsi sui temi più sensibili per l’universalismo in salute. Diverse discipline scientifiche (medicina e sanità pubblica, sociologia, economia, diritto), diversi ruoli di rappresentanza (amministratori, imprese e forze sociali, attivismo e comunicazione), diverse generazioni (giovani e vecchi professionisti) hanno così occasione di confrontarsi per comprendere meglio fenomeni anche controversi, come è accaduto nel seminario LABOSS di Fiesole 2023. A Fiesole si sono esaminati tre temi: la storia del sistema sanitario italiano alla luce dell’universalismo, la dialettica più recente del rapporto pubblico e privato in sanità, e l’impatto sulla salute (disuguale) di queste trasformazioni.  La documentazione preparatoria del seminario  è disponibile in copia al sito https://www.saluteinternazionale.info/2023/09/giornate-fiesolane-di-politica-sanitaria-6-8-settembre-2023-documentazione/. Si riassumono di seguito le principali conclusioni del seminario.

L’universalismo nelle cure e nella promozione della salute è la stella polare, di fondamento costituzionale, da seguire per continuare a garantire salute e benessere sempre più uguale nella popolazione e nei territori, sia in sanità che nelle politiche a impatto sulla salute.

Questo significa che il finanziamento dei livelli essenziali di assistenza LEA nel Servizio Sanitario Nazionale SSN deve rimanere su base fiscale e proporzionale alle capacità contributive, senza facoltà di opting out. Ogni altra copertura assicurativa privata o corporate deve riguardare livelli di assistenza integrativi e non sostitutivi, e non deve dar luogo a benefici fiscali che sottraggano risorse al SSN.  Il severo sottofinanziamento di cui soffrono i LEA del SSN potrebbe trovare compensazione a svantaggio di altri livelli essenziali di prestazione LEP in altri settori delle politiche pubbliche, decisione che richiede una solida base di conoscenze sul beneficio marginale prodotto dai vari LEA e LEP, conoscenze che richiedono un’adeguata metrica di misura del beneficio di queste diverse forme di tutela.  L’alternativa del razionamento di qualche LEA non è percorribile in assenza di una metrica comparativa del livello di tutela assicurato da ogni LEA. Ulteriore possibilità è l’aumento del prelievo fiscale, soprattutto quello di scopo per venire incontro al modello della economia e finanza di impatto sociale. Infine rimane la possibilità di aumentare la produttività, che in sanità significa soprattutto agire sull’appropriatezza, fattore ancora poco esplorato e difficile da operazionalizzare.

Sul versante dell’erogazione, il  ruolo del privato accreditato deve essere regolato sotto regia pubblica guidata esclusivamente dalla necessità di coprire il fabbisogno in modo efficiente. La libera professione risponde alla legittima esigenza di libertà di scelta  del medico e dell’assistito, ma deve essere regolata esclusivamente nell’intramoenia con tetti compatibili con gli scopi di soddisfazione del fabbisogno in urgenza. L’esternalizzazione di attività del SSN, soprattutto quelle più legate alle funzioni core del SSN (come le PPP, i medici di emergenza a gettone, i gruppi di cure primarie, la digitalizzazione, le Case della Comunità) deve essere giustificata in base a trasparente verifica sperimentale di convenienza nel rapporto costo-benefici/sicurezza, valutazione che può essere esigibile come condizione di approvazione della esternalizzazione stessa.

E’ impegno di LABOSS contribuire a far crescere le conoscenze su minacce, rischi e opportunità per l’universalismo e farle circolare nelle sedi dove possono aiutare i processi decisionali ad essere meglio informati.

A cura di Giuseppe Costa, Università di Torino,

giuseppe.costa@unito.it

 

A Rimini partita la formazione “V.I.V.”, Vigilanza idraulica Volontariato

Fonte : Protezione Civile ER

L’obiettivo è integrare il volontariato nelle attività del servizio di piena dell’Ufficio territoriale

Rimini – Mercoledì scorso, presso il Coordinamento del volontariato di protezione civile di Rimini, si è tenuto il primo step del percorso formativo-informativo inserito nel progetto “V.I.V. – Vigilanza idraulica Volontariato”, con la partecipazione di 15 volontari già formati sul rischio idraulico e sull’uso dei DPI (dispositivi di protezione individuale) di terza categoria, accompagnati dai referenti e dai presidenti delle organizzazioni di volontariato. formazione VIV

L’obiettivo del progetto è l’integrazione del volontariato nell’ambito delle attività del servizio di piena dell’Ufficio territoriale di Rimini, per il controllo nell’ordinario e in corso di evento dei tratti arginati del reticolo idrografico di competenza.

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Affrontare le condizioni di lavoro per migliorare la salute pubblica: una serie su The Lancet

 

Fonte IWH  che ringraziamo

12 ottobre 2023 (Toronto, Ontario) — Le condizioni di lavoro possono avere un impatto sulla salute e risultati sanitari diseguali tra la popolazione. Di conseguenza, i decisori dei diversi dipartimenti governativi dovrebbero prestare maggiore attenzione al lavoro come determinante sociale della salute.

Questo è il messaggio chiave di una serie di tre articoli pubblicati oggi su una delle riviste mediche più importanti al mondo, The Lancet . Nella serie, gli autori sostengono che il lavoro non viene utilizzato al massimo delle sue potenzialità come mezzo per affrontare le disuguaglianze sanitarie.

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Connessioni 13 ottobre 2023. Fatti, eventi, report di ricerca e dati per capire meglio cosa succede….

Connessioni 2

13 ottobre 2023

fatti, eventi, report di ricerca e dati per capire meglio cosa succede nel campo della prevenzione e della salute negli ambienti di vita e di lavoro.

Siamo alla seconda edizione della rubrica Connessioni di Diario Prevenzione.

 

Stavolta parliamo di

  • Una ricerca INRS Francia ha confermato che esiste un legame consolidato tra sinistri e performance economica dell’impresa.
  • INAIL – Relazione annuale sugli infortuni sul lavoro e sulle malattie professionali
  • Ancora sul Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza  condannato
  • Pubblicate due schede informative INAIL che trattano i nanomateriali e l’esposizione occupazionale al benzenE
  • Il lungo assedio al Ssn di Nerina Dirindin

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INRS Francia

Una ricerca INRS Francia ha confermato che esiste un legame consolidato tra sinistri e performance economica dell’impresa.

Uno studio dell’INRS ha analizzato i dati di 1,9 milioni aziende francesi per un periodo di 15 anni. I risultati mostrano che una maggiore frequenza di infortuni sul lavoro è associata ad un calo della performance economica dell’impresa.
Riportiamo alcuni approfondimenti di Bertrand Delecroix, coautore di questo lavoro.

Il lavoro svolto in questo studio dell’INRS adotta una metodologia econometrica . L’obiettivo era quello di studiare il legame statistico tra gli indicatori di performance economica delle aziende e la frequenza degli infortuni sul lavoro. Questo lavoro mirava a rispondere alle preoccupazioni di tutti i soggetti interessati alla salute e sicurezza sul lavoro (Assicurazione sanitaria – Rischi professionali, servizi di prevenzione e salute sul lavoro, ecc.) che desiderano avere ulteriori argomenti per incoraggiare le aziende ad adottare maggiori misure preventive.

L’obiettivo di questo studio era quello di effettuare una valutazione statistica su larga scala, combinando tutti i settori di attività, al fine di fornire prove scientifiche sull’esistenza e l’importanza del legame tra il tasso di perdita delle imprese e la loro performance economica. E in definitiva per rispondere alla domanda: “Possiamo dire che più risorse un’azienda dedica alla prevenzione dei rischi professionali, più è economicamente efficiente? “.
Il vantaggio di questo lavoro risiede nell’ampia gamma di aziende monitorate e nella durata studiata, che sono piuttosto uniche. Provenienti dalle banche dati INSEE e Cnam, i dati utilizzati hanno riguardato 1,977 milioni di imprese francesi dipendenti dal regime generale, appartenenti a 83 rami professionali, monitorate sull’intero o parte del periodo dal 2003 al 2017 , ovvero 15 anni. In totale, sono state analizzate più di 14 milioni di osservazioni .

Il modello utilizzato dal team dell’INRS collegava, per ciascuna azienda, gli indicatori di performance economica (produttività, profitto) ai fattori di produzione (capitale, lavoro). Il contributo scientifico a questo studio è quello di aver integrato in questo modello le variabili relative all’esperienza della perdita (frequenza e gravità degli infortuni sul lavoro).La lezione più importante è che il tasso di sinistralità e la performance economica dell’azienda sono negativamente e significativamente legati . Un aumento del 10% della frequenza degli infortuni sul lavoro AT (Accident Travail AT nde) riduce la produttività dell’azienda dello 0,12% e il suo profitto dello 0,11% nello stesso anno. E questo effetto è ancora molto presente l’anno successivo.

Una seconda lezione è che l’importanza di questo effetto dipende molto dalla dimensione delle aziende. Per le aziende con meno di 20 dipendenti, questo aumento del 10% della frequenza dell’AT porta ad una riduzione dello 0,38% della produttività e dello 0,24% del profitto. Qualunque sia la dimensione dell’azienda, un AT interrompe la produzione e quindi riduce la produttività. Questo effetto è tanto più importante per le piccole imprese che sono più limitate in termini di personale e attrezzature per far fronte rapidamente alla disorganizzazione causata dall’AT.
I riferimenti per questa ricerca :  INRS

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INAIL – Relazione annuale sugli infortuni sul lavoro e sulle malattie professionali

Salute e sicurezza sul lavoro, presentata la Relazione annuale Inail 2022

https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/pubblicazioni/rapporti-e-relazioni-inail/relazione-annuale-anno-2022.html

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Ancora sul Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza  condannato

Sulla Sentenza della Cassazione Penale n° 38914 del 25/09/2023 segnaliamo ancora una serie di articoli e documenti importanti. Il primo riguarda un articolo del Prof.Pascucci, giuslavorista, Direttore della Rivista Diritto della Sicurezza sul lavoro. La Rivista intende aprire ed ospitare un dibattito tra gli studiosi del diritto della salute e della sicurezza sul lavoro su questa pronuncia che, a quanto consta, non ha precedenti. Per leggere l’articolo vai a
https://journals.uniurb.it/index.php/dsl/article/view/4344

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È accaduto ieri un ennesimo grave infortunio di un lavoratore delle ferrovie.

Fonte: Ancora in marcia 

Il fatto sarebbe accaduto intorno alle 13.30 di ieri a Gallarate Hupac: due locomotive vengono sganciate, una delle due si muove indebitamente e abbatte il tronchino di ricovero ma nel frattempo un ferroviere è rimasto ferito.

Da quanto abbiamo appreso “Il ferito sarebbe un lavoratore di Captrain di 30 anni che era impegnato nelle operazioni di sgancio ed è rimasto semi-schiacciato da una delle due locomotive che a quanto pare risultava non frenata e, probabilmente a causa della pendenza del binario, dopo aver travolto il collega ha abbattuto il tronchino e un muro adiacente”.

Si tratta di un infortunio molto grave: “l’uomo ha riportato traumi al torace, all’addome e ad una gamba… dalle notizie in nostro possesso, non risulta in pericolo di vita ma le ferite sono serie.”

Le indagini sono affidati alla Polizia Ferroviaria e sul posto si è recato anche il personale di Ats Insubria, competente per gli incidenti sul lavoro.”

Questo grave incidente rappresenta l’ennesimo episodio, in poco tempo, di carenza di sicurezza delle ferrovie italiane: non possiamo dimenticare i recenti fatti della strage di Brandizzo e il tardivo soccorso del macchinista della Toscana colto da malore. Ma la memoria va anche all’infortunio mortale del nostro collega Leone, deceduto a Torino Orbassano proprio durante le fasi di aggancio della locomotiva.

È indispensabile che si intervenga al più presto per ritornare ad avere delle ferrovie sicure, in particolare per tutelare i ferrovieri stessi.

L.E.S.S. Lombardy Exibition on Safety and Security Less or More?

 

L’impegno di Regione Lombardia:
meno infortuni e morti sul lavoro e più sicurezza
Milano, 23/27 ottobre 2023

Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro 2023

La Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, si svolge ogni anno in ottobre (43esima  settimana dell’anno) e rappresenta il punto culminante di ogni campagna «Ambienti di lavoro sani e sicuri».
Regione Lombardia, in collaborazione con le ATS del territorio regionale, intende aderire alla settimana organizzando una serie di iniziative, eventi e convegni per promuovere e favorire la cultura della
Salute e Sicurezza sui Luoghi di Lavoro, dal 23 al 27 ottobre 2023.

Vedi il Programma delle iniziative

LombardyExibitionSafetySecurity_programma

Per scaricare il Programma formato pdf CLICCA QUI 

Le esportazioni di amianto sono sicure, dicono i russi, ma i radiatori contenenti guarnizioni d’amianto cinesi sono tossici!

Fonte  LKA Blog

 

Autrice : Laurie Kazan-Allen

A volte non è proprio possibile far quadrare il cerchio. Secondo le parti interessate all’amianto in Russia – il principale produttore mondiale di amianto crisotilo (bianco) – l’uso dell’amianto è perfettamente sicuro. Questo minerale è, secondo la lobby del crisotilo, una risorsa vitale per i paesi in via di sviluppo; ciò che gli interessi acquisiti non dicono è che si tratta di una fonte inestimabile di valuta estera, senza la quale l’industria morirebbe.

Dal 2016, la spesa annuale della Cina per l’amianto russo è cresciuta del 93%, passando da 28 a circa 54 milioni di dollari. 1 Nel 2022, l’importazione di circa 174.000 tonnellate di amianto russo ha rappresentato quasi i 2/3 di tutto l’amianto consumato in Cina. 2

Considerando che i mercati per le esportazioni di amianto russo si stanno contraendo – ad esempio in Sri Lanka e Indonesia – e che le sanzioni occidentali hanno creato un incubo logistico per il settore – secondo un produttore di prodotti da costruzione dello Zimbabwe, le spedizioni di amianto russo sono cessate nel 2022- 3  voi pensereste che le parti interessate del settore avrebbero adottato misure per dare priorità agli interessi del Paese che l’anno scorso ha acquistato quasi il 30% di tutta la produzione russa.

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Salute e sicurezza sul lavoro, presentata la Relazione annuale Inail 2022

Fonte Inail-it

Nell’Auditorium della Direzione generale di Roma, il commissario straordinario, Fabrizio D’Ascenzo, ha illustrato al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone, e alle altre autorità presenti i dati sull’andamento di infortuni e malattie professionali, le attività realizzate sui fronti della ricerca, della prevenzione, della riabilitazione e degli investimenti, i risultati economici e gli obiettivi prioritari per affrontare le sfide del futuro

Salute e sicurezza sul lavoro, presentata la Relazione annuale Inail 2022

ROMA – Il commissario straordinario dell’Inail, Fabrizio D’Ascenzo, questa mattina a Roma, presso l’Auditorium della Direzione generale di piazzale Pastore, ha presentato la Relazione annuale 2022, che illustra l’andamento di infortuni e malattie professionali, le attività realizzate dall’Istituto sui fronti della ricerca, della prevenzione, della riabilitazione e degli investimenti, i risultati economici conseguiti e gli obiettivi strategici per affrontare le sfide del futuro. Nel 2022 sono stati denunciati all’Inail 703.432 infortuni sul lavoro, circa 139mila in più rispetto agli oltre 564mila del 2021 (+24,6%). L’aumento è dovuto sia ai contagi professionali da Covid-19, passati dai 49mila del 2021 ai 120mila del 2022, sia agli infortuni “tradizionali”, che hanno fatto registrare un incremento di oltre il 13%. Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono stati 429.004, in aumento del 18,2% rispetto ai 363.074 dell’anno precedente. Circa il 15% è avvenuto “fuori dell’azienda”, cioè “in occasione di lavoro con mezzo di trasporto” o “in itinere”, nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro.

Casi mortali in calo, il 60% è avvenuto “fuori dell’azienda”. Le denunce di infortunio con esito mortale sono state 1.208, con un decremento del 15,2% rispetto alle 1.425 del 2021. Questa contrazione è legata interamente ai decessi causati dal contagio da Covid-19, passati dagli oltre 230 casi del 2021 agli otto del 2022. Gli infortuni mortali accertati sul lavoro sono stati 606, in calo del 21,7% rispetto ai 774 dell’anno precedente. Quelli avvenuti “fuori dell’azienda” sono 365, pari a circa il 60% del totale (45 casi sono ancora in istruttoria). Gli incidenti plurimi, che hanno cioè causato la morte di più lavoratori, nel 2022 sono stati 19 per un totale di 46 decessi, 44 dei quali stradali.

Le patologie denunciate in crescita del 9,9% rispetto al 2021. I dati del 2022 indicano anche un aumento delle denunce di malattia professionale in confronto al 2021 e soprattutto rispetto al 2020, anno in cui il fenomeno risultava ridotto a causa della pandemia. Le patologie lavoro-correlate denunciate all’Istituto sono state quasi 61mila, in crescita del 9,9% rispetto alle oltre 55mila del 2021 e in calo dello 0,9% rispetto alle oltre 61mila del 2019. Al momento è stata riconosciuta la causa professionale a circa 22mila casi, mentre il 9% è ancora in istruttoria. Le denunce riguardano le malattie e non i lavoratori ammalati, che sono circa 42mila, di cui 16.500 con causa professionale riconosciuta. Per leggere la Relazione annuale >>> vai  alla fonte

SUVA . Lavorare sui tetti: protezione anticaduta, un documento utile.

Segnaliamo questo elaborato dell’Ente SUVA che assicura i lavoratori svizzeri per infortuni e malattie professionali

Questo documento è uno strumento utile per comprendere le modalità operative e le prescrizioni che SUVA indica agli imprenditori del settore e ai lavoratori. Per il lettore italiano un’avvertenza: nel documento SUVA si fa riferimento alla normativaa svizzere in materia, per l’Italia valgono il D.Lgs 81/2008 e i relativi allegati…

 

Lavorare sui tetti: protezione anticaduta

A partire da un’altezza di due metri, la protezione anticaduta è obbligatoria. È importante pianificarla già durante la fase preliminare ai lavori. Le misure di protezione collettiva hanno sempre la precedenza sulla protezione individuale. Qui trovate informazioni e raccomandazioni per i lavori sui tetti.

Per leggere il Documento  SUVA clicca QUI

L’assurda sentenza che condanna il rappresentante dei lavoratori per la morte del collega

Fonte IlManifestoinrete.it che ringraziamo

Autore: Beniamino Deidda

Con la sentenza del 25 settembre 2023 la Corte di Cassazione ha per la prima volta attribuito al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Rls) la responsabilità dell’omicidio di un lavoratore «per aver omesso di promuovere l’elaborazione, l’individuazione e l’attuazione delle misure di prevenzione idonee a tutelare la salute e l’integrità fisica dei lavoratori, di sollecitare il datore di lavoro ad effettuare la formazione dei dipendenti … e di informare i responsabili dell’azienda dei rischi connessi all’utilizzo, da parte del C.C., del carrello elevatore».
Si tratta di una sentenza che capovolge la logica dell’attribuzione della responsabilità dell’elaborazione e dell’applicazione dei sistemi di sicurezza che, finora, com’è noto, gravava sul datore di lavoro e i suoi collaboratori.

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Quale futuro per il ruolo del RLS ? Podcast di Diario Prevenzione 6 ottobre 2023 – Puntata n° 112

 

Benvenute/i ad un  Podcast senza fronzoli

a cura di Gino Rubini

In questa puntata parliamo di :

– “Oltre la Rete: salute e sicurezza sul lavoro nella pesca professionale”
– Inquinamento dell’aria in Europa: livelli ancora superiori alla soglia di sicurezza, soprattutto per i bambini
– Reggio Emilia ad Amianto Zero – 11 ottobre 2023
– Una sentenza sulla quale riflettere: Quale futuro per il ruolo del RLS ?
– Infortuni mortali sul lavoro. Alcune riflessioni amare sugli (ultimi?) eventi

Buon ascolto !

 

La nuova rubrica Connessioni. Una sentenza sulla quale riflettere.

Connessioni 01 – 5 ottobre 2023
fatti, eventi, report di ricerca e dati per capire meglio cosa succede nel campo della prevenzione negli ambienti di vita e di lavoro.

Diario Prevenzione inaugura questa rubrica che ha lo scopo di mettere in evidenza i fatti più importanti in materia di prevenzione.  Gli articoli pubblicati in questa rubrica hanno l’obiettivo di collegare fatti, eventi e dati di ricerca che rendano al meglio l’idea di come siamo messi nella gestione della sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro.

Questa settimana mettiamo in evidenza una Sentenza della Cassazione Penale n° 38914 del 25/09/2023 che ha confermato la sentenza di condanna per “cooperazione colposa nel delitto di omicidio colposo” al Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, (si tratta del primo caso di condanna di un RLS) che apre una serie di interrogativi sul futuro di questa figura di rappresentanza. (Vedi la Nota di Roberto Canciani)  Peraltro nel testo della sentenza abbiamo individuato la confusione che il giudicante fa rispetto al ruolo del RLS che definisce impropriamente “Responsabile dei lavoratori per la sicurezza”. Da questa definizione inappropriata deriva, verosimilmente, anche l’orientamento che ha determinato la sentenza…

L’effetto facilmente prevedibile di una sentenza come questa sarà quello di produrre un’ampia indisponibilità di lavoratori e lavoratrici a candidarsi per essere eletti ad un ruolo di responsabilità (ora anche penale) molto spesso senza poteri concreti per esercitarlo .

Con lo stipendio da operaio quale sarà quel lavoratore che assumerà il rischio di spese legali per la propria difesa nel caso di imputazione?

Chi pagherà l’assicurazione al RLS rispetto ai rischi di finire sul lastrico in caso di sentenze che gli richiedano risarcimenti patrimoniali ?

Da vecchio sindacalista, dopo questa sentenza,  sconsiglierei qualsiasi lavoratore  a candidarsi al ruolo di RLS in assenza di una definizione normativa chiara delle responsabilità civili e penali per chi venga eletto a ricoprire questo ruolo di rappresentanza volontaria.  

Questa sentenza non contribuirà certamente a rafforzare la partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici al sistema di gestione della sicurezza a livello aziendale. Ai giudicanti presenti e futuri  si raccomanda la lettura dell’art.11 della Direttiva CE 391.89, in particolare al comma 4) : ” I lavoratori di cui al paragrafo 2 ed i rappresentanti dei lavoratori di cui ai paragrafi 2 e 3 non possono subire pregiudizio a causa delle rispettive attività contemplate ai paragrafi 2 e 3 “.  

Sempre all’interno dell’orizzonte della sicurezza nel lavoro segnaliamo l’articolo di Maurizio Mazzetti:” Infortuni mortali sul lavoro. Alcune riflessioni amare sugli (ultimi?) eventi”

Molta strada è da percorrere per fare fronte ai processi di frantumazione che sono avvenuti nel mondo del lavoro che hanno depotenziato le capacità  di gestione della sicurezza. Solo la capacità dei soggetti presenti ogni giorno all’interno dell’impresa di essere promotori e agenti collaborativi potrà invertire questa entropia organizzativa che vede le aziende affidare la gestione della sicurezza alla fortuna e/o al caso. Si dice che sono necessari più controlli.

Certamente i controlli delle autorità preposte sono insufficienti, mancano i controllori. Ottocento assunzioni al INL sono importanti ma del tutto insufficienti: ce ne vorrebbero 5 volte tanto. Tuttavia senza una presenza attiva e dinamica dei lavoratori e dei tecnici che vivono all’interno dell’azienda i controlli da soli non bastano.

Sul tema dei controlli torneremo anche se vogliamo ribadire che occorre che siano i lavoratori a rifiutarsi di lavorare in condizioni di insicurezza. Sappiamo che è difficile ma è un passaggio ineludibile. Nelle prossime puntate affronteremo le connessioni tra cambiamenti climatici e sicurezza sul lavoro.

Gino Rubini, editor di Diario Prevenzione

28/9/2023 – Convegno Nazionale “Oltre la Rete: salute e sicurezza sul lavoro nella pesca professionale”

In occasione della pubblicazione dell’ebook
“OLTRE LA RETE: Salute e sicurezza sul lavoro nella pesca professionale”
ISTITUTO “A. VESPUCCI” – Strada Vicinale Rotonda— Loc. I Cala – MOLFETTA (BA)
28 settembre 2023 – Ore 8.30—17.30 si è celebrato il   Convegno nazionale ASL Bari – Regione Puglia con la collaborazione di Federpesca e CIIP e il patrocinio di ISS e SNOP

Le presentazioni esposte durante il Convegno sono disponibili sul sito della C.I.I.P 

Per scaricare l’ebook “Oltre la rete” cliccare qui

ETUI: Le frazioni e il peso delle malattie cardiovascolari e della depressione attribuibili alle esposizioni lavorative psicosociali nell’Unione Europea

Questo progetto di ricerca finanziato dall’ETUI perseguiva due obiettivi:
  1. stimare le frazioni di malattie cardiovascolari e depressione attribuibili a cinque diversi fattori di lavoro psicosociale, vale a dire stress lavorativo, squilibrio impegno-ricompensa, insicurezza lavorativa, orari di lavoro lunghi e bullismo in Europa (35 paesi, inclusi 28 paesi dell’Unione Europea), per ciascuno paese e tutti i paesi presi insieme, nel 2015;
  2. stimare il carico annuale di malattie cardiovascolari e depressione attribuibili alle cinque esposizioni lavorative psicosociali in 28 paesi dell’Unione Europea (EU28) nel 2015, in termini di casi prevalenti, decessi, anni di vita persi (YLL), anni di vita persi a causa di disabilità (YLD) e anni di vita corretti per disabilità (DALY).

Le frazioni attribuibili (AF) della depressione erano tutte significative nell’UE28: tensione lavorativa (16%), insicurezza lavorativa (9%), bullismo (9%) e squilibrio impegno-ricompensa (6%). Gli AF della depressione erano più alti di quelli delle malattie cardiovascolari (per tutte le esposizioni tranne i lunghi orari di lavoro). Le AF delle malattie cardiovascolari (comprese le malattie coronariche/ischemiche (CHD), ictus, fibrillazione atriale, malattia delle arterie periferiche, tromboembolia venosa) variavano dall’1% all’11%. La maggior parte delle AF erano significativamente diverse da zero, ad eccezione della coppia sforzo lavoro-corsa. Sono state osservate differenze negli AF tra i paesi per tutte le coppie di esiti dell’esposizione relativi all’esito della depressione e anche all’esposizione a lunghi orari di lavoro. Sono state riscontrate differenze tra i sessi per orari di lavoro lunghi,

Il nostro studio ha mostrato un elevato carico di CHD e depressione attribuibile alle esposizioni lavorative psicosociali studiate nell’UE28 nel 2015, con un carico più elevato di depressione.

Per scaricare il file pdf del Report Clicca  QUI

Processo Caffaro, senza  parti civili chi difenderà gli interessi del territorio?

Fonte MedicinaDemocratica

 

 COMUNICATO STAMPA

Sconcerto e preoccupazione di Medicina Democratica per l’esclusione come parte civile dal processo Caffaro, Marco Caldiroli “Chi rappresenterà gli interessi della popolazione e del territorio, gravemente danneggiati dall’inquinamento ambientale?”

Milano, 27 settembre 2023  “Sconcerto,  è il termine che meglio esprime la reazione di Medicina Democratica  a fronte della esclusione quale parte civile nel processo che si aprirà a Brescia per gli episodi più recenti di inquinamento dal sito ex Caffaro”, è quanto ha dichiarato Marco Caldiroli, presidente  di Medicina Democratica, a commento  della decisione di ieri del GUP  che ha escluso le parti civili come Medicina Democratica, Codacons e Lac.

E’ la prima volta che accade un fatto simile e sono incomprensibili e ragioni di una tale esclusione vista la ponderosa documentazione in due faldoni presentata dalla avvocata di Medicina Democratica Laura Mara, che espresso per questo profonda amarezza.

“Siamo convinti  – ha aggiunto Marco Caldiroli – di avere tutte le carte in regola per rappresentare nel processo le ragioni delle popolazioni e dei lavoratori esposti, loro malgrado, a sostanze tossiche anche negli ambienti di vita e nell’acqua. Come in molte altre occasioni, oltre ai nostri fini statutari di tutela della salute e dell’ambiente, nel caso di Brescia abbiamo documentato le attività specifiche sul problema da decenni”.

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Inquinamento dell’aria in Europa: livelli ancora superiori alla soglia di sicurezza, soprattutto per i bambini

Fonte:  EEA 

Secondo le valutazioni sulla qualità dell’aria pubblicate oggi dall’Agenzia europea dell’ambiente (AEA), occorre fare di più per proteggere la salute dei bambini e degli adolescenti dagli effetti negativi dell’inquinamento dell’aria, che provoca ogni anno oltre 1 200 morti premature nella fascia di età sotto i 18 anni in Europa e aumenta significativamente il rischio di malattie nelle fasce di età successive. Nonostante i miglioramenti degli ultimi anni, i livelli dei principali inquinanti atmosferici in molti paesi europei rimangono ostinatamente al di sopra delle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità, soprattutto nell’Europa centro-orientale e in Italia.

I livelli di inquinamento dell’aria in tutta Europa sono ancora in salubri e le politiche europee in materia di qualità dell’aria dovrebbero mirare a proteggere tutti i cittadini , ma soprattutto i più giovani , che sono i più vulnerabili agli impatti sulla salute dell’inquinamento dell’aria . È urgente continuare a rafforzare le misure a livello europeo, nazionale e locale per proteggerli , perché non possono farlo da soli . Il modo più sicuro per tenerli al sicuro è rendere l’aria che respiriamo tutti più pulita .

Hans Bruyninckx, Direttore esecutivo dell’AEA

Sebbene le emissioni dei principali inquinanti atmosferici siano diminuite negli ultimi decenni, i livelli di inquinamento dell’aria in Europa rimangono superiori alla soglia di sicurezza. I bambini e gli adolescenti sono particolarmente vulnerabili all’inquinamento dell’aria perché i loro organismiorgani e sistemi immunitari sono ancora in fase di sviluppoTale forma di inquinamento danneggia la salute durante l’infanzia e aumenta il rischio di malattie in età avanzatasecondo la nota informativa dell’AEA «Air pollution and children’s health» (Inquinamento dell’aria e salute dei bambini).

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Les produits de santé : une filière de poids dans les échanges internationaux

Deniz Unal, CEPII; Aude Sztulman, Université Paris Dauphine – PSL; Guillaume Gaulier, CEPII et Pierre Cotterlaz, CEPII

Les échanges internationaux de produits de santé ont pris leur essor à partir des années 2000, dans une vague d’ouverture globale amorcée par la création de l’Organisation mondiale du commerce (OMC) à la fin du cycle d’Uruguay en 1994. C’est dans ce cadre que l’Accord pharmaceutique plurilatéral a été négocié entre pays avancés pour supprimer les droits de douane sur un certain nombre de produits dont la liste a ensuite été élargie au fil des renégociations.

Sur les médicaments par exemple, les droits de douane appliqués sont aujourd’hui très faibles, voire nuls dans les pays avancés, et ont été ramenés de 6,7 % à 2,5 % en moyenne depuis 1994 dans les pays en développement. L’ouverture des pays émergents et l’application de normes environnementales, plus ou moins contraignantes selon les zones géographiques, ont aussi eu un impact décisif sur la fabrication des produits de santé qui s’est de plus en plus internationalisée le long des chaînes de valeur. La traçabilité de ces biens essentiels à la vie est dans le même temps devenue plus opaque.

Leur classement insuffisamment détaillé et épars dans les nomenclatures internationales de commerce et de production contribue à cette opacité. On trouve ainsi des produits de santé parmi les produits chimiques, électriques, électroniques ou encore textiles. Mathias Helble, économiste à l’OMC, est le premier à avoir regroupé ces produits dans une liste pour apprécier l’importance et l’évolution des importations répondant aux besoins des systèmes de santé nationaux.

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I determinanti politici della salute

 

Fonte saluteinternazionale.info che ringraziamo

Autori:  Primo Buscemi, Gabriele Cerini, Francesco Giannuzzi, Simone Iadevaia e Lorenzo Latella

I determinanti politici della salute, agendo a monte rispetto ai determinanti sociali, influenzano la salute della popolazione e contribuiscono ad attenuare o esacerbare le disuguaglianze di salute.

L’influenza dei determinanti sociali sulla salute delle popolazioni è al giorno d’oggi ampiamente riconosciuta. La World Health Organization (WHO) definisce i determinanti sociali di salute come quei fattori non medici che influenzano la salute, comprendenti le condizioni in cui le persone nascono, crescono, lavorano, vivono e invecchiano e, in senso più ampio, l’insieme delle forze e dei sistemi che plasmano le condizioni di vita quotidiane. Questi ultimi includono le norme sociali, le politiche economiche e il sistema politico. [1]

Daniel E. Dawes, uno dei principali promotori dell’Affordable Care Act (ObamaCare), nonché consulente per la COVID-19 Health Equity Task Force della Casa Bianca, ha pubblicato nel 2020 un libro in cui sostiene che i fattori politici dovrebbero essere considerati in modo distinto dai determinanti sociali della salute. [2] Infatti, quelli che Dawes definisce determinanti politici della salute, agiscono a monte rispetto ai determinanti sociali della salute, svolgendo un ruolo fondamentale nel generare, sostenere ed esacerbare i determinanti sociali, che a loro volta influenzano la salute della popolazione, attenuando o incrementando le disuguaglianze di salute.

A livello globale, sono molti gli esempi dell’impatto della politica sulla salute della popolazione: la iniqua distribuzione dei vaccini anti-Covid-19 nel mondo (sottolineati da varie dichiarazioni WHO), il reclutamento di operatori sanitari da parte di paesi sviluppati che soffrono carenze di personale in paesi da cui originano flussi migratori, le politiche di assimilazione razziale di fine ‘800 in Australia che portarono alla “Generazione Rubata” (vedi Nota) con gravi conseguenze sulla salute fisica e mentale degli individui, le conseguenze della Brexit sulla salute e l’assistenza sanitaria nel Regno Unito e nei paesi dell’Unione Europea (per approfondire: “La Brexit fa male alla salute”). [3]

Una nuova cornice concettuale

Dawes definisce i determinanti politici della salute come quei fattori “implicanti il processo sistematico di strutturare le relazioni, allocare le risorse e amministrare il potere, che operano simultaneamente, rafforzandosi reciprocamente o influenzandosi a vicenda, per determinare le opportunità che possono ridurre o esacerbare le disuguaglianze di salute”. I determinanti politici della salute creano le condizioni strutturali e i fattori sociali che, a loro volta, influenzano tutte le dinamiche coinvolte nella salute, come, ad esempio, le condizioni ambientali, la sicurezza nei trasporti, l’insicurezza abitativa e la mancanza di opzioni alimentari sane. Riflettere sul ruolo che svolgono i determinanti politici significa analizzare come il potere, le istituzioni, gli interessi e le posizioni ideologiche possono influenzare la salute nel contesto di differenti sistemi politici e culture, e a diversi livelli di governance.

 

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GB. Scusa Stato | L’impatto disgustoso di un cane da guardia addomesticato

 

Per una maggiore conoscenza su come sono gestiti i problemi della salute e della sicurezza nel lavoro riprendiamo dalla Rivista Hazards questo articolo che descrive molto bene il degrado della gestione della tematica sicurezza da paerte dello stato inglese. Come sempre per un utilizzo professionale dell’articolo raccomandiamo di fare riferimento al testo inc lingua originale. editor 

FONTE HAZARDS CHE RIGRAZIAMO

Non è un buon momento per essere un regolatore. Il governo conservatore è contrario alla regolamentazione e l’Health and Safety Executive (HSE) ha visto il suo lavoro crescere e il budget ridursi. Ma, avverte Rory O’Neill , redattore di Hazards , il cane da guardia ha anche accettato un approccio non interventista dei Tory che ha visto crollare la responsabilità e aumentare i danni legati al lavoro.

L’Health and Safety Executive (HSE) è nel caos. Sotto i conservatori, i finanziamenti in contanti complessivi per l’ente regolatore sono diminuiti drasticamente, passando da 228 milioni di sterline nel 2010 a 126 milioni di sterline nel 2019.

Da allora c’è stata una ripresa fino a 185 milioni di sterline nel 2022, ma poi il ruolo dell’HSE post-Brexit è cresciuto a dismisura.

Il finanziamento complessivo in termini reali è ancora inferiore del 43% rispetto al livello del 2010, una volta presi in considerazione i pagamenti una tantum riservati. Il numero di tutti gli ispettori è sceso da 1.651 nel 2003 a 1.187 nel 2010, fino all’attuale cifra di 974 – una riduzione del 41% in 20 anni.

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Inail.Rischio Chimico – Manuale informativo per la tutela della salute del personale dei laboratori di ricerca

Fonte Inail

 

Le figure professionali che operano all’interno di laboratori di ricerca, e che sono chiamate a manipolare agenti chimici, possono essere molto diverse e in certa misura possono trovarsi in un percorso di formazione (tesisti, tirocinanti, specializzandi, dottorandi), senza avere ancora acquisito una preparazione specifica in termini di gestione dei rischi.

Gli agenti chimici possono avere caratteristiche di pericolosità che potrebbero rappresentare un rischio per i lavoratori potenzialmente esposti, è quindi centrale conoscere, controllare e gestire questi rischi. Gli effetti sulla salute che possono verificarsi a seguito di eventi espositivi sono i più diversi, fortemente condizionati dal tipo di agente chimico con cui si viene in contatto e dalle condizioni di esposizione che si realizzano; l’utilizzo di sostanze e miscele in questo particolare contesto lavorativo porta l’operatore a contatto con volumi comunemente ridotti di sostanze con pericolosità diversa, che sono spesso adoperate in miscela, realizzando, così, esposizioni ad agenti multipli ma a basse dosi. Il presente opuscolo vuole fornire al personale addetto ai laboratori una guida rapida e di facile consultazione per identificare il rischio chimico e l’adozione delle buone prassi di lavoro in sicurezza.

Prodotto: Volume
Edizioni: Inail 2023
Disponibilità: Consultabile solo in rete
Info: dcpianificazione-comunicazione@inail.it

Le Regioni su sicurezza nelle ferrovie

Un documento importante. La richiesta da parte della Regione Emilia-Romagna e per conto delle Regioni al Governo e ai corrispettivi Ministeri interessati alla sicurezza nei trasporti ferroviari di incontrarsi per procedere ad una analisi delle normative in materia. Vedremo cosa risponderanno i Ministri rispetto a questa richiesta più che legittima.

CS_-_lettera_sicurezza_sul_lavoro_FIRMATO_timbrato

Per scaricare il file del documento clicca QUI 

Infortuni mortali sul lavoro. Alcune riflessioni amare sugli (ultimi?) eventi

Autore :  Maurizio Mazzetti che ringraziamo 

Fonte IlManifestoinrete

 

La cronaca continua ad anticipare i miei articoli (purtroppo) con uno stillicidio di morti che, quali che siano le statistiche, continua ad essere inaccettabile in quanto assolutamente evitabilee con poco sforzo. Ci dice l’INAIL che nei primi sette mesi dell’anno le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail sono state 344.897 (in calo del 21,9% rispetto alle 441.451 del periodo gennaio-luglio 2022), di cui 559 mortali (in calo dell’1,8% rispetto ai 569 casi nello stesso periodo dell’anno scorso). Dei casi mortali denunciati, 430 sono in occasione di lavoro e 129 in itinere, ovvero nel tragitto casa-lavoro o viceversa.

Però vediamo anche 12 morti in 48 ore (sette mercoledì 13 e quattro ieri): ieri un 44enne che precipita da un tetto ad Arzano (Na), un 52enne schiacciato da un mezzo in retromarcia la notte all’aeroporto di Bologna, un 66enne (grande, il nostro sistema pensionistico …) investito da un camion in un deposito rifiuti la notte a Napoli, un 29enne travolto da un trattore in retromarcia su una banchina nel porto di Salerno (con un collega gravemente ferito alle gambe), un 47enne caduto all’interno di una cisterna contenente vino e probabilmente annegato, con un collega 31enne seriamente intossicatosi nel tentativo di prestargli soccorso. Una antologia da manuale degli infortuni mortali …

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Pubblicata la versione italiana della norma UNI ISO 37002:2021 “Sistemi di gestione per il whistleblowing – Linee guida”.

 

Il whistleblowing è l’azione con cui si segnala un sospetto illecito o un rischio di illecito. Gli studi e l’esperienza dimostrano che gran parte degli illeciti giunge all’attenzione dell’organizzazione interessata tramite rapporti di persone interne o vicine all’organizzazione. Le organizzazioni stanno valutando, sempre più spesso, in risposta ai regolamenti o su base volontaria, l’opportunità di introdurre o migliorare le politiche e i processi interni per la gestione del whistleblowing.

È in questo contesto che la Commissione Gestione per la qualità e metodi statistici ha di recente adottato anche in lingua italiana la norma UNI ISO 37002:2021 “Sistemi di gestione per il whistleblowing – Linee guida“. Nello specifico la norma è stata adottata dal Gruppo di Lavoro GL 09 Governance delle organizzazioni, che opera in seno alla commissione stessa e interfaccia le attività dell’ ISO/TC 309 Governance of organizations.

Questo documento fornisce alle organizzazioni una guida per istituire, attuare, mantenere e migliorare un sistema di gestione per il whistleblowing, con i seguenti risultati:

  • incoraggiare e facilitare la segnalazione di illeciti;
  • essere di supporto e proteggere i whistleblower e le altre parti interessate coinvolte;
  • assicurare che i rapporti di illeciti siano trattati in modo adeguato e tempestivo;
  • migliorare la cultura dell’organizzazione e la governance;
  • ridurre i rischi di illeciti

Per leggere l’articolo completo vai a UNI.IT

 

La polizia e le autorità competenti in materia di migrazione devono rispettare i diritti fondamentali quando utilizzano l’intelligenza artificiale

 

Fonte Algorithmwatch che ringraziamo

Poiché i sistemi di intelligenza artificiale sono sempre più utilizzati dalle forze dell’ordine, dalle autorità di controllo dell’immigrazione e dalle autorità di sicurezza nazionale, la legge sull’intelligenza artificiale dell’UE (legge sull’intelligenza artificiale) rappresenta un’urgente opportunità per prevenire danni, proteggere le persone dalle violazioni dei diritti e fornire limiti legali alle autorità per utilizzare l’intelligenza artificiale all’interno del contesto. confini dello Stato di diritto.

In Europa e nel mondo, i sistemi di intelligenza artificiale vengono sviluppati e utilizzati per forme dannose e discriminatorie di sorveglianza statale. Dall’uso della biometria per l’identificazione, il riconoscimento e la categorizzazione, ai sistemi predittivi in ​​varie capacità decisionali e di allocazione delle risorse , l’intelligenza artificiale nelle forze dell’ordine prende di mira in modo sproporzionato comunità già emarginate, mina i diritti legali e procedurali e consente la sorveglianza di massa.

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USA. Per sconfiggere il caldo: “Non possiamo fare affidamento sul management”. Dobbiamo mantenerci al sicuro a vicenda’

Fonte LaborNotes che ringraziamo

Autrice.  Alexandra Bradbury è la direttrice di Labor Notes.al@labornotes.org

La morte dell’autista UPS Chris Begley, 57 anni, collassato in agosto mentre effettuava una consegna nella temperatura di 43 gradi del Texas, non è stato un incidente isolato.

Monitorare i colleghi per individuare eventuali segni di esaurimento da calore è diventata una caratteristica di routine del lavoro, afferma il collega autista Seth Pacic, un rappresentante sindacale del sindacato di Begley, Teamsters Local 767.

Pacic ha imparato a discernere al telefono quando un collega ha bisogno di trovare l’aria condizionata al più presto e quando si sta deteriorando così gravemente che dovrebbe chiamare i paramedici e coraggiosa ira della direzione.

Il problema è che i manager cercano sempre di accelerare i tempi dei lavoratori e sono riluttanti a chiamare un’ambulanza perché segnalano quei numeri ai dirigenti più alti.

Quando un supervisore raggiunse Begley, gli offrirono cure mediche, ma lui le rifiutò, quindi lo portarono a casa. “Qui sta uno dei maggiori problemi: questi supervisori non sono addestrati su cosa fare con il calore”, ha detto Pacic.

“Non puoi fidarti delle persone quando dicono che stanno bene. A causa della natura dell’esaurimento da calore, la tua acutezza mentale è la prima cosa da perdere. Diventi davvero confuso.

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L’Artico è caldo: affrontare le implicazioni sociali e ambientali

Fonte: SIPRI 

Copertina
Editore: SIPRI
SIPRI, Stoccolma:
Settembre 2023

L’Artico sta diventando sempre più conteso e attira nuovi sviluppi. L’Unione Europea (UE) è uno degli attori che si sta rivolgendo all’Artico per raggiungere i suoi obiettivi in ​​materia di clima, energia, spazio e sicurezza. Tuttavia, questo crescente interesse può comportare implicazioni locali negative a livello sociale e ambientale se non adeguatamente pianificato e considerato. Il presente Policy Brief del SIPRI fornisce una panoramica dell’attenzione dell’UE sull’Artico, con particolare attenzione a Kiruna, e sull’importanza degli approcci precauzionali e incentrati sull’uomo.

Contenuti

Il crescente interesse dell’UE per l’Artico

Il caso di Kiruna

Punti di partenza per il futuro

 

INFORMAZIONI SULL’AUTORE/I/REDATTORI

Emilie Broek è stata assistente di ricerca nel programma SIPRI sui cambiamenti climatici e sui rischi.

“I più pessimisti erano fin troppo ottimisti”

Fonte Terrestres  che ringraziamo

Intervista condotta da Quentin Hardy e Pierre de Jouvancourt.

Autore intervistato  : Jean-Baptiste Fressoz **

[ la traduzione dal francese è stata effettuata con l’assistenza di google translator. Per un uso professionale e/o di studio si raccomanda di fare riferimento al testo originale ]

Nonostante lo sconvolgimento dei mercati energetici seguito alla guerra in Ucraina, nel 2022 la domanda globale di energia fossile non è quasi diminuita. Nonostante tutto, alcuni sperano che l’idea di transizione energetica, legittimata dal teso contesto geopolitico, possa finalmente prendere seriamente il via. Nulla però è meno certo in quanto la storia dell’energia si scontra con i nostri pregiudizi sulle possibili politiche energetiche. Colloquio.

Tempo di lettura: 20 minuti 


Recentemente hai pubblicato articoli che mettono in discussione la nozione di transizione energetica, mostrando in particolare che questa nozione influenza il modo in cui pensiamo alle trasformazioni necessarie oggi di fronte al cambiamento climatico. Puoi ricordarci quali sono i tuoi argomenti principali?

Jean-Baptiste Fressoz: La transizione energetica è il futuro più consensuale che ci sia. Di fronte al cambiamento climatico è evidente che occorre effettuare una “transizione energetica”. Ma se ci pensi, è qualcosa di gigantesco di cui non abbiamo esperienza storica. Su scala globale non c’è mai stata una transizione energetica, non sappiamo quanto tempo potrebbe richiedere. 

Questa idea di transizione energetica ci sembra naturale perché abbiamo una visione della storia dell’energia del tutto falsa, secondo la quale avremmo vissuto diverse transizioni nel passato, che avremmo cambiato completamente in più occasioni i sistemi energetici (dal legno, al carbone, dal carbone al petrolio), quando in realtà abbiamo solo consumato sempre di più tutte queste energie. 

Su scala globale, non c’è mai stata una transizione energetica… L’attuale nozione di transizione energetica fa sembrare un problema di civiltà un semplice cambiamento nelle infrastrutture energetiche.

Jean-Baptiste Fressoz

La nostra cultura storica ha normalizzato una futurologia straordinariamente strana. L’attuale nozione di transizione energetica fa sembrare un problema di civiltà un semplice cambiamento nelle infrastrutture energetiche. Questo è un errore di categoria.

Nel tuo recente lavoro parli di “simbiosi energetica e materiale” riguardo ai rapporti tra energia e infrastrutture produttive nella storia. Puoi dirci cosa intendi con questo e fare qualche esempio?

In generale, la storia dell’energia è classicamente divisa in grandi fasi: nel XVIII secolo si usava il legno e l’idraulica, nell’Ottocento, con la rivoluzione industriale, il carbone e nel XX secolo il petrolio e l’elettricità. In un libro di prossima pubblicazione, invece, studio le simbiosi tra le energie. In che modo, ad esempio, l’uso del carbone fa sì che consumiamo molta più legna, anche per ragioni energetiche? In che modo l’uso del petrolio determina un maggiore consumo di carbone, anche per ragioni energetiche, ecc.?

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